Critica del Programma dell'Unione
Nessuno sconto per i rinnegati ed i bassi cleri!
Critica del Programma dell'Unione
Care campagne, cari compagni,
Qui sotto troverete la traduzione con piccoli ritocchi marginali della mia lettera IN INGLESE ai Partiti della Sinistra europea. Ho aggiunto il numero di pagina corrispondente agli argomenti del Programma prodiano nella versione Pdf. (Il Programma va letto penna in mano. Pero si può utilizzare la funzione ''cerca'' per accelerare le verifiche quando si legge una critica che fa referenza al testo originale.) Di più ho aggiunto qui sotto la referenza agli argomenti principali che saranno difesi come aspetti da sinistra del Programma neoliberale prodiano dal ''pitre'' Bertinotti e da qualche altri : questi concetti sono per la maggioranza estratti dal mio libro Keynesianism, Marxism, Economic Stability and Growth. (vedi Livre III, in sezione Livres-Book di questo medesimo sito.)
Fra poco dunque si aprirà il grande cantiere delle menzogne e delle buffonerie mediatiche di Bertinotti e del Ds. Per dare uno solo esempio mentre Treu difenderà la legge 30 e Bertinotti parlerà di abolirla nei primi 100 giorni di un improbabile governo social- liberista , con la speranza che nessuno andrà a vedere cosa il Programma dice bianco su nero a proposito della ''semplificazione'' delle forme di lavoro precarie previste dalla legge di destra oggi vigente.(pp 161-166) Con questo concetto prodiano la FIOM si può dimenticare il contratto nazionale assieme ad ogni velleità di reindustrializzare il Paese. Si parlerà di Pacs (p. 72. Vedi nota 2 alla lettera qui sotto), senza menzionare la sua restrizione ad una ''unione di fatto''. Si seppellirà la discussione sulla Tav (detta per eufemismo anti-bertinottiano ''alta velocità'' p 139) ma non sul Ponte (*), si eviterà di parlare del Patto di stabilità e così via. Avremo così diritto ad un gran teatro dove si suppone che la ''parola'' (sancita dai flussi ''autorizzati'') e l'''immagine'' potranno convincere le elettrice e gli elettori di avallare con gli occhi chiusi un programma riformista di destra venduto come programma di ''svolta'' a sinistra. La comunicazione di massa, messa al posto dei contenuti, la ciarlataneria filo-semita nietzschiana di destra (Rutelli) e di centro-destra social-liberista (Prodi, il Ds e Bertinotti) messa al posto della politica democratica. Ma chi diceva che il ridicolo ammazza? A questo punto sarebbe utile accompagnare il pitre Bertinotti nei suoi giri mediatici con slogan ben visibili del tipo: ''Incompatibile, dimissione'', ''Non frequentabile, dimissione'' e ''Trasformismo filo-semite nietzschiano, vergogna''. O ancora ''Cosa ai da dire sulla deportazione dei Palestinesi? Questo tizio non deve più potere pretendere parlare in nome nostro. E deve servire da esempio a tutti gli altri rinnegati anti-democratici.
Per quanto riguarda i miei concetti, si tratta di un vergognoso ''détournement, dato che nella versione originale questi concetti non sono a fatto compatibili con l'attacco senza precedenza ai servizi pubblici ( pp129-130, 208) e a la volonta prodiana di trascrivere le direttive le più neoliberali di Bruxelles in un programma presentato come programma comune del centrosinistra, e che in realtà, con la complicità di Bertinotti-Ingrao e di tutta questa clique, fa opera di pulizia ideologica e politica di stampo filo-semita nietzschiana in Italia e in Europa. Questi concetti sono in particolare, il fiscal drag (Livre III, pp 195, 305, 314 ), il recupero salariale dell'inflazione reale (idem) e il Patto di stabilita inteso come rigore economico al servizio del proletariato piuttosto che argomento utilizzato per giustificare il federalismo neo-reaganiano. (p 17-18)
Per tutto il resto, mi dispiace doverlo dire così brutalmente ma il programma delle destre è identicamente neoliberale forse con una fraseologia diversa, meno ro-tonda . Non esistono differenze fondamentali. Ma almeno non sporca la sinistra autentica con il suo opportunismo, non contribuisce a sabotare le grandi opere e non parla di distruggere tutti i servizi pubblici (pp 129-130, 208) per volonta di applicare il federalismo fiscale prodiano (pp 17-18). Di più la devolution fa l'oggetto di un ben più importante referendum abrogativo. Quest'analisi rimane vera per la guerra preventiva e la questione palestinese. In realtà, sull'Articolo 11, il Programma prodiano dice la stessa cosa del governo di destra, mentre il governo attuale ha gia annunciato il ritiro parziale delle truppe d'Iraq senza essersi ancora pronunciato sull'Iran. (p 98-99) Al contrario il Programma prodiano prevede l'uso della guerra (con l'arma atomica, secondo Bush ed altri!) per assicurare il ''disarmo'' dei paesi intorno ad un Mediterraneo (p 104) allargato all'Iran come l'EU fu allargata alla Turchia con l'unico scopo di dividere gli opponenti islamici alla ricostruzione del tempio illegittimo di Salomone sopra le cenere di Haram-al-Sharif sulla Spianata delle Mosche di Gerusalemme Est. (Bello programma neo-crociato!). Così, al contrario del compagno Ferrando, troppa gente si dimentica l'affermazione di Kofi Annan quando dichiarò che la guerra in Iraq era ''illegale'', il che vuol dire, secondo la nostra Costituzione partigiana, e secondo la Carta fondamentale delle Nazioni Unite appoggiata da tutta la tradizione delle ''leggi naturali'', che la resistenza a l'occupazione straniera è un diritto internazionalmente riconosciuto. Se l'Italia vuole condurre missioni di pace in Iraq dovrebbe aspettare l'insediamento legale e concreto della pace, o almeno aspettare l'invito di tutte le parti al conflitto, dichiarando la sua neutralità assoluta secondo le usanze e la legalità delle missioni di mantenimento della pace: altrimenti non ha altra scelta che di ritirare i suoi cari armati e di scusarsi pubblicamente con i cittadini italiani e iracheni per avere dato peso alle menzogne dimostrate di Washington, Tel Aviv e di tutte le altre capitale filo-semite nietzschiane. Per quanto riguarda la Palestina dobbiamo ricordare che il slogan ''due popoli, due stati'' fu inventato da Sharon per seppellire la legge internazionale e, in particolare, il concetto dello scambio ''terra contro pace'' sancito dal Piano di Spartizione del 1947 e dall Risoluzioni 242, 338, 194. Accettare la versione sharoniana (cioè, quella di il manifesto, di Ingrao, Bertinotti, Migliore e altri ''pitres'' simili, vuole dire violare la legge internazionale, i principi sacri della nostra costituzione partigiane e, nel medesimo tempo, l'accettazione del Muro dell'Apartheid e della silenziosa deportazione dei Palestinesi della loro terra. In chiaro, questo significa predicare la guerra con le parole nichiliste della ''nonviolenza'', una cosa vergognosa che va punita con la massima determinazione. A casa e fuori casa.. I comunisti non si fanno hara-kiri. Il pitre Bertinotti e i suoi candidati ''indipendenti'' debbono essere buttati fuori dei nostri ranghi prima che riescono a disarmare il proletariato distruggendo il suo Partito autonomo.
Il cuneo fiscale (5%) (p 170), in realtà non-compensato dalla farsa delle tasse sulle plusvalenze (i.e., ritorno alla media europea dato che il piano di riduzione di Ciampi non ha dato nessun risultato, sopra tutto nel Mezzogiorno!) (p 204) no rappresenta altro che dei regali, onerosi e inutili, fatti alle impresse italiane se nel medesimo tempo si parla di messa in Borsa generale (pp 123, 134) e di de-monopolizzazione (p 129) dei servizi pubblici, anche regionali, incluso le reti di distribuzione. (pp 129-130, 208) . Vi ricorderete la mia opposizione al concetto di stampo Unesco-reaganiano dei ''beni comuni'' compatibili con la privatizzazione delle imprese e degli enti pubblici e con l'introduzione della tarifficazzione dei servizi offerti dal settore privato. E ben, questo concetto restrittivo neoliberale viene congiugato nel Programma prodiano con la privatizzazione a tutto campo e con l'effetto di distruzione aggiuntivo della regionalizzazione e del federalismo fiscale. Così oggi sappiamo a cosa servono certe offensive ideologiche di massa!!!
Questi elezioni non sono una priorità per la sinistra autentica. Non si blocca la destra di destra votando per una destra federalista europea, mascherata da centrosinistra, che crede di poterci legare saldamente ai suoi interessi social-liberisti come tanti piccoli ''bertinotti'' senza grande levatura. Le elezioni sono cose ricorrenti. A parte il solito tradimento dei social-democratici, il scenario attuale no è comparabile alle contraddizioni tra comunisti e rinnegati social-democratici durante l'emergenza del fascismo negli anni 30. Oggi, l'assenza dell'Unione sovietica rende la partita un può più complessa. Il ''realismo politico'' internazionale, fondato saldamente sui principi sacri della Carta fondamentale dell'ONU, ci deve per forza servire di appoggio nella nostra opposizione a la guerra preventiva neo-crociata, interna e esterna. Di più, dobbiamo capire che i programmi socio-politici vengono mantenuti nei parametri di Bruxelles, proprio quelli di Prodi. Non c'è pericolo di dittatura al d'infuori della dittatura, per ora ''soft'', delle forze filo-semite nietzschiane. Questo è vero per la destra come per il finto centrosinistra. Tra questi parametri ci sono ancora i diritti umani e sociali sanciti dal eredita costituzionale della lotta contro il nazifascismo: per ora, i filo-semiti nietzschiani sono impotenti ad eliminare legalmente queste garanzie giuridiche costituzionali, un'impossibilità che spiega l'accanimento della controffensiva culturale ed ideologica in chiave judeo-cristiana, con il fine di fare accettare i catechismi anti-laici e colpabilizzanti della ''shoah selettiva'' (da non confondere con la Storia della Resistenza al nazifascismo e della Deportazione) e delle origini europee teocratiche tanto fasulle quanto grottesche del loro esclusivismo primario. Perciò, la consolidazione dell'autonomia di organizzazione e di lotta del Partito in questa giuntura storica è diventata la priorità più urgente e più sacra. Senza questa autonomia avremo perduto la partita e con noi tutti i popoli sovrani non-occidentali. Le guerre di religioni e la regressione culturale e socio-politica rimpiazzeranno la possibilità concreta di evoluzione democratica di tutti i popoli al loro proprio ritmo sotto l'egidio comune della Carte dell'ONU. Le nostre priorità sono due: per prima la ricomposizione e la consolidazione dell'autonomia del Partito comunista per essere pronti a confrontarci con il ''Partito democratico'' (l'Asinello) voluto da Prodi, come da una parte del Ds. Secondo, la vittoria del referendum sulla ''devolution''. Una tale vittoria sulla destra italiana sarebbe più utile per la salvaguardia dei nostri diritti di cittadini che la messa in applicazione della privatizzazione a tutto campo, assistita dal federalismo fiscale, proposta dal Programma prodiano. Oggi, i comunisti e la Sinistra autentica hanno un dovere di lucidità e di coraggio. Collaborare con il social-liberismo bruxelliano di Prodi significa la marginalizzazione dei comunisti per parecchi anni. Il sogno filo-semite nietzschiano consiste ovviamente a rimpiazzare i comunisti con gli usuali pitres e bassi cleri di sempre. Dobbiamo dunque avere il coraggio e la determinazione di rompere immediatamente con questo falso centrosinistra, assieme a tutti i militanti più agguerriti dei sindacati, per poterci batterci con efficacia ai livelli nazionale, europeo e mondiale, utilizzando queste mobilitazioni come barriera contro le derive più grottesche della destra. Solo così la nostra alternativa di un'Europa sociale rispettosa dell'Europa delle nazioni sarà credibile con le cittadine e i cittadini.
Diciamolo coraggiosamente. L'alleanza dell'Asinello (il Partito Democratico putativo di Prodi, D'Alema, Fassino, Veltroni) con tutti gli inutili e danneggianti asini ''indipendenti'', scelti uno ad uno, da Bertinotti/Ingrao e Cie, rappresenterebbe un crimine contro l'umanità (per causa di appoggio diretto o indiretto al progetto filo-semite nietzschiano generale simboleggiato dall'appoggio unilaterale e criminale ad un'Israele contemporanea coloniale e razzista.), un crimine contro l'Europa sociale, e contro il comunismo (cioè, il marxismo). La vittoria di Prodi e dei suoi social-liberisti senza il legame forte e programmatico ad uno autentico partito comunista rappresenterebbe un disastro per l'Europa sociale. Una destra, confinata pero nella EU tramite un partito comunista autonomo affiancato dai suoi alleati democratici, sembra per ora una migliore alternativa per la nostra Nazione, come pure per l'Europa, nonché l'opportunismo federalista prodiano. Pero a questo punto diventa imperativo vincere il referendum sulla devolution e ''salvare il Partito comunista dai suoi nemici interni'' (vedi archivio nel stesso sito) Dobbiamo imperativamente riaffermare la nostra identità marxista e la nostra autonomia politica e culturale, dunque la nostra identità politica.
Vostro
Paul De Marco
XXX
Da : Paul De Marco
Professor di Relazioni Internazionali (Economia Politica Internazionale)
Comunista
A tutti i militanti e i dirigenti dei partiti della Sinistra europea
Re: La sospensione temporaria del Prc. Bloccare la messa in Borsa prodiana integrale dell'Italia.
Care compagne, cari compagni,
Sta succedendo qualcosa molto disturbante in Italia all'interno del Prc. Dei comunisti autentici, membri che servono lealmente il Partito da molto tempo, sono oggi designati come gente ''incompatibile'' e non degna di essere iscritta sulle liste elettorali del Partito. Sono sostituiti con un numero grottesco di ''indipendenti'' non-comunisti. Questo metodo di isolamento e di esclusione diretto verso militanti autentici e dirigenti storici della Sinistra segue la linea di esclusione filo-semita nietzschiana bene conosciuta, propria quella che sto denunciando gia da qualche tempo. La sua origine si verifica nella banda di rinnegati del Ds e del così-detto centrosinistra (in realtà un centrodestra preso in eredità dalla vecchia Dc pro- atlantica), ma origina anche, in modo quasi incredibile, con il Sg. Bertinotti e qualche suoi associati, tale il Sg. Gennaro Migliore ed altri come lui. La finalità di questa manovra disgustosa e intollerabile consiste nel mettere la museruola ad ogni critico interno con la speranza di potere così imporre all'elettorato italiano un programma che falsifica il significato dell'Articolo 11 anti-guerra della nostra Costituzione (p 88-99); un programma che, di più, propone l'intera privatizzazione delle imprese pubbliche italiane capaci di offrire ai cittadini i pochi servizi pubblici che ancora esistono, questa privatizzazione essendo ora allargata a tutti i livelli, anche regionali e locali! In modo caratteristico, questo viene chiamato (p 129) ''de-monopolizzazione''!!! Questo comportamento cosciente o incosciente, ma purtroppo molto opportunista, dei dirigenti del Prc ammonta a niente altro che il sostegno di una tendenza neo-MacCarthysta filo-semita nietzschiana (di pulizia ideologica). Si tratta di un'offensiva che cerca di delegittimare preventivamente il comunismo in Europa per potere imporre con più facilita il ''ritorno'' di una nuova schiavitù e di una nuova domesticità. (Sopra questo argomento vedi il mio ultimo libro Keynesianism, Marxism, Economic Stability and Growth, nella sezione Livre del mio sito http://lacommune1871.tripod.com . Oggi in questo medesimo sito Sezione Livres-Books notato Livre III. Vedete in particolare la Nota **, e la Nota 15 su John Galbraith.) Questa tendenza deleteria e infame deve essere troncata alle radice, subito.
Forse vi ricorderete che io fui la persona che chiesi per prima la formazione di un Partito Comunista Europeo. Grazie all'influenza di persone come Curzi, e Ingrao, un tizio che affermò pubblicamente di non esser mai stato un comunista (anche se fu pagato come tale per tutta una vita!), il titolo fu cambiato e neutralizzato. Il nuovo Partito si chiamò la Sinistra Europea. I statuti del nuovo partito europeo furono formattati in accordo con questa prima e scellerata deriva. Questo fu compiuto malgrado il mio appello personale al Sg. Bertinotti. (Non credo che il Sg. Bertinotti vorrà rischiare di contraddirmi su questi punti.) Avevo capito dall'inizio la posta in gioco in tutti questi tranelli. Non si trattava di arrivare ad una comprensione oggettiva e ecumenica da parte del proletariato e dei suoi alleati dell'eredità comunista in Europa. Si trattava invece di abusare della fiducia e della buona volontà della maggioranza e di sostrare al proletariato e ai suoi alleati il beneficio della loro teoria marxista autonoma, offuscando così le lezioni più importanti che si poteva dedurre della comprensione scientifica e oggettiva del loro glorioso passato comunista. Si cercò dunque di rubare e di dirottare la visione strategica originale, credendo anche immodestamente di potere ''rubare il fuoco'' all'avversario. (il pitre Curzi, denunciato da me al quel tempo, si intromessi illegalmente nei miei documenti e fu appoggiato in particolare dalla sessione sionista mal-riabilitata, minoritaria ma troppo influente, del Pcf di allora) (1) No si può negare che i partiti comunisti furono le uniche forze di resistenza al nazifascismo: di fatti, fine al dicembre 1941 (Pearl Harbor) e anche fine al 1943 (Stalingrad) queste forze comuniste furono le uniche ad avere capito che si trattava di una battaglia senza compromessi. Lo capirono molto prima dei dirigenti borghesi e social-democratici ebrei, come si può facilmente documentare anche in Germania malgrado la lucida disperazione paranoica del compagno Trotsky. Oggi, l'attitudine opportunistica e compromettente di Bertinotti, e di alcuni dei suoi colleghi nella Direzione attuale del Prc, dimostra a che punto ho ragione. Perciò, io chiedo la sospensione immediata del Prc dal Partito della Sinistra Europea per permettere una chiarificazione. Questa iniziativa sarà più utile del presente inizio di una ''caccia alle streghe'' nei ranghi della Sinistra autentica da parte dei dirigenti trasformisti del Prc e di altrove.
Pure essendo breve, sento l'obbligo di chiedervi di esaminare se è appropriato per il Prc di sostenere il Programma di Prodi almeno per due ragioni: la guerra e le politiche socio-economiche. Mentre procederete a questo esame, ricordatevi che le prossime elezioni legislative italiane si terranno con un modo elettorale proporzionale. In altre parole, il plebiscita bertinottiani di Prodi non potrà fare altro che portare danni al Prc, con l'eccezione delle solite trattazioni elettoralisti di dietro-bottega, trattazioni che non sono niente altro che la devalorizzazione e la delegittimazione del Partito e dei processi democratici. (Una sessantina di deputati in cambio delle manette per 5 anni, ma unicamente nel caso improbabile -vedi primarie - che il Prc riterrà le sue ultime percentuali elettorali, solo Bertinotti poteva accertarli. Forse per vecchio istinto legato alle sue origini politiche. Domani ci chiederà di accettare il solito ''piatto di lenticchie'' gia cucinato, mentre lui avrà l'illusione imbecille di esser a ''cena'' con gli altri.)
Per quanto riguarda la guerra, l'Articolo 11 della Costituzione italiana ripudia l'uso della forza per tutte le ragioni non collegate alla legittima difesa. Questo articolo ci permette la partecipazione nelle organizzazioni internazionali come l'ONU, e per implicazione, come la Nato. (Le operazioni della Nato sono istituzionalmente sottomesse all'approbazione unanime dei Stati membri. L'Italia avrebbe al minimo potuto astenersi in Iraq. In tal modo avrebbe non soltanto risparmiare mezzo miliardo di euro all'anno ma, in modo più importante, avrebbe preservato la sua legittimità con i paesi musulmani, al fine di essere in posizione di offrire i suoi buoni servizi diplomatici alle due parti, una volta sparita l'illusione di poter imporre ad altri popoli sovrani un dominio neo-crociato e un protettorato neo-imperiale. Per il resto, l'accesso garantito al petrolio può soltanto essere assicurato tramite il rispetto della ''clausola della nazione la più favoreggiata'', e certo non con la guerra preventiva e la dissuasione nucleare brandita contro il ''terrorismo'' diffuso, una dottrina che incarna una bella grande sciocchezza da matti da legare e da trascinare alla Corte Penale Internazionale di Roma.) Ma, in concordanza con lo spirito e la lettera della Carta fondamentale delle Nazione Unite, la nostra Costituzione permette la partecipazione nelle organizzazioni internazionali e ''multilaterali'' (di tipo ''sicurezza collettiva'') soltanto nel rispetto dello stesso principio cardine che ripudia la guerra come metodo di risoluzione dei conflitti negli affari internazionali. L'Articolo 11 fu violato dall'attuale governo di destra con il pretesto che l'Italia sarebbe presente in Iraq per una missione di pace! Ma non è tutto: il Programma di Prodi utilizza chiaramente identiche argomentazioni tendenziose e ormai esaurite, in tal modo da aprire la strada alla partecipazione dell'Italia in altre guerre, e in particolare all'attacco imminente dell'Iran, nel momento in cui il Consiglio di sicurezza l'autorizzasse, malgrado quel che recita la Carta fondamentale dell'ONU insieme a tutta la legge internazionale disponibile sul soggetto!
Questo rappresenta una cosa molto seria perché si sa gia che gli Stati Uniti e i loro alleati, incluso per sfortuna Israele, stanno contemplando seriamente l'utilizzo preventivo di armi nucleari tattiche per distruggere gli impianti nucleari civili iraniani. Questo succede malgrado il fatto che nessuno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza ha mai rispettato la lettere e lo spirito degli articoli IV e VI del Trattato di Non-Proliferazione. Questi articoli, rispettosi della sovranità nazionale sancita dalla Carta della ONU come pure del principio di realtà, pone con saggezza una differenzia tra nucleare civile e nucleare militare e impone il disarmo preliminare o simultaneo delle grande potenze nucleari in cambio dell'abbandono del nucleare militare da parte degli altri paesi firmatari. Il club delle grande potenze nucleare non hanno mai rispettato il TNP . Di fatti. L'Occidente ha chiuso gli occhi, ansi ha aiutato Israele, l'India e il Pakistan, paesi necessari nella lotta anti-sovietica, ad acquisire la bomba mascherando questa scelleratezza con il pretesto del controllo tecnico del Barton group. (Si può facilmente e utilmente consultare questi articoli primordiali del TNP su Internet, battendo il nome del trattato come parole chiavi - ''keywords''.) L'Articolo 11 della Costituzione italiana fu formulato dai nostri Partigiani, di sinistra o appartenente alla destra repubblicana, sulla scena domestica come sulla scena internazionale. L'Articolo 11 è formulato in tal modo da essere in perfetta sintonia con la lettera e lo spirito della Carta fondamentale delle Nazioni Unite, indipendentemente della volontà delle così diddette grande potenze, organizzate come un Direttorio supra-imperiale, di strumentalizzare la sua implementazione. Non per niente tutti i filo-semiti nietzschiani desiderano rimpiazzare le costituzioni nazionali del dopo guerra, la Carta dell'ONU e la Dichiarazione Universale dei Diritti Individuali e Sociali della Persona con il catechismo esclusivista e venale della ''shoah'' selettiva, e il ritorno mascherato alla precedenza sopra questi testi del Levitico. Scordando che questi testi, risultati delle conquiste popolari più avanzate guadagnate nella lotta anti-nazifascista, incarnano l'unico monumento sacro a tutte le vittime delle deportazioni nazifasciste, come pure l'autentica e unica barriera contro il ritorno dell'antisemitismo e del razzismo esclusivista neo-nietzschiano.
La mia nazione, l'Italia, no può essere autorizzata dai suoi cittadini a partecipare ad un'altra guerra di aggressione fuori delle sue frontiere nazionali. Particolarmente in un tipo di aggressione che sarebbe subito obbligato di utilizzare armi nucleari tattiche, oltre all'utilizzo di tutta la panoplia delle armi illegali e devastanti di distruzione di massa gia utilizzate in Kosovo, Afghanistan e Iraq. L'Italia ha firmato tutte le Convenzioni di Ginevra. Di più, le guerre di aggressione non sono mai accettabili. Non sono neanche costituzionalmente tollerabili malgrado quello che Prodi e i suoi alleati vorranno pretendere, dato la loro subordinazione ad una Nato imperiale, e dato la loro visione pauperista e subordinata della ''politica estera e di difesa europea comune'' (una politica da centrare sopra l'UEO e non la Nato, nel quadro della generalizzazione del nostro Articolo 11 alla EU.).
In questa istanza, almeno finché difenderà il Programma di Prodi, il Sg Bertinotti sarà obbligato a mentire alla faccia dei militanti del Prc almeno che non sappia neanche comprendere quello che legge, e che non sia proprio in grado di concepire quello che ha firmato e quello che va predicando. La mia interpretazione personale di questo aspetto è che Bertinotti sta coscientemente ma inutilmente sacrificando gli interessi del Partito (dato, fra l'altro, della legislazione post-primarie del sistema proporzionale!) per assicurare la vittoria elettorale di Prodi, ad ogni costo. In realtà, i consiglieri di Prodi avevano unilateralmente fatto circolare una versione definitiva del Programma scritta soltanto da loro qualche giorno prima di pubblicarla ufficialmente. Cosa sarà mai successo dopo questa presunta e orchestrata ''fuga'' , non si sa. Una cosa pero è certa, il fatto che fu allora materialmente impossibile per il Sg. Bertinotti e l'attuale direzione del Prc di leggere seriamente il testo ufficiale prima di approvarlo in quella ridicolissima cerimonia plebiscitaria televisiva, malgrado il fatto che non esitarono a legittimarlo senza nemmeno rispettare la procedura di base consistente nella consultazione dei membri e militanti del Partito e delle sue maggiori correnti. Questo è del tutto indegno e inaccettabile. (Il tranello dell'espropriazione della sovranità dei membri e militanti, tramite le primarie concepite scioccamente nell'ambito di un sistema maggioritario, veniva dunque portato a ''buon porto'' malgrado il cambiamento di sistema elettorale! Di più, ovviamente, fu immaginato la pubblicazione del Programma definitivo a ultima ora senza tenere conto del cambiamento del sistema elettorale, pure di inguaiare e di legare saldamente i comunisti per 5 anni, il che costituisce un crimine anti-democratico vero e proprio! Ma non è tutto. Mentre io, prendendo umilmente il rischio di scrivere ai miei compagni-e in ''italiano'' senza traduttore, avevo proposto al Partito di riflettere sullo sviluppo della democrazia rappresentativa, partecipativa, industriale-economica, sociale e di controllo cittadino (vedi l'articolo ''Salvare il Partito comunista dai suoi nemici interni''.nel Archivio (livres) del stesso sito) il Bertinotti, sciavo di Ingrao e della sua clique filo-semita nietzschiana, ci cucinava questo esproprio criminale sotto il segno della ''democrazia partecipativa'' mediatica da sostituire alla volonta diretta dei membri e dei militanti comunisti e al loro centralismo democratico comunista. Bella roba! Grande e originale contributo teorico. Più meritevole ancora che la schifezza anti-partigiana e anti-costituzionale della ''nonviolenza'' predicata alle vittime dell'oppressione !!! ) Questo cattivo capitolo rappresenta un'altro esempio della falsa rappresentanza democratica (vedi nel archivio dello stesso sito ''Salvare il Partito comunista dai suoi nemici interni'') contro la quale avevo cercato di avvertire. Ora il Partito viene ridicolizzato semplicemente perché il Sg. Bertinotti difende delle posizioni presentate falsamente o fuori contesto come facendo parte di un programma ''concordato in comune'', mentre queste interpretazioni mediatiche, spostate demagogicamente a sinistra, non esistono a fatto nel Programma prodiano. Una contraddizione che ambedue Prodi e Fassino si fanno carichi di ricordargli, puntando maliziosamente al testo originale del loro programma!
Per quanto riguarda gli aspetti socio-economici del Programma di Prodi, sarà sufficiente notare che non rappresenta niente altro che una trascrizione in termine della politica italiana delle direttive europee le più neoliberali, dipingendole nel processo con i termini più appropriati alla fraseologia del centro-sinistra! Questo programma disastroso è diametralmente opposto a tutto ciò che i militanti del DS e del Prc, credono sia. La fraseologia viene utilizzata in pubblico per mascherare il vero programma. Quest'ultimo nondimeno è chiaramente esposto in un lunghissimo testo impegnativo per i firmatari ma concepito per esser letto da poca gente soltanto. (si può consultare nel sito www.rifondazione.it in versione Pdf) Sfortunatamente, se mai venisse messo in opera, questo Programma distruggerebbe le prospettive per una ricostruzione socio-economica dell'Italia. Distruggerebbe ugualmente la tendenza politica favorevole all'emergenza dell'Europa sociale. In pochi mesi, i militanti verificheranno quello che fu tramato dietro delle loro spale. La sinistra perderà la sua credibilità politica per molti anni, forse una generazione politica, come succede in generale dopo una sconfitta del proletariato per causa del rinnegamento dei suoi dirigenti. Questo si materializzerebbe ad una giuntura storica seriosissima nella quale la credibilità etico-politica della Sinistra autentica è più necessaria che mai.
Nel Programma di Prodi, i servizi pubblici vengono sacrificati nel nome di una concorrenza senza limiti, praticata su scala europea, un'evoluzione identica a quel progetto di costituzione europea neoliberale sconfitto dai referenda francesi e neerlandesi, che purtroppo ci viene riproposto sotto la maschera della direttiva Bolkestein. Nel mio libro citato qui sopra (Livre III, vedi ad esempio la Nota *) ho dimostrato la necessita del sostegno della ''domanda sociale'' tramite l'affermazione del controllo collettivo del risparmio e della ''sovrappiù sociale'', quindi la canalizzazione del risparmio in modo sicuro fuori dei circuiti del capitale speculativo e la sua orientazione verso l'investimento produttivo. Questo dovrebbe avvenire tramite le imprese pubbliche e la tassazione proibitiva del capitale di corto termine. Di più, si dovrebbe consolidare i programmi sociali universali, sostenendo così la domanda di consumo delle famiglie (la ''struttura di v'' e il ''redditto netto globale'', cioè il salario capitalista individuale più i trasferi sociali e le tasse per le infrastrutture e servizi pubblici) con la consapevolezza che la difesa dei servizi e delle impresse pubbliche costituisce l'unica base ancora disponibile per ricostruire il sistema industriale e economico del Paese. Con la privatizzazione prodiana del settore pubblico, ancora aggravata dagli effetti draconiani del federalismo fiscale, le disparità ragionali e di classe andranno aggravandosi in modo catastrofico, anche perché le risorse fiscali delle regioni più povere diventeranno rapidamente evanescenti mentre la perequazione servirà solo al mantenimento della subordinazione di queste regioni povere agli interessi privati delle regioni più ricche: nascerà così in Italia uno ''sviluppo del sottosviluppo'' di tipo terzo-mondista! Il codice del lavoro viene sacrificato nel Programma dato che la frammentazione delle forme di contratto e di lavoro introdotte dal governo delle destre sarà soltanto marginalmente corretta.( pp 161-166) Con questo concetto prodiano la FIOM si può dimenticare il contratto nazionale assieme ad ogni velleità di reindustrializzare il Paese. La così detta formula ''Dini'' gia inaccettabile ai tempi suoi sarà ripresa per gestire transitoriamente i regimi di pensione. Pero, dato il degrado continuo della tenuta del mercato del lavoro assieme al degrado delle strutture dei regimi di pensione attuali, il Programma di Prodi ci propone l'usuale panacea europea in materia. Avremo dunque l'allungamento del periodo contributivo obbligatorio con un'età pensionabile più tardiva, e l'istituzionalizzazione dei fondi cosiddetti ''complementari'' (leggete ''privati'') (p 170) investiti nel mercato dei capitali malgrado l'esperienza recente di Parmalat, Cirio ed altri fondi argentini ecc ... ecc.... Ma questo non è tutto: nel Programma prodiano si parla della costituzione di un ''fondo di riserva'' (p 171), anche esso investito nel mercato finanziario. Il colmo risiede nella creazione di quello che viene chiamato, con eufemismo, la ''vecchia attiva'' considerata giustamente come necessaria per permettere alla stragrande maggioranza dei pensionati di non cadere completamente nel cerchio della povertà (''poverty trap'') inevitabile con la messa in opera di un simile programma. Questo è un Paese dove, secondo le stime usuali, il ''lavoro nero'' concerna più di 27 % della forza lavorativa complessiva! Un paese dove le cooperative rosse son ridotte al non/profit e dove la ''societa solidale'' viene affidata all'introduzione della carita privata (p 192) nella logica della giustizia sociale secondo Rawls, Giddens e tanti altri nostrali. Per quanto riguarda la Sanità, ci viene offerto la regionalizzazione e il federalismo fiscale con l'addizione della privatizzazione delle farmacie! (p 132) (E noto per tutti che i medicinali assieme alle nuove tecnologie, alle procedure chirurgiche di punta e alle cure geriatriche costituiscono uno dei settori di crescita meno mantenuto della spesa nei sistemi di sanità pubblica: l'unico modo di pensare controllare questa crescita risiede nel utilizzo generalizzato dei farmaci generici e nella socializzazione totale o parziale della medicina - contrariamente alla filosofia attuale di pagamento all-atto voluto da professioni liberali troppo privilegiate -, e sopra tutto della produzione e distribuzione pubblica delle medicine.) Le proposte contenute nel Programma serviranno solo a distruggere un sistema gia moribondo, accelerandone così la rapida privatizzazione (forse sul modello inglese, cioè di spese pubbliche e di amministrazione e benefici privati, incluso la tarifficazione a costo centro-urbano delle aree di parking degli ospedali!) Per gli alloggi sociali ci viene proposto senza ridere l'accompagnamento dei ''sfrattati di casa a casa'' (p 179) nel contesto di un programma mirato quasi unicamente alle classe medie. (p 178-179.) Nel stesso tempo l'imposizione incostituzionale del federalismo fiscale produrrà gli stessi effetti di ''de-monopolizzazione'' nel settore dell'educazione come pure in tutti gli altri settori. In effetto, il Programma vanta la generalizzazione delle scuole tecniche e l'abbassamento del eta lavorativa a 15 anni, cioè all'età minima tollerata dalle leggi internazionali vigenti! Vanta in oltre l'educazione permanente (pp, 44, 53, 67,157, 163, 167 e 231-132) senza pero integrarla in un sistema pubblico di sicurezza professionale. Ma questo non impedisce l'eloquente elogio della ''societa della conoscenza'' (p 93) (sintomaticamente riferita con i termini più clamorosi di ''knowledge economy'')! Per le università, la ricerca e lo sviluppo , il Programma ci offre solo la promessa di implementazione dell'Agenda di Lisbona.(pp 23, 88, 92-93, 124, 201) (In altre parole la privatizzazione totale della ricerca (p 239) e delle università, dato che i 2/3 dei finanziamenti dovranno provenire dal settore privato secondo le prescrizioni di Lisbona.) In realtà, il sistema socio-economico italiano essendo vicino alla bancarotta, per causa dell'incompetenza generalizzata delle sue elite a tutti i livelli, il Programma di Prodi prevede la quotazione in Borsa di tutte le imprese, grande o piccole. (pp 123, 129-130, 134, 208) Lo fa con la speranza di attirare gli investimenti stranieri senza dovere tassare la propria borghesia incompetente e compradora. La proposta relativa alle plusvalenze rappresenta solo una apparenza dato che il prelievo proposto sarà vicino e inferiore alla media europea mentre il prelievo sarà immediatamente e concretamente restituito al capitale con l'esonero fiscale del 5 % con il pretesto di ridurre il costo del lavoro. L'esperienza passata in vari paesi dimostra che questo genere di esonero non da molti frutti in un contesto dominato dal capitale speculativo globale; date le assurde discrepanze dei salari reali e del costo della vita, neanche con una ''legge di modernizzazione'' del tipo francese sotto la ''gauche plurielle'' si riesce ad impedire le de-localizzazioni verso aree a più basso costo di lavoro (più o meno 10 euro orari in Germania contro 3 euro in Slovacchia e meno di 0,50 cent in Asia! In Italia poi esiste gia il lavoro nero, un furto sistematico che per il capitale vale molto di più degli esoneri e delle devalutazioni speculative di tempo fa ...) . In oltre, all'immagine di tutte le misure di sostegno diretto o indiretto, questo provvedimento raggiunge rapidamente una curva decrescente. No vi è dubbio che la volontà pusillanime di privatizzare tutto e di pretendere utilizzare la Borsa al massimo (p 123), porterà rapidamente e con efficacia a compiere quello che fu iniziato venti anni fa, un processo di dismantellamento con il quale l'Italia, uno dei tre pilastri principale della EU di origine, viene trasmutata nella prima ''branch-plant economy'' del continente (se non sbaglio oggi si dice ''maquiladora''!). Sicuramente questo non sembra un modello difendibile per la Sinistra, a fortiori un modello da emulare e da vantare come programma elettorale! Sembra che i filo-semiti nietzschiani di oggi, di ''sinistra'' o di destra, come quelli di ieri siano accaniti a provocare il ''ritorno'' della ''Grande Proletaria'' impoverita, subordinata, arrogante ma judeo-cristiana sotto il dominio vaticanesco, una degenerescenza storica che la Resistenza aveva giustamente seppellito per sempre!
Si nota di più la sua Costituzione partigiana dichiarò che l'Italia è una ''repubblica una e indivisibile''. Lo fecce mentre elargiva con saggezza uno grado elevato di autonomia per le regioni caratterizzate da un passato linguistico differente e per la Sicilia. Le riforme federali imposte dalle destre e da una Lega xenofobi, la cosiddetta ''devolution'', è semplicemente rigettata dai cittadini. Se non saranno traditi dall'apatia delle elite, questa cattivissima riforma costituzionale sarà prossimamente sciolta. Purtroppo, la versione del federalismo proposta nel Programma di Prodi risulta forse anche peggiore da questa ''devolution'' anti-costituzionale e anti-democratica: mentre pretende difendere delle ''norme'' nazionali in qualche settore, in realtà impone una ferocia privatizzazione muro a muro in nome del ''federalismo fiscale'' e della responsabilità regionale. (p 42) In Francia, un paese comparativamente più ricco e meglio organizzato dell'Italia contemporanea, il processo di regionalizzazione ha gia prodotto un abbassamento della qualità dei servizi offerti ai cittadini ed un'intollerabile e insostenibile crescita delle imposte locali. Nello stesso tempo, la fiscalità regressiva nazionale regionale non ha creato niente altro che lavori precari, con paghe bassissime, mentre si alimentava la crescita quasi automatica del debito pubblico. Le ricette reaganiane non funzionano nei Stati Uniti (dove certe scuole non aprono più di 3 o 4 giorni alla settimana per risparmiare sulle bollette dell'elettricità e del riscaldamento), non funzionano in Francia, e non funzioneranno in Italia. Con la differenza che l'Italia non dispone di nessun margine di manovra: ogni degrado dei servizi pubblici tramite il regionalismo con una cattiva tendenza al ''federalismo'' darà luogo allo spargersi inarrestabile della misera la più cupa. In addizione, la pianificata trasformazione del Senato in una Camera delle Regioni (p 14-15) alla quale verrebbe affidata il controllo del bilancio produrrà, volens nolens, il trasferimento delle prerogative e poteri democratici e delle responsabilità correlative dai rappresentanti della Repubblica, eletti nella Camera dei deputati, verso 150 Senatori-Principini che rappresenterebbero le Regioni in un nuovo Senato ''censitorio''. L'Italia sarà così distrutta tale repubblica unitaria, democratica e sovrana. Questo cattivo esito essendo proprio quello che è previsto, dato che Prodi e i suoi complici federalisti non fanno altro che implementare sistematicamente il vecchio programma di Spinelli. Come è noto, Spinelli predicava la distruzione dei Stati-nazioni europei interpretati come ostacoli intollerabili, ma fortemente organizzati, all'emergenza di una Federazione europea a-nazionale più che sopranazionale. Per raggiungere questa elevatissima meta (!), Spinelli proponeva apertamente l'infiltrazione dai suoi seguaci di tutti i partiti nazionali e soprattutto del Partito comunista, giudicati essere ideologicamente più attaccati alla loro Repubblica partigiana del dopo guerra. Spinelli può così essere visto come l'anti-Calamandrei per eccellenza. Questo può facilmente essere verificato nel Manifesto di Spinelli (facilmente reperibile su Internet) e nel comportamento demagogico di Prodi, (oggi emulato da numerosi rinnegati del DS.) Sarebbe proprio una meraviglia se la Direzione attuale del Prc comprendesse l'importantissima posta in gioco in tutto ciò. Se hanno capito certo che sono avari di commentari e di spiegazione in pubblico! Ma se hanno veramente capito, allora si pongono semplicemente come traditori della loro Nazione, del loro Partito e dell'intero elettorato italiano. Per colmo, lo farebbero isolando abusivamente i loro critici autenticamente comunisti ma oggi descritti come ''incompatibili''! Incluso quelli che hanno cercato di servire il Partito lealmente nel passato proponendoli con spirito comunista i loro concetti teorici più avanzati. ( Spesso in vano, come può essere verificato delle posizioni assurde di Bertinotti in proposito al Patto di Stabilità e di Crescita, Patto che non dimeno viene proposto con grande determinazione nel Programma di Prodi per l'Italia nella EU ma anche per le sue regioni sottomesse al corsetto federalista da lui proposto!)
Ripeto dunque la mia richiesta: dato l' ''incompatibilità'' delle azioni correnti dell'attuale direzione del Prc con posizioni comuniste o autenticamente di sinistra e con il codice di condotta verso i colleghi, i membri, e i militanti, dato, in oltre, l'impossibilità nel futuro di difendere le loro posizioni davanti al proletariato (di fatti, subito dopo che i militanti avranno letto il Programma, o peggio ancora , quando un'improbabile governo Prodi comincerà a metterlo in pratica), il Prc deve immediatamente sospeso dai ranghi della Sinistra Europea. Questo si rivela necessario per permettere una chiarificazione delle sue posizioni e dei suoi principi democratici. E chiaro che le controversie del tunnel del Val Susa (menzionato per eufemismo nel Programma come ''alta velocità'' p 139) o la ristrettezza timorosa del Pacs come ''unione di fatto''(2) non sembrano di buon auspicio per il futuro. Se l'attuale direzione del Prc non si dimostra capace di cambiare strada, dovrà dare le dimissioni e lasciare la via libera. No si può essere pagati da comunisti quando si è così palesemente smesso di essere comunista. Noi non tollereremo né il gorbatchevismo filo-semite nietzschiano alla Ingrao/Curzi/Bertinotti, né l'espropriazione tipo Three Represent, con gli ''indipendenti'' sostituiti ai capitalisti nazionali cinesi introdotti ai posti di comando del Partito, invece di essere, assieme ai movimenti sociali, collegati al Partito tramite nuove relazioni organiche ma autonomi di consultazione permanente tra gruppi di interessi e il Partito. Tale com'è, il Programma di Prodi non è accettabile e non può servire da piattaforma elettorale per un partito comunista, o per un partito dato come autentico membro della Sinistra Europea. Nel contesto internazionale ed europeo contemporaneo, la ''falsa rappresentanza'' costituisce il crimine peggiore che può essere commesso contro gli interessi del proletariato e dei cittadini europei in generale.
Cordialmente,
Paul De Marco. Comunista. Prof. di Relazioni Internazionali (Economia Politica Internazionale)
Copyright 20/02/2006
NB. Una copia di questa lettera fu inviata alla direzione del Prc.
7 In quanto concerna il Ponte vorrei rapidamente ricordare la triplice importanza: prima il collegamento sul corridoio ferroviario europeo senza il quale il Meridione sarà materialmente più lontano dei centri economici e culturali europei che i grandi centri urbani dell'altra sponda del Mediterraneo; secondo, il fatto che i collegamenti autostradali e ferroviari in Calabria e in Sicilia non saranno mai considerati una priorità se si fermano allo Stretto, cioè se si considera la Calabria e la Sicilia come un deserto, o per meglio dire una via di garage. Il Ponte trasformerebbe questa impostazione distruttiva in un'opportunità regionale e europea dando inizio alle sinergie regionali per ora imprigionate. Il collegamento ferroviario sarebbe comunque una conseguenza immediata del Ponte stesso e favorirebbe i scambi commerciali e turistici locali e internazionali. Finalmente, l'architettura modernista del Ponte serve da simbolo per metter il Mezzogiorno sulla mappa mondiale. Questo ultimo punto non viene capito in Italia o si fa finta di non capirlo. La verità è che gli investimenti vanno la dove sanno che il posto esiste. Prediamo l'esempio di Malmoe. La Svezia ha voluto sviluppare una città interamente ecologica per attirare gli investimenti in materia e sviluppare così sul posto la ricerca e i brevetti che gli garantiranno 20 anni di royalties e di protezione commerciale. A Malmoe dunque non si sono lasciati bloccare dall'asfalto. Hanno invece costruito un'immensa torre a tortiglione, che alcuni diranno inutile, ma che invece è riconoscibile tra tutti i building commerciali del mondo come il simbolo della ricerca ecologica urbana, come pure e riconoscibile sulle cartoline che servano automaticamente di marketing gratuito tramite il turismo e la pubblicità. In Calabria e in Sicilia il Ponte permetterebbe di lanciare tutto il settore turistico e, man mano, con le università di ambedue le sponde di attirare investimenti mirati al mercato locale, al Mediterraneo e all'Europa. Il Ponte, se fatto per bene e con rapidità, sarebbe molto di più di un Ponte : sarebbe, in realtà, il simbolo della fine psicologica dell'arrestamento mezzo imposto e mezzo volontario del Sud. Aggiungo che il 75 o 80 % degli appalti relativi alla sua costruzione dovrebbero provenire da imprese presente nel Mezzogiorno, incluso la Sardegna, mentre il 30 % dovrebbe essere riservato a impresse con il loro ufficio madre - sede sociale - presente da più di 5 anni nel Mezzogiorno stesso, tollerando pero le joint-ventures nei settore di più alta tecnologia legati all'architettura dell'opera. (Aggiunto: fu sottolineato altrove che l'altezza minima deve essere di 80 m altrimenti avrà l'effetto contrario funzionando come una barriera artificiale al grande e profondo porto naturale di Gioia Tauro, un duro colpo mentre si ammordenizza a colpi di milliardi Genova e Triestre già saturi, alla faccia della lotta conro le disparità regionali ... manca solo l'auonomia differenziata.)
1. Si tratta di una minoranza nel Pcf che gioca il gioco dei difensori occulti del loro ''tempio'' un può troppo idiosincratico, una minoranza che occulta in permanenza i sviluppi più notevoli della teoria marxista in favore dei concetti anti-marxisti di pitres del genere Derrida, per non dire l'aiutante terrorista anti-russo sul piano ideologico Glucksmann o il pitre Antonio Negri! Solita missione suicida auto-conferita! Questa è la stessa gente che ebbe paura del entusiasmo provocato dalle manifestazioni pro-Palestinesi e anti-guerra dandoci subito fine, e che oggi si ritrova disarmata di fronte a un Sarkozy e totalmente decridibilizzato di fronte alla gioventù proletaria delle banlieues. Per fortuna, il Pcf sembra di avere corretto la rotta con la grande mobilizzazione esemplare durante il referendum del 29 maggio contro il progetto di costituzione neoliberale europea.)
2. Per quanto concerna il Pacs, l' unione di fatto e l'utilizzo del termine ''dirimente'' nel Programma (p 72) (per volontà servile di Rutelli e Cie) si nota la logica di infeudazione dei diritti umani sanciti dalla nostra costituzione laica repubblicana alle posizioni di Ruini e del Vaticano di Ratzinger. Se la Costituzione riconosce la ''famiglia'' per ragioni sociologiche transitorie ovvie in Italia, riconosce anche con para dignità la solidarietà tra le persone e, soprattutto, la laicità e la non-discriminazione delle persone e dei diritti a loro conferiti. La Dichiarazione europea segue identici principi. Il termine ''dirimente'' riafferma l'infeudazione al Vaticano e dunque una intollerabile gerarchia dei diritti umani che nega frontalmente la lettera e lo spirito della nostra costituzione democratica e partigiana e della Dichiarazione onusiana. Inoltre, è un termine che contraddirebbe artificialmente e inutilmente l'evoluzione della giurisprudenza che va di pari passo con la realtà sociale. Al massimo si poteva ufficializzare il ''matrimonio'', cioè un vocabile legale generico appartenendo con tutte le sue connotazioni a tutte le cittadine e tuti i cittadini, lasciando l'uso degli epiteti del tipo ''cattolico'' o altri, agli individui o istituzioni privati per le loro cerimonie e rituali privati. Questi ''matrimoni'' tali unioni civili sarebbero soli riconoscibili dalle leggi della Repubblica anche in materia di adozione e di trasfero dei beni. Le realtà sociologiche rappresentate da questa nuova forma di matrimonio sarebbe così tutelato semplicemente con le leggi vigneti, a parità di diritti. Anzi questa nuova legislazione risulterebbe in una implementazione più sociale e più cauta di queste legge oggi spesso sacrificate per venali considerazioni finanziarie e soprattutto per causa della persistenza dei vecchi riflessi tradizionalisti antitetici ai diritti costituzionale. Una nuova pedagogia dei diritti umani sarebbe così sostenuta in maniera concreta dalla legislazione. A questo punto, la scissione nella Chiesa cattolica romana per formare una chiesa moderna capace di portare a termine le riforme e l'aggiornamento cominciato con Vaticano II diventerebbe una necessità per tutte e tutti quelli che vogliono aggiungere al matrimonio repubblicano legale e pubblico, gli epiteti e le cerimonie e i rituali religiosi privati. Almeno che il Vaticano no riparte subito di la dove sfortunatamente lasciò il così detto ''papa buono'' Giovanni XXIII, procedendo con calma e senza causare o desiderare la sparizione di nessuno ! Vedi al proposito ''Mariage, unions civiles et institutionalisation des moeurs'' nel sito http://lacommune1871.tripod.com .
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Nessuno sconto per i rinnegati ed i bassi cleri!
Niente furto contro i membri dei partiti comunisti!Se volete un nuovo soggetto politico dimissionati prima dai nostri partiti comunisti!
Niente Rifondazione socialista! Chi vuole un nuovo partito anti-comunista se lo crea fuori del Prc o del Pdci!
Niente Confederazione con la sinistra Sinistra DS! Queste scatolette servano solo ad ingannare i membri, le elettrice, gli elettori, ed a preservare le poltrone dei più incompetenti e dei più lazzaroni!
Esclusione immediata dei pitres e dei rinnegati! Si tratta del diritto costituzionale alla rappresentanza politica !
Unione comunista di tutti i partiti comunisti attuali! La nuova soggettività del XXI Secolo rimane comunista!
Niente demagogia sugli incidenti sul posto del lavoro (o morte bianche per solito eufemismo da pitres che hanno già ridotto il numero degli ispettori del lavoro). Niente demagogia dunque da chi sostiene la Legge 30, l'innalzamento dell'età pensionistica e la vecchiaia attiva!
Nessuna audienza a sinistra per gli apostoli filo-semiti nietzschiani della pace con i carri armati!
La canzona partigiana lo diceva già : Viva il Comunismo e la Libertà!
Perciò prepariamoci ad una eliminazione sistematica, spietata e profilattica di tutti i rinnegati ed i bassi cleri a tutte le prossime elezioni, come auguro della prossima rinascita di un autentico Partito del Comunismo e della Libertà!.
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Commenti sopra l'attualità
Care compagne, cari compagni,
Nella sezione in francese intitolata "Commentaires d'actualité" (Italia/pagine in costruzione/commentaires d'actualité) all'indirizzo seguente :
http://lacommune1871.tripod.com/ConstructionFrame1Source1.htm#commentaires%20d'actualité
troverete una « Lettre ouverte à la Confédération paysanne et à M. José Bové b
Vostro,
Paul De Marco.
28 aprile 2007.
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Inoltre, per quanto riguarda l'attualità italiana, vorrei ricordare qui tre cose essenziali:
1. Ognuno ha il diritto costituzionale alla sua rappresentanza politica sotto la propria sigla. Un rinnegato, un socialista, un infiltrato qualunque che si fa eleggere sotto la sigla comunista dei nostri partiti dovrebbe dunque essere subito buttato fuori, utilizzando i nostri statuti interni. I premi di maggioranza stabiliti istituzionalmente, come tutte le altre forme di violazione del principio di uguaglianza di tutti i nostri cittadini, o di violazione della forma parlamentare (viz riforma del senato e federalismo fiscale) del governo, sono anti-costituzionali. La legge elettorale attuale è ultra vires. Quella proposta da Prodi e Cie, come pure quella porcata preparata da Calderoli, lo sono altrettanti. Si dovrebbero perciò contestare davanti i tribunali o con il referendum. Cioè con un referendum nostro, una volta che questi tizzi avranno deciso di eliminarci dal gioco elettorale con la solita pulizia ideologica praticata nell'ex-Iugoslavia, e di rubare le loro maggioranze con delle riforme scellerate ed intollerabili.
2. Quando i stessi tizi a cui si è riferito prima sono dirigenti dei nostri partiti comunisti vogliono sempre utilizzare la loro posizione per denaturare i nostri partiti, utilizzandoli pero sempre come macchine elettorali per farsi eleggere (un deputato prende 20 000 euro al messe più varie spese, biglietti di aereo, di treno ecc.). Per questo, debbono essere portati davanti alla Commissione elettorale per truffa politica. In assenza di un'azione appropriata da parte di questa Commissione, debbono essere trascinati davanti ai tribunali. Soprattuto se la trasformazione surrettizia dei partiti comunisti in partiti in realtà anti-comunisti implica il trasfero dei beni acquisiti come partito comunista (sede nazionali, regionali, comunali, giornali, ecc, ecc.)
3. Certi pitres sono passati dritti-dritti dal Bottegone del PCI al retrobottega di Fessino, D'Alema, Rutelli e tanti altri tipicamente coperti con il capello apuliano di Prodi e dei loro maestri atlantici. A me sembra che la loro aritmetica elettorale e i loro giochetti di apparatchiks non tengono conto del ruolo di Casini al Centro. Soprattutto se il Casini saprà fare la differenza tra alleato e maestro per quanto riguarda la Nato e il nostro Articolo 11. Questa loro aritmetica venale no sa nemmeno fare i conti con la rappresentanza di questi asinelli eccellenti al livello europeo, particolarmente nel parlamento di Strasburgo. Per fortuna, sembra che Berlusconi, istintivamente molto sveglio verso l'opportunismo venale ambiente, sia molto aperto; cosi, se si riesce a tenere i propri membri ed i propri elettori al buio, come fu fatto durante le Primarie e durante le ultime elezioni, non ci dovrebbe essere nessun problema: gli uni andranno al Centro e gli altri dove ci sarà posto disponibile, a secondo della direzione del vento predominante.
Avrete poi notato la logica della Confederazione oggi proposta dai pitres Bertinotti, Giordano, Mussi, Berlinguer e tanti altri come loro. Tanto l'arrivo premuroso del Berlinguer bis era prevedibile, come accade sempre quando emerge un nuovo soggetto senza norme precise di adesione e senza statuti ecc ma atlantico come lo desiderava il fratello Enrico, in privato ... mentre manteneva il posto di Segretario Generale del PCI.
Non parlo della logica del Apparato diessino, secondo il quale si deve sempre prendere il fastidio di proteggersi sopra il fianco sinistra, facendo le solite false rappresentanze e le solite manovre di infiltrazione e di controllo. Prima di Mussi et al., ci fu Ingrao, la Rossanda, Curzi, Folena, Bertinotti, Diliberto, altri ancora, tutti oggi studiosamente silenziosi come tanti autentici muti del serraglio (Dico: ma proprio Mussi? boh! Ecco, pero, che ci arrivano, con la solita premura, Berlinguer e i suoi ... Forse alla sinistra Sinistra Europa arriverà anche Habermas con la sua nota polizia pronte ad entrare nei campus per fare pedagogia levitica ... )
Parlo della logica dei rinnegati de Prc e del Pdci. Certi hanno paura di dovere cedere il posto e la poltrone, perché ambedue molto rimunerative, e di dovere cederla proprio a quelli profughi del solito grottesco teatrino politico italiano, sbarcati di fresca data dal DS, gente quest'ultima più conosciuta, più amata dai media servili del regime, ma altrettanto rinnegata; gente che, fra l'altro, dispone di una chiara priorità in materia di rinnegamento! (Noto, per incisa, che mentre oggi si parla senza la minima autentica conoscenza del comunista Antonio Gramsci, senza mai sottolineare il fatto ovvio che era un marxista e un leninista della Terza Internazionale, si vieta di parlare di Tasca e di Nenni, e di tanti altri pitres e rinnegati fatti all'immagine di questi pionieri, o magari del Grande Corruttore originale della vita politica italiana moderna, Giolitti.)
Ovviamente, certe persone elette come comunisti vogliono preservare il loro proprio posto ad ogni costo dato il prevedibile quadro ristretto della nuova legge elettorale (la vigente, o quella da concordare presto in questo Parlamento di lazzaroni, di drogati (*), di rinnegati e di neo-gladiatori. O ancora quella che sarà adottata via il referendum con la porcata di Calderoli, se mi si conceda di usare di una espressione corrente, ma molto giusta.) Perciò la Confederazione del nuovo soggettoanti-comunista è precisamente calcolata per dare l'impressione di lasciare i propri privilegi a questi tizzi... almeno quelli giudicati più compatibili. Intanto, non volendo rischiare un confronto con i membri comunisti, le si inganna e si prepara una transizione lenta ma inarestabile. Solito brodo di questi incompetenti lazzaroni. (Sapete dirmi che tipo di contributo al marxismo i presenti dirigenti del Prc e del Pdci hanno mai fornito, anche solo con un riassunto leale del contributo di altri autentici marxisti? Non sarà forse questa incapacità intellettuale ed etico-politica a spiegare il loro disgusto mal mascherato per la scienza marxista data come robba del XIX Secolo da questi lazzaroni antidiluviani?)
Altri, come il grottesco pitre Bertinotti, assieme ai suoi maestri del neonato Partito degli Asini ed Asinelli, vedono nella Confederazione un'altra truffa caratteristica, con la quale si promette agli altri dirigenti rinnegati la conservazione delle proprie poltroni con la scusa della preservazione dell'autonomia tramite la confederazione, mentre si userebbe ancora del termine comunista, appunto per impedire la ricomposizione di un nuovo soggetto comunista fondato sopra la legge del valore marxista, il materialismo storico, la difesa dell'Europa sociale in una Confederazione anti-spinelliana delle Nazioni europee, e la difesa degli ideali dell'Internazionale di Karl Marx tramite la difesa contemporanea della Carta fondamentale dell'ONU. Ovviamente, questa gente, molto rozza, poco educata, e senza principi, dimentica che nel contesto della guerra preventiva, della pace con i cari armati, e delle furbizie anti-costituzionali, trattare la gente onesta, alla quale si ruba il Partito, di gente incompatibile, diventa un atto di guerra aperto, anche esso anti-costituzionale. Senza il Partito comunista, i diritti sociali e politici sono in pericolo. Come risulta in pericolo la Nazione stessa minata da infiltrati spinelliani alla testa di tutte le istanze democratiche del Paese, Presidenza compressa. Per le prossime elezioni, io chiedo ai pensionati, ai lavoratori che perdono il lavoro, ai precari, ai disoccupati, a tutti quelli che sono oggi ridotti ad un statuto di terzo mondo in un'Italia ricchissima al punto da potere permettersi un'evasione fiscale di 200 miliardi all'anno, di pensare al ruolo specifico di Bertinotti (come a quello di Ingrao, Curzi, Gagliardi, Giordano, Migliore, Diliberto, ecc) in questo processo di disumanizzazione e di esproprio della propria rappresentanza politica. Questa gente non può più essere tollerata alla dirigenza di partiti comunisti. Le responsabilità vengono prese da tutti.
Voglio, per fine, ricordare che il primo passo nella ricomposizione di un autentico Partito del Comunismo e della Libertà consisterebbe nel ristabilimento e nell'attuazione della nostra Costituzione partigiana, oggi volgarmente violata da tutti quelli che hanno il mandato costituzionale di difenderla, anche al livello della Presidenza della Repubblica. Va ricordato che questa nostra Costituzione partigiana fu plebiscitata a ripetizione dal nostro popolo, solo soggetto sovrano in materia, ultimamente con i tre milioni di persone che hanno defilato a Firenze per la difesa del nostro Articolo 11, o ancora col il ripudio referendario della riforma anti-repubblicana di Berlusconi (riforma oggi rimessa sopra il tavolo con delle variazioni minime dal governo di Prodi, tutte mirate a creare artificialmente un quadro politico bipolare e quasi-bipartisan.) Il primo passo per la ricomposizione di un tale Partito del Comunismo e della Libertà fu già stabilito nei punti 1 e 2 qui sopra.
Paul De Marco, comunista.
28 aprile 2007
* Secondo certe indagini pubblicate mesi fa, parecchi deputati e senatori di tutti i partiti attualmente rappresentati nel Parlamento sono drogati. Perciò esiste in Italia una propensione ad adottare leggi molto liberali in materia, malgrado i danni delle mafie e dei servizi nel nostro paese. Io ho già detto la mia sopra questo soggetto nel mio Pour Marx, contre le nihilisme, parlando dal punto di vista della psicoanalisi marxista. Non mi voglio ripetere. Comunque, se l'uso della droga va oltre a quello che è legalmente tollerato, e se questa infrazione crea una vulnerabilità personale capace di portare le persone a stare zitte mentre si denatura il Partito comunista per il quale furono elette dai cittadini, allora questo diventa particolarmente intollerabile, anzi ripugnante. Quando si pretende ottenere il sopporto delle compagne e dei compagni, ci vuole lealtà verso il Partito, lealtà per gli elettori, ed il coraggio delle proprie opinioni. A questo prezzo la nostra propria lealtà sarà assoluta.
NB. Visto la vergogna dell'emergenza rifiuti in Italia, tale che segnalata della UE, una vera e propria metafora del nostro Paese oggi abbandonato in tante mani indegne, ci vorrebbe la messa sotto tutela della Regione della Campania, con la destituzione immediata di tutti gli eletti della Regione e del Comune di Napoli. Queste amministrazioni sarebbero subito sostituite da un governo tecnico al livello regionale e comunale, un governo designato dal Parlamento nazionale con il mandato di portare avanti i progetti infrastrutturali necessari e con il compito di eliminare le mafie. Questi governi di tutela sarebbero appoggiati da gruppi di scienziati italiani con il mandato di proporre rapidamente delle alternative per realizzare i progetti specifici giudicati prioritari. I governi di tutela sottometterebbero allora queste alternative ad uno referendum locale in modo di lasciare l'ultima parola al popolo sovrano. I dirigenti attuali sarebbero tutti dimessi d'ufficio per ovvia ragione di incapacità ed incompetenza, e sottoposti a indagini approfondite dall'Antimafia e dalla giustizia, in modo da togliere il diritto di rappresentanza politica a tutti quelli che ne saranno giudicati indegni quando verrà finalmente il momento di sostituire i regimi transitori di tutela con i governi regionali e municipali da rieleggere da capo secondo il modo usuale. L'utilizzo dei soldati per raccogliere i rifiuti e la spazzatura mi sembra essere solo una farsa grottesca. Dove porteranno questi rifiuti questi nostri poveri soldati, nelle 4000 discariche illegali o nelle 700 discariche illegali ed altamente pericolose? Ovviamente, la Calabria e la Sicilia dovrebbero essere anche esse messe immediatamente sotto tutela transitoria, secondo le stesse modalità. Ricordo che i governi locali sono ancora delle creature del governo repubblicano centrale. La messa sotto tutela è più che legittima. Oggi è doverosa. Altrimenti, come si è visto altrove, potrà anche succedere che le cittadine e i cittadini, esasperati da tanta caparbietà ed incompetenza, si mettano in testa di portare tonnellate di rifiuti sotto le finestre del Quirinale, del Palazzo Chigi e del Palazzo Madama. Con la speranza di essere ascoltati sul serio ...