ITALIA

 

Unità comunista autentica o giochi di parole? 13 settembre 2008

Lavorare meno pur di lavorare tutte/i :

Precarietà e coefficiente familiare oppure RTL, potere di acquisto, salario differito e reddito globale netto? (12-18-2008) (Include la Nota sopra Yeshov, le Grandi Purghe e la IV o V Internazionale)

 


(Con le mie scuse per le forzature imposte alla lingua materna ma con la mia speranza di essere degno della vostra attenzione)

Per una Conferenza delle Regioni e delle Province del Mezzogiorno

(23 maggio 2005)

Care compagne, cari compagni.

 

Dato il risultato alle elezioni regionali e provinciali vorrei sottomettervi una proposta. Le Regioni e le Province del Sud dell'Italia, assieme alle Isole dovrebbero creare subito una Conferenza delle Regioni e Province del Mezzogiorno. Dopo alcuni commenti generali seguiranno sette proposte concrete da valutare collettivamente e da implementare al più presto.

 

La ragione di una tale iniziativa é semplicissima. Il governo ladrone di Berlusconi-Fini ha rovinato il Paese, distrutto il nostro Stato sociale (malgrado il suo sottosviluppo relativo ad altri paesi europei), venduto le sue ricchezze pubbliche e adoperato delle misure fiscali e socio-economiche che vanno tutte nel senso dello sprofondamento del Criterio di Maastricht che limita il rapporto deficit-Pil a 3 %, facendo così crescere il debito pubblico proprio nel momento in cui la Riserva federale americana ha iniziato una politica, lenta ma inesauribile, di aumento dei saggi di interesse. Con un sistema economico rovinato ormai in recessione cronica e un debito pubblico di oltre 106,6% del Pil (in 2004) in fase di peggioramento constante, si ha la disperante certezza che il governo continuerà a vendere i gioielli pubblici residuali solo per fare cassa mentre si diminuiscono le tasse per i più ricchi e si taglia ferocemente nei servizi pubblici ridotti a diventare dei ''beni comuni'' sottoposti alle leggi della concorrenza (Vedi la Bolkestein o, peggio ancora, il progetto neoliberale di costituzione europeo). (a)

 

Parallelamente, l'Ulivo e altre personalità che dicono di essere di sinistra si allontanano sempre di più del nostro popolo e della tragica realtà vissuta dal nostro Paese. Hanno già adottato la linea neoliberale della ''globale governance''. Lo hanno fatto con una fraseologia sviluppata appunto per mascherare i suoi obbiettivi e le sue conseguenze, pianificate da tempo, alle nostre cittadine e cittadini che continuano ingenuamente ad ignorare il problema reale della falsa rappresentanza dei nostri governanti attuali appoggiati trasversalmente da tanti deputate e deputati eletti con il presente sistema e il suo premio anti-democratico di maggioranza.

 

Questi ci consigliano in coro di ''pensare globalmente e di agire localmente''. Ma non ci spiegano come si pensa e si mantiene un sistema di salute pubblico e nazionale (cioè un sistema che sapesse trattare tutti i cittadini come donne e uomini uguali, secondo quanto recita la nostra Carta fondamentale)? Idem come si pensa e si mantiene un sistema di educazione pubblico, nazionale e laico come esige la nostra Costituzione purtroppo ancora in vigore e mai messa democraticamente in questione da una nuova assemblea costituente o un referendum? Il centro-sinistra e la sinistra nazionale non sembrano capaci di rompere con il neoliberalismo e con la sua versione social-liberista à la Blair che fa sospirare di invidia un D'Alema o un Fassino. Perciò quanto criticano il progetto nazionale di revisione costituzionale da parte del governo Berlusconi dispongono di molteplici critiche ben interiorizzate per criticare il Premierato ma non hanno una sola parola per criticare la distruzione del Senato in favore di una Camera federale, con l'intenzione di creare un Senato da Zollverein e da mafie che distruggerebbe l'unità del Paese e la sua governabilità.

 

Perché questo silenzio? Per compiacere a la Lega (partito che ha il diritto alle sue opinioni ma che purtroppo si mette fuori legge quando cerca concretamente di spezzare il Paese e i cui membri sono legalmente suscettibili di imprigionamento per sovversione e attacco alla sicurezza dello Stato)? A dire vero no. Prima perché la Lega è un partitino di affaristi che vive solo dalla complicità degli altri partiti (e dell'attuale Presidente della Repubblica che, in matteria, sta violando il suo mandato istituzionale di garante della nostra Costituzione) e delle loro scelte politiche e economiche fra le quali, in primo luogo, la scelta in favore di un'Europa federale capace di distruggere la sovranità delle Nazioni membri e di sottomettere i popoli sovrani, privati di una vera ed efficace rappresentanza politica, alla tirannia europea e globale della ''concorrenza libera e senza limiti'' con la quale le regioni europee saranno spietatamente messe in competizione fra di loro. Si tratta qui di un progetto balordo, pensato prima che i nostri così detti dirigenti si siano accorti con un Tremonti dell'emergenza quantitativa e qualitativa della Cina e dell'India. Prima dunque di avere realizzando che la ricchezza del Nord, più ancora di quella della Germania, riposava sul monopolio del mercato interno in un'ambiente globalizzato nel quale l'estroversione economica manifestata tramite le esportazioni (in discesa anche queste) no è più capace di sostenere l'antica occupazione duale fata di pochi permanenti affiancati da un'armata di precari. I nostri specialisti in relazioni industriali (b) con la loro flessibilizzazione sono tutti in ritardo sul tempo e le tendenze reali, mentre i nostri governanti hanno dimenticato la differenza tra pianificazione privata (governance delle multinazionali) e pianificazione nazionale o sopra-nazionale. La nuova domesticità e la nuova schiavitù è diventata per loro una necessità nata dal loro proprio fallimento.

 

In questo progetto suicida di regionalizzazione neoliberale dell'Europa l'avvenire del Sud del Italia è gia previsto: dovrà trovare il suo posto nell'area del Mediterraneo ma senza che si sviluppasse Goia Tauro (ad esempio, per il traffico dei container) e il sistema ferroviario nazionale necessario per collegare questo porto, magnifico per la sua localizzazione e le sue caratteristiche naturali, con la sua zona economica naturale, e senza che si difendesse l'aspetto strutturante del Ponte sullo Stretto di Messina o la necessita di sviluppare dei tecnopoli attorno alle nostre università e difendere le nostre industrie (Fiat, forse da nazionalizzare, ma anche le industrie energetiche e siderurgiche etc etc ).

 

Il Ponte sullo Stretto di Messina (che dovrà avere almeno un'arcata centrale di più di 80 metri per lasciare passare le navi più grandi, con due corsie in ogni direzione, con una ferrovia e una pista ciclabile sopra i frangiflutti (estacade), più un ristorante sospeso sull'arcata principale e due teleferici per arrivarci) diventerebbe rapidamente il polmone industriale-economico-turistico dell'intera regione dato che permetterebbe scambi più facili tra Calabria e Sicilia. Il Ponte della Confederazione del Canada tra il Continente e una sua piccolissima provincia marittima dimostra l'eccellenza economica e ambientale di tale impresa. Questo progetto creerebbe naturalmente e ovviamente le condizioni iniziali per un sviluppo economico endogeno del Mezzogiorno. Perciò fa scomodo a certe genti che ci vogliono mantenere in un stato di sottosviluppo e ci parla del macadam di catrame delle viuzze secondarie quando noi parliamo del Ponte e dunque della nostra parte legittima e dovuta degli investimenti infrastrutturali nazionali ed europei. Così, i soliti affaristi di sempre ci destinano a rimanere un bacino di manodopera a buon mercato destinato all'immigrazione o alla migrazione interna. Fra poco, come é gia successo in Francia, i pochi lavoratori permanenti residuali del Sud e di tutta la Penisola riceveranno proposte di trasferimento verso la Slovacchia o la Romania in seguito alla logica concorrenziale delle delocalizzazioni. Aggiungiamo, per rispetto ai nostri compagni ambientalisti autentici, che si può benissimo (ansi è doveroso) esigere dei studi di impatto ambientali rapidi e complessivi per valutare il migliore modo di procedere con questo progetto. Di fatti, l'insistenza sopra tali studi ambientali milita per l'inizio rapido della costruzione dell'opera che deve simbolicamente rappresentare il Mezzogiorno italiano nelle percezioni globali degli attori culturali, turistici e economici, nel stesso modo che la Torre Eiffel simboleggia Parigi o il Colosseo simboleggia Roma. Un tale simbolo, soprattutto se rimane rispettoso della qualità e delle bellezze del Mezzogiorno, rappresenterebbe il primo passo e la prima vera garanzia permanente dello sviluppo del Mezzogiorno dal punto di vista turistico ma anche dal punto di vista dell'esistenza concreta delle potenzialità culturali, materiali e istituzionali della nostra zona nei piani di sviluppo mondiale. Non dobbiamo avere paura di dire la verità sopra questo soggetto: molti oppositori importanti del progetto, oppositori per cui l'ecologia non ha mai contato niente, cercano di sabotare questo progetto per liberare fondi infra-struturali e europei in favore di regioni già più ricche e coscienti del bisogno di adattare rapidamente le loro infrastrutture alle nuove esigenze del loro sviluppo regionale in una economie nazionale gia monopolizzata e inserita in nuovi networks globalizzati. Così, troppe persone imboscate e manipolatrici ci parlano per la prima volta del macadam, di catrame municipale (assento da più di 100 anni della loro coscienza politica) quando si tratta di fare decollare lo sviluppo regionale necessario per ricavare le risorse fiscali necessarie per pagare questo asfalto senza contare su trasferimenti di fondi esogeni! Queste persone non solo non convincono, ma oggi non fanno più ridere nessuno di noi. Ho già detto altrove che questo progetto strutturante del Mezzogiorno dovrà essere immunizzato dall'infiltrazione mafiosa da una sorveglianza permanente degli appalti tramite una cellula speciale dell'Antimafia. Nel stesso modo, 80 % delle ricadute economiche dovranno andare a impresse locali o a impresse italiane o estere capaci di impiegare più di 80 % del personale nelle regioni meridionali. Di fatti, l'opera del Ponte potrebbe diventare il modo migliore per indurre le imprese ha adottare una gestione legalista in rottura con tradizioni contro-produttive. Le imprese che vorranno partecipare potranno ad esempio essere create legalmente e autonomamente per questo scopo e dunque essere dimostrabilmente pulite e capaci di rimanerlo, mentre le altre verranno fatte fuori dalla legge quando dimostrate essere in violazione con le regole di contabilità comune concretizate dalle leggi nazionali. Se le possibilità istituzionali li fossero offerte, le nuove generazioni del Sud dimostrerebbero subito di non avere bisogno del vecchio sistema di corruzione che, di fatti, odiano più degli altri. Per quanto riguarda il ruolo dell'Italia nel bianchimento dei soldi sporchi, malgrado le reputazioni stabilite, il ruolo del Mezzogiorno è sempre stato quello del facchino di servizio. Cioè, questo problema rimane un problema nazionale ed europeo del quale potrebbe testimoniare l'Osservatorio delle droghe come pure la mancanza di volontà dei governi europei attuali di facilitare la collaborazione dei loro sistemi polizieschi e giudiziari nella loro lotta contro una criminalità che sfrutta da noi come altrove di un lucrativo commercio di oltre 300 miliardi all'anno. Si pensa per esempio agli impedimenti al giudice spagnolo Baltasar Garzon.

 

Noi diciamo : Ora basta. Vogliamo competenza e legalità. Perciò dobbiamo cominciare ha prendere i nostri propri affari socio-economici e culturali nelle nostre proprie mani per il bene del Paese intero e della sua unità nazionale. Le Regioni e Province del Mezzogiorno hanno degli interessi comuni a portare avanti e delle sinergie economiche da sfruttare. Questo non potrà avvenire se no si crea uno spazio comune per difendere i nostri interessi e gli interessi dello Stato italiano in un'Europa delle Nazioni capace di concepire una pianificazione economica comune aperta alla partecipazione volontaria delle varie Nazioni con l'obbiettivo di conservare il posto mondiale e la possibilità di concepire il pieno impiego con la riduzione generale del tempo di lavoro (regolazione economica con le 35 ore tale che presentata in Tous ensemble).

 

Ecco dunque alcune proposte concrete:

 

1.        Prima di ogni altre cose, si deve procedere alla creazione ufficiale di una Conferenza delle Regioni e Province del Mezzogiorno per lo sviluppo e l'unità nazionale. I rappresentanti delle periferie urbane di tutta l'Italia goderanno d'ufficio dello statuto di osservatore ogni volta che potranno dimostrare di rappresentare dei gruppi sociali - i così detti movimenti - legalmente costituiti o riconosciuti come tali dai loro membri.

2.        Questa Conferenza si doterà di una struttura permanente composta da un Gruppo di studio pluridisciplinare incaricato di fare delle proposte concrete per aviare lo sviluppo socio-economico e culturale delle Regioni e Province membri, favorendo i progetti comuni, finanziati localmente, in modo da massimizzare i fondi esistenti in provenienza dello Stato, come pure quelli provenienti dai fondi strutturali europei (Per esempio, fin qui, i dirigenti delle province calabresi non hanno neanche dato segno di sapere che tali fondi esistevano dato che meno di 30 % furono utilizzati fino a poco fa. Questo tipo di incompetenza ignara e mafiosa deve smettere. La regione dispone di molti laureati che per il vecchio sistema di clientelismo borghese non sono mai stati in grado di fare valere le loro competenze e la loro creatività per il bene comune delle nostre collettività. Questo deve cambiare subito e con tempestività.)

I dirigenti politici delle Regioni e Province membri si riuniranno almeno due volte all'anno per discutere di progetti concreti e così facilitare la loro realizzazione portando le decisioni al più alto livello politico. E dunque fuori del orbita comune di bloccaggio in provenienza dei soliti gruppi la cui incompetenza può solo essere protetta dalla difesa istituzionale e burocratica della propria incompetenza. L'Antimafia sarà riabilitata e sostenuta in ogni modo democratico possibile, dato che la corruzione e la criminalità costituiscono uno degli impedimenti più forte allo sviluppo delle nostre regioni.

3.        No esiste sviluppo economico senza possibilità finanziarie adeguate e controllate democraticamente. La Conferenza dovrà adottare in proposito due grandi iniziative. a) la prima consiste nella creazione di un sistema di cooperative bancarie del Mezzogiorno. Questo sarà una specie di Credit Union ma sarà gestito dai sindacati. Sarà un sistema cooperativo regionale e provinciale radunato in una struttura cooperativa comune del Mezzogiorno. Questa strutture comune è necessaria per far si che ogni Regione e Provincia possa godere di possibilità finanziare proprie e nel medesimo tempo essere capace di partecipare a dei progetti comuni che coinvolgeranno direttamente più di una regione o di una provincia. O a dei progetti più vasti, capaci di provocare una dinamica economica comune tramite i moltiplicatori economici. b) la seconda iniziativa consiste nel appoggiare questo movimento di autorizzazione finanziaria pubblica salvando nel medesimo tempo le pensioni dei lavoratori. Così si potrebbe immaginare creare un Fondo Operaio del Mezzogiorno dove participerebbero tutti gli impiegati pubblici delle amministrazioni regionali, provinciali e comunali delle Province membri della Conferenza. Questo Fondo, appoggiato dalle cooperative esistenti, sarebbe allora capace di finanziare le nostre proprie iniziative e nel medesimo tempo di appoggiare i Titoli provinciali emessi in comune, ad esempio per comprare una percentuale di bloccaggio nelle industrie strategiche come la Fiat, l'Enel etc. Ovviamente, tale Fondo sarebbe gestito dai rappresentanti sindacali e dai movimenti secondo il sistema quadripartite descritto in Tous ensemble. Al initio si tratterebbe delle pensioni complementare e dei contributi volontari. Più tardi, in collegamento con altri Fondi Operai di altre Regioni italiane riuniti in un solo Fondo Operaio nazionale, questa organizzazione potrebbe prendere in carica il sistema pensionistico nazionale unificato così in un solo organismo. Si goderebbe allora di un'ottimo sistema di canalizzazione del risparmio nazionale verso l'investimento produttivo gestito dai lavoratori. Un tale sistema sarebbe allora capace di sostenere un sviluppo economico pianificato democraticamente, uno sviluppo che riposerebbe sulla gestione collettiva del capitale di lungo termine, istituzionalmente astratto dalle variazioni distruttive della speculazione mondiale.

Le province membri della Conferenza dovranno creare le condizioni iniziali di mutamento della struttura economica. Perciò dovranno ottenere dello Stato l'azzeramento di tutte le tasse nazionali, regionali e provinciali per le cooperative, industriali o di servizio, nei primi 5 anni della loro esistenza, se queste cooperative si intendono con i loro operai per versare un contributo pensione nel Fondo Operaio che sarà utilizzato per gli investimenti infrastrutturali e economici-culturale della zona coperta dalla Conferenza. Si sa che due terzi delle piccole e medie imprese spariscono nei primi 3 anni della loro esistenza per mancanza di consigli di gestione moderna e di disponibilità di prestiti a basso interesse. In scambio delle medesime condizioni sociali e sindacali, le joint-ventures con queste cooperative saranno similarmene appoggiate dalla Conferenza azzerando le tasse per i primi 5 anni per i soci stranieri di queste cooperative ogni volta che questi saranno capaci di procurare un più valore in termine di alta tecnologia o in termine di sfruttamento di brevetti importanti per le nostre Regioni e Province (industrie dei servizi, biotecnologia, siderurgia a freddo ecc.) Questo azzeramento averà solo per le joint-ventures con l'estero. Le joint-ventures con le altre aziende italiane averanno con le riduzioni di tasse previste dal Sg Ciampi quando era in carica del settore. Dato le importanti agevolazioni fiscali mirate alla produttività e alla creazione di un tessuto economico e sociale originale, dovrà essere chiaro, dal punto di vista legale, che lo statuto di cooperativa dovrà essere irreversibile se non ottiene l'avallo di almeno 75 % dei dirigenti sindacali e 75 % dei lavoratori e impiegati di queste cooperative. Similarmente, le industrie private trasformate in cooperative per potere godere di queste agevolazioni fiscali potranno cambiare statuto solo rimborsando la totalità dei risparmi fiscali di cui avranno goduta fin cui. I loro contributi ai Fondi Operai rimarranno di proprieta dei Fondi Operai ma in scambio le imprese avranno il diritto di chiedere a questi Fondi dei prestiti al livello medio-basso del mercato ma con una temporalità di rimborso più lunga per una somma equivalente a 50 % dei loro contributi aziendali accumulati dopo lo studio meticoloso di redditività dei loro progetti.

In materia di economia agricola e urbana si dovrà prima stabilire una zonizzazione agricola che permetterà di proteggere in modo permanente le zone a vocazione agricole o turistiche (incluse le zone di patrimonio mondiale e le zone costiere). Le cooperative agricole riceveranno lo stesso trattamento in termine di tassazione delle altre cooperative. Le agevolazioni per le loro joint-ventures si estenderanno alle imprese straniere o italiane di marketing e di distribuzione verso l'estero. Pero, per massimizzare i nostri vantaggi locali, la Conferenza dovrà subito stabilire una lista di prodotti di denominazione del Mezzogiorno (proprio con questo nome, più quello della specifica regione o provincia secondo i casi, cioè un nome con un valore simbolico già accertato nell'importante immigrazione italiana all'estero, un nome che comunque merita di essere valorizzato come culla dell'antichissima sapienza italiana, per dirlo con Vico.) A questo dovrà essere aggiunto una rapida messa a livello della politica di etichettatura (la Sicilia ha fatto degli sforzi notevoli in materia ma i dirigenti calabresi di vecchia e arcaica ispirazione legati al vecchio sistema clientelista hanno solo fatto valere la loro usuale pigrizia anche in questo campo. Ora con le nuove giunte questo può e deve cambiare.

Nelle nostre zone ci vuole un'azione supplementare: la costituzione di un incubatoio agricolo agroalimentare. Questo incubatoio sarebbe formato da una rete di universitari specializzati in agronomia, in legge (etichettatura, protezione dei prodotti e dei marchi al livello europeo e mondiale) in marketing ecc. Questa rete sarebbe collegata ad un Ufficio di consiglio e di aiuto, esperto e gratuito, incaricato con il compito di volgarizzare l'informazione e le direttive della Conferenza in materia agricola, come pure di indirizzare i coltivatori o i distributori verso gli uffici provinciali adatti. Sarà allora possibile massimizzare gli aiuti europei anche se il nostro obbiettivo sarà di rendere questi aiuti superflui in 5 o 10 anni.

Dato la causalità tra ''struttura dei rediti netti globali'' (salario capitalista individuale più trasferi sociali legati allo Stato sociale), produttività individuale delle imprese e competitività complessiva della Formazione sociale nazionale (e europea), la Conferenza delle Regioni e delle Province dovrà badare con estrema cautela allo sviluppo delle infrastrutture economiche come pure al sostegno dei trasferi sociali che non dipendono dallo Stato centrale. Questo è necessario per favorire una crescita del livello di vita delle famiglie e nel medesimo tempo sostenere la produttività e la competitività economica. Si tratta qui di educazione, di trasporti collettivi, di alloggio sociale, ecc ecc insomma di tutte le infrastrutture di base di una società moderna e rispettosa della sua eredita culturale e ambientale.

E chiaro che la Conferenza dovrà pesare sulle scelte economiche del governo italiano. Di fronte ai governi di destra dovrà esigere l'aumento dei servizi sociali e pubblici nazionali come pure quello dei trasferi necessari alle Regioni e Province. Il modo migliore per raggiungere questo obbiettivo sarà di conservare la fiducia delle elettrice e elettori affiancando le loro lotte e aspirazioni affinché il Mezzogiorno diventa l'aria politica più progressista e modernista del Paese e dello suo Stato sociale nel contesto di un'Europa sociale ancora tutta da inventare. Di fronte ad un governo di centro-sinistra e di sinistra (per esempio un governo Prodi) dovrà esigere la re-imposizione transitoria per i prossimi 5 anni di una Eurotassa molto progressiva su tutti i salari superiori a 10 000 euro all'anno con un doppio impegno. Prima, che tutta la somma ricavata da questa Eurotassa sarà utilizzata per ridurre il debito pubblico. Secondo, che tutto lo spazio budgetario liberato con questo mezzo democratico sarà in modo obbligatorio utilizzato al sostegno degli servizi pubblici e delle infrastrutture (tradizionali o moderne) al di la del livello più alto raggiunto negli ultimi 10 anni. Non si può più andare avanti (si fa per dire con i deficit attuali e la crescita del debito nazionale) con certe ricette poco legali della così detta ''fiscalità creativa''. Di più, contare con il recupero del sommerso per confezionare delle finanziarie fondate sopra la riduzione delle tasse dei più ricchi o l'esonero delle cariche fiscali delle impresse rappresenta l'esito logico della famigerata ''voodoo economics'' : queste misure portano con loro lo smantellamento dei servizi pubblici residuali e la generazione della disoccupazione e della povertà. (Le imprese italiane hanno gia usufruito di benefici record come lo ha ricordato ultimamente il compagno Grassi su Liberazione e, comunque, guardano con invidia al salario operaio asiatico malgrado la wall-martirizzazione del consumo medio delle famiglie operaie e il suo impatto sul costo di lavoro).

In oltre, gli esoneri fiscali oggi attribuiti alle imprese saranno mantenuti solo se implementeranno le 35 ore senza perdita di salario mentre l'Italia chiederà alla Commissione europea di considerare logicamente questi esoneri fiscali come una forma di sovvenzioni né più né meno legittima delle tradizionali sovvenzioni dirette. Per la concorrenza straniera l'ammontare di questi aiuti indiretti sotto forma di esoneri fiscali dovrà essere calcolato secondo il tasso nazionale delle imposte ponderato secondo il livello dei servizi sociali contenuto nel ''redito netto globale'' delle famiglie. Questo è necessario se si spera controllare gli sprechi sistemici dovuti al neoliberalismo. Per esempio gli Stati Uniti hanno delle tasse più basse rispetto all'Europa, ma non sonno capaci di offrire un sistema di sanità pubblico decente alle loro popolazioni. Alla fine il loro sistema di sanità privato lascia 40 milioni di cittadini senza copertura è costa l'equivalente di 15 % del PIL contro una media di 9 % per un servizio pubblico di alta qualità nella parte avanzata dell'Europa. Nessuna logica di sacro-santo mercato (perfetto o asimmetrico) autorizza i dirigenti politici e economici a erigere un tale modello di spreco (tutto assieme darwiniano e cabalista) come un modello da imitare!

Dobbiamo dunque ritornare alla verità dei fatti. Notevole un fatto dimostrato dall'esperienza francese. La politica di creazione dell'impiego tramite le 35 ore settimanali rimane l'unico modello coerente capace di sostenere il consumo interno (che costituisce 70 % delle economie moderne) mentre al medesimo tempo si risana la fiscalità dello Stato assieme a quella delle regioni, province e municipalità e si salva i sistemi sociali fondati sui contributi - salario differito - delle varie categorie di lavoratori.

Dunque, in breve, mentre la Conferenza svilupperà il suo quadro di interventi socioeconomici e culturali dovrà farlo influendo sul quadro nazionale e, tramite questo, sul quadro europeo e mondiale (OMC). Il livello di vita e di accessibilità alla modernità e alle libertà moderne delle classe operai e medie riposa unicamente sopra il ''redito netto globale'' e sopra la stabilità del lavoro (o, almeno, la possibilità di trovare un lavoro dignitoso e decente.) Perciò, se esistono forze politiche e sociali che non si sentono capaci di riabilitare le tasse progressiste al loro giusto livello, cioè i livello necessario per il sostegno del livello di vita delle famiglie e della competitività strutturale delle imprese e del Paese, sarebbe meglio che cessassero subito di pretendersi di ''sinistra''. La riabilitazione della dignità del lavoro e della tassazione progressista dei rediti rimane l'unico modo per confrontare l'ideologia darwiniana della ''flat tax'', in sintonia con un pensiero economico fondato sulla domanda sociale che non sia obbligato di camminare inconfortabilmente sulla testa e di dare una cattiva idea delle sue vere motivazioni, come il pavone che fa la ruota di Apollinaire.

Si nota in fine che il ritiro immediato e incondizionato dell'Iraq - compito doveroso dal punto di vista della nostra Costituzione libererebbe immediatamente più di un mezzo miliardo di euro, cioè una somma capace di sostenere i nostri servizi pubblici essenziali tale la sanità e l'educazione (e dunque i trasferi alle regioni) in questo periodo di recessione economica.

4.        La Conferenza utilizzerà tutti i suoi poteri e la sua influenza per difendere la nostra Carta costituzionale dagli attacchi trasversali in provenienza dai federalisti nostrali o da quelli che preferiscono presentarsi sotto i panni dell'UE. Troppi ladroni mal mascherati infieriscono con impunità nel nostro Paese (vedi Parmalat ecc, ecc ...) La revisione costituzionale portata avanti dai vari Berlusconi-Fini-Calderoli deve essere contrastata con la più grande fermezza. Si tratta qui di vera e propria sovversione anche se l'attuale Presidente della Repubblica sembra troppo sordo o complice per realizzarlo e reagire secondo gli obblighi del suo incarico costituzionale. Quando presenta delle proposte di revisione costituzionale che attaccano gravemente la nostra Carta fondamentale, un partito come la Lega no ha semplicemente più il diritto legale di appartenere al governo legittimo del Paese. Diventa allora compito del Presidente della Repubblica sciogliere il governo del giorno e chiamare l'opposizione e i partiti legittimi ha formare un governo legittimo e legale, un governo rispettoso della Costituzione. In nessun caso il Presidente ha il diritto di firmare una legge che modifica i fondamentali della nostra Carta senza la convocazione di un'assemblea costituente legalmente costituita o senza un referendum di validazione da parte del popolo sovrano. La regionalizzazione del Senato costituisce un attacco mortale all'unità del Paese salvato dai nostri nonni e da nessun'altro sul Piave. Rappresenta un colpo mortale contro il posto legittimo del Mezzogiorno in Europa. Chi ha dubbi darà un'occhiata ai documenti della Commissione europea dove si illustra il PIL regionale per abitante nella UE in 2001. Per una media di 100 o meglio di 125 o più per le zone considerate ricche, il Mezzogiorno è ridotto a meno di 50, una situazione in continuo e accelerato deterioramento dal 2001 in poi. Nell'ottica della regionalizzazione neoliberale contenuta nel progetto scellerato e fuori legge dei federalisti italiani, come pure nel progetto costituzionale europeo da loro sostenuto senza mai osare spiegarlo alle cittadine e cittadini italiani, questo vuol dire una catastrofe economica duratura di proporzione nazionale. Oltre al 27 % di lavoro al nero gia esistente e alla percentuale indecente di disoccupazione tra tutte le categorie professionali e ancora più tra i giovani, il Sud sarà ridotto a uno stato di povertà endemica e di schiavitù che non ha mai conosciuto neanche prima dell'unità italiana. Questa è una vera e propria dichiarazione di guerra di classe, e peso qui le mie parole, con una serietà e una moderazione accademica molto studiata. Prima di prendere decisioni contro la sovranità del popolo italiano, badate bene alle dinamiche ammesse o sotterranee che coscientemente favorite, cari dirigenti, voi che pensati condurre il destino di questo Bel paese che, purtroppo, non vi ha mai meritato.

5.        Se poi si ci impone illegalmente (senza nuova Assemblea costituente o senza referendum) questa revisione costituzionale illegale e scellerata in chiave federalista, allora il Mezzogiorno dovrà calcolare subito il suo contributo in imposte allo Stato centrale e in sovrappiù alle industrie italiane stabilite fuori del Mezzogiorno (cioè tutte le impresse ''italiane'' importanti) versate fin dal l'unificazione del Paese e esigere il rimborso o almeno delle giuste compensazioni. Il frutto del nostro lavoro no è gratis. Il nostro mercato regionale non può più essere considerato monopolo assicurato al beneficio dei distruttori della nostra Nazione italiana. Quelli che parlano dell'Europa strumentalizzando Giuseppe Mazzini farebbero bene rileggerlo sull'unità italiana e la necessaria laicità della nostra Repubblica (quest'ultima necessaria per Mazzini al nome della sua rigorosa spiritualità antitetica dalla schiavitù fisica e mentale predicata da tanti piccoli o grandi ''preti'' di ogni tipo incluso quelli del Vaticano e dei neo-templari contemporanei post-illuministi!)

6.        Le procedure amministrative nel Mezzogiorno debbono essere razionalizzate e la lebbra burocratica soppressa assieme ai pots-de-vin usuali. Ad esempio, nel primo caso, le procedure necessarie per stabilire una cooperativa come pure tutti gli accertamenti richiesti ordinariamente ai cittadini dai loro governi provinciali, regionali, comunali debbono essere semplificati al estremo. Di più tutti questi formulari dovranno essere disponibili su computer e essere scritti in linguaggio semplice e onesto. Negli uffici municipali, provinciali e negli Uffici postali dei computer pubblici saranno disponibili con dei guichets appropriati per ottenere la maggioranza di questi accertamenti senza dovere fare la fila e perdere tempo inutilmente. Di più, la Conferenza istituirà subito un Ombudsman centrale del Mezzogiorno con il mandato di agire come prima struttura di controllo democratico delle nostre burocrazie regionali. Questo Ombudsman avrà dei rappresentanti in ogni municipalità di più di 10 000 abitanti e potrà ricevere le lagnanze della popolazione tramite il computer o in persona secondo dei formulari precostituiti. In cooperazione con l'Antimafia questo Ufficio potrà così smantellare il sistema debilitante e contro-produttivo del cosiddetto pizzo. Questo sistema sarà affiancato dalla creazione di Comitati delle lagnanze presso i servizi regionali e municipali di polizia e presso la magistratura. Per potere riempire il loro ruolo di istanze di controllo democratico, questi Comitati dovranno essere costituiti da una maggioranza di cittadini e da una rappresentanza minoritaria di poliziotti, magistrati o avocati. Le loro conclusioni dovranno essere attuabili almeno che siano portate davanti alle Corte per proseguire un camino legale completo in caso di contestazione.

7.        I concorsi pubblici debbono essere democratizzati e i ''bar codes'' utilizzati per assicurare l'anonimato dei candidati (il sistema attuale sostiene solo la perpetuazione dell'incompetenza clientelista di piccoli notevoli regionali e locali, la stessa che permette poi ai nostri ladroni del Nord e del Sud di prendere le loro libertà - con l'ingenio di grandi esperti farabutti e molto '' iniziati'', tipo P2 e Gladio - con il sistema legale e la magistratura (Berlusconi, Previtti, Andreotti ecc ecc ) come pure con la Costituzione. (Si ci meraviglia che in questo contesto deleterio, l'attuale Presidente purtroppo stimato da tutti come cittadino onesto, non abbia dimostrato fin cui di capire minimamente i doveri della propria carica.).

La magistratura e l'avvocatura debbono essere pulite e risanate. Il compito è doppio. Prima l'Antimafia deve escludere o sospendere i magistrati e gli avocati che hanno rapporti accertati, anche se minimi, con il mondo della criminalità o che non rispettano con il massimo rigore la neutralità politica della legge. O che non applicano la legge in modo equo e uguale per tutti i cittadini, in prima istanza o in appello. Le facoltà di legge dovranno includere corsi di deontologia corrispondenti a un codice di deontologia legale messo alla disposizione del pubblico (e concordato al livello europeo) in modo di rendere ancora più legittimo e rapido il lavoro dell'Antimafia. Di più, i piccoli fascisti attardati del Sud debbono saltare dei posti da loro usurpati, posti che non hanno mai meritato. Al contrario, si svilupperà la tecnica del lavoro comunitario per permettere un inserimento sociale più rapido della piccola criminalità manovrata da altri quando sarà stabilito che non avrà commesso crimini di sangue. Forse le Regioni e Province del Sud dovranno inventare un posto di giudice speciale e itinerante collegato all'Antimafia e agli servizi sociali delle province con il compito specifico di eradicare la criminalità nei quartieri più difficili. Questo compito è un compito che spetta alla legge e ai governi (servizi pubblici, occupazione, LSU ecc). E chiaro che non può essere fondato su un aumento delle pratiche repressive e poliziesche verso la popolazione in generale. Le capacità istituzionali di investigazione (sorveglianza altamente tecnologica e specializzata sotto controllo giudiziario, ecc ) dovranno essere messe a disposizione di questi giudici per permettere il proseguimento efficace della criminalità con una riserva rigorosa : le informazioni da loro ricavate dovranno rimanere legalmente astratte da ogni uso legale al di fuori delle procedure penale iniziate contro la criminalità in casi individuali o di associazione precisi (per esempio per collegare dal tizio con altri con prove impossibili da rimettere in questione in corte.) In materia di criminalità mafiosa, il Mezzogiorno dovrà esigere la revocazione della prescrizione dei reati dimostrati davanti alle corte. Questo è necessario per rispetto delle vittime come pure per il rispetto della convivenza sociale e della nostra civiltà autenticamente democratica.

Lo sotto-sviluppo del Mezzogiorno non è una fatalità ma una maledizione istituzionale, intellettuale e etico-politica coscientemente mantenuta dai così detti ''poteri forti'' nazionali e stranieri, le loro cosche e i loro ''servi in camera''. Questa maledizione auto-inflitta scomparirà solo quando le istituzioni e la legge daranno concretamente la parola e il potere decisionale alle cittadine e cittadini, unica fonte di potere legittimo.

Paul De Marco, professore di relazioni internazionali.

Copyright 23 maggio 2005

 

Note:

 

(a) Si nota tra paratesi che gli attacchi di una certa sinistra poco informata al Patto di Stabilità e alla Banca Centrale Europea (BCE) fanno proprio pietà. Prima perché pochi mesi fa Chirac é riuscito ha ''riformare'' il Patto in chiave neoliberale proprio grazie al loro appoggio trasversale. Cioè, è riuscito a distruggere la sua disciplina tecnica, guardando pero preziosamente la simbologia del ''Patto di stabilità e di crescita'' come strumento di legittimazione per la continuazione delle così dette riforme strutturali volute dai neoliberali europei, fra le quali, in primo luogo, la distruzione del sistema pensionistico attuale poco adattato al lavoro precario che deve logicamente essere prolungato fino alla vigilia della morte secondo la longevità media dei vari paesi membri. Perciò si deve ritornare al rispetto assoluto non del Patto di stabilità che non esiste più in quanto tale, ma dei Criteri di Maastricht necessari alla stabilita economica dell'Europa è dei salari reali. Questo significherebbe che la BCE continuerà a gestire gli aggregati monetari M1 (i salari) e M2 e M3 (i risparmi e i benefici del capitale) secondo criteri resi tecnici da i Criteri di Maastricht che dovranno essere difesi dalla Commissione Europea con i procedimenti previsti dalla legge e le penalità finanziarie adeguate. Si nota che i governi, e i governi soli, rimangono responsabili delle leggi votate in Parlamento per inquadrare i salari, i risparmi e i benefici o che definiscono i criteri statistici di apprezzamento dell'inflazione, della povertà o della crescita economica (per esempio del Pil o meglio del Indice di sviluppo umano.) La BCE non ha questo potere. Ha solo il potere tecnico di vegliare a certe soglie di ''equilibrio'' monetario che dipendono di queste definizioni legali tramite i tassi di interessi. La BCE non dispone neanche del monopolio dello tasso di scambio dell'euro, la cui gestione è condivisa con i dirigenti politici come si è vista a Dubai quando questi ultimi (e certo non i banchieri centrali europei) hanno concordato in vano con il Treasury Secretary americano John Snow l'abbassamento del dollaro nel confronto dell'euro e del yen per favoreggiare le esportazioni americane e così re-equilibrare i disequilibri fondamentali accumulati dagli USA! In realtà i profitti delle MNCs americane si sono ristabiliti (con le delocalizzazioni in China e Asia e la politica regressiva dei dividendi di G. W. Bush) ma tutti i squilibri fondamentali americani son cresciuti (deficit, debito pubblico e delle famiglie, stabilità a lungo termine della Social Security, bilancia del commercio e bilancia dei conti correnti ecc ecc...)

 

La fermezza da parte della Commissione europea qui rivendicata in materia di Criteri di Maastricht è necessaria per uscire dalla confusione attuale tra politica monetaria (cioè, la gestione tecnica degli aggregati monetari) e monetarismo friedmanita e neoliberale. Quest'ultima rappresenta solo una pressa in giro ideologica per portare avanti e legittimare una politica fiscale regressiva a favore delle imprese e dei ristrettissimi ceti sociali più ricchi. In Francia, il governo Chirac-Raffarin, profittando di questa confusione mantenuta da tanti ''servi in camera'' e ripetuta con applicazione da tanti sempliciotti nostrani (vedi i risultati concreti alla luce del Pil regionale della UE o del debito nazionale), ha ridotto le tasse alle imprese e a i ricchi sapendo benissimo di sprofondare così i limiti del deficit, del debito e anche di mettere in pericolo la Sécurité Sociale. Tutto questo è successo malgrado l'utilizzo della ''soulte'' della EDF GDF (arretrato di 6,9 miliardi nei prossimi anni percepito dal governo al titolo delle pensioni generali) e malgrado i 2 miliardi ricavati con il lavoro gratuito del lunedì delle Pentecoste e la tassazione micidiale delle ore supplementari ricavate con la rimessa in causa parziale della conquista sociale delle 35 ore! Questo sprofondamento multiforme fu più rapido di quanto aveva previsto il governo, creando così una crisi aperta nella societa. Ma in realtà si pensava di potere argomentare dei problemi sociali (deficit vari, disoccupazione) aggravati da queste politiche in favore di un'accelerazione delle ''riforme'' drastiche in favore della borghesia, lasciando eventualmente il compito di risanare i conti pubblici sulla pelle del proletariato alla sinistra in caso di un eventuale alternanze politica. Invece la rapidità del deterioramento socio-economico ha svelato la realtà dei fatti come avevo gia previsto io quando ho questo ''un obbligo di risultati'' concreti. Si nota che la politica neoliberale francese fu parzialmente salvata da un disastro più grande dall'armonizzazione dello SMIC (vedi seconda parte di Tous ensemble), sostenendo così parzialmente la domanda sociale interna.

 

Oggi, di fronte al disastro economico del Paese, il governo Berlusconi potrebbe pensare di ringraziare i suoi imboscati e i beni-oui-ouistes nei nostri ranghi comunisti e di sinistra per il sostegno al smantellamento del Patto di stabilità. Così, in periodo di recessione economica potrà continuare a favoreggiare i più ricchi senza che i nostri ciarlatani abbiano il coraggio di ammettere la loro incommensurabile pigrizia politica e intellettuale, fare opera di autocritica e tirarne le conseguenze dovute alla realtà ambiente, sopra tutto quando hanno personalmente goduto delle analisi marxiste le più avanzate sulla questione prima di tutti gli altri. Oggi questa gente dovrebbe avere l'onestà minima di chiedere il rispetto dei Criteri di Maastricht e nello stesso tempo di difendere la necessità di aggiungere a i Tre Criteri originali di Maastricht necessari alla coesione dell'Europa, 3 altri criteri soci-economici (pieno impiego, riduzione della forchetta massima tra il ''redditto netto globale'' dei CEOs e quelli degli lavoratori, e imposizione di una nuova regola nazionale e europea anti-dumping legata al pieno-impiego). Si da un'occhiata al numero dei paesi della UE e della Zona euro che hanno già sprofondato i Criteri di Maastricht, a volta falsificando le statistiche ufficiali già poco attendibili, per portare avanti une politica fiscale regressiva alla Bush, e si dica se l'euro potrà sopravvivere e se il proletariato europeo ha guadagnato qualcosa, al infuori della generalizzazione del precariato e della disoccupazione, da questa balorda politica economica di caste filo-semite nietzschiane.

 

Chiediamoci : E possibile condurre una politica contro-ciclica nel ambito di una politica fiscale regressiva nell'epoca del capitale speculativo globalizzando? E possibile tentare una tale politica in Italia con un debito di quasi 110 % del Pil, un'industria distrutta e una classe imprenditoriale parassite? Non rendiamoci ridicoli e non cerchiamo a prendere la gente in giro. Perché i cittadini no lo permetteranno più. Notiamo che dopo gli anni 60, la crescita reale media delle economie europee moderne già economicamente mature e estrovertite si aggiravano verso il 1,7 % e non più verso i 3 o 4 %. E dunque chiaro, che diventa vano e ciarlatanesco pretendere fare una politica contro-ciclica keynesiana classica in un mondo globalizzato pensato proprio contro Keynes dai neocons della Scuola di Chicago e il loro maestri politici. In realtà, la borghesia ci offre una politica contro-ciclica di nuovo stampo. Questa nuova politica contro-ciclista si fa tramite gli esoneri fiscali alle imprese e la ''flat tax policy'', cioè tramite una politica fiscale che distrugge la base fiscale dei governi e dunque ogni possibilità di condurre una politica fiscale degna del nome. Già in Tous ensemble avevo avvertito che gli esoneri fiscali avevano una curva decrescente. La stessa cosa vale per la politica delle ''tax expenditures'' legata alla ''flat tax policy''. La conclusione è immediata: oggi si deve agire sulla politica economica reale (canalizzazione sindacale del risparmio in sostegno da una nuova politica di industrializzazione tecnologicamente avanzata e di creazione dell'occupazione). Solo così si potrà riabilitare la fiscalità progressiva tramite la creazione di posti di lavoro. Le ricette distruttrici del monetarismo neoliberale considerato come nuovo Imperatore hanno finito la loro corsa. Oggi, tutti possono vedere che questo Imperatore-pitre è nudo.

 

La sinistra deve imparare la differenza tra, da un lato politica monetaria e politica fiscale ambedue parte della politica economica reale e, d'altra parte, il monetarismo neoliberale mascherato con insensati attacchi alla BCE. Altrimenti i militanti e qualche intellettuali organici del proletariato non esiteranno ad imputare le responsabilità a chi le merita. Noi non viviamo di ''miti soreliani'' ma della coscienza di classe, anche al livello della ''pratica teorica'', e delle sue lotte e alleanze di classe illuminate con l'analisi marxista dei fatti contemporanei. Vedi Keynésianisme, Marxisme et Pacte de Stabilité in http://lacommune1871.tripod.com . Se poi un patetico Rutelli, nato gia formattato dalle nuvole nocive e precondizionate del provocatore professionale Panella, fa finta di attaccare Prodi per forzare il compagno Bertinotti a edulcorare fine al assurdo le nostre domande, allora vorrà dire che non ci siamo capiti bene e saranno guai seri. Spetta a Prodi il duplice compito di educare Rutelli con un minimo di cultura politica di centro-sinistra e di rispetto della democrazia necessaria alle alleanze politiche e a guadagnarsi il rispetto delle militate e militanti di Rifondazione e dei movimenti dichiarando subito il ritiro delle nostre truppe del Iraq e l'uso del mezzo miliardo così ricavato al sostegno della sanità e delle scuole pubbliche laiche.

 

La realtà è molto più prosaica di quanto molti post-illuministi presuntuosamente ''svegli'' pretendono . Da un lato c'è l'ignoranza e la forza delle vecchie abitudini e dei vecchi concetti di chi non è capace di vedere i mutamenti prima di averne pagato il prezzo. D'altra parte c'è l'infiltrazione e la pigrizia di classe di chi vuole continuare a vendere l'ideologia friedmanite-neoliberale come il catechismo avverato del nuovo ''impero'' globale, sapendo benissimo che la propria classe dirigente dovrebbe subito restituire una parte dei 10 punti di sovrappiù rubata agli operai negli ultimi 20 anni se si parlasse veramente di economia politica basata su i fatti passati e prevedibili per il futuro immediato e su un ''obbligo di risultati'' sancito politicamente. Le due assieme danno il più ignobile ''tradimento dei cleri'' (questa volta autentica spaccatura con il proprio popolo) e la più completa prova di viltà intellettuale e politica di chi non poteva ignorare i processi in corso analizzati ormai dalla teoria marxista fin dal 1985 e, in modo ancora più completo, fin dal 1996. Si tratta cui di viltà dantesca di fronte alla Porta imperiale dove sta scritto ''Lasciate ogni speranza voi ch'intrate'' all'intenzione del proletariato di cui si confonde e sottovaluta il ruolo e il destino storico. A parte l'ignoranza e la pigrizia di caste c'è ancora il solipsismo ben intenzionato! Ma le tesi idiosincratiche sono tanto derisorie quanto presuntuose. Il divenire storico del mondo è le sue leggi generali di trasformazione furono gia spiegati da Marx, rimane solo trasformarlo collettivamente in modo umano e in concordanza con la realtà contemporanea senza cercare a re-inventare l'acqua calda. O a mettersi beatamente in ginocchio con l'aria di riscoprire la politica e la spiritualità o vice versa davanti ad una reificazione a-storica pre-condizionata culturalmente dal Vaticano e da tanti altri post-illuministi nostrali per conformità (malgrado il referendum sopra la riproduzione assistita ecc, ecc) con attitudini che non sono mai state quelle del nostro popolo o dei nostri antenati repubblicani e/o di sinistra. Gioacchino da Fiore e Mazzini testimoni, queste attitudini non sono neanche state quelle della punta avanzata della spiritualità autentica e secolarizzante dell'Italia.

 

b) Negli anni 70 gli esperti italiani dell'industria testile in visita nei Stati Uniti si meravigliavano degli ''uomini blu'' (di tintura) delle fabbriche americane. Oggi non sarebbero neanche capaci di salvare il lavoro di tali ''uomini blu'' di fronte alle delocalizzazioni! Le New Economy è così immateriale ....

Quando pretende alla serietà questa New Economy si dice nemica delle barriere commerciali e favorevole al libero scambio globale solo perché ha creduto, in vano, di potere godere unilateralmente di un sistema commerciale mondiale asimmetrico (dominanza delle MNCs occidentali) e delle barriere commerciali invisibili costituite dal monopolio dei brevetti, dei marchi di origine e del enorme avanzo scientifico-tecnologico. Nel passato, questo avanzo fu guadagnato in parte con il Brain Drain globale. Oggi è assistito dal monopolio a-naturale del patrimonio genetico umano e terreste. Questo pensiero pro-imperiale nacque con la teoria della interdipendenza economica opposta dai Stati Uniti alla dependency theory dell'America latina negli anni 60, 70. Malgrado la confutazione materiale fornita dal Giappone e dal accordo obbligato con Motorola, fu poi sviluppata (se si può dire) dai semplicioni imperiali neo-conservatori e filo-semiti nietzschiani con la solita cieca arroganza tipo ''group think'' di maestri auto-eletti. Si pensava così di creare un nuovo neocolonialismo occidentale, una Apartheid globale soft, capace di sfruttare le asimmetrie economiche-tecnologiche gia acquisite per continuare a dominare il mondo. Pero oggi, tramite le joint-ventures e la deloccalizzazione del capitale produttivo internazionale e del capitale-conoscenza, la Cina e l'India hanno distrutto questa asimmetria e sono pronti a volare con le loro proprie ali. Di fatti, la Cina e l'India diplomano già ogni anno più di ingeneri dei Stati Uniti ad un costo imbattibile. Il modello imperiale ha fallito prima di nascere. Se questa gente vuole comunque andare al precipizio, come James Dean noi dobbiamo cambiare rotta e lasciarli andare da soli. La vita è più bella senza il loro dominio di pitres patentati e auto-eletti

XXX 

Unità comunista autentica o giochi di parole? 13 settembre 2008

Tutte e tutti solidari con lo sciopero generale del 17 ottobre 2008 ! (back)

 

Care compagne, cari compagni,

 

Ecco alcune riflessioni sopra eventi recenti relativi all'unità delle forze comuniste. Questo testo sarà presto disponibile nella Sezione Italia del mio sito http://lacommune1871.tripod.com (Almeno per quelli che hanno il coraggio e la gentilezza di leggermi nella versione italiana.)

Il cuore della mia proposta è questo: Al nome di una autentica unità comunista, chiediamo una dichiarazione pubblica e ufficiale da parte di tutte le forze comuniste politiche (Prc, Pdci, Pcl ecc.). Lo spirito di questa iniziativa dovrebbero portare alla firma di un documento unitario dove: a) si rigettano tutti i compromessi scaturiti dal Congresso di Venezia; b) si afferma la volontà di difendere la Costituzione contro l'offensiva degli epigoni del federalismo fiscale e della regressione economica, in una Repubblica fondata sopra il lavoro dignitoso e la solidarietà nazionale; c) si afferma il proprio ripudio della falsa rappresentanza, aggravata da leggi elettorali anti-costituzionali; d) si afferma la volontà di difendere l'Articolo 11, senza se e senza ma.'' Altrimenti, riferendoci ai rinnegati, dovremo concludere con il famoso proverbio: Perseverare diabolicum.

In tanto dobbiamo prepararci per sconfiggere con il referendum revocatorio, assieme a tutte le forze dell'ancora esistente Arco costituzionale, ogni modifica costituzionale relativa al federalismo fiscale. Per questo dobbiamo consolidare le alleanze ed appoggiare il referendum indotto per bocciare il cosiddetto Lodo Alfano.

Tavola delle materie:

1.        Necessità di unità comunista e sciopero generale del 17 ottobre 2008.

2.        Alleanza antifascista o agenda filo-semita nietzschiana?

3.        Per una dichiarazione di unità comunista sulla strategia di fondo, come via di uscita della confusione rinnegata attuale.

4.        Implicazioni di questa unità comunista al livello europeo.

5.        Contare sopra le proprie forze nel cotesto del hijacking del suffragio universale da parte delle logge massoniche.

6.        Elementi organizzativi per accelerare l'unità autenticamente comunista

7.        Elementi per il movimento di opposizione alla guerra ed alle basi militari straniere nel quadro del nostro Articolo 11.

Appendici:

Confutazione di alcuni cliché anti-staliniani ed anti-comunisti (pseudo-trotzkisti).

Questioni attorno al omicidio di Trotzki

Federazione comunista (transitoria all'unità) e Arco costituzionale.

Critica dell'ideologia della Lega infiltrata a sinistra.

Critica della deriva leghista della CGIL (con i contratti territoriali necessari al federalismo fiscale)

 

Ecco gli elementi principali del ragionamento:

1. (back) Viviamo un tempo pieno di penombra nel quale alla regressione socio-economica, si aggiunge la xenofobia anti-Rom, ma non solo, da parte dei sovversivi della Lega, in un contesto di complicità effettiva delle istanze delle UE, oggi molto lontane dal comportamento unanime e giusto adottato contro l'austriaco Jorg Haider pochi anni fa. Si aggiungono la militarizzazione con semplici decreti della vita civile del Paese e l'apologia aperta del fascismo (a Roma e a Gerusalemme da parte di un grottesco Gianni Alemanno che sembra credersi diventato un erede di Ezra Pound e di Jobotinski. Vedi http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/alemanno-razziali/alemanno-razziali/alemanno-razziali.html?ref=search Vedi pure la documentata denuncia del revisionismo attuale da Angelo d'Orsi, in http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/11-09-08RevisionismoRovescismo.htm .Infine vedi l'Articolo XII delle Disposizioni transitorie e finali della nostra Costituzione che recita: ''È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.'' Mi si conceda di sottolineare ''sotto ogni forma'')

In breve, si tratta della messa in opera, ormai priva di ogni maschera, dellagenda da me denunciato come filosemita nietzschiano e spinelliano. Questa pericolosa penombra etico-politica ha potuto affermarsi grazie al rinnegamento, avvenuto non tanto alla Bolognina questo fu un tradimento storico -, ma soprattutto con le scelte politiche-culturali premeditate dei dirigenti rinnegati emersi al Congresso di Venezia, in primo luogo Bertinotti e la sua camarilla. Questa penombra deve essere dileguata. Un particolare ringraziamento va dunque a Pierpaolo Leonardi per avere saputo mettere alla luce senza polemiche inutili le ultime derive personalistiche ed affariste, totalmente subordinate, non solo ad una scelta elettoralista ed opportunista, ma ad un insensato affarismo pro-DS. (vedi http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/05-09-08ConsiderazioniLeonardi.htm ) Va salutato anche, come formidabile segno positivo, il coordinamento unitario dei sindacati di base (vedi http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/11-09-08PattoConsultazionePermanente.htm ), come pure la voglia della Fiom e delle militante e militanti della CGIL e degli altri sindacati di difendere i veri diritti sindacali, senza soccombere ad un sindacalismo giallo o di casa. (Nota aggiunta: O ai ''contratti territoriali'' voluti dalla Lega contro il contratto nazionale nel quadro dello scellerato federalismo fiscale.) E senza cadere nella trappola di Sarkozy et al, per i quali, nel specifico contesto delle de-localizzazioni e della generalizzazione del precariato, si dovrebbe ''lavorare di più, per guadagnare di più'', proposta truffa e balorda, ideata per aggirare la riduzione legale del tempo del lavoro per la stessa paga iniziale. Questa contro-rivoluzione salariale rappresenta purtroppo una proposta affondata anche prima del suo decollo, dato il crollo del potere di acquisto oggi inserito da Tremonti nella sue Finanziaria (1,7% di inflazione programmata ...really?), malgrado i salari italiani già i più bassi della Unione Europea!!! A questo si è aggiunto il candore ''unitario'' del PCL, un'attitudine certamente emblematica del desiderio di unità di tutte e tutti noi  ...ma una unità che non può certo essere raggiunta ad ogni costo. Noi parliamo di unità delle forze comuniste. Rinnegati esclusi, almeno al livello dei dirigenti. Il nostro obbiettivo strategico è doppio. Prima, rafforzare il peso rigorosamente comunista ovunque, anche eventualmente al Parlamento e nelle assemblee locali. Secondo, perché questa autonomia comunista rimane la sola strada capace di fare ri-posizionare tutte le forze di sinistra progressiste fuori dei parametri reaganiani-spinelliani, visto che senza noi non ritorneranno al potere. Forse il DS non l'ha notato per causa del suo accecamento ideologico, ma lo spazio del centro-destra blairista e atlantista è già occupato nel nostro Paese. Non so se il signore Veltroni ha finalmente capito quanto il DS aveva perduto a Roma, nel Nord e nel Paese intero quando scelse, in coscienza, di usare di demagogia elettorale contro i Roms e nel dossier della ''sicurezza'', compressa falsamente ed esclusivamente in termini di misure repressive. E pericolosissimo parlare in aria, a sinistra più ancora che a destra. (Nota aggiuntiva: Vedi l'importante ''Appello alle lavoratrici e lavoratori immigrati per la costruzione dello sciopero generale del 17 ottobre'' in http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/30-09-08AppelloImmigrati.htm )

2. Alleanza antifascista o agenda filo-semita nietzscheana?

2. Le elucubrazioni anti-costituzionali di Bossi, Calderoli, Maroni, Alemanno portano a riaffermare la tesi già espressa nella prima parte del mio Pour Marx, contre le nihilisme, disponibile nella Sezione Livres-Books del mio sito. Si tratta di opporre l'eredità della Resistenza (i cosiddetti Alleati della Seconda Guerra Mondiale inclusi) all'agenda filosemita nietzschiana. Senza se e senza ma. Di cosa si tratta? Riassumiamo in breve. Stalin fu accusato di brutalità nel periodo di guerra e durante la collettivizzazione dell'industria e della agricoltura. Rimangono pero due elementi imprescindibili:

Punto primo: la lotta di classe bolscevica condotta da Stalin sul piano domestico e da questo punto di vista mai criticata dall'apologo della '' rivoluzione sociale '' bolscevica, Trotzki*, anzi difesa nel emblematico suo trattamento della questione finlandese (www.marxists.org.) Questa esperienza va dunque criticata un modo costruttivo, non viene ideologicamente sporcata come cercano di fare tutte le componenti rinnegate, oggi manipolate da un contesto sovra-determinato dalle derive atlantiche e dal Mossad (vedi Michael Löwy, che cerava ultimamente di usare il suo ecosocialismo, una teoria alla rovescia dal mio ecomarxismo, per penetrare il trotzkismo inglese e italiano, ambedue rimasti immuni a queste influenze atlantico-mossadiste, contrariamente a quello francese. Il derisorio Löwy si permette anche di criticare Che Guevara perché secondo lui ancora troppo ''staliniano'' (!); non so se Besancenot abbia notato, ma questo tizio preferirebbe presumibilmente il rassicurante sotto-comandate Marcos importato da Los Angeles in preparazione della firma del trattato Nafta dal Messico, trattato che distruggeva la proprietà collettiva indigena delle terre. Si tratta obbiettivamente di una posizione identica a quella dei servizi francesi ed occidentali, molto più tranquilli quando ogni vero ricorso alla teoria rivoluzionaria viene ripudiata preventivamente dalle proletariato e dalle sue classe alleate con l'aiuto di vari pitres ingombranti...tipo i nostri apostoli della ''non-violenza'' che votano i fondi per le missioni militari anti-costituzionali all'estero ...) Una robaccia che si verifica sin del 1948, data della proclamazione dello Stato di Israele e del inizio della contro-rivoluzione nel mondo comunista, massimamente in Occidente.

Punto secondo: il cosiddetto brutale regime sovietico ha saputo imporre all'Occidente una alleanza antifascista, tirando da questa alleanza i principi di coesistenza pacifica legalmente sovra-determinata, poi iscritti nella Carta della ONU, nelle Dichiarazione Universale dei Diritti Individuali e Sociali della ONU del 1948, nella nostra Costituzione partigiana, come pure in altri testi legali fondamentali, tra il quali va menzionato particolarmente l'Atto Finale di Helsinki del l975. Questo compromesso molto avanzato, tipicamente staliniano, gettò le basi della competizione pacifica dei vari regimi socio-economici nei paesi membri e fu garante della loro sovranità nazionale con lo sviluppo dei concetti di ''non-ingerenza negli affari interni'' e della "sicurezza collettiva".

E proprio questa architettura politico-legale che i filosemiti nietzschiani vogliono ora smantellare, rimpiazzando la ONU con una Nato allargata su scala mondiale, e la ''sicurezza collettiva'', intesa nel rispetto della sovranità dei Stati membri, con la guerra preventiva. (Per il conto di questi presunti ''maestri del mondo'', la sovranità dovrebbe essere rimpiazzata da un mondo globalizzato diviso in vari protettorati pro-Washington-Tel Aviv, come fu fatto nei Balcani o in Afghanistan ed in Iraq. Così, con rispetto alla cosiddetta brutalità staliniana e generalmente bolscevica, anzi comunista, preme ricordare che, malgrado tutto, Stalin ed i bolscevichi, seppero pacificare le relazioni inter-nazionali, mentre trasformavano il loro paese in una superpotenza capace di sconfiggere la Germania nazista, la più grande potenza industriale degli anni Trenta, con solo due piani quinquennali (vedi Stalin sui problemi della pianificazione in www.marxists.org . Va notato che il neoliberalismo di Eltsin, Beresovski, Choubaïs, Gaïdar, Jeffrey Sachs e tanti altri di questo genere, ha riportato la Russia al livello di un paese del Terzo Mondo in meno di 7 anni ...)

Questa eredita comunista della pianificazione, dunque della priorità dello Stato sociale sopra gli interessi aziendali privati anche nelle Nazioni occidentali impaurite dai progressi socio-economici della Urss, non può essere abbandonata, né a favore della ''mano invisibile''di Adam Smith, né a favore del paradigma di Hicks-Samuelson-Solow-Friedman, cioè quello della "private global governance" nel quale si ci fida ad una presunta superiorità asimmetrica dell'Occidente, senza vedere che tale superiorità è già perduta in tutti i settori a favore del Giappone e della Cina ecc. Di fatti, non ci si salva adottando la dialettica distruttiva del cosiddetto ''contratto unico'' aggravato dalle ore supplementari, cioè, dalle cadenze infernali, ma solo a ricorrenza secondo la logica della precarietà generalizzata fine a raggiungere le 60, 65, 72 ore settimanali già legiferato dalla UE sotto l'influenza di Blair-Giddens-Rawls (Chi sa dire cosa sia un '' mercato del lavoro '' fondato sopra un contratto unico? E chi sa dire come si aumenta ancora la flessibilità di questo ''mercato del lavoro'' già spinto al livello fisiologico specificamente determinato dalle zone con i salari più bassi, e con una longevità media attorno a 50 anni? Ovviamente dietro questo ''contratto unico'' troviamo l'eccentrico Friedman. Ma il '' salario annuale minimum garantito '' di Milton Friedman concepito secondo i criteri della ''maintenance'' stabiliti già negli Anni Venti e Trenta dalla Tennessee Valley Authority, è ovviamente un salario totalmente disconnetto dalla produttività reale; dietro la fraseologia demagogica friedmaniana - chi non vorrebbe un minimo garantito? che fra l'altro dovrebbe essere affare di sicurezza sociale, intesa come diritto, invece di salario o di assistenza intasa come workfare  ...- , c'è solo la teoria anti-marxista dell'Establishment US. Sin dal dopo-guerra, questa teoria ultra-conservativa considera necessario reintrodurre, sotto forma mascherata e ''soft'' ''una nuova società della schiavitù e della domesticità'' per mantenere occupate e sottomesse quelle classi sociali dette pericolose. In effetti, queste classi pericolose disconnesse dalla produttività reale saranno presto attorno al 80 % di tutta la forza del lavoro attivo! Di più, come aveva già avvertito il grande marxista americano Harry Braverman anni fa, sarà una forza di lavoro dequalificata che non necessiterà più di 9 anni di studio (vedi l'attacco generale attuale contro la scuola e le università pubbliche.) Questi sono gruppi di lavoratori che altrimenti vorrebbero comportarsi come cittadini, esigendo la riduzione del tempo del lavoro con l'equa spartizione del tempo di lavoro socialmente disponibile, e con il controllo collettivo della ''sovrappiù sociale''. Ovviamente, tale paradigma neoliberale-filosemita nietzschiano non può concretizzarsi quando le forze comuniste rimangono capaci di lottare intellettualmente (con la legge del valore e con il materialismo storico applicato ad tutte le matterie. Vedi nel mio sito, Sezione Italia, il mio Contra pitres.) O quando le lavoratrici e i lavoratori prendono il loro destino nelle proprie mani, con una piena coscienza di classe. Ovviamente per affiancare questa deriva, contraria alla nostra civiltà ugualitaria e laica, servono tanti '' pitres '' e tanti '' bassi cleri ''. Cioè, gente capace di presentare la regressione di civiltà la più vile come una forma di ''social justice'', per di più nella lingua del ''maestro''. Per fortuna, questi furono molto bene illustrati e subito smascherati nel nostro Bel Paese. Pero non sono ancora totalmetne eradicati dai nostri ranghi.

 

3. La penombra è una cosa; ma come se ne esce? Vorrei proporre alle compagne ed ai compagni qualche elementi di riflessione da elaborare collettivamente, sottolineando specificamente alcuni aspetti organizzativi chiave. Il nostro problema viene semplicemente dal fatto che un'unità che non sia unità comunista, consapevole del imperioso dovere di opporsi all'agenda filosemita nietzschiano, dunque di difendere con intelligenza critica e costruttiva il nostro patrimonio comunista reale , almeno tale che viene iscritto nella Carta della ONU, nella legge internazionale e soprattutto nella nostra Costituzione. Preme salvaguardare il quadro legale della competizione pacifica tra vari regimi, tutti pero rispettosi della Costituzione e dei processi politico-legali che implica. Non vogliamo prendercela con le persone in se. Ma nel contesto di crisi attuale, nel quale la lotta di classe diventa sempre più aspra, non possiamo più permetterci nessuna ingenuità. Tenendo conto della realtà nei movimenti e nei partiti che si richiamano ancora del comunismo, tenendo pur conto dell'analisi esposta qui sopra, l'istinto sarebbe di chiedere ai tutte/i quelle/i parlamentare/i compromessi con il Programma ed il governo Prodi di contribuire al Partito dal basso, senza più imporsi come ''dirigenti'' sempre pronti ad andare nei cosiddetti ''salotti buoni'' mano nella mano con il DS. Tale soluzione avrebbe dovuto imporsi negli ultimi congressi del Prc e del Pdci, facendo emergere un gruppo di dirigenti già passato tra una fase di auto-critica sincera, e dunque capaci di portare avanti un linea politica diversa. Purtroppo così no fu. Anche qui c'è molta penombra. Ma ci sono anche compagne e compagni che hanno capito gli errori passati. Compagne e compagni che di più hanno saputo prendersi la responsabilità del dissenso in momenti critici, ad esempio durante il referendum '' bidone '' per il Protocollo sul Welfare, o anche, in modo più ambiguo, sulla questione della difesa dell'Articolo 11 durante il voto in Parlamento.

Essendo leale con tutte/i, inclusi noi stessi, proponiamo allora questa via di uscita. Tutte le forze comuniste politiche (Prc, Pdci, Pcl ecc.) dovrebbero firmare un documento unitario nel quale: a) si rigetta i compromessi scaturiti dal Congresso di Venezia; b) si afferma la volontà di difendere la Costituzione contro il federalismo fiscale e contro la regressione economica in una Repubblica fondata sopra il lavoro dignitoso; c) si afferma la volontà di ripudio della falsa rappresentanza aggravata da leggi elettorali anti-costituzionali; d) si afferma la volontà di difendere (senza se e senza ma) il nostro Articolo 11, il quale proclama il ripudio della guerra come mezzo legittimo per risolvere i conflitti internazionali. Altrimenti, riferendoci ai rinnegati, dovremo concludere con il famoso proverbio: Perseverare diabolicum. Questa via di uscita dovrebbe essere facile da imboccare dato che fu una scelta chiaramente sancita nelle urne. Implica che finché la sinistra d'alemiana e veltroniana non avrà abbandonato le sue scelte filosemite nietzschiane (paragonabili a quelle dei rinnegati socialdemocratici pro-sionisti e pro-imperialisti, denunciati, appunto come '' rinnegati '', da Lenin) dovrà vedersela da sola, avendo noi come '' nemici rigorosi e inflessibili '' a sinistra. Si tratta di riaffermare proprio quella scelta che fa tanto paura ai bassi cleri ed ai pitres. Al limite, noi privilegiamo la direzione nonché la velocità. Perciò, di ora in poi, le alleanze di classi e le alleanze elettorali con i comunisti dovranno essere ripagate con una direzione generale giusta, costituzionalmente valida, e con un minimo di avanzate socio-economiche concrete, da accumulare da legislatura a legislatura.

 

4. Questa scelta va affermata anche al livello europeo. I partiti comunisti non sono macchine elettorali ideate per assicurare poltrone e pensioni a gente indegne, che fra l'altro non sanno niente del marxismo ma, non di meno, si permettano di affermare di non essere comunista quando si creda sicuro poter farlo  ...Va ricordato che la Sinistra europea ebbe una nascita travagliata. Nel contesto delle dinamiche neoliberali europee avevo proposto a Bertinotti di spingere per una Federazione comunista ecumenica europea compatibile con l'Europa sociale, cioè con una Europa dei popoli rispettosa dei parametri frontalieri dell'Atto Finale di Helsinki. Secondo il metodo usuale, poi venuto alla luce in tutta la sua grossolana viltà, di plagio-rovesciamento tirato senza reale comprensione dal Rosicruciano Leibniz, i filosemiti nietzschiani tipo Sezione Kriegel del Pcf, con l'aiuto di Ingrao, Curzi, Bertinotti ecc. nel nostro paese, hanno trasformato questa proposta di Federazione comunista in una generica Sinistra europea infeudata corpo e anima alla socialdemocrazia (PS, DS etc). L'ecumenismo comunista, da me chiesto per preservare l'eredità comunista legale e costituzionale descritta qui sopra, fu tradito: Chi non vede che il falso anti-stalinismo di questi rinnegati, tipicamente arrampicati negli Apparati, serve solo per tradire questo quadro legale-costituzionale a favore di un quadro filo-semite nietzschiano, spinelliano e atlantico tanto al livello domestico quanto al livello internazionale? Chi non vede che questo presunto anti-stalinismo serve sin dal Patto del 1992-93 per smantellare lo Stato sociale a favore della pauperizzazione generale delle massa lavorative italiane, processo incredibilmente smerciato come ''social justice'' ? Cercando di salvare quello che si poteva, in una email (che può essere prodotta per chi dubita) avevo chiesto in extremis a Bertinotti di fare cancellare la menzione esclusivista al ''anti-stalinismo'', in favore di una affermazione positiva ed inclusiva di fedeltà ragionata al marxismo. Col solito metodo del plagio-rovesciato, questo precipitò invece l'esclusivismo e il filosemitismo nietzschiano di questa Sinistra europea. Fu una deriva poi verificata con la drammatica smobilitazione sociale e, in modo ancora più emblematico, con la smobilitazione, dovuta direttamente ai dirigenti, del ampio movimento contro la guerra preventiva su scala mondiale, voluta dai nuovi crociati sionisti e neo-nietzschiani.

Il risultato non si fece aspettare: Noi Europei, abbiamo dunque tollerato che le fortissime minorità russe presenti dai paesi baltici venissero umiliate e private dei loro diritti civili, culturali e politici-elettorali (bensì tutto questo sia contrario ad ogni legge europea ed internazionale ed al quadro razionale fornito dell'Atto Finale di Helsinki.) Così la nostra eredità europea democratica e ugualitaria venne abbandonata nelle mani di pitres atlantisti, nutriti da Radio Free Europa e dalla CIA. Dei pitres che ora si prendono per i nuovi ''maestri del mondo'' e certamente dell'Europa, solo perché, come altri pitres polacchi conosciuti, sanno di avere l'appoggio di un Brzesinski tramite il Vaticano o, come oggi, in un modo ancora più diretto! Si sono così calpestati tutti i diritti fondamentali individuali e sociali al nome dei quali la costruzione europea ha potuto farsi fin qui, guadagnandosi una larga adesione popolare. Al loro posto vogliono ora metterci false radici giudeo-cristiane, ed il Levitico assieme al vangelo filosemite nietzschiano che dovrebbe insensibilmente rimpiazzare le nostre costituzioni laiche (Ebrei e grandi massoni istituiti come Grandi Fratelli e come '' nichilisti svegli'', la massa dei Gentili invece ridotta al statuto di ''piccoli fratelli'' o goyim e di ''nichilisti militanti''  ...Vedi ad esempio i miei articoli Anticorpi e Elogio dalla Ragione nel mio sito.) Inevitabilmente, da questa scelta anti-costituzionale, seguì la persecuzione legale contro i comunisti nella Repubblica Ceca ed altrove  ...Persecuzione condotta al nome della '' democrazia '', in realtà al nome del '' regime change '' (Si nota che la Repubblica cecoslovacca fu disciolta dal alto da vari dirigenti atlantisti, trai i quali Havel e Claus, contro il parere di oltre 60 % dei suoi cittadini, mentre il compagno Dubcek, ancora molto popolare nella federazione cecoslovacca ma opposto a questo scioglimento morì in circostanze misteriose, lui che aveva sopravvissuto al tanto inutile come miserabile intervento brezneviano contro la Primavera socialista di Praga. (Vedi Sartre Le socialisme venu du froid.) Ci furono poi le derive in Polonia, paese privo di Kuron e più ancora di un Dombrowski, di un Gomulka o di un Gierek, un paese oggi abbandonato a famiglie dirigenti numerose di un'altra epoca, finanziate con i soldi di una presidenza, a suo turno raggiunta con i soldi della CIA, di Brzesinski e del Vaticano. La Polonia è oggi un paese abbandonato ai tanti anti-dioscuri, ex-lumi mediatici, nutriti sempre con le stesse ispirazioni atlantiche. Assieme ai loro colleghi cechi, questi ci hanno imposto unilateralmente i sistemi antimissilistici americani, pure rimanendo all'interno della UE e della Zona Euro, facendo così indossare alla UE intera un vero e proprio atto di guerra contro la Russia, una grande potenza geograficamente vicina con la quale l'Europa non può certo permettersi di non intrattenere ottime relazioni diplomatiche, commerciali e culturali! Tale decisione unilaterale, presa contro il parere dell'opinione pubblica interna di questi due paesi, rappresenta una pugnalata nel cuore del progetto di difesa europea autonoma, purtroppo essenziale al processo di integrazione europea. Si tratta qui di un contributo cosciente alla politica americana di indebolimento e di distruzione preventivi di tutti i rivali potenziali degli Stati Uniti, venuta alla luce con la fuga dei due documenti segreti del Pentagon e del State Department US, subito dopo la prima aggressione armata contro l'Iraq da parte di Bush padre.

Va sottolineato che questo processo di ''integrazione'' europeo all'interno della vecchia Europa dei paesi dell'Est ammonta ad un vero e proprio processo di colonizzazione-privatizzazione (al quale si aggiunge la reintroduzione della prostituzione di massa molto giudeo-cristiana e molto neo-nietzschiana ...). Questo processo viene compiuto a favore della Alta borghesia della Germania Occidentale, della Francia, della GB e dell'Asso atlantico Washington-Tel Aviv. Per colmo, questo processo di colonizzazione-privatizzazione viene criminalmente portato avanti nello spazio ex-sovietico rimanente. Queste cosiddette ''rivoluzioni arancione'' sono un vero e proprio affare di ''animali ri-naturati'', per ripetere l'espressione giusta del partigiano Vercors, applicandola specificamente ai dirigenti rinnegati dell'Est. Così la Treuhand tedesca privatizzò per una boccata di pane più di 6 500 aziende pubbliche concorrenti della ex-Germania dell'Est (vedi ''treuhand'' in www.wikipedia.org ) In Polonia ci sono investimenti francesi per oltre 45 miliardi di euro. E via dicendo. Questa privatizzazione-eliminazione dei concorrenti creò una enorme Armata di riserva proletaria costretta alla disoccupazione ed al sotto-impiego cronici; essa viene utilizzata senza nessuno rimorso dai dirigenti europei per imporre la direttiva Bolkestein prima, la settimane lavorativa di 60, 65 e 72 ore dopo, ed infine la concorrenza al ribasso dei salari, oggi messi direttamente in competizione con il sotto-proletariato asiatico (tradito come noi da una fasulla definizione dell'anti-dumping alla OMC che esclude ogni riferimento alle norme minime di lavoro sancite dalla ILO, ed alle norme ambientali. Un'esclusione che viene praticata altrettanto nel quadro dei trattati di libero scambio regionali o emisferici, come la Nafta tra Canada-Stati Uniti-Messico. Come spiegato altrove, il Protocollo di Kyoto, all'immagine di quello di Montreal, viene spinto tra l'altro come barriera commerciale invisibile, visto il monopolio tecnologico ambientale dell'Occidente, un monopolio che si cerca (vanamente) da fare giocare in modo asimmetrico contro i paesi emergenti. (Aggiunto ott 2024: monopolio ormai perduto sin dall'Accordo di Parigi del 2015, vedi la Categoria Ecomarxismo in http://rivincitasociale.altervista.org. ) Come illustra la Commedia dell'Arte ''non si possono servire due maestri simultaneamente''. Al servizio di chi può dunque mettersi uno come Robert M. Solow? Si coglie qui l'opportunità per salutare gli operai e i sindacati del settore automobile rumeni per la loro rivendicazione di un salario e di un livello di vita decente.) Tutto questo fa si che non si può accettare l'argomento secondo il quale il bisogno di unità europea e di integrazione dell'Europa dell'Est impone l'abbandono della parola e della pratica '' comunista ''. Tutto il contrario, come abbiamo spiegato sopra. Entra pero in ballo anche il tipo (anti-nietzschiano e anti-spinelliano) di costruzione europeo che desideriamo.

Nella costruzione dell'Europa sociale e di pace, ogni nazione europea, ogni partito comunista o anti-capitalista europeo deve decidere per se stesso, adottando certi principi comuni: Marxismo (legge del valore e materialismo storico); proprietà collettiva dei settori strategici e delle banche; pianificazione socio-economica; rispetto della differenza tra ''salario individuale'' e ''reddito globale netto'' (i.e., base della coerenza e dell'approfondimento dello Stato sociale da restaurare e da approfondire), e crescente controllo collettivo della ''sovrappiù sociale''; pace mondiale intesa nel quadro dell'Articolo 11 italiano, da sacralizzare nella futura costituzione europea (auto-difesa nazionale nel rispetto della Carta fondamentale della ONU) ecc. Il caso emblematico da considerare sotto questo rapporto sarebbe quello della Germania, perché molto diverso di quello dell'Italia (e dell'eredita migliore del PCI e degli altri elementi comunisti e partigiani), ma nondimeno ideale per concepire la questione dell'integrazione piena e intera dei nuovi membri dell'Europa dell'Est nella UE, senza dovere diventare sciavi di un qualsiasi dogmatismo, oppure, al contrario, accettare nessuna regressione filosemitica nietzschiana del genere di quella scaturita dall'opposizione artificiale tra una Vecchia ed una Nuova Europa (questa ultima decidendo dei fogli di marcia e dando gli ordini, perché si illude del potere detenuto da un Brzesinski et al. , appoggiato dalle glorie artiglieresche del Vaticano o dai lumi mediatici incubati dentro Radio Free Europe ...).

In realtà, Die Linke rappresenta una fase transitoria necessaria nel cotesto specifico della Germania. Fu una mossa politica brillante nel preciso contesto post-Kohl, post-Schroeder e dunque post-Agenda 2010, sancito sopra la testa dei sindacati con il metodo poco democratico della Grosse Koalition. La mossa di Die Linke fu brillante. Ma si è già capito che il processo avviato da Die Linke diventerà subito contraddittorio quando la socialdemocrazia tedesca si riposizionerà a sinistra, forzata dalla crisi sociale e dai parametri economici mondiali. Questo succederà soprattutto se nel frattempo Die Linke non avrà saputo difendere quelli elementi del regime della Germania Orientale che andavano nel senso dei principi europei progressisti comuni espressi qui sopra. Anzi, che ne illustravano magistralmente la possibilità concreta (ad esempio la politica dei congedi di maternità, le pensioni, la gratuità della settore sanitario incluso la geriatria, la gratuità e la laicità delle scuole, il trasporto collettivo, l'alloggiamento, ecc.). Dunque, per ripetere la saggezza della maieutica espressa dal famoso proverbio anglosassone: non buttiamo il bambino con l'acqua del bagno! Perciò, credo personalmente che almeno nella Germania del Est, la Die Linke deve imparare a lasciare spazio in alleanza con lui al partito comunista rimanente, evitando in futuro le infamie mutualmente devastatrici come quella imposta alla parlamentare Kristel Wegner  ...abusivamente e demagogicamente espulsa. Quando si arriva ad accettare questo tipo di regressione ontologica, si fa atto di autolesione senza neanche accorgersene. Ovviamente non si può aspettare che il clima generale cambiasse e pagare inutilmente il prezzo elettorale; si deve dunque ricorrere a più diplomazia e più franchezza con le elettrice ed elettori. La posizione giusta mi sembrerebbe quella che consiste a dire: ora il Paese è unificato, il che richiede un minimo di rispetto mutuale. Lasciamo dunque ai cittadini il diritto di decidere alle prossime elezioni, non imponiamo una Doxa dall'alto. Siamo inclusivi e coerenti, invece di essere dogmaticamente esclusivi. Di fatti, tale attitudine potrà meglio che ogni altra cosa contribuire a ricucire la fiducia perduta tra Est e Ovest in Germania.

Si nota che è proprio questa coesione europea che viene attaccata dal concetto cosiddetto ''anti-staliniano'', ovvero filosemite nietzschiano e spinelliano, messo in avanti dalla Sezione atlantica-mossadista Kriegel, con Wurtz e tutti gli altri, tale Ingrao, Curzi, Bertinotti ecc.  ... nella formazione della ''oggettivamente'' pro-atlantica Sinistra europea (''un rafiot pourri'' da mandare subito sotto acqua.). In riassunto, il raggruppamento comunista europeo deve portare con se il progetto rigoroso dell'Europa sociale fondata sopra l'Europa dei popoli (Questo progetto è contrario alla versione rinnegata tipica propugnata da un grottesco Habermas, uno che crede sia ancora possibile mascherare, con il solito gergo praticato anche prima di chiamare la polizia nell'Università negli anni 60, il tentativo sionista-atlantico di sostituire l'imperativo kantiano, formativo della laicità e del metodo scientifico-laico occidentale, con un '' ritorno '' surrettizio al Levitico! Questo da parte di un ''intellettuale'' che no dice una sola parola dell'Epopea di Gilgamesh, della Legenda di Sargone, o del Codice di Hammurabi, cioè, del plagio-rovesciato biblico, dato come Libro unico ed originale, per colmo utilizzato come prova del possesso ''divino'' esclusivo della Palestina, anzi della Terra intera da parte del unico ''popolo eletto'' da dio ecc., ecc. ...)

Il mini Trattato di Lisbona uscito dalla cucina di un Sarkozy fu giustamente rigettato dall'Irlanda (Dato che il mini Trattato richiedeva l'unanimità va dunque rigettato allo stesso modo del testo originale, seppellito a sua volta dai referendum francesi ed olandesi. Nessuno deve illudersi della possibilità di fondare l'Europa sopra la violazione della volontà sovrana dei suoi popoli.) L'abbozzo di un testo di costituzione europeo accettabile ai comunisti, frutto della mia conoscenza della teoria dell'emergenza del Welfare State, della teoria dell'integrazione internazionale, come pure del mio insegnamento dei rapporti tra Quebec e Canada nella federazione canadese, si trova articolato nei saggi disponibili nella Sezione Economia Politica Internazionale, in francese ed in inglese. In breve: Doppio Esecutivo (Consiglio dell'Europa e Esecutivo designato democraticamente dal Parlamento di Strasburgo; ambedue avrebbero il diritto di proposta legislativa. Nel rispetto dell'Europa delle Nazioni, i vari membri del Consiglio avrebbero il diritto di veto, ma non un veto di bloccaggio, piuttosto un diritto di opting out. Questo suppone per prima una buona spartizione dei poteri tra le istanze centrali europee ed i governi membri. Certi poteri sarebbero esclusivamente europei (ad esempio, la moneta e la difesa); altri sarebbero esclusivamente nazionali (stato sociale ecc.); altri sarebbero congiunti (fondi strutturali ed immigrazione, protezione civile e anti-incendi ecc.) Al contrario del Trattato di Nizza, il Parlamento di Strasburgo verrebbe eletto secondo una stretta proporzionalità popolazione-rappresentanti, e secondo il sistema elettorale italiano-originale, cioè la proporzionale. (Tale sistema elimina le confusioni bizantine scaturite dalla regola dell'unanimità o, più ancora, dalle formule di maggioranza ponderata che altro non sono che la costituzionalizzazione di un processo spinelliano, pensato in modo machiavellico per disciogliere le varie nazioni europee in una artificiale ed omogenea nazione europea. Cioè, un impossibile orrore storico-culturale. (Non so quali burloni filosemiti nietzschiani-atlantisti furono autorizzati a scegliere le architetture europee ispirate dalla Torre di Babel proprio a Bruxelles, dove si trova pure il seggio del Commando Nato in Europa!) Si tratta di un processo di ispirazione wilsoniano-atlantico, ontologicamente anti-europeo, anti-sociale e anti-storico. In realtà, l'integrazione culturale, economica e politica europea fu fondata sopra il rispetto delle lingue vernacole e delle culture nazionali, differenze essenziali per conferire contenuto concreto, dunque non solo formale, ai stessi ideali ugualitari e libertari verificati almeno fin da Spartaco e dai fratelli Gracchi, tanto per non risalire al comunismo primitivo della Preistoria  ...

Questo quadro autenticamente democratico coniuga diritti dei popoli membri e diritti collettivi europei; anzi fu ideato per permette un processo di integrazione virtuoso perché rispettoso dei ritmi di ognuno. Ad esempio, i poteri esclusivamente europei vengono applicati ovunque. Se si modificano (in modo progressivo o in modo regressivo, dato che non esistono assicurazioni politiche per premunirsi contro i Thatcher, Blair, Sarkozy, Berlusconi ecc ...) con l'accordo del Consiglio (dunque senza veto nazionale) e con l'accordo del Parlamento di Strasburgo, queste modifiche dovranno ancora essere approvate dai parlamenti nazionali. (Oggi, invece, questi parlamenti sono obbligati di avvallare direttive che regolano ormai più del 80 % di tutte le leggi nazionali senza che i parlamentari nazionali abbiano mai avuto la possibilità di dire la loro nella formulazione di queste direttive, un processo dall'alto, responsabile dell'euro-pessimismo e delle derive neoliberali imposte contro la volontà dei popoli e dei cittadini. Per colmo si tratta di un processo appoggiato illegalmente dalla Corte del Lussemburgo, un'istituzione giuridica sempre pronte ad usurpare le prerogative legislative di ambedue le istanze europee e nazionali. Si nota ancora che la nostra Costituzione permette la devoluzione non il cedimento permanente - di poteri ma senza intaccare la supremazia del popolo italiano, unico sovrano, visto che i suoi principi fondamentali non sono affatto modificabili, né con l'articolo 138, né altrimenti, cosa occultata da tutti, ma proprio da tutti, incluse le istituzioni garanti della nostra Carta fondamentale  ...e tanti altri ''gladiatori'' di ieri e di oggi. Di fatto, visto l'esperienza del golpe fascista contro lo Stato nel 1922, la nostra Costituzione partigiana impone testualmente un dovere ai cittadini di difenderla. Questo è vero per l'integrazione europea come per l'Articolo 11, dunque per l'appartenenza alla ONU o alla Nato. Per l'ONU non ci sono problemi visto che le due carte fondamentali sono interamente compatibili, principio da rispettare per l'eventuale Difesa europea comune; per quanto riguarda la Nato, la Carta dell'Alleanza Atlantica rimane compatibile con la nostra Costituzione solo e solamente solo se intesa strettamente nel contesto delle prescrizioni delle Capitolo VII (Articoli 52-54) della Carta onusiana relativi alle organizzazioni regionali di ''sicurezza collettiva'', dunque ovviamente difensive e tenute sotto controllo del nostro Articolo 11. Per le basi militari (americane) il loro stabilimento fu anti-costituzionale sin dal inizio, come De Gasperi sapeva bene, in modo che fine a poco fa le loro attività furono coperte dal segreto. (Vedi nella stessa Sezione l'articolo ''Italia, paese a sovranità limitata.'') Per cui, la mia proposta europea rimane compatibile con lo spirito e la lettere della nostra Costituzione partigiana, anti-filosemita nietzschiana-spinelliana per nascita, e altrettanto anti-neoliberale per ispirazione partigiana intima e ragionata.

Nella mia proposta europea, se un Stato membro oppone il suo veto, allora si fa ricorso a meccanismi di mediazioni; se con questi non si riesce ad ottenere l'unanimità, il veto, invece di diventare un meccanismo di bloccaggio e di crisi, diventa possibilità di opting out. I Stati che sono d'accodo con il progetto comune iniziale vanno comunque avanti, mentre con l'opting out i Stati dissidenti si proteggono. Almeno transitoriamente. E chiaro pero che tale opting out esercitato nel Consiglio dell'Europa dovrà ancora essere approvato dal parlamento nazionale invece di essere unicamente deciso dai dirigenti (non abbiamo bisogno dei diktat anti-sociali à la Margaret Thatcher, Blair et al. fatti a favore esclusivo della City ...). Il che significa che nella nazione considerata si aprirebbe naturalmente una intensa discussione politica, capace di portare eventualmente a nuove elezioni, dunque o alla conferma popolare del opting out (segnale che gli altri membri dovranno raccogliere con saggezza), oppure all'abbandono dell'opting out. In questo ultimo caso la costruzione europea vince ma sempre con l'approbazione popolare. Tale processo virtuoso, si applica a tutti i tipi di poteri, esclusivi o congiunti all'eccezione, naturalmente dei poteri rimasti costituzionalmente di esclusività nazionale. Anche se questi poteri possono teoricamente essere trasformati e sottoposti al stesso processo di unanimità-veto-opting out.

Va sottolineato che sola l'Europa sociale fondata sopra l'Europa dei popoli (nelle frontiere dei Stati-Nazione attuali ma rispettosi dei diritti culturali e di nazionalità sanciti dall'Atto Finale di Helsinki.) permette di difendere alcuni principi fondamentali, visti come conquiste popolari. Ad esempio, la difesa delle pianificazione strategica indicativa ed ''incitativa'' di tutti i Stati membri, da coordinare con un simile sistema di pianificazione al livello europeo rispettoso tanto della spartizione dei poteri tra istanze europee e istanze nazionali, quanto del desiderio dei Stati membri (o almeno di alcuni, visto l'opting out) di spingere ancora di più la coordinazione socio-economica comune.

Un tale coordinamento nazionale e supra-nazionale permetterebbe di mantenere il calcolo della produttività secondo la situazione prevalente nei settori e le industrie nazionali in primo luogo, e poi secondo la situazione settoriale e di industria al livello europeo. Il contratto di lavoro sarebbe dunque nazionale ma poco a poco armonizzato in termini di potere di acquisto e di condizioni di lavoro al livello europeo. Al livello aziendale si discuterebbe di quello che non è previsto al livello settoriale e di industria, o nel Codice di lavoro. Questo risulta necessario per creare delle norme industriali ed economiche comune, senza le quali la cosiddetta competizione (o legge del mercato) diventa una pura legge della giungla autodistruttiva. Questo quadro permetterebbe allora di difendere gli interessi delle varie Formazioni nazionali europee e della UE al livello internazionale ed in particolare all'interno della OMC. Si tratterebbe di un quadro virtuoso capace di evoluzione e di adattamento senza mai sacrificare i diritti acquisiti. Ad esempio, tale sistema di pianificazione strategica riposa sopra servizi pubblici offerti da imprese pubbliche , nel senso di imprese statali o parastatali, (dunque non solo ''beni comuni'' nati nella Unesco reaganiana ed offerti dal settore privato con fondi pubblici ...), mentre una parte del risparmio verrebbe istituzionalizzato e canalizzato in appositi fondi pubblici (pensioni, ammortizzatori sociali, fondi di produttività etc.) Visto il differenziale tra contributi e spese questi fondi pubblici possono allora operare come fondi di capitale collettivamente controllati (dai lavoratori) e messi a contributo per sostenere la strategia industriale assieme all'impiego, ovvero la ''domanda sociale'' (ie i Fondi Operai descritti in Tous ensemble.) Si nota che, facendo astrazione del accecamento ideologico, niente impedirebbe a queste imprese statali di entrare in varie joint-venture funzionali - le cosiddette cooperazioni renforzzate - con altre imprese simili; si tratterebbe solo di definire le funzioni ed obbiettivi e la partecipazione finanziaria-tecnica delle imprese pubbliche (ie statali) partecipanti nell'apposita società affiliata o consorzio - sotto controllo. Al livello europeo, questo dovrebbe ritornare ad essere la norma. Non si può più illudersi di privatizzare le imprese statali nazionali per creare dei cosiddetti ''campioni europei'' privati (che piacciono tanto ai vari Prodi-Bersani e tutti quanti quando questi stessi campioni privati vengono poi abbandonati alla pirateria degli equity funds e del loro capitale speculativo ed a corto termine; a più forte ragione quando non si è capace di creare i propri campioni europei a partire delle proprie industrie nazionali, scegliendo invece di sacrificare i propri pregi nazionali per posizioni azioniste del tutto subalterne al livello europeo o mondiale. (Strategia o lusso di farabutti e di ladroni che nessuna altra nazione, grande o media, fondatrice della UE si è mai permesso fin qui ...)

In altre parole, con riferimento ai livelli prevalenti nei settori e nelle industrie nazionali ed europei ed alla pianificazione strategica, si concilierebbe la produttività micro-economica con la competitività macro-economica. (Vedi la traduzione del Capitolo II del mio Terzo libro nella Sezione Italia di questo sito.) Ovviamente la produttività qui non viene definita né come ''cadenze infernali'' (in realtà fondate sopra un hyper-sfruttamento dei lavoratori tramite un aumento del tempo e dell'intensità congiunturale del lavoro, metodi arcaici che sono sempre emblematici di una mancanza di produttività reale fondata sopra tecnologie ed organizzazioni del lavoro più avanzate. La produttività reale di cui si parla qui non viene neanche confusa con le economie di scale. Viene invece concepita rigorosamente come composizione organica del capitale (notata v/C dove C = c+ v; secondo la terminologia marxista, « v » essendo la forza del lavoro che appare al numeratore come lavoro vivo; al denominatore, c è il capitale ''used-up'' e v è la forza del lavoro già cristallizzata, ovvero presi assieme lavoro passato. C (dunque c + v ) viene trasformato dal lavoro vivo in altre merci sempre dotate di un valore di scambio che solo il lavoro umano può conferire, e di un valore di uso specifico.). Si tratta dunque della composizione organica del settore e della specifica industria considerata, non dell'azienda individuale, sempre subalterna alle condizioni prevalenti nell'industria dentro la quale opera necessariamente. Ognuno può vedere che se i sindacati vengono indotti ad accettare un calcolo di produttività anche corretto, cioè non-marginalista al livello aziendale, il contratto del lavoro salta in aria, a tutti i livelli e non solo al livello nazionale; viene rimpiazzato dalla cadenze infernali e dalla precarietà (un processo verificabile con le politiche reaganiane-monetariste che danno luogo alla famigerata Legge Trenta ed ai suoi avatari, ad esempio il ''contratto unico'' effettivamente privo di ogni limite temporale (UE), visto come adattamento contemporaneo della panacea friedmaniana del ''reddito annuale minimo garantito'', dove, via Solow ed lo stesso Milton Friedman, il ''minimo'' ideale appare subito vicino al livello di sussistenza o livello fisiologico. (vedi il mio Ecco perché il ''Patto sociale'' seguirà il Protocollo sul Welfare nella stessa Sezione.)

Per cui risulta urgente prendere nelle proprie mani il calcolo della composizione organica del settore e dell'industria rimane l'unico metodo per difendere il contratto nazionale, l'armonizzazione salariale europea e l'equità economica anche per le varie firme capitaliste che operano in una data industria. Questo si spiega perché la composizione organica del capitale a questo livello crea la norma effettiva che determina il ''mercato'' specificamente considerato (industria per una merce precisa o merci sostituibili) e le leggi di mozione del capitale, i volumi dei profitti, la concentrazione e centralizzazione del capitale). Questo ragionamento scientificamente fondato mostra come sia illusorio e nocivo il tentativo della Confindustria di imporre un contratto aziendale fondato sopra la produttività aziendale in un Italia già fanalino di coda tanto per il livello salariale quanto per il livello tecnologico così strategico per il calcolo della composizione organica del capitale. Così, a parte i privilegi suicidi conferiti al balordo Modello del Nord-Est nel quale 50 % delle impresse sono diventate semplici tira-tira familiari con 10 impiegati e meno, grassamente sovvenzionati con una larga fetta dei 170 miliardi di euro minimi annui di evasione fiscale, si rivela la pura mostruosità della politica economica attuale. Ecco una semplice e rapida illustrazione: un pilota è un pilota è un pilota, i criteri professionali e le qualifiche sono altrettanto internazionalizzati come i scali aeri. Gli aerei sono comparabili e sottomessi alle stesse regole internazionali, come pure le regole di operazione degli aeroporti internazionali. E allora facile calcolare la composizione organica alta e media nell'industria tanto al livello nazionale che europeo e internazionale. Se in queste condizioni, intere categorie di lavoratori italiani vengono pagate sostanzialmente meno anche tenendo conto delle divergenze del potere di acquisto a dire vero minime nelle grandi città, la situazione non potrà certo essere migliorata riducendo ancora i stipendi o allungando il tempo di lavoro; questo rappresenterebbe un furto aggiunto ad un furto già esistente ovviamente scaturito da incompetenza o peggio. Al limite in modo transitorio si può fare appello agli ammortizzatori sociali, ma solo sotto stretto controllo dei sindacati e dello Stato (ie ruolo normalmente tutelato in parte, appunto, dal contratto di lavoro nazionale ...) in modo da ritornare rapidamente ad una situazione normalizzata. Se poi l'incompetenza dei managers e dello Stato complice deve essere pagata dalla collettività con un'ennesima privatizzazione degli attivi più produttivi e con la socializzazione delle perdite, allora non si parla più di politica ma di bene altra cosa; in quale caso non serve proprio gargarizzarsi con l'apologia degli campioni industriali altrui, costruiti a spese nostre . ...

In tale contesto stupisce come, contrariamente al New Deal americano portatore di una strategia ideata in reazione al fallimento catastrofico della ''Boom and Bust economy'' e del ''rugged individualism'' del Presidente Herbert Clark Hoover, l'ineffabile Antitrust europeo, assieme alle altre istanze europee, come l'intrusiva ed abusivamente neoliberale Corte del Lussemburgo, fanno finta di non capire che senza norme comuni intra-settoriali e intra-industrie non può esistere nessuna ''competizione'' leale, nessuno operato del ''mercato''. Anche al gioco di Monopoly non si può giocare senza un accordo preliminare sopra le regole del gioco! La produttività neoclassica calcolata solo al livello aziendale rappresenta un'inettitudine simile alle vecchie ''svalutazioni competitive'' (dei vari Dini et al. nostrali ..). Rappresenta una falsa uscita di sicurezza che porta alla perdizione tanto delle singole industrie (grandi o piccole) quanto del Paese intero. Le ''cadenze infernali'' sono robba di falliti e di incompetenti cronici, gente che, in modo transitorio, si permettono ancora di giocare ai furbetti parassiti capaci di succhiare il sangue della Nazione con impunità.

Va rapidamente ricordato che quel che vale per un mercato specifico vale pure per il ''mercato dei mercati'' cioè per l'equilibrio generale, o, con più precisione, per la riproduzione su scala allargata del sistema socio-economico. Nessuna imprese può sfuggire all'imperativo della produttività reale, il lavoro impiegato più produttivo determina il valore di scambio e dunque i volumi dei profitti, dunque la concentrazione e la centralizzazione del capitale, ovvero la sparizione delle aziende meno produttive. Si nota che la nazionalizzazione e la mutualizzazione delle spese che contribuiscono a ridurre in modo strutturale il costo della forza di lavoro, come la sanità, le pensioni, la scuola, parte del trasporto e dell'alloggio ecc. contribuiscono ovviamente a rafforzare la produttività e la competitività malgrado le scelte suicide dei neoliberali (ad esempio, la Sanità efficace e pubblica costa attorno al 10 % del Pil in Europa, mentre il sistema privato ma altamente inefficiente dei Stati Uniti, con più di 47 milioni di cittadini senza copertura, costa più del 16 % del Pil; nondimeno i Stati Uniti sono presi per modello dai nostri pitres subalterni!) Pero questa corsa alla produttività reale necessaria ed auspicabile per il socialismo diventa una corsa all'abisso per il modo di produzione capitalista: essere più produttivi vuole dire produrre più di una stessa merce con meno operai fisici. Il processo ''libera'' così tendenzialmente larghe frazioni della manodopera disponibile, la quale non trova obbligatoriamente un impiego simile oppure diverso tramite la ''mano invisibile'' di Adam Smith (un evidenza purtroppo mai capita dai marginalisti ed in particolare dal nobelizzato Robert M. Solow e da tanti altri pseudo-critici bassotti di Keynes, e di Harrod, in realtà di Marx ...) Neanche l'intervento diretto dello Stato (nazionale o supra-nazionale) può eliminare questa contraddizione, ovviamente ontologica, del modo di produzione capitalista. Nel quadro del modo di produzione capitalista si può solo sperare rimandare il tempo ineluttabile del Giudizio Storico, abbassando la durata legale del lavoro almeno per la stessa paga, e spartendo con equità il lavoro socialmente disponibili tra tutte e tutti gli abili al lavoro. I filo-semiti nietzschiani attuali e la Confindustria si illudono di potere andare a contro-corrente verso il loro Eldorado: i fatti economici, avversi alle narrazioni ideologiche, gli hanno ancora una volta irrimediabilmente condannati. Il loro ''senso comune'' diventa sempre più chiaramente musica del proverbiale pifferaio. Tempo dunque per le cittadine ed i cittadini di cambiare rotta!

Quando si considera questa problematica europea sociale sul serio si comprende meglio la differenza tra una Sinistra rinnegata europea e una Federazione comunista. Tanto per ricordare i fatti, io mi sono battuto contro il progetto di costituzione neoliberale europeo (si voleva tra l'altro sacralizzare nella costituzione stessa il principio preponderante del ''mercato libero di ogni tipi di impedimenti'' dato come obbietto principale della UE, cosa che avrebbe reso anti-costituzionali anche le più timide politiche di stampo keynesiano classico ...). La Sinistra europea, almeno in Italia, non fece niente! Ci fu un simulacro di discussione durante uno o due giorni tra Bertinotti, certi dirigenti del DS ed altri per sapere se Spinelli fosse stato o meno favorevole a quello progetto: Robba da matti, o per più precisione, da pitres! Insomma niente di straordinario. Di fatti, molti dei membri della Sinistra europea italiana, quindi del Prc e del Pdci, non sanno neanche di cosa si parla ...il che è una vergogna, assieme ad un ulteriore tradimento della nostra Costituzione. Per contro, questi sono perfettamente al corrente dei sbarramenti elettorali più ''favorevoli'' al livello europeo  ...

A me la parola comunista da molto orgoglio. Comunque non voglio essere tropo soggetto all'alienazione al vocabolario, purché non si tradisce il fondo delle questioni. Mi sembra che le forse comuniste italiane e tutte le altre, nei paesi membri non possono fare parte dell'attuale sinistra Sinistra europea se: a) prima non si elimina la condanna esclusivista e divisoria al ''stalinismo'', parola calcolata dai bassi cleri come metodo per delegittimare e per seppellire il comunismo in tutte le sue forme autentiche, sostituendoci la ''social justice'' di Giddens-Rawls e la ''Deference to Authority'' (ie sionista-atlantica) di Huntington e della Trilaterale, compromettendo dunque l'avvenir dell'Europa sociale fondata sopra l'Europa dei popoli; b) se non si firma ufficialmente la stessa dichiarazione ufficiale esposta qui sopra, relativa all'unità comunista nazionale. Senza questi due punti complementari, io considererò la Sinistra Europea come un furto ed un tradimento, cioè come una vecchia bagnarola, un vecchio '' rafiot'', da affondare nel modo più assoluto.

 

5. Se no si riesce ad ottenere subito e formalmente questa dichiarazione pubblica e ufficiale da parte dei dirigenti del Prc, Pdci e Pcl, allora il traguardo diventa un può più lungo ma in realtà più chiaro e più facile. (Tanto per ripetere, questa dichiarazione pubblica e officiale di ''tutte le forze comuniste politiche'' (Prc, Pdci, Pcl ecc.) dovrebbe portare alla firma di un documento unitario dove: a) si rigettano i compromessi scaturiti dal Congresso di Venezia; b) si afferma la volontà di difendere la Costituzione contro il federalismo fiscale e contro la regressione economica in una Repubblica fondata sopra il lavoro dignitoso; c) si afferma il proprio ripudio di ogni la falsa rappresentanza aggravata da leggi elettorali anti-costituzionali; d) e dove si afferma la volontà di difendere il nostro Articolo 11 (senza se e senza ma).'' Altrimenti dovremo concludere con il proverbio anglosassone, riferendoci ai rinnegati: Perseverare diabolicum. Si denuncerà sempre e ovunque i rinnegati e i loro programmi elettoralisti. Si li seppellirà ovunque tanto al livello municipale e regionale quanto al livello nazionale. Si ricostruirà con massimo rigore teorico-pratico contando sopra le proprie forze, libere di ogni passato rinnegato compromettente, nel rispetto della differenza di ruolo, ma soprattutto nel rispetto dell'unità concreta da verificare nelle lotte tra partiti politici e gruppi di interessi (ie. centralismo democratico, unica forma realmente democratica della vita di un partito politico moderno non venduto al circo mediatico dai suoi apparatchik, come il DS, i Verdi etc  ...che sono solo macchine elettorali lubrificate ogni tanto con show mediatici per fare eleggere sempre le stesse '' personalità '', a dire vero tutte intercambiabili o quasi  ...Vedi a proposito il capitolo relativo alla democrazia parlamentare, partecipativa, sociale ecc nel mio Salvare il Partito dai suoi nemici interni.

(Sottolineiamo qui per incisa i due caratteri fondamentali della sotto-cultura filo-semita nietzschiana che inquina al sua radice la nostra democrazia occidentale:

a) sin dal momento nel quale la borghesia fu costretta ad abbandonare il suffragio censitario per il suffragio universale (prima per i maschi, poi per le donne, i prigionieri ecc.) si inventò un modo mascherato di dominazione di classe, riabilitando e rafforzando le vecchie logge massoniche. Ad esempio con la Tradizione di un Edmund Burke, un momento ''cane di guardia'' del grande rivoluzionario Thomas Paine, iscritto per conto suo nella linea rivoluzionaria di un Babeuf più che di un Robespierre, anche se con caratteristiche tipicamente americane; o ancora, ovunque, anche in Francia (sin dalla repressione della Commune de Paris (1871) da Adolphe Thiers con l'aiuto di Bismarck) con la generalizzazione delle logge nietzschiane, originalmente filosemite, un processo caratteristico della logica esclusivista simboleggiata da Ludovico di Baviera e da Wagner che portò finalmente al divorzio, consumato da Hitler in persona, tra nietzschianismo ariano e nietzschianismo sionista. Queste logge procedono ad una insuperabile selezione accademica-burocratica-politica assai bene illustrata dai plagia-rovesciati commessi contro di me, grazie ai mezzi di sorveglianza moderni, tanto potenti quanto intrusivi e criminali. In una società dominata dalla proprietà privata, questo potere massonico più che il finanziamento privato dei processi elettorali, spiega la difficoltà dei parti comunisti di conquistare spazio fuori dei momenti di guerra o di crisi acuta, prova che ci vuole grande disciplina e grande fedeltà al marxismo all'interno dei partiti comunisti autentici. A questo potere viene aggiunto quello delle mass-media, anche esse filtrate dai capitali privati, e più ancora dal potere di selezione occulto delle logge.

b) Dopo il 1948 con la proclamazione unilaterale dello Stato di Israele (ed illegale senza la proclamazione simultanea dello Stato palestinese), la lealtà dei dirigenti ''comunisti'' ebrei andò in priorità al nuovo Stato ed ai suoi servici segreti, in modo frontalmente contrario alla Questione ebrea di Marx (vedi www.marxists.org ) ed al suo trattamento, contro Martov e il Bund, da parte di Trotzki, Lenin, Stalin, Kaganovich e tanti altri. Il giudeofile Stalin aveva salvato il nuovo Stato di Israele due volte sin dal 1948, usando la Germania dell'Est e più ancora la Cecoslovacchia per trasferire segretamente tutte le armi necessarie alle vittorie in seria degli Israeliani. Al inizio degli anni 50 fine al 1953, Stalin volle fare pressione sopra un Stato di Israele che si ravvicinava dagli Usa (e della potente comunità finanziaria ebrea americana, malgrado il fatto che i Stati Uniti si erano dichiarati pro-arabi fin qui). Ordinò il rallentamento dei trasferi di armi, e cominciò a dare segni di volere solvere la questione ebrea sovietica secondo la teoria leninista-staliniana delle nazionalità. A questo punto, assieme a Beria, i sionisti sovra-rappresentati nei ranghi dirigenti sovietici pianificarono l'assassinio di Stalin, il trasfero dell'Europa dell'Est alla Nato (il primo atto della contro-rivoluzione ungherese fu appunto la dichiarazione provocatoria di uscita unilaterale del Patto di Varsavia e la dichiarazione di volere appartenere alla Nato), ed il progressivo tradimento del comunismo. Processo accelerato dopo la caduta della Urss quando le varie sessioni Kriegel furono riabilitate e divennero di nuovo sovra-rappresentate nei nostri partiti comunisti (Si sa ad esempio che l' ''eurocomunista'' Enrico Berlinguer preferiva segretamente i vincoli strettissimi della Nato, nonché quelli tenuti a distanza comunista sin da Togliatti, con l'Unione Sovietica ...

Per quello che riguarda Ingrao, Curzi, Bertinotti e tutti i pagliacci (pitres) della Sinistra europea cosiddetta ''anti-staliniana'' ma in realtà anti-comunista- inutile insistere: Ormai penso che tutte le compagne ed i compagni avranno capito perché non si può transigere sopra la critica teorica e pratica al filosemitismo nietzschiano, vero cancro fascistoide, razzista e teocratico nel cuore delle nostre democrazie occidentali  ...altro che false ''radici giudeo-ebree'' ...Il mio proprio tentativo di proporre una soluzione alla questione ebrea moderna, appoggiata sopra la generosa offerta del Presidente Arafat della ''pace contro la terra'' è contenuta nel mio Camp David II, (Sezione Racisme/Fascisme/Exclusivisme del mio sito) il quale diede nascita all'Accordo non-ufficiale de Ginevra, senza nessuno riconoscimento. Fui ripagato invece con l'aggravamento dell'esclusione e del assillo quotidiano, in modo che mi sono promesso di mai più allontanarmi dalle teorie di Marx in questa materia fondamentale! (Non dimentichiamo mai la frase di Marx a Feuerbach: ''Caro maestro avete aperto la strada al socialismo moderno'' (seguita poi dalle critiche contenute nelle Tesi a Feurerbach ); il ritorno alla bibbia è una regressione a tutto campo aggravata dalla rinascita esclusivamente teocratica e fanatizzata delle ''lingua'' morta ebraica e di una pseudo-cultura artificialmente ricostruita, un buco nero etico-politico di oltre 2000 imposto per legge a tutti gli Israeliani malgrado il contributo ebreo della Diaspora ai Lumi ed ripudio di ogni schiavitù.) A questo ritmo, ho avvertito : La prossima volta, senza Stalin  ...per colpa propria. (Non so cosa possa pensare l'ex-Presidente Carter di tale ritorno alla razionalità cittadina non-esclusivista ...)

Per quanto ai Trotzkisti, vengono visti dai servizi sionisti-atlantici come possibili eredi della distruzione interna dei parti comunisti classici europei, e dunque infiltrati in modo massiccio dal Mossad: un buon criterio per giudicare in queste materie rimane quello della denuncia senza se e senza ma delle guerre preventive della Nato in Iugoslavia e nel Medio Oriente, questo detto salutando le compagne e i compagni trotzkisti autentici d'Inghilterra e d'Italia (almeno fin qui). Sopra l'infiltrazione sionista delle logge massoniche vedi la critica del grande industriale Henry Ford alle prese con il capitale bancario e finanziario della sua epoca, tendo conto della sua osSezione omogenea nel crede che i bolscevichi furono una pura invenzione dei finanzieri ebrei, dimenticando così che un tipico ''cane di guardia'' come Kamenev non può riassumere l'intero Partito bolscevico, né rappresentare un Trotzki o un Kaganovich  ...Vedi The International Jew: the Worlds foremost problem http://usa-the-republic.com/international%20jew/Index.htm .)

Si nota tra l'altro, che senza la deriva di D'Alema e Veltroni, un Alemanno no si sarebbe manifestato: sarebbe rimasto un Fini ante-2007, cioè un politico con chi non si condivide le idea perché di destra, ma nondimeno un politico legittimo, quando afferma il suo antifascismo, nel quadro della competizione elettorale che deve continuare a giocarsi all'interno dei parametri determinanti dalla Costituzione . ...

Sopra questa base costituzionalmente corretta si deve cercare a fare l'unità federativa delle forze autenticamente comuniste come priorità organizzativa, mentre al livello delle lotte concrete si adotterebbe la pratica delle alleanze di classe in cerchi concentrici fondati sopra il bisogno di mantenere attivo l'Arco costituzionale** ancora esistente, ma sempre pure fondamentale per il futuro della nostra Repubblica partigiana e per il benessere delle sue cittadine e cittadini. Ad esempio, in modo perentorio, nei prossimi mesi si dovrà lanciare la mobilitazioni per i referendum contro il federalismo fiscale, le eventuali leggi elettorali esclusiviste ed il Lodo Alfano, come pure le mobilitazioni sociali più avanzate come quella del 17 Ottobre.

 

6. Come ho detto prima, se si riuscesi ad ottenere la dichiarazione pubblica e ufficiale relativa all'unità comunista autentica riassunta qui sopra, tutto diventerebbe subito più chiaro (e dimostrerebbe l'abbandono di ulteriori calcoli rinnegati.) La dinamica positiva si verificherebbe subito: tanto per le elezioni europee, quanto per i referendum in difesa della lettera e dello spirito iniziale della nostra pregiata Costituzione partigiana, quanto per l'organizzazione delle lotte sociali e contro la guerra (ovviamente senza nessuna implicazione di ordine di priorità in questo elenco.)

Le questioni di personalità diventerebbero secondarie. Anche se si continuerebbe ovviamente ad insistere per il rinnovamento accelerato dei dirigenti e dei quadri del Partito (riunificato o in processo di riunificazione**) a tutti i livelli. Le ragioni per tale rinnovamento dovrebbero essere ovvie a tutte/i nel difficile contesto attuale, prendendo come punto di partenza l'ottimo criterio comunista classico adottato dal PCL: Cioè, quello che riguarda i salari effettivi percepiti dalle nostre e i nostri elette/i in quanto rappresentante/i del Partito. Tale punto di partenza ci permette di astrarci dalla logica demagogica di denuncia generale della cosiddetta ''casta'', denuncia demagogia che porta a considerare ''casta'' i dirigenti della sinistra e dei sindacati, come pure i lavoratori della Pubblica amministrazione, vigliaccamente dipinti come '' fannulloni '' da un gruppo di dirigenti parassiti ed incompetenti che hanno rovinato il Paese in meno di due decenni! (Dato questa incompetenza più volte verificata, diventa chiaro che senza le paghe istituzionali attuali, il personale politico e burocratico delle destre sarebbe ancora più incompetente  ...se questo fosse mai possibile  ...Notate anche l'ironia perversa dei nostri rinnegati, Bertinotti e Diliberto in testa: per lottare contro i privilegi di ''casta'' nel Parlamento hanno fatto cancellare l'unico e derisorio (in termini finanziari) programma parlamentare utile, cioè quello relativo alla formazione dei nuovi parlamentari e delle nuove nomine alle alte cariche dello Stato! Ovviamente, che differenza poteva fare il fatto che uno come Bertinotti divene Presidente della Camera pure avendo dichiarato poco prima che della Costituzione sapeva poco e niente? Meglio dunque fare le cose con serieta e realismo, tenendoci lontani di ogni forma di demagogia troppo facile.)

A queste considerazioni viene aggiunta la pratica delle pensioni istituzionali molto generose dopo due mandati. Queste pensioni non si toccherebbero ovviamente, come non si toccherebbero i patrimoni e gli altri redditi acquisiti fuori del Partito, che se mai sarebbero oggetto di doni volontari. Ma per il bene del nostro Partito, possono e debbano essere sfruttate in un modo diverso: cioè per garantire una più ampia rotazione (turnover) delle rappresentante/i (sempre che la perizia e la rappresentanza di classe e di genere sia assicurata per incidere sui lavori parlamentari o legislativi ad alti livelli parlamentari ed istituzionali). Si permetterebbe così un accesso alla rappresentanza a turno ai più giovani e agli operai. Intanto l'organizzazione al ''grassroots level'' del Partito potrebbe gioire dell'esperienza dei militati-pensionati. Visto, dunque, la legge elettorale sfavorevole, visto le retribuzioni politiche attuali, visto il criterio classico di rimunerazione all'interno del Partito comunista, importa adottare una strategia positiva di formazione attiva dei quadri politici, sindacali e dei movimenti in modo da capitalizzare sopra tutti gli assetti disponibili. Perciò ripeto ai vecchi dirigenti che si sentono ancora comunisti e disponibili per l'azione: Il migliore contributo non è necessariamente quello di farsi eleggere a cariche elettive sopra una lista blindata. Di più, nel Partito comunista di massa che dobbiamo riunificare, dovrà sempre essere il Partito (Segreteria, Comitato Centrale, Congresso, congressi speciali o referendum e consultazioni interni) a comandare l'ala parlamentare (nel caso di partecipazione al governo oppure di appoggio critico, o di altre forme possibili da dare al Patto repubblicano di sinistra - privilegiando dunque l'Arco costituzionale - come delucidato nel Terzo capitolo del mio Libro III.).

C'è di più un bisogno urgente di scartare gli elementi che non sono comunisti (ad esempio Caruso non si è mai dichiarato comunista, non si vede allora perché si dovrebbe eleggerlo sopra una lista comunista (se non si dichiara tale); la stessa cosa va detta da tante persone scelte da Bertinotti, incluso per la Sinistra europee, gente che non ci serve, anzi che ha avvallato la confusione partiti-gruppi di interessi, assieme alla confusione tra il comunismo, considerato come ''dépassé'', e il filo-nietzschianismo-spinelliano mascherato con parole demagogiche e vuote (ad esempio, l'apologia della ''non-violenza'' mentre si votavano comunque per le missioni militari al estero). Queste confusioni andavano a pari passo con un programma rinnegato fine al midollo dell'osso come quello dell'Unione (vedi a proposito la mia critica del Programma di Prodi nella Sezione Italia come pure il Gran finale referendario della messa in scena del Protocollo sul Welfare, con 2 milioni di voti inventati par massaggiare le percentuali finali.) Ora basta! Importa dare spazio alle donne comuniste, agli operai, ai disoccupati, ai precari, ai giovani ed anche alle casalinghe ed a tutte queste categorie quando per di più sono rappresentative degli immigrati perché emersi dai loro ranghi, tanto nel Partito, quanto nei movimenti, nei sindacati e nel mondo della cultura.

Questo implica che il Partito deve mettere l'accento sopra la formazione marxista: organizzazione di stage di formazione, centri di studi locali e nazionali per approfondire i vari aspetti poi da mettere nei programmi locali e nazionali, ecc. In questo modo le nostre forze saranno rapidamente moltiplicate. Si potrà allora mettere su piede una strategia elettorale non elettoralista a tutti i livelli.

Al livello locale (municipi e regioni) concentrando sull'urgente ri-nazionalizzazione del settore dell'acqua e sopra il controllo collettivo, sotto la forma la più avanzata possibile, di tutti i servici pubblici necessari, la difesa del diritto alla sanità secondo normi nazionali ed europee, la difesa del diritto alla scuola, la difesa critica ma costruttiva del territorio e del sviluppo economico rispettosa dell'ambiente. (Nota aggiuntiva: Vedi il lancio della nuova fase di lotta a Chiaiano con il slogan Yatevenne! in http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/27-09-08JatevenneDayConfStampa.htm. Mi sembra che il Mezzogiorno si stia riprendendo in mano, che sta rinascendo. Oltre alle lotte in corsa, certamente le compagne ed i compagni di Chiaiano e della Campania dovranno tenere in mente le elezioni europee, normalmente la UE dispone di una competenza in materia di ambiente, ma non viene sfruttata in Italia da nostri Verdi ed altri Arcobaleni associati. Dovranno anche creare un Arco costituzionale regionale e municipale per spazzare via al più presto gli attuali dirigenti regionali, municipali e locali. Non si può abbandonare il potere decisionale nelle mani dei dirigenti corrotti ed incompetenti attuali.)

La lotta contro il federalismo fiscale va sottolineata in modo particolare. A questo proposito va ricordato che l'introito di qualsiasi tassa diretta o indiretta dipende della complessità e della concentrazione del tessuto economico-industriale-accademico-culturale in funzione dell'inserimento della Formazione Sociale Nazionale nell'Economia Mondiale. Una regione periferica e povera verrà dunque automaticamente distrutta dal federalismo fiscale, mentre rimarrà responsabile a titolo pieno del finanziamento e del rimborso del debito nazionale (anche sotto forma della lunga austerità imposte dalle Leggi finanziarie sempre pronti a sacrificare il Mezzogiorno), debito ''nazionale'' tra l'altro contrattato appunto per favoreggiare le industrie e le infrastrutture concentrate nel Nord e nel Centro. A esempio, la Calabria, ultima nella classifica delle regioni europee, sarebbe ancora ulteriormente impoverita, il che sarebbe da considerare come una vera e propria dichiarazione di guerra da parte degli elementi sovversivi del padronato e della Lega (che non avrebbero mai dovuto essere autorizzati ad entrare in un Consiglio dei ministri della Repubblica '' una e indivisibile '', fondata sopra il lavoro dignitoso e sopra la solidarietà nazionale). Si nota che tutte le formule cosiddette di perequazioni, non superano affatto, anzi aggravano in modo cronico, il problema strutturale dell'asimmetria della concentrazione economica, mentre creano odio e risentimento nelle zone più ricche per causa dei trasferi necessari per fare rispettare le norme repubblicane (nazionali) nei servizi sociali, anche residuali e minimi come quelli reaganiani attuali. La ''devolution'' non regola il problema del finanziamento rispettoso di norme nazionali minime, lo aggrava in modo drammatico. Per di più, crea artificialmente crisi pseudo-costituzionali ogni volta che si dovrà adattare la formula di perequazione ai mutamenti economici, oggi determinati in modo crescente fuori del controllo nazionale. Si apre allora un spiraglio auto-distruttivo peggiore di quello attualmente vissuto dal Belgio, visto che nel Belgio l'unità nazionale formale viene garantita dalla forma costituzionale dello Stato monarchico. Infine, si nota che la frammentazione regionale del fisco conduce ad un ulteriore peso dell'amministrazione dei prelievi; questa è molto più razionale e meno costosa quando questi prelievi vengono centralizzati, dando poi luogo a trasferi da parte del governo centrale, almeno per il finanziamenti dei servici sociali di competenza centrale. Dal punto di vista della finanza pubblica, il federalismo fiscale sarebbe ovviamente una bella grande sciocchezza se non serviva in realtà a mascherare il lento processo di secessione voluto dalla Lega, un partitino di sovversivi xenofobi che non pesa ordinariamente oltre al 5 % al livello nazionale, ma al quale si è offerto la possibilità istituzionale anti-costituzionale di pretendere mettere il coltello sulla gola alla nostra Repubblica ''una e indivisibile''!

Al livello europeo si poterebbe organicarsi in modo coerente per la difesa dell'Europa sociale e di pace, fondata sopra l'Europa dei popoli e sopra il ripudio della guerra.

Al livello nazionale, si ci potrebbe organizzare tanto per il ripudio delle guerre preventive e delle loro ingenti spese finanziarie (per colmo, in tempo di crisi socio-economica acuta) quanto per il ripristino urgente dello Stato sociale italiano: Diritti dei lavoratori, potere di acquisto e servizi sociali pubblici, panificazione strategica, inserimento positivo nell'Europa sociale tenuta lontana dall'inferno filosemite nietzschiano della Nato, improbabile aspirante all'instaurazione di un Nuovo Apartheid Mondiale pro-occidentale (meno di un miliardo di abitanti del Pianeta Terra impadroniti di più di 80 % di tutte le risorse mondiali, una bella ''impronta ecologica'' ...) , uno nuovo Apartheid instaurato a favore di improbabili nuovi '' maestri del mondo '' che ignorando tranquillamente tanto Gilgamesh quanto il bravo storico romano Svetonio ...

 

7. A proposito della mobilizzazione anti-guerra e anti-basi militari straniere sul suolo italiano io sarei per la generalizzazione del metodo esemplare utilizzato dal Comitato Dal Molin, nel rispetto dell'autonomia funzionale ma anche della solidarietà concreta tra partiti politici e movimenti sociali. (Sopra Sigonella, Niscemi e la strategia americana nel Mediterraneo, vedi l'articolo molto documentato Sorgerà a Niscemi la stazione terrestre USA del piano di riarmo spaziale MUOS di Antonio Mazzeo http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/11-09-08NiscemiMuos.htm )

L'obiettivo è quello di preparare in modo capillare uno sbocco à la Rafael Correa (cioè, a termine, la chiusura unilaterale delle basi militari straniere da iscrivere nella costituzione, anche se in Italia questo potrà avvenire nel quadro transitorio della Nato.) La riflessione è la seguente. Una difesa rigorosa della Carta fondamentale della Onu e del Atto Finale di Helsinki permette di argomentare senza contraddizioni per il rafforzamento della difesa europea comune, nel rispetto assoluto del nostro Articolo 11, in totale indipendenza di tutte le potenze straniere, tanto ''amiche'' che ''nemiche'', almeno nella misure in cui queste due parole siano ammissibili nel contesto del Sistema della ONU. Non si può lealmente predicare la non-violenza alle vittime tutt'al più le si può aiutare ad utilizzare la legge internazionale, incluso il principio di legittima difesa. Nello stesso modo, nessuno Stato può abdicare la possibilità della dissuasione militare, senza abdicare la propria sovranità (Vedi l'articolo Italia paese a sovranità limitata, nella Sezione Italia del mio sito http://lacommune1871.tripod.com ) Si deve dunque cercare di soddisfare il legittimo bisogno di sicurezza militare, con la costruzione delle capacità europee in materia, nel rispetto tanto del nostro Articolo 11 quanto del principio di sicurezza collettiva della ONU, principio che prevede un Comitato di Stato-Maggiore onusiano, cosa molto diversa della Nato, la quale può tutt'al più essere legittimata come sotto-organizzazione regionale, sempre subordinata ai principi della Carta onusiana (Capitolo VII, Articoli 52-54.)

Tale scelta presenterebbe molti vantaggi: prima, si ridurrebbe i sprechi legati alle ingenti spesse militari (spesse che escano fuori del ciclo economico virtuoso produzione/consumo individuale o produttivo) dato la mutualizzazione dei sforzi intrapresi a scala europea, come pure la possibilità di massimizzare con prodotti duali, civili e militari, le inevitabili spese militari. Si nota a questo proposito che, oltre al complesso militare-industriale, ci sono anche in ballo le sovvenzioni in materia di R&D o quelle industriali dirette che vengono sottratte dentro la OMC dai Stati Uniti. Come si sa, i Stati Uniti si sono conferiti unilateralmente ed esclusivamente il diritto di escludere questo tipo di sovvenzioni dirette nella OMC con il pretesto che questi elementi riguardano la ''sicurezza nazionale americana''. Oggi i paesi politicamente membri della Nato (Articolo II) ) che hanno integrato il suo Commando Militare Unificato, sempre mantenuto sotto stretto commando US, si ritrovano automaticamente schiavi della dottrina militare del Pentagono. Così, la proiezione esterna americana determina il posizionamento delle basi nazionali all'estero (Dal Molin, Sigonella ecc. nel Mediterraneo); ma determina anche molte altre cose tra le quali, il tipo di aeri ed altri mezzi militari da comprare (ad esempio il F 35), le industrie scelte per l'indotto (comunque sempre subordinate e mantenute nel quadro della extraterritorialità abusiva della Helms-Burton, cioè riducendo la portate e le potenzialità delle nostre proprie aziende, e distruggendo preventivamente le cooperazioni militari-industriali specificamente europee.) Ma non è solo la strategia industriale-economica del Paese che viene così sacrificata. Il prezzo politico è altissimo: il peso di 121 basi militari americane nel nostro Paese, nel contesto del Asso filosemita nietzschiano Washington-Tel Aviv, continua ad alimentare la corruzione socio-politica e culturale, senza dimenticare le logge sovversive (del tipo Gladio, P2 ecc) e le mafie (erede di Lucky Luciano). Porta attualmente con sé ad un attacco frontale ai principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza, con vari tentativi di riabilitare il fascismo purché questo sia filosemite nietzschiano (come d'altronde fu dall'inizio nel 1922 fine al  ...1938 (data delle leggi razziali), dunque due anni dopo la morte del prigioniero politico Gramsci, cosa dimenticata con ricercata applicazione dai vari e volgari ''servi in camera'' in attesa, come Veltroni ed tanti altri di questi conio.).

Se venisse rispettata la nostra Costituzione porterebbe alla riduzione drastica delle nostre spese militari nel quadro della Nato (acquisti di mezzi non adatti alla dottrina di auto-difesa scaturita dal nostro Articolo 11 e dalla costruzione europea ecc.) Forse in un primo tempo non si insisterebbe più di tanto sopra un'uscita immediata dell'Italia dalla Nato in quanto tale. La Nato può ipoteticamente ridiventare una organizzazione regionale compatibile con la ONU e con la Osce  ...Può dunque ritrovare l'orgoglio del rispetto della regola dell'unanimità decisionale interna; al limite la regola dell'unanimità con l'opting out permette, senza imporre nessun veto, di rimanere fuori delle missioni che sono ovviamente contrari alla nostra Costituzione, o al destino pacifico dell'Europa civilizzata, cioè a quella Europa dei popoli e delle cittadine/i che non si riconosce radici teocratiche univoche ed artificiali (Va sottolineato qui che gli attacchi ripetuti contro Kabul, non permettono più di mantenere la finzione di missioni europee di pace in Afghanistan, da sottomettere a fasulli ''caveats'' imposti dalla Nato, in contra-distinzione con l'intervento propriamente militare americano: si tratta di guerra punto e basta, i nostri soldati essendo inutilmente esposti a situazioni perigliose per il conto altrui, al prezzo di tante distorsioni della verità e della legge internazionale. Questo avviene in un contesto di patologia generalizzata nel quale dei soldati americani, regolarmente costretti a lunghissimi periodi di servizio sul fronte di guerra, chiamano i cacciabombardieri senza verifica, causando raffiche dopo raffiche di morti tra le popolazioni civili inermi. Tutto questo è intollerabile, anti-costituzionale, e per di più non contribuisce un bel niente alla difesa dei nostri propri interessi nazionali italiani, in Europa, nel Mediterraneo, o nel mondo. Più belli sono la restituzione tardiva ma onesta e fraterna dell'Obelisco di Axum e l'ultimo trattato con la Libia. Oggi i nostri governi rinnegati sono infra-De Gasperi come ho argomentato in L'Italia, paese a sovranità limitata.)

Nel immediato converrebbe dunque generalizzare l'esempio di Dal Molin, cioè usare dei poteri municipali e regionali per impedire le nuove costruzioni militari straniere sul suolo nazionale, e poi dichiarare interi municipi e intere regioni libere di basi militari straniere, anche usando della pedagogia indotta dalle mobilitazioni pacifiche a favori dei referendum. Arriverà allora il momento dove l'Italia potrà imitare l'Ecuador bolivariano del presidente Raffaele Correa con l'appoggio della stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini. (Papandreou in Grecia aveva ottenuto fortissimi consenti popolari per la chiusura delle basi, promessa pero non tenuta al suo arrivo al potere, forse per le troppo forti pressioni esercitate sopra di lui e sopra il suo paese; nondimeno riuscì a collegare la Grecia con il movimento dei paesi non-alleati.) A quel punto la chiusura definitiva di tutte le basi militari straniere potrà farsi più facilmente che non si crede usualmente, dato che il Paese, essendo membro della UE e della Zona Euro, sarà messo al riparo di ogni attacco speculativo-economico e delle sue organizzazioni egemonizzate, il FMI, la BIRD ed il GATT in particolare. (Un esempio tipico di attacco speculativo americano fu tragicamente subito dai governi laburisti-keynesiani inglesi negli anni 50 e 60 quando rifiutavano di sacrificare il loro Commonwealth e di riconoscere la sovranità assoluta del dollaro americano, stabilito come unica moneta di riserva mondiale; il collasso del Pound Sterling nel Settembre del 1949 di quell'epoca ha durevolmente traumatizzato la City, 10 Dowing Street, il Parlamento di Westminster e più ancora il Partito laburista inglese fin qui attaccato alle teorie di Keynes.) Per parafrasare Piero Sraffa: oggi l'Italia rimarrà una portaerei avanzata americana nel Mediterranee solo se viene tradita senza rimorso da dirigenti ovviamente contrari alla Costituzione sulla quale hanno prestato giuramento.

Da questo argomento discende la necessità per il movimento contro la guerra di lanciare un vasto movimento di appoggio alle compagne ed ai compagni di Francia, attualmente traditi tanto dal PS che dal Pcf ed anche dalla LCR in realtà poco loquace al soggetto mentre Sarkozy si appresta a integrare il Commando Militare Unificato della Nato. (La Francia dispone già della dissuasione nucleare: nel quadro della difesa europea indipendente intesa nel rispetto del nostro Articolo 11, questo sarebbe prezioso perché a) ci permetterebbe di possedere subito una dissuasione nucleare minima, detta del debole al forte, adatta per la legittima difesa e b) ci permetterebbe di possedere l'attributo del potere militare che giustifica la presenza (europea) nel Consiglio di sicurezza come Membro Permanente, ma ovviamente anche la possibilità materiale obbiettiva senza la quale non si viene presi sul serio ed imprescindibile per spingere la diplomazia europea e mondiale verso il rispetto rigoroso degli Articoli IV e VI del Trattato di Non-Proliferazione, l'unica interpretazione ricevibile perché reciproca del concetto di ''disarmo'' internazionale. In breve, questi due articoli sono fondamentali perché offrano un compromesso mutualmente accettabile, compresso stabilito sin dall'inizio come unico metodo per ''cambiare le spade in aratri'' (Swords into Ploughsares): i Stati abbandonano il loro diritto sovrano a sviluppare l'arma atomica, ma in cambio i paesi già in possesso dell'arma atomica promettano di aiutarli a sviluppare il settore nucleare civile e di procedere al smantellamento del loro proprio arsenale nucleare militare. (per il TNP vedi http://disarmament2.un.org/wmd/npt/npttext.html ) Diventa chiaro che quando i nostri pitres parlano di ''non-violenza'' e di ''disarmo'' senza insistere sopra questi due articoli fondamentali del TNP, la loro attitudine ammonta solo ad una presa per i fondelli (parlando con rispetto). Vogliono il disarmo preventivo delle vittime potenziali. Non hanno capito che la Resistenza irachena gli ha già messi in ginocchio con solo qualche ''roadside bombs'', malgrado il fatto che, per 10 anni il Paese fu sottomesso ad un totale disarmo effettuato sotto monitoraggio internazionale, come pure ad un selvaggio blocco commerciale che causò la morte di almeno 700 000 persone, tra i quali migliaia di bambini, ed a due aggressioni armate menate dalla più grande potenza militare della storia assieme ai suoi alleati. (Ad esempio, questo blocco commerciale impediva l'importazione di matite per le scuole dato che le mine erano considerate materiali duali capaci di entrare nella costruzione di arme di distruzione di massa! Oggi, migliaia di bambini nascono e muoiono con varie deformazioni causate dalle armi ad uranio impoverite utilizzate dalle forze americane e alleate durante le ultime due aggressioni armate illegali. La barbarità dell'Occidente filo-semita nietzschiano causerà grande orrore tra qualche decenni quando un salto generale di civiltà ci avrà permesso di superarla!) Il caso dell'Iran, paese che ha spesso dichiarato di non volere sviluppare la bomba atomica, ma solo utilizzare il suo inalienabile diritto sovrano per dominare i processi scientifici-tecnici-industriali del settore nucleare civile, è emblematico. Si abusa della demagogia della non-violenza e del disarmo per legittimare una ulteriore aggressione militare crociata nel Medio Oriente.

Mi fermo qui, con il mio auspicio di un dibattito leale, rigoroso e comunista. Si tratta ora di un'urgenza etico-politica.

Vostro,

Paul De Marco, RH, il 13 settembre 2008.

 

NOTES: (Sopra Yeshov, le Grandi Purghe e Stalin clica qui)

* Trotzki non può essere confuso con certi trotzkisti. In particolare quando si tratta delle accuse sopra la presunta irrazionalità o i capovolgimenti della linea politica. Dispiace moltissimo quando si sente ripetere come tanti pappagalli, volontari o meno, i stessi cliché vuoti, dati per critiche trotzkiste ma in realtà inventati dalle logge borghesi occidentali (incluse quelle socialdemocratiche) per mascherare la loro complicità attiva con il fascismo e il nazismo prima del 1922 e fine a Pearl Harbor, cioè fine al 7 dicembre 1942 per gli Usa. Con le stesse motivazioni un patetico Léon Blum rimase sempre convinto di appartenere alla ''razza di Herder'', anche dopo la sua uscita del campo di concentramento, prova che non aveva capito un bel niente a Herder. O ancora un Malraux, che solo a quella data, capì che il vento stava cambiando direzione, quando l'Unione sovietica, abbandonata dal Occidente, preparava sola la vittoria determinante di Stalingrado, mentre gli Alleati occidentali rifiutavano di aprire un secondo fronte in Europa per alleviare l'Armata Rossa. In effetti, Churchill ed altri idearono lo finto e criminale sbarco destinato a fallire proprio davanti alle formidabili falesie di Dieppe, dopo avere trovato un Lord Mountbatten collegato alla Casa Reale per assumersi la responsabilità con maggiore impunità..

Tra questi cliché ci sono le patologiche imbecillità del genere : ''Socialismo in un solo paese'': ma la sola Federazione russa attuale è grande come mesa Eurasia e comprende oltre 86 ''soggetti della Federazione''. Chiediamo in oltre, è Cuba? Per illustrare brillantemente il socialismo applicato come fa tuttora malgrado il blocco inumano imposto dai Stati Uniti dovrebbe forse aspettare che tutto il mondo passasse magicamente, ed in modo simultaneo, al socialismo in una grande ''rivoluzione permanente'' mondiale insorta in un magico ''giorno J''? Queste puerilità sono forse buone per le università borghesi ma non hanno posto nei dibattiti della sinistra autentica né, a più forte ragioni, nei dibattiti tra comunisti.

Va sottolineato, che queste due critiche non si capiscono senza riferimento a Longuet e a Lenin i.e. la teoria di Longuet, un tantino determinista ed economistica secondo la quale il socialismo dovesse nascere solamente nel paese capitalista più sviluppato. Sottovalutando il ruolo delle logge massoniche, Rosa Lussemburgo, un tempo teorica della via elettorale al socialismo dato la conquista popolare del suffragio universale nei paesi occidentali più sviluppati, messe fine a questo false problema con la Rivoluzione Spartakista. Comunque, via elettorale o rivoluzione, ambedue scelte, legittime secondo il contesto storico, il problema principale della transizione al socialismo rimane quello della distruzione dello Stato capitalista, incluso gli Apparati di Stato, per rimpiazzarli con nuove istanze più adatte al controllo collettivo e più responsive alla volontà generale principalmente nel campo della proprietà collettiva (Fondi Operai, cooperative ecc.) e nel campo dell'educazione, della cultura e dell'informazione cittadina.

Sopra la ribellione di Petrograd non credo sia necessario insistere vista che la posizione di Trotzki era dettata dal buon senso politico-militare ed era forse anche più dura di quella di Lenin o degli altri bolscevichi, i quali, come si sa, avevano malgrado tutto cercato di patteggiare di buona fede con il soviet di Petrograd.. Tutti sanno che Petrograd teneva la chiave strategica marittima verso San Pietroburgo, posizione che gli impediva di essere indebolita, aprendo così la porte della capitale e del Paese intero ai nemici esterni della Rivoluzione d'Ottobre. Anche per queste ragioni strategiche Lenin decise finalmente di spostare la capitale a Mosca.

Per quello che riguarda la Guerra Fredda, si sa che Churchill non aveva mai accettato di perdere le prime elezioni tenutesi in Grand Bretagna alla fine della Seconda Guerra Mondiale, proprio nel momento in cui il falco Truman rimpiazzava l'Alleato realista ma di buona fede, F.D. Roosevelt, architetta principale con Stalin del Sistema della ONU e della sua Carta fondamentale. Per questo Roosevelt fu odiato in modo bipartizan da tutti i falchi americani forse ancora più di Stalin; questi l'accusavano di avere indebolito l'impero americano e la sua "manifest destiny", generalizzata su scala mondiale grazie alla guerra, firmando la spartizione dell'Europa a Yalta. Questi falchi misero subito a punto una strategia di ''containment'' e di ''roll-back'' forzando Stalin a regolarizzare la situazione in Cecoslovacchia nel 1948.

Le prime mosse della Guerra Fredda, annunciata dal perdente Churchill a Fulton Missouri il 5 Marzo del 1946, furono delle provocazioni americane all'interno della Germania occupata (divisa in quattro zone di occupazione), provocazioni unilaterali avvenute senza mai consultare i Francesi o gli Inglesi o, meno di tutti, i Sovietici. Prima ci fu l'introduzione unilaterale del marco tedesco nelle zone occidentali dal General americano Lucius Clay nel 1946, in effetto una presa di possesso economica; poi ci fu la Nato - 1948-1949- E poi all'inizio degli anni 50, ci fu il riarmamento tedesco voluto dagli Americani per aprire una falle nella prima tentativa di messa in opera di una difesa comune europea. Queste provocazioni occidentali dettate dagli Americani si perseguirono nella Penisola coreana, tanto da parte del falco democratico Truman che dal generale spaccone MacArthur. Si sa che l'avanzata rapidissima della Armata Rossa nella Penisola di Corea e verso il Giappone nel 1945 spinse il Giappone ad aprire vari canali per negoziare la resa senza condizioni a Washington. Questo non bastava per Washington. Bisognava anche fermare e impressionare l'Unione Sovietica, mentre in modo ancillare si umiliava quelli Asiatici concorrenti nel Pacifico che avevano avuto la temerità di spazzare via l'eredita del Commodore Perry. Churchill aveva creato un precedente con la distruzione completa ma militarmente inutile dell'antica città di Dresde, rappresaglie psicologiche per il bombardamento di Londra. Per queste ragioni fu commesso uno dei massimi crimini di guerra della storia umana, il testing della bomba atomica sopra le popolazioni civili di un paese che aveva già chiesto di arrendersi. Crimine commesso due volte, la prima volta a Hiroshima (6 agosto 1945), la seconda a Nagasaki (8 agosto 1954), due grande città rase al suolo in qualche frazioni di secondo.

Conservato il Giappone, la politica del ''containment'' e del ''roll-back'' portava allora sopra la Corea e l'Indocina francese. L'intervento unilaterale americano in Corea mascherata con una risoluzione della ONU, ottenuta in modo illegittimo approfittando dell'assenza dell'ambasciatore sovietico Yakov Malik, che altrimenti avrebbe utilizzato il suo diritto di veto; si tratta dunque di una vera e propria truffa americano-occidentale contro il diritto internazionale; non fu la prima. Oggi, quando parlano del ''inizio'', cioè dell'attribuzione delle ''colpe'' per la Guerra di Corea, certi storici ideologi sono ontologicamente incapaci di distinguere tra la guerra che implicò Nord e Sud Corea e l'intervento puramente imperialista degli USA. Per la prima, va ricordato che F.D. Roosevelt aveva chiesto a Stalin di intervenir sul fronte Est contro il Giappone, una logica di alleanza poi denunciata dai falchi attorno al Presidente Truman. Malgrado la strumentalizzazione della Commissione mista, strumentalizzazione avvenuta secondo i medesimi parametri applicati da Lucius Clay in Germania Occidentale, il governo della Resistenza del Nord aveva guadagnato le elezioni, incluso quelle clandestine tenutesi nel Sud. Infine, il 21 gennaio 1950, in un episodio che fu ripreso dall'ambasciatrice americana Avril Glaspie per ingannare Saddam Hussein a proposito del Koweït per darsi un pretesto per lanciare la prima guerra del Golfo sotto bandiera onusiana, il Segretario di Stato Dean Acheson definì davanti al International Press Club una zone di influenza americana nel Pacifico che escludeva la Penisola di Corea in un contesto nel quale quasi tutte le truppe americane erano già state ritirate. La riunificazione pareva dunque diplomaticamente possibile alla Resistenza. Dato i scontri frontalieri permanenti tra Nord e Sud, dato il riarmamento della Corea del Nord, Washington non poteva ignorare che la Resistenza coreana avrebbe cercato di riunificare la Penisola con la forza, un diritto sacro purché si evitasse una escalation extra-nazionale suscettibile di mettere i due blocchi nucleari faccia a faccia nel contesto molto teso della Guerra Fredda. Con tutto ciò, l'offensiva americana all'ONU, in una ONU allora dominata da Washington, era già pronte, come pure le truppe di MacArthur nel Pacifico (il quale sognava di attaccare la Cina Popolare di Mao Zedong ...! In questo contesto, la volontà US di strumentalizzare l'assenza del ambasciatore Malik al Consiglio di sicurezza rimane il punto ''decisorio'', se mi si conceda questo neologismo; la prova definitiva di questo argomento sta nella cosiddetta Risoluzione Acheson la quale, dopo il ritorno di Malik, cercò di aggirare il veto sovietico al Consiglio di sicurezza con una semplice maggioranza nell'Assemblea generale dell'ONU, anch'essa dominata allora dagli Stati Uniti. Di recente, io ho proposto di riabilitare questa Risoluzione Acheson come mezzo urgente per compiere la democratizzazione necessaria del Sistema Onu nel mondo contemporaneo, soprattutto per quello che riguarda la ''sicurezza collettiva'' e lo sviluppo socio-economico internazionale. Si sa che nell'ONU di origine il Consiglio Economico Sociale, subito spazzato via dal Gatt capitalista capitalista dominato dagli Usa all'immagine del FMI e della Banca Mondiale, doveva emergere come l'istanza maggiore del Sistema onusiano. Non sorprende nessuno il fatto che gli Stati Uniti, con l'appoggio di tutte le potenze occidentali, sono ormai contrarie a tale soluzione  ...Preferiscono la Nato e le guerre preventive! A questa provocazione americana in Corea, Mao messe una linea rossa: non passare il fiume Yalu (frontiera con la Cina.) MacArthur pagò con il proprio posto il non rispetto di questa linea rossa, dato che l'entrata in guerra dei comunisti cinesi riportò l'America ed i suoi alleati militari in realtà sconfitti dai volontari cinesi al fianco dei comunisti nord-coreani dietro le vecchie linee dell'armistizio, linee che sussistono tuttora tra le due Coree. Nell'Indocina francese le provocazioni furono peggiori ancora: gli Americani proposero addirittura ai Francesi di usare la bomba atomica per conservare l'Indocina (proposta incredibile, forse mirata al desiderio di mascherare il loro singolare crimine nucleare inqualificabile contro le popolazioni civili giapponesi.) La Francia rifiutò, in modo che dopo la sconfitta contro i comunisti del Vietnam guidati da Ho Chi Minh e dal grandissimo generale e Resistente Giap a Dien Bien Phu, fu firmato un trattato che prevedeva la tenuta di elezioni in Vietnam. Quando gli Americani furono sicuri che i comunisti di Ho Chi Minh avrebbero facilmente guadagnato queste elezioni, si decise di intervenire militarmente nel Sud Vietnam; così, dopo la provocazione del Golfo del Tonkin (un altra menzogna caratteristica destinata a legittimare la guerra al Congresso, e di fronte all'opinione politica americana) si inventò la teoria dei domino (in fatti una teoria della carestia da imporre all'Asia allora attratta dalla pratica indipendentista dei comunisti, visto che il Vietnam era, e rimane tuttora, il massimo produttore di rizo dell'intera regione.)

Dobbiamo ancora dire una parola sopra il cosiddetto rifiuto di Stalin di accettare il Piano Marshall così generosamente offerto per salvare le industrie americane travagliate dal acuto problema della riconversione ad una industria di pace. Tra le principali motivazioni del Piano Marshall ci fu la volontà di usare delle nocciolini per fare sgomberare dalla partecipazione al governo democraticamente eletto i comunisti francesi ed italiani, molti potenti all'epoca, visto il ruolo principale svolto nella Resistenza. La realtà è questa: l'offerta fu ideata da Baruch in modo da non lasciare a Stalin altra scelta se non quella di rifiutare. I Stati Uniti usciti dalla Seconda Guerra mondiale come prima potenza finanziaria ed economica del mondo senza avere subito nessun danno sul proprio territorio nazionale a parte il danno auto-inflitto a Pearl Harbor - offrivano un aiuto derisorio all'Unione Sovietica, totalmente devastata dalla guerra (27 milioni di morti ...), a condizione che l'Unione Sovietica aprisse i suoi conti nazionali ai valutatori dei danni americani. Il che avrebbe implicato non solo di levare i segreti ma, in modo molto più dannoso, di abbandonare la pianificazione quinquennale nelle mani americane. Tranello assai più oneroso delle pretensioni contemporanee conosciute come Consenso di Washington con la caratteristica proposta di trasferire i ministeri del Tesoro e dell'Economia alle banche private per rendere più sicuro il rimborso prioritario del debito esterno! (Lezione capita bene da parte dell'America latina ...) Questa infame trappola diplomatica fu ripetuta negli ultimi giorni da Condy Rice e dall'Amministrazione Bush nei confronti di Cuba devastata su più di mille chilometri dagli uragani Gustav e Ike. Cose, a dire vero, poche civilizzate. (vedi l'articolo del compagno e Comandante in Capo Fidel Castro Ruz http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/11-09-08AssediatiDagliUragani.htm Nota aggiuntiva: vedi pure l'articolo di Fidel relativo alla solidarietà tra i popoli ed alla dignità umana: http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/19-09-08FiguraDelBuono.htm )

Per quanto riguarda la crisi dei missili di Cuba del Ottobre 62, non abbiamo più a che fare con Stalin stesso ma si tratta ancora una volta di una tipica provocazione ani-comunista americana, visto che con la Nato, la Cento e la militarizzazione del Giappone, gli Americani avevano circondato una Urss che aveva sviluppato l'arma atomica solo sin dal 1949. (Si nota che il ''segreto'' filo-semite nietzschiano degli Stati Uniti, nella condotta della dissuasione nucleare messa al servizio del ''roll back'', consiste nel credere che, per altruismo, i comunisti esiterebbero ad usare la bomba atomica anche se attaccati, preferendo istintivamente indietreggiare. Con lo sviluppo della teoria della ''manipolazione dell'irrazionalità'' e della guerriglia moderna, Mao mostrò tutta la vacuità di questa pseudo-teoria della ''volontà'' senza coscienza, o se si vuole nelle parole di Bush, Rumsfeld, Wolfowitz e tanti altri pitres derisori, della primazia del ''essere risoluto'' (to show rivolve), l'esatta rovescia caricaturale del tenero ''being earnest'' di Oscar Wilde (vedi pure il suo emblematico poema Humanitad.) Per la Nato va ricordato che non si trattava solo delle forze americane stazionate in Germania occidentale ma anche dei radar e dei bombardieri nucleari di Norad (Alaska-Canada. Di fatti, si dovrà aspettare Lester B. Pearson per togliere queste armi nucleari del Canada, almeno ufficialmente) come pure dei radar e dei bombardieri atomici stazionati in Turchia. La decisione di Nikita Chruscev di stabilire delle base missilistiche in Cuba va dunque compresa nel contesto della corsa agli armamenti ideata da MacNamara con la logica secondo la quale se la Urss avea un Pil di meta quello degli Stati Uniti avrebbe dovuto spendere il doppio per mantenere l'equilibrio almeno quantitativo. Cuba è situata a novanta miglia delle coste americane in modo che missili di piccola e intermedia gittata potevano coprire l'intero territorio americano (risultato oggi facilmente raggiungibile con un mucchio di mini sottomarini.)

La conclusione della crisi dei missili a Cuba di ottobre 1962 fu presentata come una vittoria americana, Washington fu applaudita per non avere indietreggiato secondo la primitiva teoria del Chicken game. (Vedi al soggetto il mio Contra pitres) In realtà, l'opinione pubblica mondiale e particolarmente europea si stava schierando in modo massiccio contro gli USA in modo tale che Robert Kennedy poi assassinato , confrontato ad un indurimento del tuono dei diplomatici sovietici, presa la responsabilità di ignorare l'ultima nota minacciosa sovietica per rispondere invece alla nota più conciliate ricevuta un giorno prima: cioè, di accettare dello smantellamento dei missili sovietici in Cuba in cambio del smantellamento dei missili americani in Turchia, accordo accompagnato da un Trattato di Non-Aggressione per Cuba. Insomma una vitoria mutuale che diede poi luogo al stabilimento del Telefono rosso (ie un Telex diretto da presidente a presidente, per evitare le provocazioni dei falchi sul terreno. In effetti, durante la famosa quarantina navale imposta da Kennedy attorno a Cuba, mentre le navi sovietiche stavano avvicinandosi accompagnate da sottomarini sovietici, il Presidente John Kennedy chiese alla sua flotta di indietreggiare un poco per evitare di iniziare alcuna provocazione in modo di dare più tempo ai negoziati. A quello punto la marina americana disobbedì: Ad esempio, col pretesto di testare le sue bombe anti-sottomarine (proprio in quello contesto quando il mondo stava sull'orlo di un disastro nucleare ...!) Come si sa John Kennedy era un avide lettore del romanzo The Guns of August  ...le scalate fuori controllo politico non li piacevano più di tanto. Anche lui finì assassinato. La verità è che le affermazioni occidentali sono come quelle dei talmudisti denunciati da Spinoza e dai teologi cattolici micidiali della Contro-riforma; o, meglio ancora, come le verità della Amministrazione Bush relative al 9/11 e quelle di Powell e dei suoi maestri politici nel Consiglio dell'ONU per ''giustificare'' la seconda guerra illegale contro l'Iraq (Una volta una tragedia con Adelaï Stevenson al Consiglio di sicurezza durante la crisi dei missili; un'altra volta una farsa giocata nello stesso teatro col povero Generale Powell, incaricato di legittimare una guerra nella quale, come ex-alto comandante militare, non credeva affatto ...)

Rispetto al compagno Trotzki, un problema reale da considerare qui riguarda il rapporto dei regimi comunisti nazionali e del movimento comunista internazionale al quadro inter-nazionale composta da Stati-nazione sovrani da una parte e, dall'altra parte, al movimento comunista internazionale. Al contrario di Trotzki con la sua ''rivoluzione permanente'', purtroppo già sconfitta sin dall'inizio degli anni 20 in Germania ed in Polonia, Stalin non confuse mai questi due riferenti. Questo spiega forse perché fu capace, senza ancora possedere la Bomba A, e malgrado la presenza delle armate americane e occidentali alle sue porte, di inventare la transizione pacifica al socialismo all'Est con il concetto di ''democrazia popolare''- di gramsciana ispirazione), instaurando così il socialismo nelle terre occupate dell'Armata Rossa. Come si è detto prima, Stalin assieme à F. D. Roosevelt fu anche il massimo ideatore del compromesso giuridico epocale iscritto nella Carta fondamentale della ONU, un compromesso mirato a legalizzare la coesistenza e la competizione pacifica di regime sociali di ispirazione diversa.

Più complessa come ho detto altrove la questione della burocrazia critica legittima di Trotzki - da non confondere con l'omologazione delle usuali accuse di ''stalinismo'' che, se mai, si applicano appunto agli assassini ed agli eredi dogmatici e revisionisti di Stalin, nonché a Stalin stesso, sempre rimasto un comunista autentico.(Vedi ancora recentemente le mie critiche costruttive contro l'infantilismo dogmatico anti-stalinista, in effetti semplicemente anti-comunista, in Feu sur le quartier général/Fire on the Headquarters, nella Sezione ''Commentaires d'actualité'' del mio sito.)

La problematica legittima della burocrazia mette in questione la forma dello Stato multiculturale sovietico e dunque quella della pianificazione centralizzata (in breve la cittadinanza socio-politica identica ovunque ma nel rispetto della diversità culturale.) Come integrare il Partito ed i soviet? Come integrare la forma sovietica statale e lo Stato multinazionale, senza creare forze centrofughe? Come integrare il Partito, i soviet ed il Gosplan, riservando a ciascuno la propria funzionalità nel quadro della supremazia del Partito, garante del ordine costituzionale socialista? (La Federazione giurassica conveniva forse agli artigiani orologiai in un piccolo cantone di un piccolo paese, la cui neutralità veniva garantita da tutti i suoi potenti vicini sin dalla nascita del ordine internazionale continentale con il Trattato di Vestfalia nel 1648, ma non era certo adattata all'Unione sovietica nascente minacciata sopra tutti i fronti e bisognosa di un rapido sviluppo economico come pure di una rapida modernizzazione compatibile con l'instaurazione e la difesa del socialismo.) Come vediamo non si può sussumere queste problematiche vitali con una critica generica alla .''burocrazia''. In effetti, Trotzki ha finito per difendere la collettivizzazione delle terre come una misura necessaria per la difesa di quello che chiamava la ''rivoluzione sociale'' bolscevica. Sapeva che portò al successo della pianificazione industriale ed alla conquista della fedeltà delle masse contadine, senza le quali la vittoria contro la Germania nazista, prima potenza industriale degli Anni Trenta, non fosse stata possibile. E neanche la forte e determinante resistenza all'interno del suolo sovietico dietro le linee tedesche. Qui si verifica il Trotzki, sempre vecchio e autentico dirigente bolscevico, come dimostra di essere nella emblematica ''questione finlandese'' che gli causò l'inimicizia di un Max Shachtman, vedi www.marxists.org . E che forse portò, tramite le relazioni delle polizie segrete e degli elementi sionisti infiltrati nei due campi, all'assassinio di Trotzki per il conto della tendenza atlantica che stava prendendo corpo e che si materializzerà poi con il Complotto dei medici ebrei contro Stalin, grazie alla complicità di Ignatief ed al tradimento di Beria. Secondo me, Stalin stesso no aveva nessuna ragione di fare assassinare Trotzki, perché sotto Trotzki la IV Internazionale aveva sempre funzionato come una branche, un poco dissidente ma militante e leale sul fondo, della III Internazionale bolscevica. Sopra questo argomento vedi la e-mail riprodotta qui sotto***.

Si sa che le grandi purghe del 1936 furono lanciate quando le sessioni dirigenti di San Pietroburgo attorno a Kamenev ed altri del suo clan fecero assassinare Kirov, un giovane dirigente designato specificamente per prender il controllo di questa regione strategica. Oggi tutti i storici seri hanno ammesso che, con l'assassinio di Kirov, era anche stato pianificato l'assassinio di Stalin, il tutto nel contesto del imminente pericolo causato delle infiltrazioni naziste, sopra tutto nella regione strategica di San Pietroburgo. In questo contesto drammatico, la pratica dell'esclusione per 5 anni dal Partito usata fin qui a ripetizione contro un Kamenev - si trasformò in ''processi popolari'' messi in scena come pedagogia di guerra di massa, ma con accuse fondate ed irrevocabili per tutti i storici un può seri (vedi ad esempio le note nel mio Libro II, e l'eccellente Un autre regard sur Staline di Ludo Martens in http://www.encyclopedie-marxiste.com/histoire_staline_martens.htm Sopra Vichinski ed il processo di Zinoviev e Kamenev, vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Vyshinsky http://art-bin.com/art/omosc22m.html.)

Sopra la falsificazione del cosiddetto gulag staliniano, in realtà molto meno popolato delle prigioni e dei campi Occidentali, e certamente non razzisti al contrario di questi, vedi lo stesso Martens, come pure i capitoli relativi al soggetto nella Note 8 del mio Pour Marx, contre le nihilisme. (In riassunto quei pitres, che oggi vivono dei sussidi occidentali ma che hanno fatto carriera sotto i successori revisionisti di Stalin, assieme ai loro consiglieri americano-israeliani, hanno semplicemente messo nello stesso mucchio i prigionieri di diritto comune ed i prigionieri politici: così si arriva ad un bel numero ma uno che rimane ancora inferiore al numero occidentale quando preso su base annua, senza neanche contare i crimini coloniali dell'Occidente. Tanto i campi inglesi nel Sud Africa quanto i gas di guerra utilizzati dai fascisti nel Nord Africa ed in Etiopia o le due bombe americane lanciate sopra il Giappone. Per conto suo, a proposito dei crimine del colonialismo, PP Key dice questo: la costruzione del Transcongo costò più di un uomo per rotaia, questo detto senza referenza ai milioni di sciavi sostrati all'Africa con il cosiddetto ''commercio triangolare'' e con la Tratta dei Negri di cui parla lo stesso importante autore. Cercando di paragonare la rivoluzione inglese e quella francese a quella russa, Barrington Moore arriva alla conclusione secondo la quale le due prime fecero molte più vittime, ecc., ecc ...)

Altri '' crimini '' staliniani furono semplicemente inventati dalla borghesia e dalle logge filosemite nietzschiane e sioniste per presentare Stalin addirittura come un criminale peggiore di Hitler ! Questo da parte di gente (3 milioni secondo Benny Morris, 6 milioni secondo il calcolo ufficiale, di Ebrei eliminati nei campi nazisti in un clima di indifferenza occidentale ben studiata: Gli Inglesi e Churchill, ad esempio, scelsero di ignorare quelli Ebrei che si diedero fuoco a Londra prima del''inizio della guerra per chiamare l'attenzione delle Autorità sopra i campi nazifascisti.) gente salvata da Stalin e dai suoi Bolscevichi, al costo di oltre 27 milioni di morti sovietici durante la Grande Guerra Patriottica (alle quali vittime si aggiungono altri milioni di partigiani comunisti, incluso in Cina ed in Corea, ed altri milioni di partigiani non-comunisti, in un'epoca durante la quale i Stati Uniti impedivano ai rifugiati ebrei di sbarcare sulle loro coste. Il che mi fa dire che, con una tale idiozia esclusivista e filosemita nietzschiana a ripetizione, la prossima volta sarà senza Stalin. Come esempio di questi ''crimini'' imputati a Stalin vengono menzionati i presunti milioni di Ucraini, vittime di una presunta '' carestia '' indotta da Stalin con la collettivizzazione delle terre. Nella sua magnifica Histoire de l'Allemagne contemporaine, in due volumi, Editions sociales, 1962 (libro che dovrebbe subito essere tradotto e ripubblicato in italiano ed in tutte le altre lingue, almeno europee), Gilbert Badia mostra come, dopo il Piano Dawes e le sue sequele, cioè con il silenzioso riarmamento tedesco contro la volontà della Francia di Poincaré, il Cancelliere Hindenburg pagava questo aiuto anglosassone mantenendo più di 100 000 volontari sopra il fronte Est, dunque con il sostegno al sabotaggio costante dietro le frontiere sovietiche. Tra i nuovi storici più seri con accesso ai nuovi documenti usciti dalle Archivi si nota Mme Annie Lacroiz-Riz ( www.historiographie.info ). Questa storica francese conferma le bugie e la propaganda occidentali rispetto alla carestia ucraina del 1933. (In effetti, basta guardare la mappa dell'epoca: la gran parte delle vittime era nelle aree controllate dai banderisti e dai nazi.) Queste accuse contro la falsa carestia servano in realtà a mascherare il crimine di complicità occidentale, cioè l'inizio della ri-militarizzazione tedesca post-Versailles ed il finanziamento dei fascisti e di Hilter (anche da parte di grandi finanzieri ebrei come Max Warburg); il resto essendo affare di propaganda goebbelsiana ripresa consapevolmente e senza nessuno rimorso da tutte le cancellerie occidentali.

Nel volume due del suo libro, Badia documenta anche l'assassinio di massa degli ufficiali polacchi da parte dei Nazisti a Katyn, poi naturalmente messi da Goebbels sulle palle di Stalin, accuse oggi riprese da tutti gli ''animali ri-naturati'' (Vercors) del Est e dai loro maestri occidentali e altri ''nouveaux philosophes'' e ''nouveaux historiens''  ... di ritorno da Chicago! (Vedi volume II, p 189).

Prima di molti altri, ma senza cercare a fare rientrare la sua interpretazione molto documentata nei disegni della propaganda israeliana colorata dal processo Eichmann, incluso la storia venale delle riparazioni senza tenere nessun conto della complicità attiva delle massonerie occidentali e dei banchieri ebrei nella nascita e nella scalata al potere di Hitler, Badia ha documentato le tappe essenziali della storia della '' soluzione finale '', che non riguardava solo gli Ebrei. Messi dunque alla luce il Piano Est (p 158) di maggio 1940 di Himmler ed il Protocollo di Wannsee (p181) del 20 gennaio 1942. La soluzione finale riguardava tutte le razze cosiddette '' inferiori '', come pure le classi politiche comuniste, i gruppi omosessuali ed tutti i gruppi toccati da vari sindromi fisici o mentali. Non è tollerabile la volontà filosemita nietzschiana contemporanea di insultare la memoria delle altre vittime del nazifascismo con la fasulla teoria esclusivista della Shoah, sostituita al dovere di coscienza anti-nazifascista ed alla memoria comune della Resistenza e di tutte le vittime del nazifascismo. Non è tollerabile che vengono celebrati personalità Nazi come l'industriale tedesco Schindler - quello dei campi di lavoro e delle note '' liste Schindler '' (!) - mentre si infangano i comunisti, primi e principali resistenti al nazifascismo. La pratica israeliana e filosemita nietzschiana di considerare Stalin ed i comunisti in generale come criminali, mentre un Schindler sarebbe un '' Giusto tra le Nazioni '', deve invece essere capita per quella che è in realtà. Cioè, il fatto scellerato secondo il quale uno viene considerato '' giusto tra le nazioni '' se salva un Ebreo, perché membro della ''razza'' esclusivamente ''eletta'' da dio: una volgarità arcaica e razzista, ma anche anti-costituzionale. Un uomo vale come ogni altro uomo, la legge è uguale per tutti. Punto e basta. Si tratta qui di una robaccia tollerata sin da troppo tempo, con la complicità attiva e appunto con il '' silenzio dei giusti '', gente sempre pronte a strumentalizzare un sentimento di complicità occidentale fabbricato artificialmente, sempre pronte ad inventare coscientemente delle '' finzioni '' (vedi Semprun et al.) sopra l'esclusivista Shoah per palliare la prossima mancanza di ''superstiti'' (ebrei, ovviamente) da esibire  ... apparentemente, gli altri non servano, soprattutto se furono e sono rimasti comunisti.

Se ci fu un accanimento hitleriano contro gli Ebrei bisogna anche chiedersi perché, sapendo che l'oscurantista e superstizioso Hitler era un avide ma imbecille credente nelle teorie massoniche e cabalistiche, ed un avide lettore di Nietzsche, il quale aveva concepito il connubio pianificato tra i junker prussiani e gli Ebrei come metodo adatto per creare e legittimare quella '' razza superiore '' destinata ad assumere il ruolo regressivo ed anti-ugualitario da lui teorizzato con il suo Sovra-Uomo. Tale connubio avrebbe legittimato il ''ritorno'' alla repressione, cioè prima la repressione mentale auto-inflitta con la schiavitù teocratica ''volontaria''e oppure la repressione politica-militare, all'immagine di un Medio Evo fantasmato, sottomesso corpo e anima alle religioni. Cioè prima del ritorno della scienza in Occidente con le traduzioni arabe degli Anziani (in particolare le opere di Ibn Sina e Ibn Ruchd ecc. responsabili, tramite il dialogo con il religioso Al Ghazali, del Primo Rinascimento italiano ed europeo. Non stupisce dunque l'attacco filosemite nietzschiano contemporaneo all'educazione e all'università pubbliche!) Solo che Hitler, come tanti altri razzisti-massonici, concluse che gli Ebrei facevano in realtà parte delle razze inferiori, condannati da certi alla conversione ed allo sterminio di massa con la Seconda Venuta del Messia, dunque indegni di presentarsi come '' maestri del mondo '' al posto degli Ariani, oltre ad avere, secondo lui, causata la sconfitta tedesca durante la prima guerra mondiale e l'umiliazione del Trattato di Versailles. (Si nota qui che la profezia della conversione di una minoranza e del sterminio della maggioranza degli Ebrei è uno dei moventi principali dei neo-evangelisti americani, i più fedeli alleati dei Sionisti americani. I primi vogliono appoggiare il raduno di tutti gli Ebrei in una Grande Israele come preliminare allo stermino finale, gli altri credono di poterli strumentalizzare come un Max Warburg pensava di strumentalizzare Hitler: ho definito queste patologie razionali come logica dell'esclusivismo. Allarme purtroppo ciecamente ignorata per causa di anti-comunismo primario  ... anche in Europa!) La pulizia etnica-spirituale, nata dall'esclusivismo, diventava così totalmente ed inevitabilmente demoniaca. Robba da pitres sanguinari. Sorprende dunque che certi gruppi quelli idioti delle teorie attuali dei Grandi Fratelli circoncisi e dei Piccoli Fratelli Gentili, tanto per intenderci bene ebbero il coraggio di pretendere rimettere all'onore nel mondo contemporaneo la teoria originale di Nietzsche, per di più con la stessa pratica dei connubi con le classe dirigenti occidentali spinti anche dal Mossad ... Tutto questo non è solo patetico; non è solo pericoloso, come ho cercato gentilmente di fare capire da anni; è veramente criminale, e assai patologico. Abbiamo già spiegato altrove come, sul piano politico, queste narrative da pitres dovrebbero servire a legittimare il '' ritorno '' alla società della Deferenza verso l'Autorità - non l'autorità del metodo scientifico, s'intende, ma quella auto-conferita verso i nuovi '' maestri del mondo '' (!), una autorità mantenuta con nuove Leggi di Manu e col Martello nietzschiano - ; in modo identico queste narrative dovrebbero servire a legittimare la reintroduzione '' soft '' della nuova società della schiavitù e della domesticità. Patetico, pericoloso, criminale. Robaccia senza avvenire. (Vedi la Nota 15 sopra John Galbraith nella Sezione Italia)

Va sottolineato qui la lunga pratica costante delle logge e della cultura rabbinica-cristiana, poi ripresa da Nietzsche. Si cancella la memoria degli avversari: Ad esempio, la kabbalah ebrea (da non confondere con la tradizione biblica orale o con le vecchie profezie copiate dal libro di Daniele ecc.) fu specificamente inventata, secondo metodi già sperimentati secoli prima, con il rovesciamento emblematico della Sibilla romana, per contrastare le teorie ugualitarie della secolarizzazione dello Spirito di Gioacchino di Fiore, il quale, al contrario di San Bernardo, dei Cistercensi e dei Templari, pensava che le crociate - con la ripresa guerresca di Gerusalemme e dunque controllo del punto di arrivo commerciale della Via della Seta - erano inutili, visto che l'unica Gerusalemme valida era quella della coscienza. Non per niente i Templari, prima di Cosmo dei Medici, praticavano la contabilità a doppia entrate, ed usavano già delle comodissime lettere di creanza, facili da trasportare e da nascondere, acquistando così il ruolo di finanzieri dei regni e di guardiani dei Tesori reali, cosa sgradita da Philippe Le Bel, che ci vedeva con giustezza uno Stato nello Stato! Quella kaballah superstiziosa ed oscurantista - detestata da Spinoza -, specificamente inventata contro la secolarizzazione dello Spirito, fu un operato non dissimile a quello del '' clash delle civilizzazioni '' di oggi, ma con un oscurantismo a tendenze alchimiste adatto alle mentalità di allora; intanto, i monaci di Fiori furono obbligati ad andare underground, mentre la tomba dello loro Abate fondatore, impossibile da condannare come eretico ad Anagni (1255) perché già approvato da tre papa prima della morte di Gioacchino stesso, fu profanata e cancellata, nel tentativo vano di cancellare la sua memoria. Quando non si può profanare e cancellare la memoria, si infanga senza rimorso usando del dominio dei '' flussi di comunicazione autorizzati '' e del cosiddetto Ossequio verso l'Autorità (non-scientifica, ovviamente, quella, appunto, delle ''narrazioni'' ...) Più una persona viene vista come apologo dell'uguaglianza umana, come avversario autentico, refrattario ad ogni compromesso compromettente, più la sua memoria viene sporcata: Il caso di Stalin è emblematico di questa scellerata pratica.

Quando non si può sporcare si esclude e si occulta, con l'aiuto di tanti pitres e di tanti bassi cleri criminali: Ad esempio, la mia restituzione della legge del valore risolve un problema lasciato in aria da Marx per causa della sua morte - ma utilizzato dalle massonerie (Böhm-Bawerk, Croce ecc. tutta gente che non sa neanche fare la distinzione tra '' durata '' del lavoro ed '' intensità strutturale '', in altre parole '' produttività '', del lavoro!!!) per dichiarare il marxismo auto-contraddittorio, dunque logicamente e scientificamente fallito, mentre invece si ignorano consapevolmente tutti i difetti del paradigma economico borghese in tutte le sue varianti incluso i prolegomeni di Sraffa. Questo, secondo le mie dimostrazioni è un paradigma che non riesce mai a conciliare la micro con la macro-economia, e dunque che non riesce mai a concepire '' l'equilibrio generale '' rispettoso simultaneamente delle quantità e dei prezzi, ovvero la Riproduzione Semplice e su scala Allargata. Come non riesce mai ad afferrare le leggi di mozione del capitale dato che, contrariamente al marxismo, non possiede una teoria della produttività scientificamente valida. La teoria delle economie di scala è assai patetica da questo punto di vista, almeno per chi avrà finito, leggendomi con onesta, a capire cosa sia la composizione organica del lavoro (v/C, dove C = c+v) e quale ruolo gioca il lavoro vivo. (Vedi Contra pitres nella Sezione Italia.)

Ritorniamo un attimo ad un elemento essenziale. Un'altra maniera di concepire la critica legittima di Trotzki al sistema burocratico implica una questione dei rapporti Stato e Partito in un regime comunista formato in un grande Stato multinazionale (cioè, la federazione dei soviet versus la pianificazione centrale versus il ruolo delle nazionalità ed il ruolo dirigente del Partito comunista stesso.) Dobbiamo scordarci qui della questione del ''culto della personalità'', cioè una questione di ego e di rivalità personale legata alla genesi della Rivoluzione bolscevica da parte di due dei suoi più illustri protagonisti; astrazione necessaria perché almeno fine al 1936 la direzione del Politburo fu collettiva anche se dominata da Stalin. Fu sotto questo angolo costruttivo che tanto Stalin, attento lettore di Trotzki, quanto Mao, Gramsci, Che Guevara ecc, ecc., studiarono la questione. Il geniale Mao Zedong ne fece scaturire la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, tra tante altre innovazioni geniali come le comune, le brigate, la linea di massa e i dazibao. (Malgrado le critiche occidentali convenute, la Rivoluzione culturale maoista fece transitare in pochissimi anni l'insieme delle masse arretrate della Cina nel mondo moderno. Si ride, ad esempio, dei forni per l'acciaio eretti nei giardini dei contadini durante il Grande Balzo in Avanti: ovviamente non erano sempre dei mini forni Bessemer. Purtroppo, questo esperimento più che ogni altro fece passare milioni e milioni di contadini cinesi dal stadio dell'astrologia e dell'alchimia imposta dal alto dal regime feudale e coloniale anteriore, a quello della chimica e della metallurgia moderna, creando così, non solo una forza di lavoro convinta della necessita di dominare le tecniche moderne, ma, in un modo ancora più importante, capace di concepirsi come un collettivo di lavoratori e di cittadini responsabili del loro proprio destino, capaci di ''camminare con le due gambe''. Le critiche contro questa grande esperienza sono realmente balorde. Si è detto (con l'appoggio interno della Quinta Sezione di Deng Xiaoping, degno erede di Liu Shaoqi) che la produzione industriale fu messa a repentaglio (mentre, in realtà, nel frattempo la Cina dimostrava di essere capace di dominare, da sola, il processo nucleare moderno .. cioè la punta più avanzata delle tecniche industriali e delle conoscenze scientifiche ....) Fu detto che la Rivoluzione culturale distrusse il patrimonio storico (invece, come confermato da Joan Robinson di Cambridge, e da Maria-Antonietta Macchiocchi, fu proprio durante la Rivoluzione culturale che fu scoperta e curata la grande armata di terra cotta dell'Imperatore Qin. Si sa, tra l'altro, che detenuti politici come Deng spinsero alla distruzione delle antiche muraglie esterne di Pechino col pretesto demagogico di costruire case per i contadini poveri, azione calcolata per causare massimo rimprovero da parte delle classi piccolo-borghesi occidentali; il mondo è fatto così, è Deng fu riabilitato più volte, con tanti altri come lui, che da quel tempo dimostrarono come fosse importante che tutti i gatti diventassero grigi e pigliassero tanti topi  ...). Fu detto grossolanamente che la Rivoluzione culturale produsse un ''genocidio'', mascherando pero le falsificazioni, e se non si trattasse di falsificazioni, allora si tratterebbe di idiozia infra-universitaria, il che non è dire poco, ed io francamente non ho preferenze tra queste due alternative  ...- delle statistiche relativi all'adozione della politica del figlio unico  ...(In questo modo diventa tutta una incredibile noria ''accademica'' ...Vedi Comment on Joseph Ball's good article ''Did Mao Really Kill Millions in the Great Leap Forward? '' in Monthly Review, Sept 2006. )

Come si vede la questione della burocrazia non è una questione troppo facile anche se è fondamentale. Non può certo essere riassunta alla demonizzazione del ''stalinismo'', per di più senza differenziare tra Stalin e i suoi eredi revisionisti (come un Liberman, predecessore di Eltsin e della sua clique, e teorico con Chruscev dello Stato senza classi sociali, lo ''Stato del popolo intero''!!! Vedi ad esempio The restoration of capitalism in the Soviet Union by W.B. Bland (For the Communist League, UK) in http://www.etext.org/Politics/MIM/wim/wyl/hoxha/bland/index.html )

Io ho cercato di ritornarci sopra con la mia teoria della ''democrazia socialista'', tenendo conto di due tipi di situazione:

La prima, una situazione di transizione del capitalismo verso un Stato sociale sempre più avanzato che può sboccare al socialismo tramite il controllo collettivo dei grandi mezzi di produzione (e del credito) e della sovrappiù sociale. Vedi nella Seconda parte di Tous ensemble il mio Réformes démocratiques révolutionnaires ou lamentable Rossinante du réformisme.

La seconda, una situazione di ulteriore sviluppo delle epoche socialiste in un regime già socialista. Vedi il capitolo '' Pour le socialisme cubain '' nella seconda parte del mio Pour Marx, contre le nihilisme. Poi ho realizzato di dovere rettificare un può il mio concetto di '' democrazia socialista '' esposto in quello capitolo, perché si trattava di una generalizzazione del '' centralismo democratico '' adatto per il Partito ma non per la società intera con le sue organizzazioni sindacali, civili, culturali, sportive ecc ... Certo questa mia generalizzazione non era tale da potere sboccare sopra un pluralismo borghese di tradimento à la G. Lukacs, ma comunque non era del tutto coerente con il marxismo. Le correzioni possono essere trovate nei saggi della Sezione Pour le socialisme cubain nel mio sito come pure negli articoli pertinenti nella Sezione Commentaires d'actualité e nel mio Feu sur le quartier général citato sopra. In poche parole, la dittatura del proletariato si applica diversamente al dominio della necessità (produzione dei beni e dei servizi scambiati secondo le pratiche di scambio socialiste, da non confondere con lo scambio borghese (mercato), perché il primo tipo di scambio procede dalla pianificazione e dal controllo collettivo della sovrappiù sociale, mentre il secondo procede dell'usurpazione privata della sovrappiù tramite il peso legale e brutale della proprietà privata. La dittatura del proletariato (i.e., se si vuole lo Stato di diritto costituzionale socialista) difende, con la legge e con la forza se necessario, la proprietà collettiva e i diritti di uguaglianza, compreso al livello salariale, nel rispetto della ridotta scala salariale poi compensata con la variabile fondamentale del '' reddito globale netto '' dei focolari. A questo soggetto vedi oltre ai miei scritti, il Catéchisme socialiste di Jules Guesde in www.gallica.org . La democrazia industriale e sociale ha allora come proposito di rendere interattiva e reattiva la pianificazione centrale tramite il collegamento dei comitati di impresa, dei vari livelli governativi, delle associazioni di accademici, di tecnici e scienziati e dei consumatori, con il Gosplan e con i suoi ministeri di tutela, ed infine con il Congresso del popolo eletto in modo non divisorio come a Cuba. (Quelli che hanno studiato le proposte della Primavera di Praga facendo astrazione della propaganda occidentale avranno riconosciuto certi aspetti della democrazia socialista legata organicamente al controllo bidirezionale della pianificazione, al contrario del partitismo pluraliste borghese ed al suo atlantismo filosemita nietzschiano viscerale evidenziato nella controrivoluzione ungherese del 1956.)

In questa ottica la burocrazia rimane essenziale perché è incaricata di raccogliere le informazioni spero con un sistema diverso della contabilità capitalista con il suo fasullo PIl marginalista orientato verso il credito privato, e dunque verso l'economia speculativa considerata come più importante dell'economia reale. La burocrazia è anche incaricata dall'articolazione di queste informazioni in modo da produrre per il Partito, per la pianificazione, per il parlamentari, per il management ed i sindacati, e per i cittadini tutti, i vari scenari concreti possibili, sopra i quali il potere decisionale puramente politico deve scegliere (Ordinariamente si tratterà di leggi finanziarie, ma succederà che i mutamenti produttivi e/o legati al inserimento nell'Economia mondiale, necessiteranno cambiamenti di epoche socialiste, cioè di strutture produttive e di strutture distributrici e ri-distributrici. La burocrazia va a sua volta democratizzata (ombusdperson, comitati di cittadini ecc) ma rimane essenziale. Anzi, ad un certo punto, come spiegano Marx ed ancora più Engels, la sua missione è proprio quella di permettere il superamento (non la cancellazione) dello Stato come Stato di classe ante-socialista. Siamo qui molto lontani delle affermazioni puerili di tanti trotzkisti (e di tanti anarchici piccolo-borghesi refrattari alla pianificazione), anche se fosse meglio per tutti abbandonare i vecchi cliché per analizzare il passato ed il presente in modo più marxista e più pragmatico. Altrimenti come potremo proporci come forza politica alternativa capace di riprendere in mano il destino della nostra Repubblica e dell'Europa sociale? Dobbiamo imparare a fare del nuovo sopra la base della critica rigorosa e costruttiva del passato (il che è la definizione della ''poesia'' nel senso letterale come direbbe Croce, ma in un modo più rispettoso della prassi socio-politica. Dimentichiamo i cliché. Facciamo fiorire centinaia di fiori autenticamente marxisti!)

Al dominio della necessita va aggiunto il dominio della libertà: Cioè, la difesa costituzionale della proprietà collettiva senza se e senza ma assieme alla difesa di tutti i diritti individuali e sociali compatibili con il rispetto della proprietà collettiva. Tra questi diritti va incluso il rispetto rigoroso della vita privata e dell'intimità della gente, come pure i diritti sociali fondamentali. In un regime socialista tutto è permesso purché non si attacca la proprietà collettiva e purché non si infrange la libertà altrui (dunque tanto al livello del codice criminale che del codice civile.) Ovviamente vengono privilegiati i comportamenti più altruisti (se si vuole la lezione duratura dell'abnegazione etico-politica comunista cara a Mao e a Che Guevara.) Si nota che l'attuale dittatura della borghesia nega i diritti sociali alla maggioranza, e invade sempre di più i domini della libertà e dell'intimità dei cittadini per il profitto del capitale con la sorveglianza poliziesca nazionale ed estera Echelon, DSN ecc., marketing, pubblicità a volte subliminale, Audimat ecc., telecomunicazioni e indexing ecc.- dunque per il profitto esclusivo della borghesia come classe dominante. Perciò, oggi si assiste alle derive della tortura sotto controllo medicale (!) introdotta e praticata con i consigli degli esperti israeliani e di ebrei-americani, sempre presenti a Harvard (!) ed altrove, come Derschovitz e Huntington e tanti altri. Si sa che i Partiot Acts, eredi delle misure preconizzate dal Dott. nazista Carl Schmitt con la sua strumentalizzazione della paura e la sua demonizzazione dell'avversario caratterizzato da ''nemico'', sono necessari al livello domestico per appoggiare le guerre preventive combattute contro un presunto terrorismo di presunti '' blowbacks ''  ... (Con quale coraggio i pseudo-intellettuali e le classi dirigenti occidentali hanno potuto permettere la riabilitazione, poi affiancandola univocamente, di Nietzsche, Heidegger, Carl Schmitt, e tanti altri come Jobotinski e Erza Pound, malgrado il loro dovere costituzionale? Un dovere tradito, ad esempio, con la messa al bando revisionista nel nostro Articolo XII delle ''misure transitorie e definitive'' della Costituzione, il quale impedisce la rinascita di '' ogni forma di fascismo ''? Chi si permette di parlare del gulag di Stalin ad alta voce?

Per concludere sopra le puerilità pseudo-trotzkiste va ricordato l'argomento del cosiddetto rovesciamento costante dunque machiavellico nel senso cattivo  ...- della linea del Partito sotto il regime di Stalin. Oppure, detto secondo un Michele Basso, la presunta pratica della '' corrente alternata '' ovviamente ''opportunista'', se non peggio  ...(vedi in Contropiano le idiozie infantili del Signore Michele Basso http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/06-09-08EuropaRussiaUsa.htm . Non so se è per coincidenza o altrimenti che questo pezzo seguì la divulgazione del mio Feu sur le quartier général dove, appunto, si proceda ad una ennesima critica fraterna dei trotzkisti autentici, distinti dai vigliacchi pseudo-trotzkisti.) Ecco il passo incriminato :

'' Fin dal 1923 aveva cercato di fare comprendere all'Internazionale l'importanza centrale dell'America, anche se in quegli anni pensava ancora che il contrasto fondamentale fosse quello Usa-Gran Bretagna, in quanto la Germania era ancora disarmata. Fu accusato di ingigantire l'importanza degli USA.

Nel periodo staliniano, invece, le definizioni della politica statunitense furono subordinate a esigenze contingenti dell'URSS. Però, fino allinvasione della Russia da parte di Hitler, USA, Francia e Inghilterra erano definiti paesi imperialistici. Dalla ''Storia dell'Internazionale comunista'', a cura della Degras, prendiamo questi passi: ''La contesa fra gli imperialisti nel Pacifico minaccia di diventare una nuova guerra. Egià cominciata la lite fra Giappone, Inghilterra e Stati Uniti per le Indie orientali olandesi. La borghesia degli Stati Uniti, tanto per cominciare, stende le sue mani sull'Islanda, sulla Groenlandia e sui possedimenti inglesi e francesi nel Mar dei Caraibi''.

''I guerrafondai sono infuriati perché è fallita la loro provocazione in Finlandia, quando la gloriosa Armata Rossa ha tolto di mezzo la base preparata da loro da lungo tempo per la guerra contro l'URSS, concludendo la pace con la Finlandia, ha portato alla luce del sole i provocatori di guerra anglo- francesi, li ha costretti a tirare fuori la mano, e ha smascherato le loro vere intenzioni di fronte ai popoli...''.(3)

Dopo l'invasione della Russia, in men che non si dica, i minacciosi imperialismi occidentali per gli staliniani divennero immacolati paladini democratici, e il PC francese, il 22 giugno 1941, sostituì la parola dordine ''Né Churchill né Hitler'' con quella : ''Vive l'Angleterre''. Con lo sviluppo della guerra fredda, torneranno ad essere imperialisti. Per gli staliniani, gli USA, Inghilterra e Francia erano imperialisti a corrente alternata. '' (M. Basso op cité)

Come si è detto prima, Stalin non ha mai confuso Longuet e Lenin, rispettando ambedue nel loro contesto specifico; e non ha mai confuso i due riferenti principali, cioè il regime statale inter-nazionale ed il movimento comunista internazionale, sapendo pero utilizzare al massimo la dialettica tra questi due riferenti nella condotta della lotta di classe. Non si può riprendere la '' questione finlandese '', per poi rigurgitare le fesserie della ''corrente alternata''! In breve: Questi argomenti sono vecchi come il tradimento della Repubblica spagnola da parte del ebreo francese Léon Blum, argomenti poi generalizzati secondo il solito metodo '' talmudista-nietzschiano '', con il quale si accusa gli altri di crimini fabbricati positivamente per nascondere i propri crimini, molti concreti e molto reali. Nel 1936 la Spagna repubblicana fu tradita dalla Francia di Blum e dall'Inghilterra (un episodio che spinse G. Orwell a profetizzare la dittatura della borghesia occidentale, si bada bene : occidentale, non sovietica quando scrisse la sua denuncia del Grande Fratello in realtà ripresa della metafora del Grande Inquisitore di Dostoievski - nel suo romanzo 1984 (il rovesciamento, appunto, della data 1948, in piena guerra fredda). Fine a settembre 1939, con l'attacco hitleriano alla Polonia, avvenuto pero dopo la scellerata conferenza occidentale con Hitler a Monaco, l'Inghilterra e la Francia rifiutarono l'alleanza anti-fascista molte volte proposta da Stalin. De Gaulle lo sapeva benissimo dato che era incaricato per un tempo del III Bureau in Polonia i.e., '' ufficio dell'intelligence '', il che gli fece conoscere le teorie di Vorochilov sull'importanza dei carri armati nella guerra moderna, anche queste ignorate dai suoi maestri amanti della Linea Maginot a prescindere del vuoto difensivo creato dalla ''neutralità'' del Belgio (!). Tra questi, Léon Blum che addirittura non volle neanche allungare la portata dei cannoni francesi per non ''provocare'' Hitler, malgrado le rioccupazioni e militarizzazioni della Saar (1935) e della Renania  ... (In Germania stessa, come documentato a fondo da Gilbert Badia, fu ancora peggio, visto che i dirigenti filo-semiti nietzschiani tedeschi, incluso Hilferding e molti altri ebrei tedeschi sovra-rappresentati (Hilferding fu addirittura '' sorpreso '' quando i nazisti vennero a prenderlo a casa ...tanto per dire), rifiutarono tutte le proposte di alleanza fatte dai comunisti, anche durante lo sciopero generale condotto nella capitale Berlino, sciopero che era stato chiamato per resistere alla presa del potere hitleriana. I comunisti tedeschi non potevano comunque allearsi con i rinnegati tedeschi con gli occhi chiusi, come certi pretendono, con il rischio di snaturare il proprio Partito, di tradire il proletariato e di rompere con l'alleato di classe naturale, l'Unione sovietica ...In Italia, si dicono identiche fesserie opponendo, ad esempio, un derisorio Tasca ad un Gramsci. (Intanto, se il passato può illuminare il presente, vedi l'attitudine di insofferenza dei comunisti reali italiani verso la clique rinnegata di Bertinotti la quale cerca, con tutti i mezzi, di eliminare il Partito in quanto partito comunista  ...in una chiara ripresa del modello fliosemite nietzschiano e rinnegato di Kautsky-Bernstein-Erbert et al., indifferente alle lezioni del passato ed alla logica infernale dell'esclusivismo.) Trotzki, reso paranoide per la lucidata relativa al razzismo micidiale nazista, militava per tale unione a tutti i costi, solo per salvare gli Ebrei tedeschi poveri abbandonati e venduti dai filo-semiti nietzschiani ebrei ed altri (Trotzki li chiamava '' gangster '') fino al 1939 (ed al 1942 per quello che riguarda gli Stati Uniti)

Rimane che dopo settembre 1939, l'Inghilterra entrò in guerra. Dopo maggio 1940 la Francia era totalmente sconfitta, e di maggio a giungo 1940 fine al 7 dicembre 1942 (Pearl Harbor) l'Inghilterra debbi fare fronte sola all'attacco nazista con l'aiuto dei suoi Dominion e quello della Unione sovietica (che nessuno, anche in mala fede, poteva mai scambiare come un alleato dei nazisti.). Allora, Stalin avrebbe forse dovuto continuare a gridare '' A basso gli imperialiste inglesi '' dopo il 1939? O dopo il 1941, come dice il signore M. Basso? Diventa proprio un colmo! E si ci chiede sul serio '' Ma come è possibile ?'', anche sapendo benissimo come viene effettuata la selezione universitaria e giornalistica! In ogni caso Trotzki non proferiva balle di questo tipo. Perciò come mostra le sue diatribe con Max Shachtman, non è del tutto sicuro che il suo assassinio fu causato dai bolscevichi. (Vedi sotto)

*** Sopra l'assassinio di Trotzki

E-mail: [controg8] Fw: [Cslist] Martedi' 4 dicembre ore 15:30 a Lettere presentazione del libro "Tango Connection" di G. Casarrubea]]

Care compagne, cari compagni,

 

Questo approfondimento del soggetto fondato sopra gli Archivi è molto interessante.

 

Per parte mia, noto la frase seguente : L'alleanza sotterranea tra intelligence Usa e neofascismo si concretizza anche sul confine orientale, dove gli agenti statunitensi non esitano a scendere a patti con gli ex repubblichini per fronteggiare la 'minaccia comunista' incarnata dal maresciallo Tito

 

A questo punto credo che sarebbe abbastanza facile per i professori Casarrubea e Cereghino (o alcuni dei loro collaboratori) chiarire la storia dell'assassinio di Trotzki. Che appunto mette proprio in atto gente (italiane, ex-repubblicani spagnoli, agenti sud americani vari ecc.)

 

Secondo le prove informali ricavate da una rigorosa analisi del materiale teorico e storico disponibili si arriva ad ipotizzare con una certa coerenza un assassinio in provenienza proprio da questi gruppi. I punti di partenza dell'analisi sono: a) il fatto che Stalin non aveva motivi per assassinare quello Trotzki della questione finlandese e per di più esiliato fuori d'Europa; b) l'animosità del Giudeo-americano Max Shachtman proprio a proposito di questa questione filandese (la critica all'Unione Sovietica dopo il patto Sovietico-Germano, mentre gli USA praticavano il Cash and Carry  ...vedi Trotzki e Shachtman in http://www.marxists.org ) Il contesto è quello della trasformazione delle AFL e CIO in AFL-CIO-CIA con la comoda scusa della guerra al fascismo e dell'alleanza con l'Unione sovietica dopo il 42. Molti autori americani sin dagli anni 70 hanno mostrato l'infiltrazione di questi agenti ''sindacali'', detti ''sindacati liberi'' (sic!) in Europa nel immediato dopo-guerra. Questi hanno poi contribuito a destabilizzare i Partiti comunisti e i sindacati rossi in Europa, particolarmente in Francia (FO, SFIO del giudeo-atlantico Léon Blum ecc ) ed in Italia Spinelli, Nenni ecc (i vari rinnegamenti sperimentati nel nostro Paese a punti strategici del svolgimento storico.) In Grecia ci fu il massacro ordinato da Churchill. c) il filo-semitismo di Stalin che contribuì a propagandare il comunismo nei Stati Uniti negli anni 20 e 30, ad tal punto che la storia ufficiale non ne rende conto, proprio perché ''ripulita'' dal maccartismo e dal sionismo di destra oggi dominante. d) l'ambiguità dei comunisti Ebrei sovietici durante tutto il periodo di progressione del nazifascismo in Europa, dal 1922 al 1940; in maggioranza questi non saranno mai trotzkisti, ma saranno in contato stretti con gli elementi ebrei di sinistra in America, particolarmente a New York, centro moderno del giudaismo religioso (o se si vuole del Sanhedrin dopo la fuga di Germania.) I nessi tra questi mandatari giudeo-sovietici e le reti americane, per lo più infiltrati dai gruppi anti-comunisti accennati prima, sono centrali a questa storia. e) Tutto diventa più chiaro con l'epilogo: cioè, dopo la creazione di Israele (a datare, per i fini di questa storia, non dalla Proclamazione del 1948 ma dal momento in cui gli Alleati, e poi l'ONU, discuteranno sul serio del futuro del mandato di Palestina) Da questo momento (cosa che non capitò dopo la dichiarazione di Balfour) la priorità degli Ebrei sovietici sarà Israele con il progetto sionista messo sopra, ed in realtà contro (concetto di ''razza eletta'') il progetto di emancipazione comunista. Perché sin dall'inizio non si tratta solo della volontà mezza comprensibile nel contesto del dopo guerra (anche se dubbiosa in termini di difesa dei diritti umani) di un Stato-asilo contro ogni possibile ricorrenza della volontà di sterminio, come pensavano appunto i stalinisti sin all'inizio (di fatti, il Stalin teorico della questione nazionale, aveva proposto di creare uno Stato Ebreo federato all'interno dell'Unione Sovietica); si tratta invece di sionismo vero è proprio (lo dicono le riserve dei sionisti emblematicamente detti ''politici'' da sempre convinti che sarebbe stato moralmente impossibile stabilire un Grande Israele con il Tempio in Palestina.) Con Stalin si poteva ancora sperare ad una mediazione : cioè un sionismo socialista, ma questo sogno non aveva realtà come dimostreranno le derive teocratiche disugualitarie dello Stato di Israele subito dopo la sua creazione con l'emergenza rapida della dominanza delle Sezione teocratiche americane. Stalin permise la creazione dello Stato di Israele trasferendo grandi quantità di armi nel 47 e nel 48 e negli anni successivi.

Quando decise di mettere fino a questo trasfero per tentare di ristabilire le tendenze socialiste tramite la Cecoslovacchia (vedi la collusione Slanski-Kriegel) e la Germani dell'Est e di iniziare la lotta contro il sionismo vero è proprio nell'Unione Sovietica e nel blocco dell'Est, fu vigliaccamente assassinato dai sionisti con l'aiuto di Beria. Beria a sua volta fu assassinato perché aveva concordato di trasferire tutto il Blocco dell'Est agli Americani in cambio di aiuti economici (!) ed in cambio del suo riconoscimento come capo dell'Unione Sovietica. Questo tradimento compone il background della ribellione contro-rivoluzionaria ed sionista-otanesca del 56 in Ungheria assieme alla falsa ortodossia (pluralismo politico e culturale, cioè ritorno alla cultura del capitalismo filo-semitico delle vecchie logge massoniche), di Lukacs. (Questo piano di Beria risulta essere proprio il piano portato in porte nel 1987-1991 da Gorbatchov e da Eltsin con le sue cliques di apparatckicks sovra-rappresentati di origine ebrea, gente che rovinò il Paese (le due guerre di Cecenia, cioè la strumentalizzazione del nazionalismo per distruggere l'Unione sovietica dall'Interno, sono state teorizzate da Beresovski per Elstine e per i suoi maestri Israelo-Americani, desiderosi di impadronirsi della massa euroasiatica secondo il loro vecchio concetto geostrategico ripreso dal plagiare Brzesinski nel suo patetico Gran Gioco mezzo seppellito in Iraq.); questi presunti ''maestri del mondo'' cercarono poi di impadronirsi illegalmente di tutte le sue ricchezze strategiche, privatizzandole a colpi di corruzione mafiosa. Non sono ancora state spazzate via ed espropriate da Putin, robba di cattivo di male auguro per il futuro della Russia. f) infine queste derive teocratiche razziste prendono oggi due caratteri principali: 1) la guerra preventiva di Sharon-Bush (distruzione di tutti i rivali ideologici e, economici e militari, trasformazione proto-coloniale del Medio Oriente, creazione di una Grande Israele con la ricostruzione del tempio illegittimo di Salomone - per il quale non esiste nessuna prova archeologica. Questo sarebbe un tempio da stabilire come la nuova Inquisizione sola maestra dei ''flussi autorizzati delle comunicazioni'' in un mondo massonico-filo-semite nietzschiano composto di Grandi Fratelli Ebrei e di Piccoli Fratelli Gentili o goyim (viz. il filo-semitismo di Nietzsche e la sua politica matrimoniale destinata ad unire i Junker e gli Ebrei per fabbricare una casta dominante appoggiata sopra una narrazione storico-ideologico anti-vangelo ed anti-ugualitaria. Nietzsche odiava San Paolo per il suo universalismo ugualitario.) 2) la condanna del stalinismo reale perché, come si è detto sopra, era proprio il porta-voce di un comunismo intransigente sopra i principi fondamentali teorici (collettivizzazione dei mezzi di produzione, democrazia socialista difesa dalla dittatura del proletariato contro la dittatura della borghesia ecc.) Così Stalin è considerato dalla borghesia e dai sionisti come il vero nemico dei sionisti e della società di classe e di caste. Le critiche a Stalin sono necessari ma come per tutti gli altri -Trotzki, Bukarin ecc - debbono essere costruttive e debbono originare con considerazioni comuniste, non con clichés borghesi e sionisti od altri.

Oggi, i pitres e i bassi cleri da me denunciati vanno avanti con questo progetto: dopo avere distrutto le organizzazioni autonome del comunismo (in Unione Sovietica, nei Paesi dell'Est, in Iugoslavia) vogliono oggi distruggere quello che ne rimane, cioè, le organizzazioni autonome costituite dai sindacati rossi (vedi le tendenze attuali di certi cerchi minoritari ma dominanti nella CIGL e nella CGT, gente che vuole integrare a tutti i costi la CES cioè gli eredi europei dei vecchi ''sindacati liberi'' cioè gialli) e dai partiti comunisti (potenzialmente ancora al 12 % solo dal punto di vista aritmetico, mentre, nel caso della tenuta di un Congresso di riunificazione riuscito di tutte le forze comuniste nel contesto di regressione attuale di classe, i comunisti ritornerebbero subito ad essere il partito di massa più consequente, tanto in Francia, come in Italia e in tutta l'Europa (la Germania avrà bisogno per qualche tempo di una mediazione particolare visto la sua storia recente, ma non di meno porterà avanti avanti un reale socialismo malgrado il nome, speriamo un ''riformismo rivoluzionario'' tale che auspicato dalla Spartakista Rosa Luxemburg e rivisitato nella seconda parte del mio Tous ensemble (vedi ''Réformes démocratiques révolutionnaires''.)

 

Malgrado le prove disponibili (Vishinski ecc), i sionisti hanno vigliaccamente voluto incriminare Stalin per l'assassinio del suo delfino anti-sionista Kirov da loro comandato, quando doveva sostituire la clique Kamenev alla direzione della regione altamente strategica di Leningrado; l'assassinio di Stalin è indiscutibilmente la loro opera. Per le stesse ragioni, l'assassinio del bolscevico autentico Trotzki (Trotzki non era un Kamenev, per intenderci) risulta essere pure la loro opera, come appare da quello che fu detto sopra. Gli Archivi debbono ora parlare. Non solo gli Archivi occidentali ma anche gli Archivi sovietici.

 

Non so se vi sarà possibile comunicare questa breve nota ai professori Casarrubea e Cereghino, chiedendoli scusa per il carattere un può vacillante del mio italiano scritto.

 

Paul De Marco

 

Martedi' 4 dicembre 2007
ore 15:30 [Palermo]
Facolta' di Lettere e Filosofia
Aula Seminari

- Presentazione del libro: "TANGO CONNECTION"-

L'oro nazifascista, l'America Latina e la guerra al comunismo in Italia.
1943-1947 (Bompiani) di Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino

Interverra' l' autore GIUSEPPE CASARRUBEA

Nel 1945 inizia la "sporca guerra" al comunismo nell'Europa occidentale,
di cui la tragedia di Portella della Ginestra (1° maggio 1947) è una delle
prime e più gravi manifestazioni.
Dalla ricerca risaltano personaggi rimasti invisibili per più di mezzo
secolo, i cui nomi emergono dai documenti inediti dell'Intelligence
Service di Londra, del Servizio informazioni e sicurezza di Roma e dai
rapporti riservati delle spie peroniste e franchiste. L'apertura recente
di nuovi fondi archivistici degli anni Quaranta, in Europa e nelle
Americhe, sta rivelando uno scenario storico più ampio rispetto a quello
finora conosciuto. Emergono precise connessioni tra fascismo, falangismo e
nazismo, da un lato, e l'eversione antibolscevica in Argentina e Brasile
dall'altro. Grazie all'opera occulta dei servizi segreti statunitensi e
britannici.

Giuseppe Casarrubea. Storico siciliano, è uno dei massimi studiosi della
strage di Portella della Ginestra. Tra i suoi numerosi libri:
Intellettuali e potere in Sicilia (Sellerio 1983), L'educazione mafiosa
(Sellerio 1991), Gabbie strette (Sellerio 1996), Portella della Ginestra
(Franco Angeli 1997), Fra' Diavolo e Il governo nero (Franco Angeli 1998).
Nei Tascabili Bompiani è già uscito il saggio Storia segreta della
Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra (2005). Prepara
attualmente l'apertura al pubblico del suo archivio personale (con sede a
Partinico, in provincia di Palermo), composto da migliaia di documenti
sulla storia del XX secolo, provenienti dai servizi segreti italiani,
statunitensi, britannici e dell'Europa dell'est.

Mario J. Cereghino. È nato a Buenos Aires nel 1959. Vive e lavora tra
l'America Latina e l'Europa. Lavora come ricercatore indipendente negli
archivi europei e statunitensi. Per Bompiani ha scritto, con Vincenzo
Vasile, il saggio Che Guevara Top Secret


PORTELLA DELLA GINESTRA: LA STRAGE FU LA MICCIA DI UN TENTATO GOLPE
VOLUTO DAGLI USA E AFFIDATO A CARABINIERI E NEOFASCISTI

tensione in Italia. Nell'autunno '46, il presidente Truman autorizza un
colpo di Stato per instaurare una "dittatura militare" affidata all'Arma
dei carabinieri, con l'obiettivo di mettere fuori legge il Pci di
Togliatti. L'esecuzione del piano golpista è commissionata alle squadre
armate neofasciste che in Sicilia, il 1° maggio '47, mettono in atto la
strage di Portella della Ginestra (12 morti e 27 feriti), ovvero la miccia
che dovrà innescare la reazione anticomunista. I finanziamenti arrivano in
abbondanza dall'Argentina del presidente Juan Perón. Si tratta del celebre
"oro nazista", gestito dall'Internazionale nera di Bormann e Skorzeny e da
un "governo provvisorio fascista" con sede a Buenos Aires.

Sono queste alcune delle tesi di Tango Connection (Bompiani, pp. 208, euro
9). Per realizzare il volume, Giuseppe Casarrubea e Mario J. Cereghino
hanno consultato migliaia di documenti americani, inglesi, italiani e
sloveni. In particolare, quelli dell'intelligence londinese (MI5) e del
Servizio informazioni e sicurezza (Sis).

"Il quadro che affiora dai nostri studi è a dir poco sconcertante -
spiegano gli autori - I rapporti Sis parlano chiaro: sono il Comando
militare e l'intelligence statunitensi a dare il via all'operazione
golpista tra l'ottobre e il novembre '46. Gli americani temono che
comunisti e socialisti possano vincere democraticamente le prime elezioni
politiche dalla caduta del fascismo (che poi si svolgeranno il 18 aprile.)

L'anticomunista (Upa), un'organizzazione clandestina capeggiata da generali
e colonnelli dei carabinieri (Messe, Pièche, Laderchi) e manovrata
occultamente da James J. Angleton, la superspia che vedremo interpretata
da Matt Damon nel film di Robert De Niro L'ombra del potere, sugli schermi
italiani tra qualche giorno. Gli 007 londinesi segnalano con
preoccupazione i contatti tra agenti americani, eversione nera e
personalità dello Stato italiano come, ad esempio, il capo della polizia.
Nei rapporti, si fanno espliciti riferimenti all''incidente' e al 'lago di
sangue' che daranno il via al golpe militare".

"Ma sono soprattutto le carte britanniche sul neofascismo italiano,
desecretate nel 2006, che ci permettono di comprendere il dietro le quinte
di quei mesi terribili. Si parla, ad esempio, del colonnello Charles
Poletti, il capo dell'Amgot tra il '43 e il '45. Nel giugno '47 arriva in
Italia 'in missione speciale per conto del governo americano' per
assicurare armi e denaro alle squadre armate anticomuniste. L'alleanza
sotterranea tra intelligence Usa e neofascismo si concretizza anche sul
confine orientale, dove gli agenti statunitensi non esitano a scendere a
patti con gli ex repubblichini per fronteggiare la 'minaccia comunista'
incarnata dal maresciallo Tito. Dai documenti emergono inoltre i
finanziamenti clandestini elargiti dalla Banca Nazionale dell'Agricoltura
e dalla grande industria ai gruppi paramilitari neofascisti".

"È in questo contesto che si colloca l'azione terroristica di Salvatore
Giuliano. Il suo gruppo è uno squadrone della morte agli ordini dei Fasci
di azione rivoluzionaria (Far) di Pino Romualdi, delle Squadre armate
Mussolini (Sam) e della Decima Mas di Junio Valerio Borghese. I documenti
del controspionaggio Usa (da noi ritrovati nel 2005 presso gli Archivi
nazionali di College Park, Maryland) rivelano che i contatti tra Salò e
Giuliano risalgono all'estate '44, quando un commando nazifascista inizia
a operare sulle montagne tra Partinico e Montelepre per addestrare
militarmente gli uomini della banda".

"Abbiamo sintetizzato i punti salienti delle nostre ricerche in un dossier
di 40 pagine - concludono Casarrubea e Cereghino - che l'avvocato Armando
Sorrentino presenterà la prossima settimana alle procure della Repubblica
di Palermo (strage di Portella, di cui ricorre il sessantesimo
anniversario ) e di Milano, per quanto riguarda i rapporti inglesi sulla
Bna".

"Molti dei protagonisti di quella stagione nera godono ancora di ottima
salute. Il reato di strage non è soggetto a prescrizione. Gli eccidi
siciliani sono da ricondurre a un disegno eversivo unico che va dalla
strage di Alia (settembre '46) alle esecuzioni di Li Puma, Rizzotto e
Cangelosi, dirigenti sindacali assassinati tra il marzo e l'aprile '48. 8
in quei diciotto mesi che è messo a punto il prototipo stragista che tanti
lutti provocherà nei decenni successivi, da Piazza Fontana ('69) alla
strage di Bologna ('80)".


Collettivo Universitario Autonomo
http://myspace.com/cua__palermo
http://infoaut.org
PALERMO

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

 

** Sopra la logica della Federazione comunista passo transitorio verso un congresso unitario e sopra la logica delle alleanze di classe concentriche mirate a preservare e rafforzare l'Arco costituzionale rimanente vedi la e-mail seguente:

 

Comunismo e Libertà, Mani pulite. Del 11 giugno 2008 riprodotta qui sotto:

 

Care compagne, cari compagni,

 

Ecco la comprensiva ma sconcia ed incredibile lista delle nuove privatizzazioni-liberalizzazioni di Bossi-Tremonti anticipate dall'Antitrust. Perseverare diabolicum?

Antitrust sulle liberalizzazioni "Lentezza frena crescita del Paese" in http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/economia/antitrust-liberalizzazioni/antitrust-liberalizzazioni/antitrust-liberalizzazioni.html

Andando da questo passo l'Italia intera finirà come Napoli e la Campania. Milano e Roma ci sono quasi già!

 

Io credo che il tempo sia venuto per federare tutti i partiti e tutti i movimenti sociali della sinistra autentica, e del Arco costituzionale rimanente, in una nuova Federazione politica da chiamare Mani pulite.

 

Questa formazione sarà compatibile con il necessario tentativo di ricomporre il partito comunista in un grande Partito del Comunismo e della Libertà. Sono due compiti complementari.

 

Il nuovo partito comunista dovrà approfondire le sue teorie scientifiche partendo da programmi concreti, programmi pensati come programmi nazionali e locali che dovrebbero eventualmente reggere alla sfida della governabilità, in particolare, in un primo tempo, al livello municipale, provinciale e regionale. Ad esempio, i comunisti italiani ed i futuri membri di Mani pulite dovranno diventare esperti costituzionali ed esperti dei piani direttori (di programmazione) locali, capaci dunque di fare sul serio in modo concreto. Come d'altronde fanno le compagne ed i compagni oggi in lotta a Napoli ed in Campania dove hanno capito che la gente ordinaria, agendo come cittadini a parte intera, deve imperativamente prendere le cose in mani per permettere cambiamenti socialmente e ambientalmente accettabili a tutti.

 

Il punto di congiunzione tra tutte queste forze politiche e sociali deve essere la compatibilità con una interpretazione partigiana avanzata dei principi fondamentali della nostra Costituzione. La nostra Carta fondamentale non può affatto essere considerata come un testo obsolete visto che la forma repubblicana, l'uguaglianza umana, la libertà, la solidarietà nazionale attuata con appositi servizi sociali offerti da imprese pubbliche, la forma almeno mista dell'economia ed il ripudio della guerra non possono mai essere considerati obsoleti. Lo stesso si può dire del compromesso storico molto avanzato raggiunto nel immediato dopo-guerra dagli Alleati antifascisti nella Carta fondamentale delle Nazioni Unite (come analizzato nel mio Pour Marx, contre le nihilisme.)

 

Le modalità di convivenza e di militanza teorica e concreta attive in questa nuova Federazione politica Mani pulite sono facili da concepire e da attualizzare. Basta rispettare un principio costituzionale originale, quello appunto della rappresentanza politica, cioè la rappresentanza proporzionale delle varie forze. La disciplina necessaria per mantenere tutte/i assieme con massima efficacia socio-politica e culturale sarà così mantenuta ed assistita dalla pratica del centralismo democratico autentico ma modernizzato: cioè, le decisioni programmatiche vengono prese in Congresso generale, le decisioni giornaliere vengono presse nelle altre istanze operative del nuovo partito federativo. Quando queste ultime istanze non riescono a trovare un consenso altissimo, si farà appello ad un referendum elettronico interno.

 

Questo è facile da organizzare: Ci vuole solo un sito Internet di referenza specialmente dedicato alla nuova Federazione Mani pulite. Questo sito ufficiale fornirà tutte le informazioni necessarie e sarà secondato dalle organizzazioni e dai siti dei partiti e gruppi membri (con swap di articoli e analisi ecc, particolarmente quando si farà un referendum interno). Ogni membro avrà un ''login'' personale al sito il quale gli potrà permettere di entrare nel sito e di votare; si può facilmente programmare il login in tale modo da permettere il voto solo ai membri che si sono registrati sul sito con o senza carta di membro -. da almeno 6 mezzi, in modo da permettere la partecipazione legittima di tutte e di tutti quelli che ne hanno voglia ma che non possono o non vogliano ancora prendere impegni finanziari come la membership (Dobbiamo essere totalmente aperti e in fase con i nostri tempi. Una iscrizione risalendo a 6 messi al minimo permette ad ognuno di essere totalmente informato sul soggetto in modo da potere partecipare al referendum di Mani pulite. Le condizioni di voto nei partiti politici membri debbono ovviamente essere più stretti ma debbono riguardare solo il loro proprio lavoro interno e la loro propria organizzazione interna, senza interferire con le dinamiche della Federazione Mani pulite. I gruppi di interessi possono adottare altre modalità per le loro proprie organizzazioni. In Mani pulite, una volta le decisioni prese, tramite le modalità normali o tramite referendum, saranno applicate dai dirigenti con la massima lealtà; ma questo non dovrà impedire la discussione critica interna. Mi sembra ovvio che i problemi interni più grandi possano essere risolti tramite il ricorso al referendum elettronico. Se per caso sussisterebbero ancora problemi gravi per l'unità della federazione Mani pulite allora si procederà con un referendum interno più tradizionale, sessioni per sessioni, cellule per cellule, in modo da coinvolgere tutte e tutti con la massima serietà e il massimo impegno. Il diritto di richiamo (che può anche essere un metodo di conferma) deve essere adottato tanto per Mani pulite che all'interno del nuovo partito comunista. Le sue modalità saranno allora quelle della consultazione interna tradizionale, ovviamente più impegnativa.

 

Per assicurare la nostra presenza nella società civile, molteplici appartenenze tra i membri di questa nuova Federazione ed i movimenti sociali e culturali sarà incoraggiata, ma sempre con la dovuta preservazione dell'autonomia dei ruoli.

 

Credo sia necessario metterci al lavoro subito.

 

Questa Federazione mani pulite (il nome stesso contiene già una gran parte del suo messaggio costituzionale e democratico) sarà un primo passo nella ricostruzione di un nuovo arco costituzionale. Sarà allora possibile innovare nei metodi di lavoro. In particolare, la messa in piede di gruppi specializzati capici di portare decreti e leggi davanti alla Corte costituzionale, cosa troppo ignorata o presa troppo alla leggera nel nostro Paese. (Anzi si dovrà prendere l'abitudine di lavorare sulla costituzionalità dei progetti di legge in Parlamento e poi, se non bastasse, portare le dispute davanti alla Corte costituzionale. Se questo non bastasse ancora, dovremmo allora essere pronti ad attuare referendum abrogativi, badando bene che questa strada deve essere utilizzata con parsimonia ma anche con massima fermezza per tutte quelle leggi parametriche che modificano la lettera e lo spirito della nostra Costituzione partigiana. Ad esempio, la legge in preparazione relativa al federalismo fiscale (che ci rovinerà peggio del Belgio attuale, con la generalizzazione dello sviluppo del sotto-sviluppo à la Napoli e Campania, in più ...); o ancora la legge sopra il sistema elettorale balordamente bipartizan.

 

Ovviamente i sforzi per la ricostruzione di un grande partito comunista di massa ma autenticamente marxista fa parte di questo vasto disegno di rinascita nazionale, disegno che potrà solo contribuire alla costruzione di un'autentica Europa sociale dove la Repubblica e la Nazione italiana otterrebbero il giusto posto a fianco di tutti gli altri paesi membri.

 

Vostro,

Paul De Marco

CRITICA DELL'IDEOLOGIA DELLA LEGA INFILTRATA A SINSITRA (BACK)

19 SETTEMBRE 2008 Critica appogiata sopra una lettura personale degli articoli di Diego Negri.

Cronache dal profondo nord. Inchiesta/ Prima puntata
Il popolo leghista. Epopea, mito e realtà del ''partito del popolo del nord''di Diego Negri http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Settembre08/19-09-08CronacheNord1.htm

 

Diego Negri ha prodotto un eccellente articolo sopra la Lega. Questo articolo raccoglie in modo coerente vari cliché oggi veicolati a proposito della Lega e della sua pretesa rimbalza politica. A me sembra pero interamente sbagliato per mancanza di una seria analisi di classe. Diego Negri ha ragione sopra un singolo aspetto: la natura xenofobica e demagogica di destra della Lega. Ma non sembra capire il ruolo del PD in particolare D'Alema, Veltroni e Rutelli nel legittimare la Lega che oggi, malgrado la quasi-insignificanza elettorale, si trova in posizione di fare dei ricatti solo perché fu incoraggiata sin dall'inizio dai dirigenti e dalle istituzioni rinnegati a considerarsi come la copia combattiva, seppure minoritaria, di un progetto elitista maggioritario di seppellimento della Prima Repubblica e della sua Costituzione partigiana e ugualitaria. Abbiamo dunque qui il motivo per una chiarificazione politico-teorica maggiore, visto che dal suo esito scaturisce un orizzonte teorico ed organizzativo preciso, assieme ad un quadro strutturante per la concezione delle future alleanze di classe e le future alleanze politiche. In breve, faremmo come D'Alema e gli ex-PCI (!) del Pds-Ds-PD, i quali legittimarono in modo suicidale la piccolissima minoranza sovversiva leghista, credendo di poterla utilizzare per rinnovare la classe politica italiana impantanata in Tangentopoli ma rinnegando così tutto il loro bagaglio politico-costituzionale a favore della sua nemesis filo-semita nietzschiana-spinelliana, oppure brandiremo la nostra Costituzione partigiana assieme al conflitto sociale per ricostruire l'Arco costituzionale di cui dipende la salvezza culturale, socio-economica ed etico-politica della nostra Repubblica?

 

Formulare la questione ammonta a risponderci. Per precisione più che per coincidenza la Lega nacque con il reaganismo e la sua propagazione europea, accompagnandone fedelmente le derive più devastatrici, ad esempio il cosiddetto Patto sociale del 1992-1993. Intanto, con l'attuale crisi finanziaria-economica, la Lega fa la figura grottesca del monetarista neoliberale Paulson. Impauriti, assieme ai loro banchieri ed ''imprenditori-operai'' (!) istrioni, corrano da matti sotto le ali protettrici dei Stati centrali! In Italia, in modo surreale, sembrano prendere Tremonti per una gallina ''colbertiana'' covatrice, o forse per una ''dinde'' (la proverbiale ''tacchina'' della farsa) ... un volatile pero già mezzo piumato e seduto sopra montagne di debiti! Si sa che, sin da Reagan e dal suo ''Stato minimo'' o Stato ''non-interventista'' (!) si è utilizzato con rinnovata aggressività le leve dello Stato a unico scopo privato: l'opera della ''mano invisibile'' del mercato dipende dal dominio dei ministeri capitalisti egemoni, come Bossi ed i suoi sanno benissimo, a scapito della maggioranza di destra ...

 

Prima di elaborare, dipingendo a grandi colpi di pennello, sottolineiamo l'inanità assoluta della falsa separazione ideologica tra territorio, Stato-nazione, livello supra-nazionale e livello internazionale (oppure transnazionale e globale.) Questa stessa enumerazione di ''livelli'' mostra che invece di essere degli ''opposti'' aristotelici irreconciliabili (come direbbe Benedetto Croce) sono invece dei ''momenti'' di un stesso processo, a volte contraddittorio, ma sempre refrattario ad ogni mutilazione; un processo che prede varie forme secondo la sua specifica fase di sviluppo storico. Alfiero Spinelli dimora e merita di rimanere un volgare ignoto nella storia della nostra Patria, che pure facendo astrazione della sua configurazione geografica, esisteva culturalmente secoli prima del Risorgimento e dell'Unità italiana.(Vedi Il Manifesto di Ventotene particolarmente la fine dove si consiglia di infiltrare il PCI ed i sindacati di sinistra, opera poi portata avanti da Gelli e dalle logge massoniche che assieme a tanti gladiatori oramai all'aperto, hanno distrutto la nostra Repubblica partigiana sin dalla 1991... o quasi ... perché la fine di questa storia non è ancora scritta. http://www.mfe.it/ventotene.htm ) Lo stesso va detto delle insuperabili contraddizioni rinchiuse in quel ''blocco storico individuale'' realizzato nella propria negazione come soggetto indipendente che fu incarnato nella personalità e le teorie eclettiche del regionalista risorgimentale Carlo Cattaneo (federalista milanese, attirato dalla Svizzera ma non dal ''contratto sociale'' di Jean-Jacques Rousseau, e quasi filo-austriaco come certe élite veneziane dell'epoca. Un repubblicano obbligato a patteggiare con il Piemonte per opportuniste ragioni economiche lombarde. Insomma un uomo già fuori del suo tempo e del divenire storico, naturalmente in opposizione al repubblicanesimo unitario di Mazzini o più tardi della Resistenza. Vedi per fare breve http://wikipedia.org )

 

I volgari sovversivi regionali e demagogici della Lega hanno creduto potere mettersi a cavalo del ''think globally, act locally'', cioè dell'agenda della ''global private governance'' con la quale il Paese si trasforma inesorabilmente in un pezzo di Terzo-Mondo nel cuore della UE, anzi dell'Europa (il balordo Modello del Nord-Est e della precarietà generalizzata da istituzionalizzare, con la complicità della CGIL, con il ''contratto territoriale'' opposto al ''contratto nazionale'' ed alla pianificazione strategica, ma appoggiato dalla Direttiva europea relativa alle 48, 60, 65, anzi 72 ore settimanali precarie ma raggiungibili solo a ricorrenza ... Si nota che questo (Anti)-Modello del Nord-Est, privo di grande industrie pubbliche o para-pubbliche nazionali nei settori strategici, e sprovvisto di un grande polo finanziario pubblico capace di offrire finanziamenti ed assistenza-consiglio a bassi costi, non può essere confuso con una qualsiasi difesa delle piccole e medie imprese organizzate di preferenza in cooperative: di fatti, quando anche l'indotto viene compiuto per il conto dei stranieri (dunque dal loro complesso militare-industriale (es. il F 35) e dalle loro basi militari costruite a spese nostre), i flussi di capitale non possono certo avere un bel profilo, e la R&S nazionale, dunque la nostra produttività e competitività future, meno ancora ...Vedi qui sotto la ''Nota 1'')

 

La problematica ricopre un problema reale, cioè quello dell'inserimento della Formazione sociale nazionale nell'Economia mondiale. Nel suo sentito generico, questa problematica non dipende dal regime politico, discende direttamente dell'ottimizzazione dell'inevitabile divisione internazionale del lavoro (DIL) a tutti i livelli. Certi Stati-nazioni sanno giocare questo gioco adottando una strategia economica nazionale (ad esempio il MITI giapponese o la pianificazione cinese); si ritrovano dunque in testa della classifica della divisione del mondo tra (per semplificare) Centro, Semi-Periferia e Periferia (a volte, ad esempio per i paesi bolivariani, non con lo scopo di arrivare soli in testa, ma piuttosto per contestare questa DIL in favore di termini di scambio internazionali più ugualitari e più razionali dal punto di vista socio-economici.) Certi demagoghi contemporanei si comportano come vecchi sudditi dell'impero austriaco, incapaci di pensare con la propria testa, sempre pronti a riprendere in coro le partizioni scritte altrove, con tutt'altri intenti, ma nel modo più mimetico e subalterno. Il mimetismo comunque è segno di degenerazione o di morte. Così hanno trasformato l'Italia in colonia della UE (Padania? Quanto aziende transnazionali ''padane'' rispetto alla più piccola regione tedesca? Oppure alcuni pensano che la competizione europea e mondiale si vince con il balordo Modello del Nord-Est, con vaglianti cavalieri di industria disponendo di meno di 10 operai, ma capaci collettivamente di sottrarre 170 miliardi di euro di evasione fiscale anno dopo anno ...? Vedi ''Nota 1'' qui sotto) Non sorprende che l'ideologia anti-partigiana spinelliana sia in perfetta sintonia con l'ideologia filosemita nietzschiana della disuguaglianza a oltranza (società della nuova schiavitù e della nuova domesticità Vedi la mia Nota 15 sopra John Galbraith nei brani tradotti del mio Libro III.)

 

Oggi le illusioni essendo dissipate grazie alla crisi economica-finanziaria più seria sin dal 1929, la questione diventa la seguente: con un debito nazionale di 105 % del Pil causato dai dirigenti del Nord e pagato dal Paese intero, cosa vi resta da vendere dei gioielli nazionali? Intanto, le lavoratrici ed i lavoratori sanno di avere il salario più basso d'Europa (eccetto per il Portogallo) e sanno di non potere più sperare pagare il salario individuale capitalista con ulteriori tagli nel salario differito (pensione, servizi sociali ecc.), visto che questo illegittimo margine nel calcolo del costo del lavoro è già quasi interamente dilapidato sin dal 1993, una scelta che ha aggravato l'insicurezza socio-economica poi strumentalizzata in vano da volgari Marroni e compagnia! (Vedi il Protocollo sul Welfare dell'Unione ! Vedi pure la ''Nota 2'' qui sotto.)

 

In fondo questo discorso ci rinvia al prezioso abbozzo dell'analisi del ''metodo del materialismo storico'' di Karl Marx, nel quale, ad esempio, Marx chiede cosa possa essere la ''nazione'' se non si parla di classi sociali? Tutto qui: l'uguaglianza internazionalista così cara a tutte/i le/i comuniste/i non riposa sulla negazione mutilante della nazione o del territorio, a favore del livello supra-nazionale o mondiale, riposa invece sopra l'articolazione di tutti questi livelli sapendo pero che il livello della nazione rimane insuperabile perché legato ad una lingua ed a una cultura comune che può solo permetterci di imparare altre lingue ed altre culture, di concepire fraternamente altre forme mentali (''Je est un Autre'' secondo Rimbaud.) Un'unica lingua franca mondiale rappresenterebbe solo il colonialismo mentale di un qualsiasi impero putativo, un impoverimento tragico ed auto-suicide. Ho sottolineato sopra paragrafi relativi al progetto costituzionale europeo -, l'importanza per l'avvenire della UE della Carta Fondamentale dell'ONU e dell'Atto Finale di Helsinki (1975), particolarmente per quello che riguarda l'articolazione delle nazioni nello Stato-nazione moderno. Se alcuni cercando adesso di cancellare questa preziosa eredita, i comunisti per conto loro non vorranno sottovalutare l'importanza del trattamento bolscevico della ''questione nazionale'' all'interno della Unione Sovietica, stabilita ad un colpo come Stato multinazionale compreso da 15 Repubbliche federate, e come federazione ugualitaria cittadina dei Soviet, nel sviluppo della giurisprudenza occidentale e onusiana. Coniugare l'uguaglianza cittadina con la diversità culturale fu in effetti uno degli apici teorico-politici della nostra Costituzione nel suo riconoscere varie autonomie già esistenti, ma non certo quelle da inventare ex novo assieme a vecchie e suicide tendenze irredentiste d'annunziane, fasciste, cossighiane? - solo per affossare la Repubblica, lo Stato sociale ed il Paese intero!

 

Riassumiamo qui rapidamente la narrazione offerta da Diego Negri per capire o meglio legittimare, dato che Negri parla per fine di epopea (!) la Lega come processo storico serio ed ''inevitabile''. Poi cercheremo di ripristinare rapidamente l'analisi di classe idonea alla questione. La Lega appare allora come una fase regressiva, priva di ogni avvenire. Non di meno l'Italia dovrà essere rigorosamente attenta al divenir costituzionale-reale dell'Unione Europea, intesa come Europa delle Nazioni, se non vuole ridiventare una marcia dei centri europei dominanti, per di più oggetto di nuove ''guerre d'Italia'' condotte sul piano economico ... con vari pitres affascinati dai castelli di Federico Barbarossa e dalle sue idiosincrasie imperiali-cosmiche. Secondo Gioacchino da Fiore, l'unica Gerusalemme è quella della coscienza, conclusione che porta, sin dalla Prima Rinascita, all'affermazione della secolarizzazione dello Spirito, la quale cambia non solo il concetto del divenire storico in Occidente e nel mondo intero, ma anche l'articolazione tra nazione e impero. Si tratta qui di una evidenza inconfutabile poi riformulata dall'empirismo-realista machiavelliano con la sua apologia della necessità storica della milizie popolare così ben analizzata da Gramsci come testimonianza pratica dell'ideale di unità nazionale del autore del Principe. Di fatti, per Gramsci il proletariato è concepito come il Principe Moderno, tutt'assime strumento e soggetto di un progetto più alto, quello dell'emancipazione umana grazie al superamento delle classe sociali e di se stesso come classe. Tra Gioacchino da Fiore e Machiavelli abbiamo i tre grandi sintetizzatori della cultura italiana progressista e pre-laica già florida, Petrarca, Dante e Boccaccio. La teologia peculiare di Mazzini, appoggiata sulla secolarizzazione dello Spirito e sopra il divenire storico di Vico (ma forse troppo massonica e anglofile per Marx ...) non si capirebbe senza un accenno a ancora più che ai Lumi reinterpretati dal Risorgimento. Eppure era una teologia anti-vaticana, repubblicana e interamente laica a modo suo. (Su Gioacchino vedi: Morton W. Bloomfield. Joachim of Flora in Traditio, 13, 1957, p 249-311 e Henry Motu, La manifestazione dello spirito secondo Gioacchino da Fiore, Casa Editrice Marietti, 1983; l'eredita di Gioacchino è moltiplica; dal lato positivo vedi ad esempio La Boetie Le contr'un, e Marx La Guerra dei contadini; malgrado il suo leibnizianismo vedi pure Il principio speranza di Ernst Bloch. Per il lato negativo, per l'odio viscerale ma sotterraneo dell'uguaglianza umana infiltrato nel marxologismo universitario, vedi il ruffiano EP Thompson Witness against the Beast; il suo attacco insidioso al grande pittore e repubblicano William Blake, presentato come ultimo dei Muggletoniani, cioè come ''ultimo dei Mohicans'', dunque appartenente ad una razza in via di sparizione, non è niente altro che il tentativo Burkeano-Nietzschiano di eradicare l'uguaglianza secolare e repubblicana alla sua fonte. Si tratta di un patetico ''ritorno verso mezzanotte'' piccolo-borghese accademico, assecondato dal pitre Ralph Milliband, il canto del cigno ''pecugliarmente'' inglese del modo di produzione capitalista condannato dal divenire storico. Come Ralph Schoenman, il ''cane di guardia'' Ebreo-Americano di Bertand Russell (predecessore del Ebreo-Francese Benny Levy alias Victor accanto di Jean-Paul Sartre, un ''filosofo'' celebrato dai soliti pitres che pero non ha mai letto Spinoza ...), E.P. Thompson militò pure per il ''disarmo'', ma per qui sa leggere i suoi attacchi viziosi a Althusser ed a William Blake non lasciano nessun dubbio sul sul carattere ed il suo ''contributo'' ''marxista''. La storia di co-optazione di New Left Review durante gli anni 60-70 racconta il resto. Nel suo magnifico Rights of Man (Wordsworth editions limited, ed. 1996), Thomas Paine aveva già risposta con grande maestria, in teoria ed in pratica, al ''traditore'' massonico Edmund Burke.) (Aggiunto ott 2024: su Gioacchino da Fiore vedi la Categoria Cultura nel sito http://rivincitasociale.altervista.org )

 

Cominciamo con il riassunto dell'articolo di Diego Negri, rimandando comunque ognuno all'articolo originale. Può essere riassunto in quattro tesi.

 

Prima tesi: Il ritorno a Carlo Cattaneo secondo il quale l'unità italiana non sembrava la soluzione migliore bensì al limite la meno peggiore purché l'autonomia lombarda-milanese fosse conservata. Da qua il suo presunto ''federalismo'' senza contratto sociale. Questa autonomia lombarda ridiventerebbe oggi una scelta razionale presumibilmente all'interno del processo federalista europeo spinelliano-habermassiano, ed all'interno del processo mondiale di globalizzazione. Il corollario di queste scelte ignorato da Negri è la''concorrenza senza nessun limite'' del capitale finanziario (Borsa milanese ...) dunque le privatizzazioni che si voleva sacralizzare proprio nella Costituzione europea per fortuna seppellita dai referendum francesi e olandesi e poi (il cosiddetto mini-trattato di Lisbona) seppellita di nuovo dal popolo irlandese. Oggi abbiamo sotto gli occhi i mirifici risultati di questa concorrenza speculativa di corto termine!!! (Critica preliminare: Altri, contrariamente a Cattaneo e a Negri, pensarono che l'Italia, costituzionalmente realizzata nel 1867, importava ormai creare un popolo italiano unito, se si vuole trasversalmente, senza imporre artificialmente il dominio della borghesia nordista. Tale processo andava ben oltre di quello della semplice co-optazione delle nuove élite del Sud raccontato dal geniale Lampedusa nel Gattopardo. Era un progetto demo-cratico, il cui oggetto essenziale era la creazione di un popolo sovrano. In fondo, l'unità concreta del popolo italiano fu opera di Mazzini-Garibaldi e poi della resistenza sul Piave e della Resistenza antifascista, la quale resistenza portò appunto alla Costituzione della Repubblica italiana tanta odiata dai sovversivi xenofobi leghisti e da tutte le forse arcaiche ancora attaccati ad un concetto democratico liberale dunque concretamente censitario. Questi sono quelli che propagano, con concitata vanagloria, la pulizia di Brescia mentre strumentalizzano le mafie nel Sud e della Campania per avvelenare i nostri territori, senza nemmeno esitare a strumentalizzare gli immigrati per portare avanti il loro agenda secessionista (vedi ''Nota 2''). Ieri erano quelli golpisti anti-comunisti, gladiatori e traditori della Patria denunciati dal Pci e da Pierpaolo Pasolini. Intanto, oggi, il popolo italiano sa che la loro incompetenza parassitaria ha già portato il Paese ad un livello di Terzo Mondo (vedi ''Nota 1''.)

 

Tesi seconda, corollario della prima: La Lega sarebbe un movimento progressista a modo suo, visto che raccoglierebbe il suffragio dei giovani e degli operai. (Critica preliminare: Questo mi sembra essere una mostruosa falsità propagandista. La Lega è una piccola minoranza finanziata dai banchieri e dai presunti ''poteri forti'' (e forse anche, visto il spinellianismo ambiente, indirettamente da qualche consolato o ambasciata) come Mussolini ieri. Non ha mai raccolto più del 5 o 8 % dei voti al livello nazionale pur godendo dall'appoggio trasversale delle destre e del centro-sinistra, ambedue nutrendo la speranza di strumentalizzarla per concretizzare il ''federalismo fiscale''. Oggi questo 8 % raggiunto al livello nazionale, in realtà ben meno delle forse apertamente comuniste se fossero unite tra di loro, si traduce in un 20 o 26 % più o meno ... nel Nord, ma non di più. Gli operai attratti dalla Lega lo sono per semplice disgusto e per istinto di sopravvivenza, visto che sono traditi persino dai dirigenti della CGIL (il ''contratto territoriale'' ideato contro il ''contratto nazionale'' e il sindacalismo gomperiano contro la democrazia sindacale, per colmo con l'appoggio silenzioso alla Direttiva europea relativa alla settimane lavorativa di 48, 60, 65, anzi di 72 ore nel quadro della TrentaTreu e dei suoi avatari.). Furono ancora traditi dal Prc (condotto dal pitre Bertinotti) e dal Pdci (dei pitres Cossutta e Diliberto, ancora non realmente convinti dalla palese assurdità teorica e pratica della loro linea politica opportunista e vuota di contenuti propri, che, in fin dei conto, demoralizzò la sinistra e contribuì a ''consegnare il governo a Berlusconi''.) In breve furono traditi da tutti quelli che appoggiarono non solo Prodi ma le sue guerre preventive, inclusa quella contro il diritti dei lavoratori (in primis il rifiuto di ripudiare la Legge 30 e pratica della falsa rappresentanza criminale durante il referendum relativo al Protocollo sul Welfare.) Negri crede produrre qualche effetto di simpatia quando dichiara, all'inizio del suo articolo, che Bossi fece brevemente parte del PCI mentre era influenzato dagli secessionisti del Val D'Aosta (aggiungiamo: Manipolati un tempo dal generale de Gaulle che credeva potere strumentalizzare la sconfitta dei fascisti italiani per incorporare un territorio da lui considerato francofone ... In realtà, se si fa eccezione dell'America del Nord, il Val d'Aosta è l'unico territorio in parte di lingua francese dove l'italiano invece dell'inglese ha fatto grandi progressi, per ragioni ovvie.) Comunque, Bossi non fu l'unico incompetente ancora più che ''rinnegato'' ha essere stato vicino del Pci quanto il Pci era il più grand partito di massa in Italia ed in Europa occidentale prestigio condiviso con il Pcf e quando era un partito aureolato dal prestigio della Resistenza. Anche Mussolini fece parte del movimento socialista, ma sempre Mussolini rimasse ... fine alla sua meritata fine.) Oggi molti giovani opportunisti e con i denti lunghi si sono incorporati nella Lega o nel Pdl di Berlusconi solo perché, con la pervasiva gerontocrazia ambiente, questa rimane l'unica alternativa borghese di fare carriera politica. Ma sono una piccola ed intellettualmente insignificante e pittoresca minoranza, come magistralmente dimostrato dalla manifestazioni popolari e studentesche di ieri e di oggi.)

 

Tesi terza, corollario della prima e della seconda tesi: Negri sembra volere fare il panegirico del Modello del Nord-Est, ovvero delle piccole impresse da lui date come la meraviglia degli ''imprenditori-operai'', cioè di quelli morti di fama involontari costretti al ''self-employment'' (partita iva ...) che, in altre nazioni avanzate, serve solo come cuscino per le politiche di impiego strategicamente indotte dai governi. (Critica preliminare: Questi imprenditori-operai, lontani da essere la soluzione alla tragedia socio-economica italiana, sono il frutto involontario dello fascio generale del Paese; cercano di compensare col proprio lavoro, anzi con il proprio sopra-lavoro e quello dei loro familiari e/o dei loro pochi impiegati l'incompetenza socio-economica trasversale dello Stato centrale e delle regioni. Non so quanti di voi avranno prestato attenzione al fatto che, negli ultimi anni, molte vittime tra i numerosi morti sul posto del lavoro sono piccoli ''padroni'', o parenti dei piccoli padroni, assieme ai loro impiegati. In queste categorie, come un boa costrittore, il sistema ultra-liberalizzato e privo di ogni tutela regolamentare, costringe tutte e tutti a rischiare la proprio pelle sul lavoro pure di tirare avanti. Intanto, il governo finanzia le banche private con miliardi in denaro pubblico, miliardi altrimenti indisponibili, mentre continua a vendere le ultime società nazionali e para-nazionali - Alitalia ecc -, sacrificando anche l'indotto nazionale!!!- e mentre continua a smantellare i servizi sociali e le infrastrutture.)

 

Tesi quarta, l'unica valida. Si può riassumere con due corte citazioni :

 

''Il ritardo con cui la sinistra di classe si è posta di fronte alla nuova magmatica composizione di classe e alle fasce immigrate a favorito questa dimensione comunitaria tra le fasce popolari. Non è raro sentire dire che interi settori sociali si possono lasciar stare perché non possono essere organizzati, questo indirettamente è un invito a cementificare tra la comunità locale popolare nuovi muri. Se la solidarietà e lunione di classe non vengono incanalate dentro una dimensione di utilità sicuramente rende più facile per una forza comunitaria prendere il sopravvento.'' (...)

''La semplicità degli slogan e la rapidità con cui si manifesta il programma della Lega vanno di pari passo con la creazione di un nemico accessibile a tutti: gli immigrati e un mondialismo di cui non se ne capiscono i vantaggi sul piano locale.''

 

(Critica preliminare: A questo proposito, ho già detto che questa xenofobia rimanda ad una strategia specificamente filo-semita nietzschiana e spinelliana, con tanti ''ritorni'' alla demonizzazione dell'avversario ed alla strumentalizzazione della paura, secondo le teorie del giurista Nazista Carl Schmitt. Ma cosa dobbiamo concludere? Non certo che il popolo italiano sarebbe naturalmente xenofobe. In realtà, facendo astrazione del scellerato opportunismo elettoralista di Veltroni e dei PD, prima dell'arrivo (anti-costituzionale) di Maroni al ministero dell'Interno, l'Italia aveva mostrato una incredibile capacità di integrazione dei grandi quanto recenti flussi migratori, malgrado l'assenza dello Stato in vari domini sociali, e malgrado la crescente pauperizzazione generale. Cera da stupirsi che mentre la Francia viveva la tragedia delle sue banlieues la nostra Penisola sembrava ancora disporre di qualche anni per concepire ed implementare le risposte giuste ad un fenomeno inevitabile ed in realtà mutualmente benefico, visto che gli immigrati, essendo più giovani della media, pagano più contributi rispetto ai benefici sociali ricevuti. Malgrado le debole politiche di natalità, senza il contributo demografico degli immigrati si farebbe fatica per mantenere le scuole ed i livelli di servizi sociali esistenti, in particolare i livelli di assistenza ai programmi geriatrici (non solo le ''badanti'') per una popolazione che invecchia rapidamente a causa del rovesciamento della piramide demografica spinto dalla coorte dei baby boomers. La reazione leghista appare dunque come un'isteria socio-economica e culturale contro-produttiva. In un tale contesto non possiamo certo fare come il PS francese (o come il suo mimetico pappagallo Veltroni, con tutti i PD) precipitandoci per copiare Sarkozy il quale, a sua volta, copiava Le Pen! Alle ultime elezioni, la destra italiana, Lega inclusa, no esitò a citare Le Pen affermando plausibilmente che ''la copia è peggiore dell'originale'': Certo Veltroni non si era distinto come sindaco di Roma o come aspirante alla direzione del PD designando i lavavetri ed i Rom come principali agenti della insicurezza! Non solo la destra vinse le elezioni ma, in oltre, si è offerto il lusso di mandare Alemano in Israele in accordo con la logica dominante filo-semita nietzschiana secondo la quella ... almeno fino al 1938 ... Mussolini, con l'aiuto dei suoi fascisti, era il Grande Protettore auto-proclamato degli Ebrei!!! Povero Veltroni, povero D'Alema, poveri PD! Dopo avere firmato le petizioni guerresche e criminali di Albright e finanziato con soldi pubblici, a dispetto della Memoria comune della Resistenza, i scellerati musei selettivi della Shoah in Italia, voluti da volgari Spielberg e Co (quelli delle ''liste'' dell'industriale Nazi ''Schindler'', celebrato come ''uomo giusto'', mentre Stalin, il comunista liberatore dei campi, sarebbe diventato peggiore di Hilter!!!), furono allora obbligati a protestare ... per affermare la loro presunzione seconda la quale i veri e legittimi alleati del filo-semitismo nietzschiano moderno in Italia, sarebbero loro, e unicamente loro ... Insomma, la dimostrazione della usuale mancanza di sale .. e di dignità, praticata trasversalmente nel nostro Paese sin dalla Bolognina.

 

Nel mio Tous ensemble avevo proposto di militare nel seno della UE per legare i fondi strutturali europei, allora messi in pericolo, con le politiche di accoglienza e di integrazione degli immigranti, via il lancio ed il finanziamento di opere produttive. In tal modo si poteva legare nella psicologia nazionale ed europea la questione dell'immigrazione con la pratica del sostegno della crescita economica e sociale. Purtroppo è proprio questo tipo di alternative concrete e fattibili che non serve né alla Lega , né alle destre, né al sinistro centro-sinistra attuale. Questi mulini a parole incompetenti continuano così a perorare nei mass-media, mentre utilizzano i poteri governativi solo per peggiorare intenzionalmente la situazione e per incitare i cittadini disorientati alla paura ed alla xenofobia.(Eppure si tratta di gente come Maroni, Calderoli, Bossi, Castelli e tanti altri di questa cattiva farina che non erano neanche al corrente dei programmi europei esistenti per l'accoglienza dei Rom e degli immigranti intra-comunitari ed extra-comunitari, causando così la perdita di centinai di milioni di euro disponibili.)

 

La Lega non è mai la soluzione, è sempre il verme nella frutta, sempre il problema congenito. Oggi il migliore mezzo per regolare la questione dell'immigrazione rimane quello di sconfiggere la Lega, ed in primis di farlo con il referendum revocatorio necessario per sciogliere in modo definitivo la prossima riforma sul federalismo fiscale; una riforma che rischia altrimenti di condizionare ogni altra cosa, dall'immigrazione, alla scuola, alla sanità pubblica, alle pensioni, al statuo generale dei lavoratori ecc, ecc. Chiaramente l'operaismo presunto (i.e. il ''populismo'' della peggiore spezia) della Lega non può essere la soluzione ai problemi dell'occupazione e dell'integrazione degli immigrati. La Lega non è neanche capace di risolvere realmente il problema del impiego e del potere di acquisto dei cittadini italiani al Nord, al contrario di quello che dicono le fasulle statistiche ufficiali relative al pieno impiego italiano (!). Tutti sanno che sono statistiche poco attendibili ed in realtà assai farsesche se non altro perché la partecipazione al lavoro attivo è solo di 59 % per una media europea del 67% ! (Vedi ''Nota 1'') Naturalmente, la politica leghista di repressione non avrà nessuno impatto sui flussi migratori, i quali rispondono a cause pesanti che mettano in ballo i rapporti di sfruttamento con l'altra sponda del Mediterraneo adottata fin qui dalla UE.

 

Per sfortuna, questa politica cieca e xenofobica avrà come conseguenza la distruzione dell'immagine di accoglienza e di dignità dell'Italia al livello internazionale. Tutti avranno capito inoltre che la politica della guerra preventiva all'esterno implica una guerra preventiva al livello domestico: col 9/11 Bush legittimò le sue guerre ma anche l'adozione del Partiot Act attuato per controllare i propri cittadini (con tanti di quelli Abu Ghraib, Guantanamo ed altri centri di detenzioni extra-territoriali addetti della tortura sotto controllo medico teorizzata dai vari Derschowitz, ancora tollerati ad Harvard, con l'aiuto e l'esperienza dei soliti consiglieri israeliani ...) In Italia, questa militarizzazione della vita civile domestica si fa a colpi di emergenze strumentalizzate, in primo luogo quella artificialmente creata attorno all'immigrazione. (Confrontato al rilancio dei maccartisti, il guerrafondaio ma sempre pure diplomatico Dean Acheson sentì il dovere di distaccarsene, caratterizzandoli come ''animali''; dimostrava così la sua perfetta comprensione del fatto che si corre davanti a dei guai assai grossi quando i manipolatori finiscono per credere loro stessi alle proprie manipolazioni ...) Intanto non dimentichiamo mai che fu il miserabile opportunista Veltroni (un tipo senza grande istruzione, dotato da una comprensione puramente da apparatchick, più che da giornalista della politica) allora sindaco di Roma, a legittimare i primi attacchi ''istituzionali'' contro i lavavetri ed i Rom cioè, contro i più vulnerabili socialmente ed i più vulnerabili tra gli immigrati di recente data in Italia. L'originale è indigesto. Ma la copia è sempre politicamente più cattiva dell'originale. A sinistra questo tipo di comportamento dovrebbe istintivamente provocare nausea! Va notato inoltre che la militarizzazione delle città italiane col fasullo pretesto delle emergenze rifiuti e dell'emergenza immigrazione, si iscrive in un quadro ben più drammatico, definito dall'agenda filosemita nietzschiana con le sue guerre preventive ed il suo Martello nietzschiano interno: di fatti, oggi, i Stati Uniti, più rigorosamente costituzionalisti delle destre italiane, stano cercando di scrivere una legge per permettere lo spiegamento delle forze armate (non le ''guardie civili'') nelle città americane, cosa oggi normalmente proibita. Ovviamente, le guerre preventive e la contro-informazione non sono finite malgrado la mezza sconfitta sofferta dai nuovi crociati in Iraq ed in Afghanistan ... )

Con un può di visione retrospettiva appare subito che la Lega si mantiene con il spinellianismo nutrito dalle derive dell'Europa ufficiale del dopo-Maastricht e più ancora con quelle derive scatenate dal cosiddetto Patto sociale del 1992-93. A loro volta questi processi regressivi erano nutriti dalla contro-rivoluzione monetarista mondiale lanciata da Volcker-Reagan (i.e. oggi detta ''globalismo''). Intanto la Lega non crescerebbe senza la tutela elettorale delle destre complici (se non per colpa della sparizione dall'area dei conflitti socio-culturali della sinistra, ed in primis per colpa della sinistra comunista collaborazionista, come evidenziato dalla farsa del referendum prodiano-bertinottiano del Protocollo sul Welfare.)

 

Secondo me, la Lega è già strutturalmente fallita: Il suo tentativo di generalizzazione del Modello del Nord-Est ha già rovinato il Paese. Che « modello » è quello che riposa sopra una stragrande maggioranza di piccole e medie imprese, sopra lo smembramento e la vendita delle grandi imprese pubbliche rimanenti a favore degli stranieri, anche tramite la messa in Borsa a Milano, e sopra la stragrande maggioranza di piccolissimi imprese familiari ...? (vedi ''Nota 1'') Questo anti-modello fu portato avanti a colpi di liberalizzazioni e di privatizzazioni, senza neanche servire ha ripagare il debito nazionale, in modo che si è rovinato simultaneamente il Nord, il Centro ed il Sud; ad esempio, l'Emilia Romagna che negli anni 60-70 costituiva una reale alternativa adottando un principio socio-economico secondo il quale se Roma non si prendeva le sue responsabilità, la regione utilizzava il margine di manovra disponibile nel senso del sostegno complementare allo Stato sociale ed ai servizi offerti dalle imprese pubbliche nazionali trasformando la regione in giardino dell'Europa e Bologna in vera capitale moderna del Paese per almeno tre o quattro decenni. Il poteri forti fecero poi pagare cara questa scelta, soprattuto alla città di Bologna, con la discriminazione sistematica subita nell'attribuzione delle sovvenzioni statali versati di preferenza ... al Nord-Est, già a quell'epoca (ad esempio la discriminazione in materia di finanziamento del trasporto, particolarmente il trasporto pubblico urbano, visto pero come investimento strutturante al livello della regione; o in materia di co-operative agricole ed altre, che sono purtroppo delle forme alternative di proprietà protette dalla Costituzione.) Mi sembra che il potenziale di questo tipo di interventi delle regioni, complementari ad una - anche debole - strategia economica nazionale, sia di gran lungo ben più vantaggioso e più razionale della frammentazione neo-coloniale voluta dalla Lega (del tipo ''post-fordista'' Brescia-Campania ...)!

 

Oggi, davanti alla crisi finanziaria-economica, i piccoli paesi europei sono a disaggio o sull'orlo della bancarotta come l'Islanda. Intanto a Parigi come altrove si parla di creare dei ''Fondi sovrani'' per cercare di salvare le industrie nazionali strategiche (anche se, alla verità, questi cosiddetti ''fondi sovrani'', al contrario dei miei Fondi Operai vedi Tous ensemble saranno messi al servizio dei capitali privati ... senza che si cambiasse nulla nelle regole del neoliberalismo globale, regole che hanno portato all'attuale crollo del capitale speculativo di corto termine. I Leghisti sono naturalmente troppo pigri, troppo dogmatici e troppo infatuati di loro stessi per capire che il vento ha ormai cambiato e che non gonfia più le presuntuose e regressive vele del spinellianismo e del regionalismo ''padano''. Ancora annidati sopra le loro nuvole parassitarie, le destre ed il centro-sinistra continueranno a seguirli come i ciechi nel famoso dipinto di Bruegel. Ma il popolo, con i suoi piedi saldamente ancorati sul suolo, ha già dimostrato durante le ultime manifestazioni di avere capito la necessita di un profondo mutamento nelle teorie e nelle pratiche, soprattutto al livello nazionale. Per parafrasare Marc Twain: l'annuncio della morte dello Stato-nazione fu un può prematuro.

 

Ora conviene riportare questi commenti critici in una prospettiva storica marxista più lunga anche se necessariamente in termini rapidi e succinti. Studiosi marxisti o progressisti italiani più conoscenti della nostra storia nazionale potranno approfondire più adagio. No mi sembra di essere in contraddizione con le interpretazioni più serie della nostra storia, nemmeno con quelle offerte dalla interessantissima scuola storica degli anni 60-70 che aveva cercato di restituire il contesto europeo e mondiale nella dimostrazione del divenire nazionale (Questo risulta ancora più ovvio per l'epoca moderna. Di fatti, già nel Manifesto comunista Marx mostrava come il modo di produzione capitalista era già alla sua nascita ''mondiale'' anche se portato dalle Formazioni sociali nazionali più avanzate come l'Inghilterra. Ci ritroviamo così di nuovo di fronte alla problematica dell'inserimento, poi retrospettivamente assai ovvia per i Stati-nazione almeno dopo il Trattato di Vestfalia del 1648, compreso per la Penisola italiana.) Questa storiografia mi pareva apertamente marxista, o almeno, ai suoi margini, rigorosamente rispettosa del metodo della ''sociologia della conoscenza'' applicato alla storia. (Si tratta di un filone tutto da riconquistare, visto che permette di immunizzarsi contro le derive atlantiste e globali oscurantiste fondate sopra l'ineguaglianza, che parlano dell'Europa per meglio trasformarla in una seria di protettorati imperiali tipo balcanici degli ultimi anni! Ad esempio, i Tedeschi direttamente implicati nella Riforma protestante e la contro-riforma vaticana portata avanti su scala europea e mondiale non si permetterebbero mai di ignorare , Müntzer e Lutero, anzi è proprio in questo contesto più largo che affermano il loro potente contributo all'europeanità ed all'universalità, in quanto Tedeschi (da Herder, Schiller, Hegel, Feuerbach, Marx et tanti altri.) La Guerra dei Contadini di Marx (www.marxists.org) mette in scena un Müntzer, erede di tutto il travaglio concettuale e pratico scatenato in tutta l'Europa con l'avvento della secolarizzazione dello spirito, per dimostrare sin dalle sue radici le cause del fallimento della borghesia tedesca subalterno durante la Rivoluzione Sociale del 1848. Lo sviluppo scientifico europeo mette in scena un Padre Mersenne tollerante, capace di agire come vero hub di comunicazione tra i maggiori scienziati del continente, non solo dell'Italia o di un qualsiasi Stato-città italiano al Nord, al Centro o al Sud, ecc, ma appunto questi scienziati scrivano ormai nella lingua vernacolare e non più nel latino imperiale o vaticanesco.)

 

Nel Risorgimento, la scelta italiana della monarchia sabauda era ugualmente dettata da imperativi economici sempre conducibili ad una forma di inserimento della specifica Formazione sociale nazionale nell'economia continentale e mondiale. La legge del valore non si ''realizza'' in aria ma appunto nelle specifiche FS dove è compiuta o almeno finalizzata la ''riproduzione'', processo che ne segna la gerarchia. Il XIX secolo fu il secolo della transizione del capitale mercantile al capitale industriale. La produttività e la redditività delle imprese esigeva allora un mercato, per la manodopera e per le altre merci tangibili o intangibili, sufficientemente grande e ricco, dunque su scala nazionale - compreso il Sud. Ovunque, la Nazione era diventato il passaggio necessario per permettere al modo di produzione capitalista di compiere con successo il suo inserimento nell'Economia mondiale. Il processo di formazione nazionale era certo più facile quando portato avanti dall'idea del contratto sociale dunque dalla sovranità popolare; altrove, al suo margine, fu un processo formativo a volta repressivo: La lente decantazione dei concetti di società civile, di nazione, di popolo, di Stato e di Stato-nazione, che da noi sembra più ovvia, il ritardo essendo perciò vissuto da secoli come conseguenze del oscurantismo religioso l'ostacolo del Vaticano e del oscurantismo socio-economico dei dirigenti, in breve un oscurantismo contrario al ''progresso'' ed alla civiltà. In questo processo storico ormai accettato trasversalmente rimaneva aperta sin dalla Scienza Nuova di Vico - con il suo tentativo di insufflare vitalità dialettica alla tassonomia statica dei regimi politici di Aristotele la questione della democrazia, problematica risolta da Marx malgrado il tradimento di ''liberisti'' come Croce che non seppero dissociarsi dalla strategia della regressione volontaria di Nietzsche e dei suoi ''ritorni'' verso la società fascista di caste.

 

Queste ragioni economiche ed ideologiche iscritte nel divenire storico furono così potenti da sovra-determinare e dare re-indirizzare quelle della diplomazia e della Realpolitik tradizionali, praticate dal Concerto dell'Europa quando decise di dare la Sardegna al piccolo re del Piemonte e poi la Lombardia con l' ''appoggio'' venale di Napoleone III (altro che ritorno instabile alle Città sovrane di Cattaneo!). Sovra-determinazione della Realpolitik che si ritrova nelle figlie della grande aristocrazia britannica che appoggiarono Mazzini, mentre il 10 Downing Street auspicava piuttosto la distruzione dei Borboni di Napoli allora alla testa della IV Flotta marittima del Mondo, e dunque rivali importanti nel Mediterraneo. Le ragioni di progresso e di fraternità repubblicana che fecero salutare i Fratelli Bandiera da Oscar Wilde nel suo magnifico poema Humanitad erano pero ben più profonde.

 

Oggi questa problematica ci pone la scelta tra da un lato la fuga asimmetrica in avanti del capitalismo, sempre in cerca di modi di produzioni estranei da sciogliere e da incorporare, ed a nuovi sbocchi per le sue sovra-produzioni, oppure, dall'altro lato, la ricomposizione delle Formazioni sociali nazionali in una Nuova Divisione Internazionale del Lavoro più equa (nuova definizione dell'anti-dumping ecc.) ma mediata da blocchi economici supra-nazionali come la UE. La prima scelta già illustrata e criticata da Rosa Luxemburg, Lenin e P.P. Rey (al meglio coesistenza sotto dominazione dei vari modi di produzione conducendo ad una egemonia capitalista mondiale sempre più ''pura'') mostra il suo fallimento con la crisi attuale, l'Occidente capitalista vivendo sopra l'illusione del suo dominio sopra la moneta e l'economia immateriale (!), mentre il fulcro delle attività produttive, e dunque la produzione di sovrappiù, come pure il numero di ingeneri e di scienziati diplomati, si sposta sempre più rapidamente verso Est ... come aveva presentito il pessimista storico Staugbouh. Vittima delle sue proprie contraddizioni, il capitalismo negoziò per prima dei blocchi regionali di libero scambio, per poi svuotarli immediatamente con le ricette transnazionali del neoliberalismo globale imperiale, e con la guerra preventiva mirata alla distruzione di tutti i rivali economici e militari potenziali! Battezzare questa scelta guerresca con gli eufemismi della ''interdipendenza'' e dell' ''imperialismo soft'' (Keohane-Nye) non servì proprio a niente!

La seconda strada viene oggi magnificamente illustrata dai sforzi compiuti della zona bolivariana, la quale, con un poco di solidarietà, è riuscita in un paio di anni a sbarazzarsi dal FMI, dalla BIRD e dal Consensus di Washington illustrato invece dal smembramento e dalla pauperizzazione dilagante sofferta dal Messico, sopra tutto dopo la crisi del 1982 che provocò la messa sotto tutela del paese da parte del FMI e dalla Fed. In effetti, i Brady Bonds e poi i tesobonos immaginati per arginare la crisi messicana dopo il 1982 furono in seguito pagati con la razzia, incluso la privatizzazione delle terre, l'agricoltura destinata all'esportazione e la privatizzazione rampante di Pemex. Nessuna Nuova Divisione Internazionale del Lavoro sarà possibile senza la restaurazione della pianificazione strategica nelle Formazione sociali nazionali, magari con la mediazione di un blocco regionale (i.e. per noi l'Europa sociale.) Tramite le fasulle teorie di Solow-Friedman e tutti quanti, la prima scelta porta alla competizione mondiale della manodopera; questo con la scusa della flessibilità massima sul mercato del lavoro (ma senza immigrazione libera), la soglia salariale ottima dal punto di vista marginalista rimanendo la soglia fisiologica, sempre concepita secondo la scala mondiale ... Come dimostra la Lega con il suo Anti-Modello del Nord-Est, questa scelta ci offre un orizzonte di spartizione della povertà per la stragrande maggioranza delle populazioni coinvolte. La secondo scelta offre invece un incremento costante della produttività (v/C, dove C = v+c) mediata con la spartizione cittadina del lavoro disponibile via la Riduzione del tempo del lavoro in modo da ottenere il pieno impiego (come auspicava Paul Lafargue, il primo a realmente capire Marx sopra questo soggetto vitale, già affrontato nel suo Salaire (1847) in Salaire, prix, profit, e nel famoso capitalo del Capitale, Libro I, relativo alla ''Ultima ora di Senior''.)

 

Possiamo così distinguere tra Formazioni Sociali (FS) specificamente adatte per il capitalismo mercantile, il capitalismo industriale, il capitalismo finanziere, l'internazionalizzazione del capitale produttivo ed oggi il globalismo del capitale finanziere globale speculativo di corto termine (che oscilla instabilmente tra una tendenza verso il super-imperialismo (Hilferding) ed un'altra verso il conflitto intra-imperialista (per la divisione del mondo), come già analizzato da Lenin. Nel gergo contemporaneo, si parla di tendenza all'Impero unipolare o invece al multipolarità ecc...) Si nota che la fase capitalista attuale non fu mai una fase puramente ''transnazionale'' come amano pretendere gli epigoni della ''global private governance'', quelli che pretendevano festeggiare la ''fine della storia'' (Fukuyama et al.) ed il ''deperimento'' del vecchio Stato-Nazione: Se non altro perché, sin dalla rivoluzione monetarista di Volcker-Reagan-Thatcher, furono proprio i Stati detti non-interventista ad intervenire in modo pesantissimo e ultra-repressivo per smantellare lo Stato sociale (o Welfare State nel mondo anglosassone) e le sue conquiste popolari. Ad esempio, l'attacco inaugurale del neoeletto presidente Reagan contro i sindacati del personale aereo, oppure quello di Thatcher contro i tipografici (con l'aiuto di Murdoch) ed i minatori, ambedue simboli di sindacati forti, a tendenze marxiste e con una lunga storia sindacale alle spalle. Purtroppo il Welfare State, allora esistente godeva del plebiscito quasi unanimo dei cittadini, i quali desideravano il suo approfondimento (riduzione del tempo di lavoro per la stessa paga iniziale, estensione dei programmi sociali universalmente accessibili, incluso l'educazione universitaria pubblica e gratuita, ecc.) e non certo il suo smantellamento ipocrita ma continuo. (Vedi nella Sezione Economie Politique Internationale di questo sito la mia denuncia della contro-rivoluzione monetarista allora in marcia nel mio ''Les conséquences socio-économiques de Volcker-Reagan et Cie'' di marzo 1985.)

 

Oggi, i poteri forti ed i banchieri che appoggiano la Lega non temano di rifugiarsi sotto le ali protettrici di Roma chiedendo la promessa di 40 miliardi di euro per il loro eventuale salvataggio, tra altre misure tutte destinate a socializzare le perdite capitaliste per mantenere i profitti privati (con un'ironia oggi dimenticata da tanti demagoghi, Marx parlava a proposito di ''comunismo del capitale'', testimonianza secondo lui della acuta coscienza collettiva di classe della borghesia.) Inoltre, si nota che davanti all'inefficienza delle istituzioni europee di fronte alla crisi, l'implementazione ed il finanziamento di quello minimo di coordinamento europeo viene lasciato ai Stati membri (come chiesto con veemenza dalla Merkel e già operato nei fatti, ad esempio con l'azione unilaterale della Irlanda.) Per colmo quel piccolo coordinamento europeo ancora esistente, nel quale il regionalismo della Lega crede trovare una nuova patria, si concretizza solo nella traduzione servile delle direttive neoliberali globali alle quali furono insensibilmente sottomesse le direttive europee. Queste ultime, con l'appoggio abusivo della Corte del Lussemburgo, dettano ormai più di 80 % delle leggi nazionali; si tratta di un processo dove si fa astrazione della necessaria costruzione delle istanze di cooperazione e di pianificazione delle FS dei paesi membri, in favore soprattuto del smantellamento dello Stato Sociale ereditato dalla Resistenza e in favore del affermare della ''concorrenza senza limiti'', per forza anti-tetica al rafforzamento di una eventuale FS multinazionale europea non sopranazionale- o meglio ancora delle FS dei paesi membri. Avrete comunque notato che mentre in Italia si traducono - linguisticamente - servilmente le direttive europee, a Berlino, Parigi, Londra e anche Madrid si negozia a fondo la loro formulazione, tenendo conto degli vantaggi nazionali. Così mentre l'Italia si vendeva e continua a vendersi al ribasso, le altre grande potenze europee appoggiavano abilmente i loro ''campioni nazionali'' (incluso per la ricerca scientifica .. che da noi ovviamente sarebbe superflua ...); lo facevano anche quando questi venivano in parte aperti al settore privato proprio per favorire le fusioni europee senza mettersi la Commissione a dosso, o quando si preferiva nazionalizzare in parte per operare fusioni nazionali invece di favorire la cooperazione funzionale tra imprese statali dei paesi membri (viz Suez). Hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non sentono ... poi si ci stupisce (come un volgare Veltroni) del dilagare della povertà o quasi-povertà in Italia!!! Si nota, povertà definita sopra la base della ''media'' salariale nazionale, mentre i salari in Italia sono i più bassi della UE, eccetto per il Portogallo ... Sempre il paese dei miracoli, anche statistici ... Speriamo bene ... bevendo l'acqua padana, così carica di tanti elementi euforizzanti  ... che ti cura ...!

 

Questo processo di dissoluzione europeo ebbe un inizio preciso nella storia dell'emergenza dell'egemonia mondiale del monetarismo reaganiano trionfante (viz., il rinnegamento di Mauroy-Delors in 1983, in Francia). Ebbe per antecedente la Conferenza di Rambouillet voluta da ''liberale'' Valery Giscard Destaing in rottura col una concezione più gaulliana, simboleggiata, se si vuole, dalle ''preferenze comunitarie'' del grande economista walrasiano-colbertista Maurice Allais. Questa Conferenza creò il G5 (in 1975), al quale fu inseguito ufficialmente aggiunti il Canada e l'Italia (1976) , per eventualmente formare il G7 (oggi G8, un gruppo che con la Russia rappresenta attorno a 2/3 del Pil mondiale.) La Conferenza di Rambouillet fu un tentativo difensivo europeo per stabilire un coordinamento liberale mondiale tra paesi ricchi, in modo da arginare gli effetti devastanti - e fin ora, unilaterali della rimessa in causa del sistema di Bretton Woods da Washington. Questa rimessa in causa cominciò con la ''surtax'' unilaterale di Konnally-Nixon del 15 augusto 1971, misura seguita a partire del 1979-1981 dalla drammatica contro-rivoluzione monetarista di Volcker-Reagan-Thatcher, con il rialzo brutale ed unilaterale dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve americana, per raggiungere un può più del 20 % ! (Tale azione era concepita come un atto di guerra economico; di fatti portò immediatamente al quasi fallimento del Messico (1982), dell'America latina e di quelli paesi del Est eccetto la Romania che erano fortemente indebitati in dollari americani come la Polonia o la Iugoslavia, paesi che tutto ad un botto si trovarono nell'incapacità di affrontare le spese del finanziamento del loro debito senza sacrificare le loro conquiste sociali e la loro stabilità economica pianificata; o a volta, come in Iugoslavia, la loro stabilità costituzionale relativa (Il resto lo sapete tutti)

 

A Rambouillet, o poi nel settembre del 1985 alla Conferenza del G7 che menò all'Accordo di Plaza, nacque dunque una potente tendenza sotterranea; essa portò a trasformare la Osce in un organo di trasmissione mondiale dei piani ideati direttamente dal Treasury Department e della Fed nel tentativo unilaterale di conservare l'egemonia monetaria ed economica americana. Da quello punto, i blueprint monetaristi neoliberisti furono simili ovunque, anche nella UE, blocco socio-economico che in tal modo abdicava la sua ''raison d'être'' come istanza sopra-nazionale specificamente europea. Con l'arrivo di G.W. Bush alla Casa Bianca, a questi blueprint della contro-rivoluzione socio-economica, si aggiunse quello della dottrina ufficiale della guerra preventiva.

In un tale contesto, la natura parrocchiale della Lega e della sua inesistente nazione ''padana'' sembra del tutto patetico e suicidale (La sua ''nazione'' ''padana'' sembra una polenta mal fatta, come potrebbero dire compagne e compagni del Nord che sanno ancora distinguere tra Piemonte, Lombardia, Venezia ed in parte Emilia-Romagna, senza obliterare le classi sociali. Bossi si sbilancia naturalmente verso dietro in modo che sembra essersi imbrogliato le pedali come il senso della direzione, poveraccio! Tanto per tacere la sua ovvia sapienza in materia di geografia .. chi sa cosa ne pensa la Gelmini ... col suo bisturi dei tagli?) Concetto post-nazionale patetico, se non altro, perché la crisi attuale rimette drammaticamente in questione proprio questo coordinamento neoliberale supra-nazionale e supra-europeo. La Germania federale ha ultimamente rafforzato il suo centralismo economico nella sua Costituzione; oggi Berlino vola al soccorso delle sue banche e delle sue industrie per le quali i Länders e le loro banche regionali sono strategici ma non certo concepiti come una fine in se stessa, visto l'estrema estroversione (quasi 45% del PIL) dell'economia tedesca ancora largamente nel nero per i suoi ottimi bilanci esteri (al contrario dell'Italia.) Un Paese non si salva facendo contare una piccola minoranza ignara, dogmatica e del tutto fuori delle grande tendenze del divenire storico delle nazioni, dei blocchi e dell'umanità.

 

Divenire storico rispettoso delle differenze nazionali nell'uguaglianza universale? E tuttora così: Legge del valore, produttività (micro) e competitività (macro); inserimento nell'Economia mondiale. Si tratta di un processo che si verifica subito con un'occhiata alle bilance esterne, al potere di acquisto, al livello di disoccupazione reale e di povertà ecc.. Si nota che il valore di scambio delle merci dunque anche della merce ''lavoro socialmente necessario'' viene determinato nella Formazione sociale nazionale o sopranazionale dipendentemente della coerenza della Riproduzione allargata. Nella UE abbiamo una Zona Euro ma non abbiamo ancora una Istanza di Pianificazione Europea, facendo si che, per il bene o per il male, la realizzazione del valore di scambio continua a farsi nelle Formazioni sociali dei paesi membri. La posizione di dominanza o subalternità nei circuiti europei e mondiali della Riproduzione allargata (in particolare il livello di controllo decisionale governativo e privato che dipende dal controllo della proprietà economica ) dipende della natura dell'inserimento della Formazione sociale. Questo come abbiamo detto è ottimo in Germania anche se troppo estrovertito; ma è disastroso in Italia, ormai Terzo Mondo della UE. La prova immediata di queste affermazioni è facile a stabilire paragonando (a uguaglianza di blueprint neoliberali) i risultati economici ( bilance esterne, debito e flussi di capitali ecc...) tedeschi o francesi ed il livello di finanziamento nazionale della scuola, delle università e della R&D, dei servizi sociali come pure il potere di acquisto dei salari con quelli italiani. Per chi avrebbe ancora dubbi la risposta ''europea'', in realtà nazionale, alla crisi attuale dovrebbe avere imparato qualcosa! L'organizzazione della produzione di sovrappiù precede la redistribuzione dei redditi e delle ricchezze.

 

Chi potrebbe pretendere un solo istante che l'inserimento del Anti-Modello del Nord -Est con cui la Lega otteneva il 5 % suppergiu e al massimo 8% dei voti su scala nazionale, anche essendo sovversiva della Costituzione ma tollerata trasversalmente - fosse stato una scelta vincente nell'epoca della ''private global governance'' e della ''societa della conoscenza'' caratterizzata dagli oligopoli, il controllo dei brevetti, l'importanza strategica dell'educazione e della R&S ecc...? Nel Nord-Est abbiamo operai trasformati in piccoli imprenditori, si, ma straordinariamente penalizzati dall'impoverimento generale, ridotti a vivere come morti di fame spartendo l'insicurezza sul posto del lavoro con i loro pochi operai, e costretti a sopravvivere fregando almeno 170 miliardi di euro annualmente al nostro Stato latitante con l'endemica evasione fiscale.

 

Quanto tempo può durare questo casino? In realtà, il ''modello'' sta cambiando anche negli Stati Uniti (vedi GM che mutualizza in catastrofe i suoi fondi pensioni, cercando così una via per la socializzazione del risparmio istituzionale, che da noi esisteva, ma fu distrutto da questi idioti culturalmente congeniti spinelliani (oltre a quelli della Lega, minori e numericamente e istituzionalmente indifferenti, ci sono tutti gli altri, i Prodi, Veltroni, D'Alema, Berlusconi, Fini ecc. ecc ecc. e i loro servi sindacali rispettivi.)

 

Avete notato che la UE fu concepita sin dal Mercato Comune del 58 e del 63, non come una colonia degli Stati Uniti (con 121 basi militari in Italia), ma invece come spazio economico europeo più grande, in modo da essere in grado da appoggiare il ruolo giocato prima dalla Formazione Sociale Nazionale, senza distruggerla, dato che questa serviva ''in competizione con'' i partner europei e per le relazioni esteri. E così ha funzionato per la Francia, la Germania e la Gran Bretagna. Ma non per i nostri servi in camera congeniti, no! Loro, da buoni ''servi'' abituati al ossequio verso la chiesa, le massonerie e le mafie, hanno privatizzati senza concentrare le proprie impresse nazionali e senza difendere le proprie imprese pubbliche (si sono venduto tutto e poi, quando hanno voluto comprare Suez trovandosi lo Stato nazionale francese di fronte, avrebbero dovuto capire; invece si vendono pure Alitalia sacrificando la nostra industria turistica (Si tratta di una compagnia aerea, che per il solo turismo e gli Italiani al esterno dovrebbe naturalmente essere una delle due più grandi compagnie aere del mondo.)

 

Insomma ad un'idiozia così c'è poco rimedio: Si deve spazzare via.

 

Gli eletti della Lega sono giovani, e legati al territorio ed a Beppe Grillo, il Coluche nazionale di servizio che non tiene la strada, ma che dichiara 5 milioni di redditi per prendere la brava gente per fessi, coll'appoggio della TV in prime time, quasi fosse un nuovo sobillatore professionale à la Pannella .... Più chiaro di così! Ma il fatto sta (dixit Platone) che anche tra i briganti necessita una legge comune, un minimo di convivenza strategica: Quando il territorio non può più rispondere ai bisogni minimi della gente (crisi socio-economica) perché, appunto, si è sacrificato il livello nazionale anche il contratto di lavoro, le impresse pubbliche e il risparmio istituzionalizzato indotto dai servizi pubblici - che fine si fa? Si torna fascisti? E si viene esclusi della UE? O si sviluppano le corporazioni e i vecchi fasci cattolici-fascisti senza pero la pianificazione fasciste e le battaglie del grano (Friedman senza Barone, vedi un può!) Non credo che la Lega sappia di quel che si parla. Con l'inserimento della Formazione sociale di qualsiasi nazione europea in Europa e nella Economia mondiale non si scherza. Poi è chiaro che per un'autentica rappresentanza politica meglio sarebbe contare sopra operai, militanti o meno, non che sopra i pseudo-diplomati e politici italiani rinnegati ... Dunque i comunisti dovranno adottare una quota altissima di operai, precari, donne, giovani e casalinghe. Questo si!

 

Grazie alla lega, l'immigrato diventa il capro espiatore invece del meridionale? Non credo. Visto che il meridionale viene sgozzato un ennesima volta con il federalismo fiscale. Solo che si maschera l'operato anti-costituzionale col il razzismo aperto. Lo si può fare solo perché l'opportunista viscerale Veltroni ha aperto la porta (a Roma e durante le ultime elezioni)

 

Conclusione: La Lega non sarebbe cresciuta relativamente tanto al livello regionale (non è poi cresciuta molto al livello nazionale) senza l'appoggio politico esterno bipartizan che gli conferì sopra un piatto di argento la bilancia del potere parlamentare con una sovra-rappresentanza nei ministeri importanti. Si era deciso di spazzare via la Prima Repubblica con la scusa del rinnovamento della classe politica impantanata in tangentopoli. In un modo bipartizan si è creduto di potere utilizzare la Lega contro l'avversario definito in termini puramente elettorali. Da D'Alema contro la destra, dalla destra contro il PD, insomma un machiavellismo per bassotti senza esperienza ma già incrostati in modo perenne nelle istituzioni e nei partiti. Di fatti, si vota Lega anche per il disgusto di questo stato di cose, in reazione a questa ossificazione etico-politica. (Dì qualcosa di civile...? Macché!) Questo, invece di buttare questi sovversivi anti-costituzionali in prigione quando oltrepassavano le linee rosse, come ad esempio l'attacco mediatico voluto da Maroni contro i Rom e gli immigrati (sarebbe un ministro, questo, della Repubblica italiana ''una e indivisibile'' dove la ''legge è uguale per tutti''?) A Napoli fu tutto chiaro e se si vuole documentato. (Vedi sotto.) Quando si fa sul serio, il discorso della sicurezza va prima legato al contratto del lavoro, secondo ai servizi sociali, infine alla polizia che ha il suo ruolo legittimo.

 

La Lega sparirebbe in una battuta di cigli se la sinistra PD gli chiudesse la strada con un Patto repubblicano (vedi terzo capitolo del mio Libro III), e con il referendum sopra il federalismo fiscale: a quel punto la falsa unità della destra italiana andrebbe in frantumi anche prima che si potessero verificare ulteriori derive verso il federalismo fiscale ed il fascismo (cosiddetto ''soft'' perché mascherato con il filosemitismo nietzschiano che oggi piace tanti anche al grottesco Alemanno.)

 

La verità è che la Lega è un partitino scellerato del passato, non del futuro. Strutturalmente ed ontologicamente. I comunisti autentici ritorneranno presto a dimostralo. La Lega rimane un partitino di demagoghi che urta il senso di decenza naturale del popolo italiano, ovunque esso sia, un buon senso radicato nella nostra Repubblica partigiana.

 

Paul De Marco

 

Nota 1:

 

Per le dimensioni delle ''imprese'' italiane delle quale i dirigenti si gargarizzano con incomprensibile fierezza, vedi:

http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080724_00/testointegrale20080724.pdf

 

(Ecco una citazione:

 

''Nel 2006 sono oltre 4,4 milioni le imprese attive nellindustria e nei servizi, che occupano complessivamente circa 17,1 milioni di addetti (Tavola 1). La prevalenza di micro imprese nel sistema produttivo è testimoniata dalle oltre 4 milioni di imprese con meno di 10 addetti: esse rappresentano il 95 per cento del totale ed occupano il 47 per cento degli addetti.''.

 

Nella stessa analisi si legge (Sempre nel 2006, ma le cose son ovviamente peggiorate !!!) che sono 2,566,442 le imprese per 2,565,982 addetti (cioè il ''self-employment'' all'italiana, con 170 miliardi annui di evasione fiscale, ovvero il ''pieno impiego'' ufficiale leghista, con il ''miracolo'' di 6,8% di tasso ufficiale di disoccupazione (sic!) ma 59 % di partecipazione alla forza di lavoro attivo e 27 % di lavoro al nero ecc. !!! La media di partecipazione europea è del 67% ) Malgrado l'ingenuità dei nostri furbi e furbetti, i migliori trucchi si esauriscano: ieri il pieno-impiego leghista fu raggiunto a scapito del Sud sfruttato come colonia; oggi a scapito del cane di famiglia privo di ogni diritto. E domani? Si magia l'acqua del Po ricca di additivi e di droghe di ogni sorte? Le migliori barzellette sono sempre le più corte: la Lega deve essere rimandata a casa senza cerimonie.

Per il quadro sintetico delle retribuzioni in questo balordo sistema imprenditoriale (che può giustamente essere caratterizzato come (Anti)Modello del Nord-Est o ''Realtà leghista'') vedi il

Prospetto 1.1 - Principali aggregati e indicatori economici delle imprese industriali e dei servizi per attività economica - Anno 2003 in http://www.istat.it/dati/catalogo/20070827_01/inf_07_08_Conti_%20economici_delle_imprese_2003.pdf (p 9) In riassunto

 

In riassunto (ma la situazione è peggiorata sin dal 2003):

 

Estrazione di minerali: Addetti 40.811 Dipendenti 35,587 Retribuzione lorda per dipendente: 28,100 euro

 

Attività manifatturiere: Addetti 4,771,977 Dipendenti 3,981,783 Retribuzione lorda per dipendente: 21,700 euro

 

Industria in senso stretto: Addetti 4,934,485 Dipendenti 4,135,963 Retribuzione lorda per dipendente: 22,000 euro

 

Industria: Addetti 6,640,215 Dipendenti 5,146,598 Retribuzione lorda per dipendente: 20,900 euro

Servizi Addetti 9,135,734 Dipendenti 5,223,751 Retribuzione lorda per dipendente: 19,500 euro

 

Totale Addetti 15,775,949 Dipendenti 10,370,349 Retribuzione lorda per dipendente: 20,200 euro

 

Nota aggiuntiva: Ecco in definitiva la realtà del modello filosemita nietzschiano neoliberale e spinelliano strumentalizzato in senso xenofobico dalla Lega. Non stupisce allora il recente articolo relativo al peggioramento delle disuguaglianze in Italia (come del resto in tutto il mondo occidentale neoliberale.) Si legge questo:

La disuguaglianza economica è cresciuta del 33 per cento dalla metà degli anni Ottanta a oggi, contro una media Ocse del 12 per cento. (...) La ricchezza è distribuita in modo anche più diseguale delle entrate: infatti in Italia il 10 per cento dei più abbienti possiede il 42 per cento della ricchezza totale e il 28 per cento delle entrate globali. (...) "Il reddito medio del 10 per cento degli italiani più poveri è di circa 5000 dollari (l'equivalente di circa 3770 euro ndr), tenuto conto della parità del potere di acquisto, quindi sotto la media Ocse di 7000 dollari (l'equivalente di circa 5280 euro, ndr). Il reddito medio del 10 per cento più ricco è circa 55000 dollari (l'equivalente di circa 41500 euro, ndr), sopra la media Ocse". Vedi Ocse, l'Italia tra i peggiori per la disuguaglianza economica, in

http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/economia/ocse-poverta/ocse-poverta/ocse-poverta.html

 

A me sembra che senza l'appoggio dei rinnegati di sinistra e del centro-sinistra, i dirigenti balordi e sovversivi della Lega non potrebbero guardare in faccia né le lavoratrici e i lavoratori, né gli imprenditori, piccoli e grandi, del nostro Paese. A parte i più corrotti, i più parassitari ed i più incompetenti, quelli che non hanno altra scelta per giustificare le posizioni oppure la propria vita. Per dirlo chiaramente : e un schifo che nessuna discriminazione ''mal léchée'', e nessuno sfruttamento verso gli immigranti e i ''meridionali'' può realmente mascherare! Non è che l'Imperatore sia nudo: è solo che i servi imperiali di altri tempi sono ritornati a fare i servi, pensando potere servire due maestri nel stesso tempo. Uno schifo anti-italiano! Che non potrà essere tollerato a lungo..

 

Nota 2:

 

Sopra le ultime provocazioni criminali della Lega (che non poteva costituzionalmente fare parte del Consiglio dei Ministri visto che i loro rappresentanti non possono lealmente prestare giuramento sopra la nostra Costituzione partigiana) vedi:

 

Sopra gli immigranti ed i Roms : Il razzismo c'è. Sulla carta di Filippo Facci http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=298300

 

Sopra la scuola:Classi ponte o ghetto? Le mani della Lega sulla scuola di Marco in http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=204&ID_articolo=124&ID_sezione=431&sezione=

http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Ottobre08/14-10-08RiformaTremontiGelmini.htm

Sopra la presunta pulizia lombarda, quella di Brescia, e l'avvelenamento della Campania e del Sud: il capitolo sopra i rifiuti di Saviano, e ''Mille messaggi per Saviano. I lettori ''non mollare'''' http://espresso.repubblica.it/?ref=hplogo

Con una derisoria minoranza sovversiva sovra-rappresentata e sovra-finanziata, le mafie sono proprio cose subalterne ... forse robba di vecchie e strumentalizzate Leghe del sud ... per l'Antimafia. C'è solo da sperare che la vigilanza della Ue sia all'altezza della minaccia.

SECONDA PARTE :

La ''questione settentrionale: Cronache dal profondo nord. Inchiesta/seconda puntata.

Diego Negri.

In http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Ottobre08/27-10-08QuestioneSettentrionale.htm

 

Mi accontenterò qui di alcune note di lettura (aspettando la terza puntata promessa)

 

Argomento 1: Il Premier (credo si parla del Presidente del Consiglio, visto che ancora non abbiamo Premier in Italia), sarebbe prima di tutto milanese. Può darsi. Ma la Venere mafiosa a tiretti di Fininvest tale che descritta dalla giustizia è soltanto ''milanese'' e ricicla soltanto ''milanese''? ''il benessere va difeso senza vergogna'' scrive Diego Negri: ci vuole una faccia così per chiamare questo benessere ... o pieno impiego al Nord, dove i lavoratori non possono neanche pagare l'affitto e non hanno pensioni, perché dopo il Patto del 1992-93 il salario individuale in concorrenza mondiale verso il basso (Solow-Friedman ecc.) viene pagato con prelievi sempre più gravosi sopra il salario differito ed il reddito globale netto, con maggiori danni a scapito del Mezzogiorno!!! Benessere difeso: si, con il ''brain drain'' a scapito del Sud; con Brescia vs Napoli e la Campania; con le infrastrutture al Nord ma il Corridoio 8 dei Balcani (Ravenna) per il Sud, che esso dovrebbe piuttosto guardare verso il ''mediterraneo'' chi sa con quale mappa di Mercator prodiano ... etc ... Non a caso i PD furono cacciati dal Sud durante le ultime elezioni!!! (chi ha bisogno di farabutti di questo genere ?)

 

Argomento 2: Negri accenna a Cacciari : i.e. Il Veneto visto sotto il presunto angolo della ''sinistra'', una tesi che si usa per accreditare la falsa opinione secondo la quale una sinistra autentica non avrebbe avvenire nella regione senza avvicinarsi dalle idee della Lega. Mi pare che si confonde qui le manovre difensive degli apparati politici tradizionali con l'elaborare di un vero programma di alternativa. Detto questo, si parla allora dal Veneto e non dalla Lombardia o del Piemonte; ma comunque si pretende parlare del ''Nord'': si sa che la polenta padana della Lega è un può elastica. Ultimamente, fiutando il vento di rinnegamento ha cominciato a parlare dell'Emilia Romagna... Se non sbaglio, l'elasticità ideologica era una caratteristica del fascismo nascente. Cosa significa questa contraddizione geo-politica. a) un fenomeno economico (Nord contro Sud. Sarebbe allora solo una fase acuta della questione meridionale, la fraseologia ''federalista'' essendo finalizzata ad un ulteriore sfruttamento di stampo direttamente neo-coloniale invece di concretizzare una vera e propria separazione (che almeno ce li toglierebbe dalle spalle). Non si tratterebbe allora di una reale e specifica fase settentrionale, in se e per se. b) un effetto elettorale (I numeri contano nel Parlamento e nei referendum. Intanto le industrie e anche i call center migrano ... verso Sud ... es. in Sicilia (Qui la mancanza di vergogna si raddoppia col clientelismo secondo il quale se La Russa o chi sa chi viene eletto, i suoi feudi vanno tutelati ... da Tremonti e dai militari americani (vedi Sigonella) sempre pero con i soldi di Pantalone.) La ''Lega rossa'' è una pura assurdità visto che le sue radici ed il suo motore è proprio neoliberale e spinelliano. In altre parole si tratta di inserimento (vedi sopra): come la Lega ed i cosiddetti poteri forti non furono capaci di mantenersi al livello europeo, cercano attualmente di rifarsi con un ulteriore sfruttamento del Sud (i.e. Roma paga per le infrastrutture al Nord, ma il federalismo fiscale trasferisce sistematicamente al Nord i frutti della crescita. Così si tira avanti? Macché: si crea il Terzo Mondo perché gli altri paesi europei non sono coglioni come al Sud per supportare questi degenerati post-nazionali spinelliani. Siamo già all'ultimo posto nella UE: non c'è bisogno di altre dimostrazioni...(A parte l'interesse popolare-linguistico, visto che da questo punto di vista mi interessa pure il sottofondo greco, albanese ed arabo del calabrese) non vogliamo mica pretendere che il ''milanese'' (al contrario del veneziano, del toscano e del siciliano) possa pretendere al statuto di lingua franca regionale o di lingua letteraria, con qualche collegamento all'italiano, per esempio al posto dell'esperanto?)

 

Argomento 3: Negri accenna a Adriano Olivetti, Giangiacomo Feltrinelli (vs Togliatti), Raniero Panzieri, Danilo Montaldi (e le correnti neo-consiliari francesi) (Qui non ho abbastanza conoscenza dei dettagli: ma le linee di forza del argomento di Negri sembrano abbastanza chiare anche se il ruolo di Feltrinelli lo è meno) Cioè, si cerca di capire il mutamento del dopo-guerra e le sue conseguenze al livello sociologico, i.e la gestione amministrativa-politica dei mutamenti non solo al livello centrale ma anche al livello locale) Ma fu dappertutto cosi, non solo nelle campagne vuotate dall'esodo rurale, ma nelle città dove la maggioranza operaia aveva radici ancora agricole. Questo fenomeno sociologico generale non può certo essere ri-dimensionato soltanto per privilegiare il radicamento nel ''territorio''; sarebbe al meglio folcloristico e reazionario nel senso che ci farebbe perdere la visione dell'immagine completa dei mutamenti del dopo-guerra ovunque, almeno in Occidente. Le ''piccole patrie'' sono come le valli di Pavesi: sono più belle e più care se non divengono delle prigioni auto-inflitte, visto che in fine dei conti, tenendo conto delle varie mediazioni, la vera Patria dell'umanità è la Terra intera. Di nuovo, già nel dopo-guerra si poneva il problema specifico dell'inserimento nel Mercato Comune e nell'Europa (dunque il problema parallelo delle disparità regionali, più esagerate ovviamente al Sud, visto che la riforma agraria voluta dai comunisti fu sabotata con la Ristorazione parziale dell'ordine anziano, via il clientelismo istituzionalizzato della Cassa del Mezzogiorno, in parte per procurare manodopera alle industrie fordiste istallate al Nord.) In questo territorialissimo anteriore agli ultimi due decenni accennato sopra, non abbiamo ancora nessuna emergenza di secessionismo regionale del tipo Lega, e nemmeno quel regionalismo pan-europeo supra-nazionale del tipo Georges Frêche (in Languedoc-Roussillion; Frêche è affascinato dalla vecchie strade commerciali del basso impero romano e del Medio Evo, forse perché l'Ecole des Annales era già caduta nelle mani antiquariane di Braudel e Cie ...). Non c'era ancora secessionismo anche se i spinelliani si infiltravano già: ma allora l'infiltrazione era più una robba di scelte pro-americane, l'Europa essendo solo concepita nella zona atlantica: un concetto che ci fece mancare le opportunità della UE. Cosi noi abbiamo privatizzato tutto, mentre i Tedeschi, i francesi e gli Inglesi hanno giocato la UE per potenziare il loro inserimento nell'Economia mondiale, non per vendersi l'anima ed il corpo a ribasso agli Americani tramite le mafie e le basi militari ...La paura del comunismo fece perdere la testa a questi servi congeniti che si prendevano per dei gladiatori. Cioè i dirigenti di questi altri paesi si sono comportati come classi dirigenti (con scuole, università, cerchi sociali, network centri di ricerca degni di una repubblica ecc ) mentre i nostri si sono comportati come semplici ladroni parrocchiali (soprattutto una volta il Pci sparito della scena politica, in effetti, dopo L Longo.) Da noi non si cerca ad essere in punta degli ultimi sviluppi scientifici, tecnici, economici per meglio dominarli, si cerca solo maestri da servire anche a scapito del proprio popolo! Tanto per dire il nostro livello di R&S è di terzo mondo, il finanziamento delle università idem, mentre in Italia molti diparti insegnano oggi in inglese, con professori e manuali esteri. Ci manca solo l'ufficializzazione del Southern Command, che già è in preparazione (Dal Molin, Sigonella ecc...)

 

Argomento 4: Il Triangolo GE-TO-MI : questa è una questione squisitamente legata all'inserimento (tecnopoli, regionalizzazione europea alla Frêche, strade commerciali mondiali ecc.) Ogni Centro ha il suo dietro terra, né l'Italia né il Nord possono concepirsi come una vasta Singapore, cioè come un gigantesco ''warehouse'' di passaggio strategicamente situato sopra uno dei stretti marittimi più frequentati (A l'arcaico Cattaneo piacevano le Città ed i cantoni sovrani senza capire che la ''Confederazione'' svizzera d'origine aveva evoluto naturalmente verso una federazione di fatto, anche alla sua epoca.). Se il dietro terra è concepito come hinterland coloniale allora si perde il vantaggio rispetto a Formazioni sociali più coerenti (questo è successo anche ai Stati Uniti ...vs la Cina) Inoltre (vedi il libro di Benko sopra i tecnopoli anche firmato dal pitre Lipietz) quando si parla di tecnopoli si cade spesso in un ragionamento fallace, dato per ''marxista'' mentre invece ad esempio per i due autori citati sono tragicamente infra-Marshall nella comprensione della teoria della localizzazione delle imprese. Per Alfred Marshall, il marginalista per il quale ''la natura non facit salta'', la ''global private governance'' non era concepibile, visto che esso si muoveva all'interno dei parametri definiti dall'impero britannico, mutatosi nel 1939 in Commonwealth. Secondo me, una vera teoria della pianificazione che tenesse conto del ruolo moderno dei tecnopoli capirebbe subito che una parte ormai vitale della produttività micro-economica e della competitività macro-economica viene indotta e creata dalla socializzazione del risparmio istituzionale compresso nel salario differito come le pensioni e nel salario differito come programmi sociali contributori che ritornano come ''reddito globale netto'' ai lavoratori o come finanziamento produttivo alle imprese (pubbliche e private.) Detto questo, in Italia tutto questo diventa una bella fesseria catastrofica. Non di meno come in Germania il nostro territorio nazionale offre grandi città ben distribuite sul territorio; esse sarebbero dunque potenzialmente capaci di essere organizzate come tecnopoli complementari ed intrecciati in una strategia industriale nazionale più vasta, mettendo cosi naturalmente l'Italia, sempre membro fondatore della UE, nel cuore del Mediterraneo e delle nuove reti di comunicazione internazionali (Gioa Tauro, vs Cina, India e Amburgo, Amsterdam ecc. Invece non si fa neanche il Ponte sul Stretto di Messina, o i collegamenti ferroviari o i tunnel necessari. E tutto un schifo subalterno (e forse anche influenzato dall'esterno visto il clientelismo e la domesticità oramai stabiliti come seconda natura .. nel Nord in declino. Il Sud non avendo più parola ...) Si nota che il Triangolo GE-TO-MI non è neanche organizzato come un multi-tecnopolo nordista ben collegato con l'Europa ... senza neppure menzionare il resto dell'Italia, il Mediterraneo e il mondo. C'è solo ripiegamento timoroso sui particolarismi locali: si spreca così i nostri vantaggi naturali per il conto di poteri esteri affiancati da Bruxelles dove solo gli Italiani e gli ''animali ri-naturati'' (Vercors) dell'Est si comportano come degli imbecilli subalterni e per colmo si crede innovativo di giocare il gioco delle ''città rivali'' (Cattaneo, si ...sfortunatamente) contro l'interesse nazionale senza il quale l'interesse regionale non può essere garantito.

 

Ersatz: Ecco con Bonomi menzionato da Negri la prova di quello che fu detto sopra: si afferma che ''il piccolo e bello'' anche con le partite iva (trasversali) contro il tessuto nazionale delle tecnopoli integrate in una strategia industriale socio-economica che ho proposto alternativamente qui sopra (vedi pure nella Sezione Italia il mio Genova, Gioa Tauro, Palermo.)

''Recentemente di fronte ai bruschi mutamenti politici e produttivi del paese e nello specifico del nord Italia è apparsa una nuova letteratura rispetto alla questione settentrionale. Il testo che maggiormente ha riscosso successo, almeno negli ambiti di sinistra, è il saggio di Aldo Bonomi: Il capitalismo molecolare. La società al lavoro nel Nord Italia (8). Attorno a questo ricercatore si è creata tutta una schiera di autori, che hanno iniziato a descrivere la fine del triangolo industriale e lo sviluppo della ''megalopoli padana''. Il libro offre spunti interessanti e per molti versi corretti rispetto ai cambiamenti in atto e alle nuove figure sociali e comunitarie che si andavano a costituire nel nord, ha tuttavia un grosso difetto di fondo. Non è una ricerca sulle contraddizioni in atto, ma una celebrazione di questi cambiamenti. Questa testo uscc allinizio degli anni 90 dentro un contesto contraddistinto da una feroce campagna liberista,
sulla spinta della new economy, che metteva al centro del suo ragionamento la fine della storia e quindi della lotta di classe. Si creò lillusione di un mondo sempre più pacificato e si prevedeva lavvento di una ridistribuzione economica grazie alle possibilità del mercato finanziario. La cosiddetta epopea del ''piccolo e bello'' del popolo delle partite iva prese a nuovo soggetto di cambiamento ha di fatto dato forza unicamente a gruppi politici che, dentro una visione neo-comunitaria, hanno sviluppato nuove forme di razzismo e neo-colonialismo, desiderose di difendere il proprio a scapito dellaltro. L'aver posizionato la lente dinchiesta su un contesto preciso ha fatto dimenticare il contesto mondo su cui questi processi avvenivano e le relative controtendenze. Non è un caso che oggi siamo di fronte ad un silenzio imbarazzante rispetto ai processi di crisi in atto dentro la megalopoli padana.
In questo senso la questione settentrionale ha liberato gli ''spiriti animali'' sopiti per anni, ma sempre presenti dentro la società italiana. La storia del popolo delle valli e del grande fiume si è tramutata in un arma per esercitare il diritto a mantenere il potere e un benessere economico nato anche grazie allo sfruttamento selvaggio di altre zone.''

No comment, a parte sottolineare l'espressione giusta di ''spiriti animali'' che Keynes pero imputava al capitalismo come una tara congenita.

 

Argomento 5: ''Togliatti attraverso lEmilia, renderà pratica la sua ''via italiana al socialismo''. Questa frase di Negri è importante, se non altro perché gli offre l'opportunità della negazione e del superamento del suo argomento ... (ha promesso di delucidarla in una terza puntata; vedremo.) Comunque si tratta di pianificazione, interventi micro e macro, struttura produttiva e cooperativa (dunque di lavoro) e politica culturale nazionale. Si tratta pure di massimizzare i strumenti accessibili per la confezione dei piani direttori, in particolare scelta e densità delle industrie e dei servizi, inclusi bancari- cooperativi ed accademici, scelte sociali, scelte ambientali, innovazioni politiche (consigli di quartieri), cioè un congiunto di cose che offrano poi attrazione nazionale, europea ed internazionale. Bologna, concepita come l'altra capitale italiana, e capace di aprire la strada verso l'avvenir: prima della Poto Alegre rapidamente caduta in mano di piccoli-borghesi poi ripudiati dalla popolazione locale! . Ma già nel 1976 si osservava l'intervento sistematico di Roma e dei governi della Democrazia cristiana per destabilizzare il modello facendo portare gli investimenti anche per il trasporto nel Veneto e nel Nord. Le strutture collettive purtroppo strutturanti furono penalizzate nei trasferi statali. Prima dello smantellamento dello Stato sociale e delle imprese pubbliche e para-pubbliche Bologna poteva utilizzare la sua organizzazione socio-politica come leva economica, ad esempio consacrando attorno al 40 % del suo budget agli affari sociali. La scelta del federalismo fiscale piuttosto che quella della solidarietà nazionale appare dunque come una scelta politica regressiva più ancora che nelle altre regioni del Paese, quasi una capitolazione simboleggiata dagli attacchi del DS-PD alla Prima Repubblica e dalla mercificazione delle cooperative. Ed è proprio per questo che c'è ancora qualche esitazione ma non l'audacia necessaria per fare valere il fato che i cittadini Italiani hanno già clamorosamente sconfitto il federalismo fiscale e la riforma reazionaria del Capitolo V della nostra Costituzione. Le vecchie politiche della DC non hanno solo sabotato Bologna e l'Emilia Romagna (oggi costretta a dispiegarsi nei servizi alti di gamma (!) se non con la Rai, con Murdoch!!!) si è sabotato l'intero Paese. Ma qualcuno avrà notato che la narrazione di Porto Alegre era solo una ripresa piccolo-borghese della Bologna comunista di Dozza (il che spiega che quella Bologna durò dal 1911 fin a poco fa e ancora non sembra del tutto avere voluto capitolare.)

Conclusione provvisoria: (sarà interessante vedere il trattamento della questione emiliana e bolognese promessa da Negri in una terza puntata.) Ho l'impressione che l'autore ha lasciato per strada l'apologia dell'Epopea (sic !) della Lega, ma sembra considerare il PD Bersani e le sue direttive UE. Chiedo, ma perché dobbiamo pagare gente come ''ministri'' per tradurle così servilmente? - come LA ''sinistra''. Ora a me pare che il PD è un congiunto di partitini del centro-sinistra e del centro-destra per colmo con patetici accenti ante-Sturzo in modo che la sinistra sia tutta da ricomporre implementando la lettera e lo spirito della nostra Costituzione nel quadro delle linee di forza europee e mondiali, organizzandoci dunque di nuovo come Stato-nazione coerente e forte. (Il tradimento dell'Articolo 11 al nome delle ''devolution'' e di una anti-costituzionale supremazia dei trattati internazionali negoziati solo dal Esecutivo offre il riassunto di tutta questa problematica.)

Negri conclude cosi: ''La questione settentrionale tuttavia non può essere accantonata, in quanto oggi si gioca una partita importantissima dentro questo contesto territoriale, che rappresenta ancor oggi la parte più ricca del paese. Non basta difendere lo Stato di fronte agli ''spiriti animali'', in quanto alcune delle contraddizioni emerse sono profondamente reali, ma bisogna riuscire a porsi il compito di cementificare lunità delle fasce popolari attorno a progetti e organizzazioni che mettano al centro lo sviluppo di una nuova via pubblica e in questo la nefasta utopia del piccolo è bello va abbandonata nel museo della storia. Per almeno un decennio csso continente sud americano ci pone di fronte a nuove sfide attraverso la nascita di nuove dinamiche transazionali come dimostra il laboratorio degli Stati che hanno fatto proprio lo slogan del socialismo del XXI secolo''

Per giudicare aspetteremo la terza puntata relativa all'Emilia Romagna.

(back)

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Lavorare meno pur di lavorare tutte/i : (Inizio pagine)

Precarietà e coefficiente familiare oppure RTL, potere di acquisto, salario differito e reddito globale netto? (12-18-2008)

 

Riassunto:

Lavorare meno pur di lavorare tutte/i. Lavorare meno a tempo indeterminato per lo stesso salario netto iniziale, ma indicizzandolo opportunamente all'inflazione reale, e completandolo con tutti i contributi sulla busta paga che ritorno poi come pensioni pubbliche e/o trasferi sociali (cioè il ''salario differito'' anche sotto forma di ''reddito globale netto''.) E possibile? Eccome! è una tendenza storica verificata ovunque; in Francia ha già preso la forma della Riduzione del Tempo del Lavoro (RTL) a 35 ore settimanali; negli Usa la settimana legale di lavoro sembra non avere limite (all'immagine del progetto europeo relativo alle 48, 65,72 ore settimanali, ovviamente precarie e a ricorrenza), mentre la settimana effettiva si aggira attorno alle 34,5 ore! Da un lato abbiamo la spartizione del lavoro e quella di una modesta parte delle ricchezze socialmente prodotte; dall'altra parte, abbiamo la spartizione neoliberale filosemita nietzschiana della miseria, più profonda ancora in tempo di crisi. E efficace? Eccome! L'assistenza sociale complementare alla Legge 30, diversa dell'assicurazione sociale intesa come diritto cittadino e costituzionale incondizionato, costa in tempo normale assieme agli esoneri e altri cunei fiscali, tra 30 e 40 miliardi annui (questa è una stima azzardata da me, ma contiene quelli 20 miliardi e più di assistenza sociale pagata con le tasse prelevate sopra le pensioni, visto che da noi il regime pensionistico dei lavoratori serve per finanziare le pensioni in oro dei dirigenti con la buona pace dei truffatori caricaturali proto-terzo mondo di referendum sui Protocolli sociali come Raffaele Bonanni ed altri pseudo-sindacalisti conosciuti. Per colmo, oggi si aggiunge a questo spreco assistenziale l'elemosina della Social Card, ovvero dei foods stamps all'americana o della vecchia tessera fascista ...) Inoltre, la cassa integrazione per 2 milioni di disoccupati in più (secondo recenti stime della CGIL) si avvicinerebbe a 30 o 35 miliardi di euro senza nessuna controparte per il mondo del lavoro o per la fiscalità dello Stato, compreso le comunità locali. Chiaramente, di fronte alla presente crisi di sovra-produzione e sotto-consumo (l'Italia ha i salari più bassi della UE, a parte il Portogallo), la RTL è diventata una questione di semplice efficienza economica e statale. Intanto abbiamo a che fare con dei pitres antiquati alla Brunetta e, peggio ancora, con dei Bossi, Calderoli, Castelli ed altri Maroni, gente realmente ignara ma infatuata dai loro pregiudizi auto-inflitti, falsamente radicati nei ''territori''. Questa è gente da poco che non ha ancora capito che la crisi attuale del neoliberalismo e l'intervenzionismo (bailout) massiccio dei Stati nazionali nella sfera economica hanno messo a pezzo il loro presunto razionale socio-economico per il ''federalismo fiscale''. Nonostante ciò, continuano a correre dietro questo miraggio spinelliano sovversivo e anti-costituzionale, mentre gli operai delle industrie del Nord (in maggioranza del Nord) e del resto dell'Italia, assieme a tutti quelli dell'indotto, sono mandati a casa senza nessuna copertura! Fine alla prova del contrairo, questi spiriti semplicioni leghisti sembrano ora anche pronti a consegnare tutti gli Apparati di sorveglianza e di sicurezza (intercettazioni anti-crimine) della nostra Repubblica a Berlusconi, ed ai vecchi amici della Fininvest, pure di potere credere il loro miraggio auto-distruttore a portata di mano! In Italia serve una nuova fiscalità repubblicana nazionale basata sopra la RTL assieme a nuove forme amministrative. Servano ad esempio delle Conferenze delle regioni Nord, del Centro e del Sud come forma italiana dei tecnopoli, ancora da coordinare al livello centrale con una coerente strategia di sviluppo industriale ed economica. Non serve proprio il federalismo fiscale in cambio dell'abdicazione dei poteri dello Stato nelle mani delle mafie, cosa che la UE non potrà comunque tollerare per la semplice paura della contaminazione dell'intera Unione dopo quella già avverata di certi paesi dei Balcani ex-comunisti, oggi in mano della Nato. A sinistra serve una Federazione comunista ecumenica per ridare vita al dibattito ed ai processi politici virtuosi nel nostro Paese. .

 

Care compagne, cari compagni,

Ecco alcuni articoli interessanti:

1) Misure anticrisi? Ma lo Stato ci guadagna.di Tito Boeri in http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000802.html

Scrive Boeri: ''Dopo che a Washington il 16 novembre scorso era stato annunciato dal ministro Tremonti un piano da 80 miliardi, ridotto solo tre giorni dopo a 12,7 miliardi, poi sceso a 7 miliardi, a 6,5 e, infine, il 29 novembre a 3,7 miliardi, ci ritroviamo ad avere un intervento a saldo zero. Più precisamente, il decreto anticrisi ha un saldo netto in positivo, tra variazioni nette nelle entrate e nelle uscite, di 390 milioni.''

Intanto la Finanziaria Triennale di Tremonti e dei sovversivi anti-repubblicani della Lega (altro che ''operai imprenditori'' leghisti ...) mantiene l'azzeramento del deficit per il 2011 (mentre l'Istat ci dice che l'ammontare del debito pubblico è in calo di 17 miliardi rispetto al livello anteriore (agosto : 1.665 miliardi ; settembre : 1.648 miliardi.) Questo avviene malgrado la diminuzione dei tassi di interessi europei, la BCE essendo trascinata dal intervenzionismo della Federal Reserve. Intanto lo Stato rimane disponibile per salvare le banche e le imprese private con soldi pubblici senza nessuna controparte per i lavoratori; per colmo senza neanche chiedere il ritorno alla differenziazione funzionale delle banche e delle organizzazioni finanziarie, sopprimendo così una delle base su cui è cresciuta la speculazione dei derivati finanziari e dei cosiddetti subprimes. L'Italia sta seguendo una strada socio-economica suicida.

2) Questo apprezzamento viene confermato dal articolo seguente: Italia. Metà della ricchezza del paese è concentrata nelle mani del 10% delle famiglie. Per le altre cresce l'indebitamento in http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Dicembre08/18-12-08ItaliaRicchezzaPaese.htm

 

Citazione: ''Nel 2006 la meta' più' povera delle famiglie italiane deteneva meno del 10 per cento della ricchezza totale mentre il 10 per cento più' ricco deteneva quasi la meta' della ricchezza complessiva.''

Tutto questo avviene in un contesto di crisi gravissimo. Secondo stime della CGIL ci dobbiamo aspettare ad una valanga di perdite di lavoro stimate attorno ai 2 milioni ... Sappiamo che in Italia solo il 20 % della forza di lavoro usufruisce della cassa integrazione.

In un intervento di pochi giorni fa in francese ho notato i fati seguenti:

La crisi attuale viene vista dalla borghesia come una opportuità. L'Articolo 2 della nostra Costituzione recita: ''La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.'' L'Articolo 4 recita: '' La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto''. (vedi http://www.camera.it/cost_reg_funz/345/copertina.asp ) Nonostante questi ed altri articoli simili della nostra Costituzione partigiana, la crisi fornisce ai dirigenti l'occasione di sostituire i vecchi ammortizzatori sociali dello Stato sociale, meccanismi fondati sopra i contributi dei lavoratori stessi grazie alla distinzione tra salario lordo e salario netto, con un salario al ribasso (frutto della flessibilità globale secondo la logica di Solow, Friedman e Co), un salario minimo unicamente assistito con un coefficiente famigliare. Nel contesto della privatizzazione rampante dei servizi sociali questo coefficiente famigliare viene concepito come mezzo finalizzato ad appoggiare la tendenza al calo del salario. Quest'ultimo viene visto unicamente come costo di produzione paragonato al livello mondiale dunque automaticamente trascinato verso il basso. Si cerca tuttavia di mantenere le classi laboriose al livello di sopravvivenza ...

Sapiamo che la differenza epifenomenale tra salario lordo e salario netto rinvia alle distinzioni funzionali tra da una parte il salario individuale capitalista e dall'altra parte il reddito differito sotto forma di cassa integrazione o di pensione, oppure sotto forma di trasferi sociali pubblici ai focolari che assieme al salario individuale contribuisce al reddito globale netto. Il salario individuale capitalista non tiene affatto conto delle condizioni variate della riproduzione della forza del lavoro a secondo della taglia delle famiglie e dei focolari. All'opposto, il livello di sopravvivenza rinvia alla ''soglia fisiologica'' unicamente limitata dalle resistenze e dalle lotta di classe, cioè dal livello di civiltà (etico-politico) socialmente raggiunto; ad esempio, i Dalits dell'India hanno una ''longevità'' media attorno ai 45-50 anni ... in effetti, vengono mantenuti in una situazione infra-umana malgrado la Costituzione democratica del paese.

 

Questo modello dell'organizzazione della sopravvivenza è proprio quello del reddito (si nota ''reddito'' e non ''salario'') annuale minimo garantito di Milton Friedman, cioè un reddito garantito con la fiscalità generale evanescente senza pieno impiego a tempo pieno, invece di esserlo con i contributi prelevati in modo statutario sopra il salario lordo. L'argomento di Friedman era sovra-determinato da due premesse: a) l'esistenza della Unione sovietica, dunque l'impossibilità di attaccare i lavoratori frontalmente; b) la consapevolezza dell'Establishment americano che la crescita secolare dalla produttività senza riduzione del tempo di lavoro dunque senza una spartizione più efficacia dei benefici di questa produttività - portava alla necessaria squalificazione di una massa crescente della mano-d'opera che si avvicinerà attorno al 80%. Si sa che negli ultimi due decenni 10 % del PIL fu trasferito da lavoro al capitale senza nessuna controparte all'infuori del ''workfare'' e della pauperizzazione crescente prodotta dalla Legge 30.

Con la sparizione della Unione Sovietica, la cautela di Friedman lasciò il posto all'arroganza cieca degli apostoli della ''social justice'' secondo Rawls e Giddens, dovutamente coniugata con la flessibilità globale solowiana e con l'Agenda filosemita nietzschiana prevalente (incluso la dottrina di guerra preventiva). Oggi siamo arrivati ai discepoli americani di Rawls. La loro questione urgente è la seguente: Cosa dobbiamo fare della crescente forza del lavoro soprannumeraria?

Dobbiamo forse assisterla sottomettendo questa assistenza a varie condizioni socialmente negoziate i.e. flexsecurity tipo scandinava che non ha niente a che vedere con le variante demagogiche francesi o italiane finora sotto-utilizzate perché ancora troppo generose...? In realtà la flexsecurity scandinava riposa sopra aspetti specifici difficili da emulare altrove, ad esempio un tasso di sindacalizzazione altissimo; un ratio tra grandi aziende transnazionali e popolazione attiva elevatissimo; una pratica della concertazione socio-economica che vede la Svezia inventare i Fondi Operai oppure la Norvegia utilizzare i profitti del petrolio in un Fondo sovrano con il mandato di preservare l'equità sociale e di preparare il dopo-petrolio.

Oppure dobbiamo sottoporla ad un feroce ''workfare'' sempre più duro per mantenere il controllo sociale con l'istupidimento creato da ritmi di lavoro infernali senza nessuna tutela legale degna del nome, ad esempio il Codice di lavoro?

La Riduzione del tempo del lavoro, solo compatibile con la cittadinanza generale e con la prosperità economica raggiunta tramite la ripartizione delle ricchezze socialmente create, non fa parte delle alternative ideate da questa gente.

Di fatti, mentre l'Unione europea vuole legiferare in favore del ritorno alla settimana di 48, 65 ore con un massimo di 72, il Nord America è già al regime delle 60 ore legali e della precarietà generale. In questo modo negli Usa si arriva ad una media di 34,5 ore settimanali precarie e mal pagate. Questo è da paragonare alle 35 ore settimanali a tempo pieno della Riduzione del Tempo del Lavoro (RTL) della gauche plurielle!!! In Italia stiamo andando oltre a questa logica auto-distruttrice americana con una flessibilità massima, i salari più bassi della UE (a parte il Portogallo), e con il coefficiente familiare apparso nel nostro Paese con la ''Social Card'', ovvero con una brutta copia dei foods stamps americani o della tessera fascista... (Vedi nei brani tradotti del mio terzo libro la ''Nota**'' nella Sezione Italia del mio sito)

Si nota che una parte già sostanziale dei costi della crisi ricade sopra i focolari italiani ancora caratterizzati da una struttura arcaica dove la famiglia nucleare non si è ancora totalmente astratta dalla famiglia allargata. In questo senso, nell'assenza dei diritti per le donne (parità, socializzazione delle pensioni alimentari, asili nidi necessari per facilitare l'accesso al lavoro femminile, servizi di geriatria finalizzati a mantenere le persone della Terza Eta nel loro domicilio secondo lo stato di salute di ciascuno) il peso della crisi caderà sempre di più sopra le famiglie, ed in particolare sopra le donne; si riviverà, in un scenario peggiorato, la regressione già vissuta con il ritorno dei Boys a casa alla fine della Seconda Guerra Mondiale negli Stati Uniti, ma con il svantaggio caratteristicamente contemporaneo secondo il quale il salario unico dei focolari non permette più di vivere neanche come singolo (Sapiamo che il salario di due lavoratori oggi rappresenta un potere d'acquisto inferiore a quello di un salario unico negli anni 50 ...)

Dato che, sin dal Patto sociale del 1992-93, si paga il salario individuale reale al ribasso rubando il salario differito (riforma pensioni, Legge 30, riduzione degli ammortizzatori sociali, ''no tax area'' ..., ecc) i fondi del coefficiente familiare dovranno per forza essere elargiti prelevandoli sopra la fiscalità generale. Intanto questi prelievi dovranno rispettare la logica ferrea dettata dai Parametri della Commissione europea, pena le sue rimostranze e l'inizio delle sue procedure punitive. Si nota che non si tratta dei Criteri di Maastricht in quanto tali (3% di deficit, 3% di inflazione e un debito pubblico non superiore al 60% del Pil) ma bensì dei Parametri indotti dalla servile versione di Maastricht adottata da una Italia inginocchiata davanti ai tecnocrati neoliberali incompetenti e fanatici della UE attuale, cioè 0 % , 0 % , e ... punto interrogativo per il debito pubblico la cui magnitudine serve magnificamente a legittimare continui piani di austerità sociale, solo perché non si sa immaginare un altro metodo rigoroso per fare diminuire tendenzialmente il nostro debito senza tagliare nei servizi sociali e nelle infrastrutture, dunque senza soffocare il potere d'acquisto e la domanda sociale.(Vedi Capitolo III del mio Libro III). Abbiamo a che fare con gente che persista ad implementare ciecamente ricette e direttive sbagliate malgrado la crisi attuale abbia confutato in atto tutte le teorie dominanti e più ancora tutte le scellerate pratiche socio-economiche, culturali e militari che ne scaturiscano. Poiché il peso della crisi viene fatto pesare unilateralmente sopra le spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, le borghesie italiane ed europee sono contente di comportarsi come la banda di ciechi dipinta da Bruegel l'Anziano, mantenendo pero il circuito occulto di oltre 270 miliardi di evasione fiscale annua sopra il quale vivano come proverbiali parassiti mentre il Paese va allo sfascio. Ci troviamo così di fronte ad un classico ''Catch 22''. All'abuso coscientemente regressivo dei Criteri di Maastricht si aggiunge l'andamento al ribasso dei salari, il quale produce meno entrate fiscali contrariamente a quello che produrrebbe adottando il Contratto a Tempo Indeterminato come norma generale al livello nazionale. La continuità delle scelte attuali apre un spiraglio verso un altro profondo cerchio di questo inferno neoliberale filosemita nietzschiano all'italiana.

A questo va aggiunto lo smantellamento completo dello Stato sociale con la deregolamentazione e la privatizzazione rampanti, incluso nella Sanità pubblica, nell'Educazione, nella Ricerca e nella Pubblica Amministrazione.

La logica è quella del ritorno ad una società di nuova schiavitù e di nuova domesticità: in Italia ci siamo quasi già. (Basta aggiungere ai dati forniti qui sopra quelli relativi alla taglia delle impresse ed ai loro salari ... Vedi la Nota 1 alla fine dell'Appendice ''Critica dell'ideologia della Lega infiltrata a sinistra'' nel articolo Unità comunista autentica o giochi di parole? 13 settembre 2008 disponibile nella Sezione Italia del mio sito:

http://lacommune1871.tripod.com/ConferenzaFrame1Source1.htm#Critica%20Lega . Vedi pure la ''Nota15 sopra John Galbraith'' nella stessa Sezione Italia del sito http://lacommune1871.tripod.com )

Di fronte alle illusioni ed al scoraggiamento pervasivi contemporanei, aggravati dall'effetto nocivo dei rinnegamenti, preme ricordare un'evidenza: Tutte le conquiste democratiche furono l'oggetto della lotta di classe, la concretizzazione del contrappeso socio-economico effettivo delle organizzazioni legati alle lavoratrici ed ai lavoratori. E vero per la conquista del suffragio universale e segreto contro la democrazia liberale Censitaria e sessista (aggiungo, come correttivo ad una troppo candida lettura della Rosa Luxemburg anteriore al 1917, che gli effetti scontati dalla conquista democratica del suffragio universale e segreto furono subito rubati dalla riattivazione a tutti i livelli importanti, in particolare nelle università e negli alti livelli della Pubblica Amministrazione, della selezione occulta esercitata delle Logge massoniche, selezione preventiva affiancate poi durante la Guerra Fredda dai vari servizi segreti ed altri Galdio; questa evidenza sconosciuta ha una importanza cruciale per concepire una effettiva strategia contro-egemonica democratica, soprattutto al livello culturale ed etico-politico.) Il ruolo della paura salutare ispirata alla borghesia dal proletariato e del movimento comunista rimane vero per la conquista dei primi benefici sociali (Wagner e Bismarck contro Marx e la prima socialdemocrazia tedesca, Beveridge e i suoi colleghi europei nel tentativo di neutralizzare le avanzate sociali bolsceviche ecc.); e vero per la creazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro durante la Conferenza di Versailles alla fine della prima guerra mondiale, dunque sotto l'influenza diretta della vittoria bolscevica; e verro per la creazione dello Stato sociale (Welfare State nei paesi anglo-sassoni) dopo la vittoria staliniana contro il nazifascismo. Paradossalmente risulta anche verro oggi (diciamo a ''ritroso'') con lo smantellamento delle Stato sociale reso possibile dal scioglimento interno del Blocco dell'Est e dal smembramento interno della USSR, come pure dal rinnegamento, ieri surrettizio, oggi all'aperto, di tanti pitres rinnegati e di tanti bassi cleri incrostati nei partiti comunisti troppo spesso ''nominali'' attuali. Si capisce allora che la falsa rappresentanza sia la minaccia più seria per tutti i partiti autenticamente da sinistra.

Per quanto riguarda il centro-sinistra non né parliamo proprio: oggi abbiamo un PD che cerca disperatamente il dialogo con le destre, pagando volontariamente il prezzo elettorale come viene evidenziato in Abruzzo. Perché? Il calcolo di questi patetici ed indecenti politici reaganiani e filosemiti nietzschiani di ''sinistra'' è abbastanza semplice: sin dalla Bolognina sono oggettivamente diventati dei gladiatori all'aperto; gente che oggi come ieri appoggia la violazione del Articolo 11 senza neanche tenere conto che gli impegni di ''pace'' inizialmente legittimati nel quadro dell'ONU vengono aggirati illegalmente con la soppressione effettiva dei caveats in Afghanistan, trasformando così la missione italiana sotto egide dell'ONU in una missione di guerra aggressiva sotto controllo effettivo della Nato (vedi http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Dicembre08/18-12-08ItaliaAfghanistan.htm ) Esiste pure gente all'interno del PD per chiedere pubblicamente l'unificazione delle due missioni!!!

Questa è gente da poco che dimostra il zelo proverbiale dei nuovi convertiti. Non hanno più anima e programmi politici propri, e sanno di essere (giustamente) ''figli di dei minori'': l'unica legittimazione residuale del loro partito rimane la traduzione in gergo politichese e l'applicazione servile delle direttive europee, ovviamente ideate e formulate al beneficio dei grandi paesi europei dei quali l'Italia non fa più parte. Questa cancellazione politico-diplomatica è il frutto del loro contributo personale assieme a quello di tanti incompetenti e servili Dini, Ciampi, Padoa-Schioppa, Prodi ed altri di questa fin troppo tipica farina peninsulare. Per loro rimane dunque solo l'opzione di puntare sopra l'alternanza inevitabile ma così bene adatta al bipolarismo-bipartitismo da imporla con la legge! (Di nuovo contro lo spirito e la lettera della nostra Costituzione partigiana.)

I governi si usano col tempo; il governo Berlusconi è ancora giovane, andrà in ogni eventualità fino alla fine del suo mandato. Intanto, c'è la crisi. Secondo i strateghi del PD meglio allora lasciare la destra prendersi la responsabilità delle riforme neoliberali, da loro stessi auspicate, accentando quello pizzico di dialogo necessario per assicurarsi dei numeri necessari per modificare la Costituzione e per legittimare le riforme. Bel calcolo! Calcolo di grande dignità, visto la pauperizzazione continua del Paese ... Ma non si può chiedere a certa gente più di quanto dispongano... Dal mio punto di vista, si tratta di un calcolo tragicamente falso. Questo si intuisce con le sconfitte etico-politiche ed elettorali (Del Turco, Giunta Campana e napoletana, Abruzzo, Basilicata ecc.) Con questa omologazione ideologica e comportamentale, se la magistratura fa il suo dovuto lavoro, non rimarrà molto del PD, non solo nel Meridione ma altrove. Questo sarà ancora più evidente se Di Pietro saprà mantenere il suo partito fuori dei circuiti corrotti di questa piccolissima e meschina politica caricaturale nel nostro Paese che in questo riguardo né ha già visto di tutti i colori (serve un comitato di disciplina interna nei partiti del centro-sinistra e della sinistra italiani. Ad esempio se il Prc chiede ufficialmente ai suoi rappresentanti di abbandonare le giunte e non è ubbidito con massima celerità e senza discussione - le discussioni ed i chiarimenti debbono avvenire prima -, questi vanno immediatamente esclusi dal Partito e dunque dalle loro cariche.) Nel Nord, con le scelte descritte sopra, il PD attuale rafforzerà la Lega a scapito suo per non avere saputo rifiutare il miraggio distruttore, ed oramai già economicamente antiquato, del federalismo fiscale; nel Sud sarà cancellato totalmente. Questa cancellazione è già avviata, visto quello che non può mancare di succedere in Campania ed altrove, se non cambiano radicalmente le cose. La ''svolta'', vi ricordate? (Quando penso che avevo inviato il mio Tous ensemble (1996) al grottesco filosemite nietzschiano Ingrao tramite il grottesco filosemita nietzschiano Manifesto ... mi viene quasi di ringraziare al nome del movimento comunista per la chiarezza che ne scaturì!)

Lo stesso ragionamento fatto per il PD vale per i rinnegati comunisti (che debbono subito essere espulsivi dai nostri ranghi). La debolezza delle organizzazioni comuniste, purtroppo ancora numerose nel nostro Paese, la loro imbecille (la parola mi sembra giusta) e puerile incapacità dogmatica di superare i conflitti del passato in favore di una analisi rigorosamente marxista e concreta della situazione attuale apre la strada alla bossizzazione-berlusconizzazione duratura delle strutture mentali nella nostra Penisola.

Le critiche del passato comunista vanno riservate ai discorsi scientifici ed ad una storiografia oggettiva (materialismo storico) priva di ogni anacronismo, ambedue fondati sopra i nuovi fatti di archivio e le nuove conoscenze critiche; le critiche ereditate dal passato rimangono importanti dal punto di vista storico, almeno quando non sono unicamente di tipo ideologico. Comunque non sono necessariamente utili nel contesto attuale soprattutto nelle loro forme antiquate ripetute da militanti, certo di buona fede ma lobotomizzati o strumentalizzati (vedi il ruolo del pitre Michael Löwy ed di tanti altri da me denunciati!) Jaurès fu pertinente per il socialismo francese perché ebbi l'onesta, l'intelligenza ed il coraggio di non rinnegare Robespierre, pure preferendo Marx per le questioni di forma di proprietà e di relazioni di produzione. Rinnovò così la storiografia nazionale repubblicana, restituendo la sua razionalità ad un progetto ugualitario e socialista compatibile con quello di Lafrague e di Guesde. Nello stesso modo non si può più criticare Stalin senza tenere conto del ruolo del Sade ''sovietico'', l'Ebreo capo del NKVD Yezhov, primo responsabile della cosiddetta Grande Purga. (Sopra Yezhov e la IV e V Internazionale, vedi la nota qui sotto) Espresso in modo lapidario, si può affermare che il marxista Stalin trasformò il suo paese arretrato e considerato come l'anello debole del sistema imperialista del suo tempo, in una superpotenza capace di sconfiggere la Germania, all'epoca prima potenza industriale in Europa e nel mondo. Operò questa grandiosa trasformazione pioniera socialista con solo due piani quinquennali; seppe pure inventare il concetto di ''democrazia popolare'', cioè una via pacifica al socialismo, con i comunisti del Est subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, malgrado la superiorità economica e militare americana alle sue frontiere; i critici burocratici post-staliniani cominciarono con l'ossificazione del comunismo, e l'osSezione razzista contro la Cina di Mao e finirono massacrando la grande esperienza della Primavera comunista di Praga del 1968 (da non confondere con i rinnegati che tradirono la loro firma sulla Carta 77, oppure con i grotteschi pitres e ''animali ri-naturati'' come Vaclav Havel); infine i pitres filosemitici nietzschiani del dopo-Breznev, gli eredi diretti dei traditori infiltrati illustrati con il filo-sionista e pluralista borghese Lukacs, auto-mascherato in ''ortodosso'' durante e soprattutto dopo la contro-rivoluzione ungherese del 1956, hanno riuscito l'impresa mirabile di distruggere l'Unione Sovietica, assieme all'intero Blocco dell'Est in meno di sette (7) anni, senza pero riuscire a delegittimare né Marx, né il comunismo, né Cuba, e neppure le nuove esperienze autenticamente ispirate dal marxismo ad esempio in America del Sud, nel Nepal ed altrove. I sbagli vanno riconosciti in modo costruttivo non-anacronistico; le esperienze mancate vanno deplorate senza ''buona coscienza'' rinnegata, smerciata venalmente al ribasso; ma l'eredità delle lotte reali (e non solo utopiche) per l'emancipazione umana senza se e senza ma va tutelata preziosamente: Se, come diceva Mao ''la rivoluzione non è una festa di gala'', possiamo comunque affermare che nei momenti più bui il nostro passato comunista vale sempre molto di più della prepotenza domestica ed imperialista delle societa di sfruttamento dell'Uomo sull'Uomo o dall'arroganza filosemita nietzschiana, passata e presente, di presunte ''razze elette'' esclusivamente da Dio! Al limite i nostri Muri erano difensivi, paradossalmente eretti contro un embargo micidiale, non si richiamavano apertamente alla segregazione in varie caste più o meno elette ed alla deportazione massiva dei popoli! (Questo non valeva solo per il Muro di Berlino del quale si parla fuori contesto storico, senza neppure menzionare il muro costituzionale anti-comunista e ri-militarizzato imposto dai nazisti riciclati alla testa della Germania occidentale dalla Potenza di Occupazione Americana senza consultazione né con la GB, né con la Francia, né con la Ussr, le altre potenze vincitrici in carica della negoziazione del futuro della Germania militarmente occupata. In modo similare, a Cuba, non è il regime comunista dell'Isola ma i Stati Uniti che rifiutano i visti per l'emigrazione anche quelli 29 000 già negoziati, mentre limitano i trasferi di denaro dei Cubani Americani, imprigionano illegalmente cittadini cubani come i 5 Eroi di Cuba, liberano e proteggano noti terroristi anti-castristi e rafforzano un embargo criminale più volte denunciato come tale dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite!)

La creazione di una Federazione comunista del Prc, del Pdci, del Pcl e di tutte le altre componenti interessate è un atto dovuto dopo la sconfitta culturale e socio-economica della linea del congresso di Venezia. La Federazione sembra una forma organizzativa adatta alla nostra situazione attuale assai confusa: ci permette di metterci subito d'accordo sopra un programma minimo comune concentrato sopra le lotte culturali (anti-guerra ecc), socio-economiche, ecomarxiste, sindacali, politiche e elettorali (al livello parlamentare, amministrativo e europeo.) Premesso che tutte le componenti siano autenticamente marxiste nella loro visione del mondo e nella loro metodologia, la Federazione le trasforma automaticamente in correnti politiche senza pero cancellare la loro autonomia, cosa normale ed anche auspicabile per un partito marxista che deve sapere tollerare, anzi incoraggiare le critiche interne (senza dogmatismo anacronistico) nel rispetto delle decisioni centrali prese in comune ed implementate con disciplina, nonostante l'eventuale posizione critica. Tale Federazione comunista, alleata in modo funzionale con il partito l'Italia dei Valori e con certi Verdi, potrebbe così dare vita ad un nuovo e potente Arco costituzionale (un Arco sicuramente vincente dal momento che avrebbe saputo organizzare e vincere il referendum abrogativo sul federalismo fiscale, per riaffermare con forza la lettera e lo spirito socio-economico della nostra Costituzione, Carta fondamentale forse più attuale oggi da ieri, visto l'intervenzionismo scellerato ma reale dei Stati occidentali per arginare la crisi con la massiccia ma vana socializzazione delle perdite private sulla pelle del proletariato. Queste alleanze funzionali (sopra vari dossier specifici, a vari livelli) potrebbe comunque facilmente dare vita ad un programma governativo di risanamento locale e nazionale, purché si adottasse una visione compatibile dell'Europa sociale. Non abbiamo il diritto di sprecare queste opportunità concrete solo perché sussistono delle divergenze tra personalità che non rispettano affatto i desideri unitari e autenticamente marxisti dei membri, e delle militante/i. Si deve subito mandare un segnale forte alle nostre base, di preferenza con la Dichiarazione ufficiale comune che ho già chiesto.

Basta guardare al programma di Martine Aubry, un programma suscettibile, con una buona influenza da parte dei comunisti, di essere reso altamente compatibile con una scelta qualificata da me "riformista rivoluzionaria'' nel mio ''Réformisme démocratique révolutionnaire ou lamentable Rossinante du réformisme'' (nella seconda parte di Tous ensemble): cioè la scelta di un camino certo lento ma sicuro sopra la strada della transizione pacifica e progressista verso il socialismo, in opposizione alla solita scelta riformista socialdemocratica filosemita nietzschiana (Lassalles, Kautsky, Bernstein, Sombart, Blum, Nenni e, se le piccole cose possono essere paragonate alle grandi come si diceva in Fanny, Ingrao, Bertinotti ed altri di questa farina ecc, ecc, ...) per capire come sia possibile, anzi doveroso, arrivare ad una scelta alternativa condivisa, capace di rovesciare le tendenze neoliberali e monetaristi incredibilmente riaffermate malgrado la crisi attuale. (Un'idea dell'interessante programma di Martine Aubry può essere ricavata dalle fonti seguenti: Une vision pour espérer, une volonté pour transformer (Congrès de Reims 15 juin 2008), e il Texte dorientations politiques 2008-2009 del PS disponible a l'indirizzo seguente: http://medias.lemonde.fr/mmpub/edt/doc/20081205/1127558_ps_texte_d-orientations.pdf ) La Francia andrà avanti comunque se la sinistra vince le prossime elezioni (purtroppo ancora lontane). Ma se un paese come l'Italia andasse nella stessa direzione, queste riforme rivoluzionarie diventerebbero la norma progressista europea. Un passo gigantesco verrebbe allora compiuto nel senso dell'Europa sociale da noi auspicata. Da questo punto di vista, nelle condizioni attuali, la direzione giusta vale più della rapidità, purché si ottiene un minimo strutturalmente importante, tanto al livello nazionale che al livello europeo.

Tenendo conto dall'importanza cruciale immediata degli ammortizzatori sociali universali, saldamente fondati sopra contributi detratti dal salario lordo (dunque vissuti come diritti e non come l'elemosina del coefficiente familiare), ecco dunque quale sarebbe questo minimo: (Quel che segue è la traduzione della conclusione riassuntiva della proposta già circolata in francese col titolo Précarité, quotient familial, revenu minimum précaire garanti ou RTT et services sociaux

 

Credo che i comunisti, assieme a tutti i progressisti ed a tutte le persone di buona volontà, possono rivendicare alcune domande fondamentali, certo realiste ma suscettibili di rovesciare la tendenza attuale per imporre alla borghesia filosemita nietzschiana contemporanea l'obbligo di abbattere subito le sue carte. Ecco dunque quello che considero le domande minime da esigere in modo unanime al livello nazionale e europeo per cimentare una alleanza delle forze di sinistra. Le lavoratrici ed i lavoratori sindacati assieme ai loro dirigenti vorranno sicuramente concentrarsi sopra i due primi punti elencanti qui sotto, per poi estendere le loro domande con l'appoggio di grandi mobilitazioni sociali, mobilitazioni da concertare con tutte le forze comuniste ed altre disponibili a sinistra. Questo implica l'eventuale ricorso allo sciopero, allo sciopero generale ed anche, se si arriva a quel punto, allo sciopero del zelo rotativo, in modo da imporre ai dirigenti attuali la necessità di rivedere le loro brutte copie, oppure di lasciare il posto a gente più competenti e meglio inclini dal punto di vista costituzionale.

 

1) Esigere il ritorno immediato ai piani socio-economici fondati sopra i contributi padronali e salariali dedotti dal salario lordo. In realtà, questi contributi sono una parte del ''salario differito'' il quale dovrebbe poi ritornare, oltre alla pensione, come ''reddito globale netto'' ai focolari, sotto forma di trasferi sociali. A volta, come è il caso con gli ammortizzatori sociali, questi servano per sostituirsi momentaneamente al salario individuale capitalista, unica base di una autentica flessibilità strutturale e contro-ciclica del ''mercato del lavoro''. Tenendo conto del fatto che la solidarietà (''assicurazione'' sociale da contraddistinguere dall' ''assistenza'' sociale pubblica o privata e caritativa, di conseguenza democraticamente ripugnante ) rimanda ad una garanzia costituzionale ed alla tutela socio-economica del lavoro dignitoso e dei suoi redditi (Primi articoli della nostra Costituzione (vedi http://www.camera.it/cost_reg_funz/345/copertina.asp ), questo minimo include:

(Aggiungere i 3 componenti del «reddito globale netto »dei focolari, cioè il salario netto, il salario differito e le tassee imposte che dovrebbero ritornare ai focolari sotto forma di accesso garantito alle infrastrutture e servizi pubblici, invece di finire come oggi nelle cosiddette spese fiscali, dunque nei paradisifiscali ...)

a) la cassa integrazione (come programma universale necessario alla vera flessibilità contro- ciclica;)

b) la Sanità pubblica e i servizi moderni di geriatria (incluso le cure palliative da opporre alla legalizzazione classista dell'eutanasia.)

c) il diritto all'educazione universitaria gratuita;

d) un regime universale di asili nidi e le allocazioni per i minori a carico;

e) una politica pubblica per garantire il diritto all'alloggio sociale;

f) un regime di assistenza trasporto;

 

Tutti questi programmi debbono ridiventare dei programmi pubblici ed accessibili universalmente .E una questione di efficacia economia. Abbiamo tutti sotto gli occhi il spettacolo delle tre grandi aziende americane dell'automobile oggi sospese su l'orlo del precipizio per la semplice ragione che non usufruiscono di un sistema sanitario pubblico (il sistema americano privato spreca 16 % del PIL lasciando pero 47 milioni di Americani poveri senza copertura, mentre il sistema pubblico europeo non dico del tutto italiano ... - costa attorno a 10 % ma è capace di garantire una copertura universale.) Idem per i fondi pensioni aziendali investiti in borsa ma oggi sottoposti a forti perdite, o peggio ancora per le agenzie di leasing intra-muros. Malgrado tutto questo, le ''elite'' europee stanno accelerando la loro servile imitazione del ''modello'' americano, particolarmente in tutti questi settori strategici normalmente devoluti a missioni di interesso pubblico, che mettano in campo una logica mutualista capace di abbassare strutturalmente i costi di produzioni delle imprese nel mondo moderno, come avviene tradizionalmente con l'intervento dello Stato per le infrastrutture (meccanismo di efficacia produttiva ben conosciuto da Adam Smith ma oggi dimenticato dai nostri marginalisti filosemiti nietzschiani ....)

2) Esigere l'applicazione al livello nazionale ed europeo della Riduzione del Tempo del Lavoro (RTL) nel quadro della più assoluta parità di genere per rispettare gli obblighi costituzionali relativi al diritto al lavoro dignitoso ed alla solidarietà nazionale. (La RTL costerebbe attorno a 20 miliardi di euro sotto forma di esoneri fiscali da ricavare in gran parte dalle varie forme di assistenza alle imprese oggi in uso; questi esoneri attuali ed altri cunei fiscali sprecano denaro pubblico senza nessuna controparte per i lavoratori o per lo Stato. Al contrario, una volta introdotta, la RTL ha il potenziale di risanare ambedue i contributi salariali e la fiscalità generale dello Stato; di fatti, la cassa integrazione per una media di 2 milioni di lavoratori disoccupati supplementari (stime della CGIL per i prossimi mesi) sprecherebbe attorno a 35 miliardi annui prelevati sopra una fiscalità generale indebolita dalle politiche neoliberali attuali e dalla crisi (queste stime sarebbero da verificare, ma mi sembrano abbastanza precise.) Questa riforma, facile da implementare, dovrà essere accompagnata a medio termine dalla negoziazione di una nuova definizione del anti-dumping, in modo da proteggere il salario individuale capitalista assieme al salario differito, al reddito globale netto ed ai criteri ambientalisti, oggi esclusi dalla balorda definizione utilizzata nella OMC per imporre silenziosamente il calo automatico del salario al livello globale . Se la UE e la OMC non si muovono con dovuta celerità in questo riguardo, i governi di sinistra dovranno essere pronti ad imporre unilateralmente delle infime ''surtaxes'' nazionali all'importazione, in modo da potere accumulare rapidamente i fondi necessari per ri-mettere i programmi contributivi, accennati al punto # 1 qui sopra, ad un ritmo di crociera. Questi saranno alimentati in seguito da prelievi contributivi normalmente aggiustati secondo le solite norme attuarie. ) Si compierebbe cosi un primo ma grandissimo passo nella direzione dell'Europa sociale, migliore metodo per contrastare la crisi attuale attaccandosi alle sue radici strutturali. (Si nota che, in pratica, con i salvataggi (bailouts) massicci delle banche e delle industrie da parte di Bernanke e Paulson - degni discepoli del ''eccentrico'' profeta del ''pilota automatico'' Milton Friedman le regole neoliberali internazionali in materia di libero commercio e di sovvenzioni nella OMC, nella UE ed altrove non hanno più alcun senso. Con il pretesto di non ritornare alla famigerata politica cosiddetta ''beggar-thy-neighbor'' si mette in campo, in modo assai spensierato ed incompetente, una ''beggar-thy-neighbor's entreprises policy''. Mentre in Italia si vende l'Alitalia per un prezzo simbolico, socializzando pero più di 2 miliardi di perdite e sacrificando migliaia di lavoratrici e di lavoratori ecc ... Altro che interdipendenza asimmetrica! Questo timore del ''protezionismo'', in realtà tutto cordelliano (Cordell Hull), maschera una volontà imperialista di contra-cambiare le strategie industriali nazionali compatibili con il commercio equo (fair trade) con un imperialismo globale asimmetrico fondato sul cosiddetto libero commercio (free trade.) Intanto la bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti sarà fra poco nel rosso, segno drammatico del totale fallimento di questa fasulla teoria dell'interdipendenza asimmetrica.

3) Esigere una riforma dei regimi di pensione fondati sopra la generalizzazione della RTL e sopra il monopolio del regime pensionistico pubblico. In questo modo, pure tenendo conto delle riduzioni dovute per i lavori usuranti e i studi lunghi, come pure dei diritti acquisiti da certe categorie, si potrà facilmente andare verso una geriatria attiva moderna (non la ''vecchiaia attiva'' di grassi geronti a scapito delle nuove generazioni, ma una attività esclusivamente a tempo-parziale, concessa una volta tenuto conto degli bisogni prioritari della forza di lavoro attiva normale, tutelata dalla RTL e dal part-time volontariamente scelto, ambedue necessari per assicurare una flessibilità massima, nonostante le variazioni stagionali, senza il ricorso distruttore alla precarietà di massa.) Questi regimi pensionistici potrebbero - dovrebbero essere organizzati come Fondi Operai per permettere il finanziamento domestico del indebitamento governativo centrale e locale; in tal modo, si potrebbe soprattutto appoggiare eventuali Fondi di produttività nel loro ruolo essenziale di gestione dei bacini di mano-d'opera nel quadro della RTL (vedi a questo proposito il mio Tous ensemble) Il concetto di Fondo Operaio non ha niente a che vedere con quello dei fondi speculativi anglo-sassoni o ancora con i fondi pensionistici aziendali attuali. Il Fondo Operaio può essere facilmente compatibile con un regime pensionistico di ripartizione (in opposizione al regime per capitalizzazione anglo-sassone) purché sia inizialmente spostato da un periodo iniziale di almeno un anno. Malgrado il fattore demografico falsamente limitativo, questo spostamento può essere ottenuto con la concentrazione del TFR nell'INPS e con la creazione di un fondo di riserva da alimentare in vari modi, ad esempio con la ''surtax'' all'importazione menzionata prima. Soprattutto, come viene analizzato in Tous ensemble, questo tipo di Fondo Operaio, collettivamente controllato dalle lavoratrici ed dai lavoratori, è suscettibile di cambiare radicalmente, ma senza scozza, la forma di proprietà dominante, coniugando così rivoluzione democratica e riforma autentica, quindi riconciliando Jaurès con Guesde.

4) Esigere la creazione di un polo bancario e finanziario pubblico capace di comprare dei pacchetti azionisti di bloccaggio nelle imprese, in concerto con i Fondi Operai, o, a secondo dei casi, in modo da procedere alle nazionalizzazioni necessarie. Il Ratio Cooke-McDonough, o ratio prudenziale della BRI per le banche, permette di moltiplicare per 8 o 10 i fondi iniziali senza mettere in pericolo la stabilità del intero sistema. Questo tipo di intervento costerebbe una infima porzione delle somme astronomiche oggi dilapidate dalle nostre borghesie nei loro vani piani di salvataggio delle banche adoperati senza che nessuno si mostra cosciente della necessità di cambiare le regole del gioco speculative che hanno portato al disastro attuale, visto che queste regole diedero nascita al capitale speculativo di corto-termine sopra scala globale! Questo ripetere di stessi errori dopo gli errori della New Economy, quelli dei New Techs e dell'Economia cosiddetta immateriale, dopo quelli della ''esuberanza economica'', quelli del House Effect e quelli della fine della presunta ''doppia tassazione dei dividendi'' dovuti al pitre ''maestro'' Greenspan, porterà necessariamente ai stessi disastrosi effetti ma per colmo con un esplodere del debito pubblico. (Secondo il Business Week la Federal Reserve ha già speso più di due (2) trilioni di dollari negli ultimi interventi e si appresta a spenderne ancora per un totale complessivo di cinque (5) trilioni o più, vedi ''The Fed's Fierce Battle Plan in www.buinessweek.com, 23-12-08; a questo si aggiunge quasi 10 % del PIL spesi nel quadro dei piani di salvataggio di Paulson e di Obama, vedi ''A quand le retour du bâton pour cause de déficits'' in www.lemonde.fr, 09-12-08) Questo polo bancario-finanziario pubblico potrebbe garantire credito a buon mercato (assieme a consigli gestionali e aiuti all'esportazione) alle PMI, come pure ai piccoli agricoltori ed ai piccoli commercianti, i quali sarebbero incoraggiati a raggrupparsi in cooperative per sfruttare con massima flessibilità le necessarie economie di scale, ed i vantaggi sociali indotti dalla spartizione funzionale dei compiti, tra qui le ferie ecc. Sappiamo inoltre che gli apprendisti stregoni (pardon: i ''maestri del mondo'' ...) filosemiti nietzschiani attuali, tra i quali Paulson, hanno lasciato diluire questo Ratio prudenziale bancario secondo una scelta politica ben determinata, visto che, in accordo con le loro deliranti narrazioni monetaristi, intendono buttare il ratio prudenziale bancario alle ortiche con la speranza folla di ristabilire la dominanza sovrana del dollaro, sulla folle base del controllo del potere di stampare dollari americani ... (vedi ''Credit without collateral'' e ''The Fed and the Treasury'' nella Sezione ''International Political Economy'' del mio sito) La misura preconizzata qui, in quanto coerente con gli investimenti produttivi, non avrebbe nessuno effetto nocivo, del tipo monetizzazione. Ovviamente, deve essere in modo coerente accompagnata dalla riabilitazione di una fiscalità progressiva repubblicana capace di penalizzare fortemente i capitali speculativi di corto termine.

5) Esigere la fine delle guerre preventive e la fine delle missioni militari al estero. Mettere fine nel momento opportuno alla presenza delle basi militari estere sul suolo italiano e quello della UE. Infine modificare la struttura del complesso militare-industriale europeo per permettere una buona dissuasione (compreso una dissuasione nucleare minima, detta ''dal debole al forte'', ma nel rispetto degli Articoli IV e VI del TNP) Si dovrebbe ugualmente permettere la massimizzazione delle tecnologie duali, il cui sviluppo sarebbe privilegiato; questo ci permetterebbe di ottimizzare l'importo finanziere e tecnologico dei dividendi della pace, senza pero mettere a repentaglio la capacità di auto-difesa, dunque l'indipendenza nazionale ed europea effettiva. Le missioni attuali condotte sotto dominio di una Nato israelo-bushista costano oltre a 2 miliardi di euro (in un contesto dove il ministro della Difesa smorza i caveats e parla di mandare elicotteri di combattimento ..) mentre il sostegno unilaterale ad Israele, Stato ancora illegale per l'assenza di uno Stato palestinese, costa alla UE, anno dopo anno, più di 3 miliardi di dollari ai quali debbono essere aggiunti i costi enormi dell'assistenza militare ed dei privilegi commerciali goduti a scapito dei Territori palestinesi martirizzati e economicamente soffocati, incluso Gaza e Gerusalemme Est.

 

Notiamo che tutti questi programmi socio-economici sarebbero poco costosi. Basterebbe recuperare una piccola parte del 10 % del Pil trasferito da due decenni dal lavoro al capitale senza nessuna controparte per il lavoro, a parte il ''workfare'' reaganiano, la precarietà di massa e la pauperizzazione crescente (al soggetto vedi in lingua italiana Il capitalismo è in crisi: l'alternativa è tra socialismo e barbarie Movimento per la Costituente Comunista - Padova http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Dicembre08/12-12-08CapitalismoCrisi.htm ). Con solo 2 % di questi 10 % si potrebbe subito stabilizzare il regime pubblico di pensione a 40 anni di contributi per scendere rapidamente a 37,5 come regime di base. Vedi a proposito i vari testi relativi a questa problematica nella Sezione Italia o nella Sezione Commentaires d'actualité del mio sito. Con un altro 1% ( attorno a una ventina di miliardi di euro) si potrebbe generalizzare la RTL a 35 ore a tempo pieno con lo stesso salario iniziale, ma con la garanzia immediata data ai focolari di potere usufruire di tutte le reti socio-economiche e di tutti i programmi sociali sotto forma di trasferi sociali al titolo del ''reddito globale netto'' e al titolo della riabilitazione dell'intervento dello Stato nelle imprese statali e parastatali (a tutti i livelli governativi centrali, regionali, municipali). Questi trasferi fanno la differenza tra il benessere sociale minimo e la povertà endemica. In effetti, esiste una grande differenza tra la precarietà generalizzata da leggi come la Legge 30 (per colmo con un infame slogan del genere ''lavorate più per guadagnare di più'' mentre gli operai vengono sistematicamente messi in disoccupazione, o mentre sono espulsi delle fasce produttive sopra i 52-55 anni ... e dall'altra parte una RTL capace di preservare il potere di acquisto, al minimo tramite l'indicizzazione dei salari all'inflazione reale, e di fare crescere i redditi globali netti dei focolari con la riabilitazione dei trasferi sociali. Dopo inizierebbe un cerchio virtuoso dato che la RTL risanerebbe tanto i volumi dei contributi prelevati sulla busta paga quanto la base e le ricette fiscali dello Stato (Il governo del Primo Ministro Jospin ne fece magistralmente la prova, malgrado una certa timidezza dovute a condizioni sfavorevoli, in particolare la coabitazione con un Presidente della Repubblica di destra costituzionalmente potente, e malgrado la sovra rappresentazione dei soliti pitres e bassi cleri all'interno degli Apparati di Stato e dei media. Vedi Tous ensemble, incluso l'articolo « Réformes démocratiques révolutionnaires ou lamentable Rossinante du réformisme » nella seconda parte.)

Invece di imboccare questa strada, e malgrado la crisi ed i migliaia di miliardi buttati al vento per salvare le banche private più esposte ai trilioni e trilioni di CDS senza nessuna copertura possibile (esistono più di 55 trilioni di CDS solo per gli USA) il governo Berlusconi incoraggia l'evasione fiscale (ad esempio, con la storia dello ''scontrino'' post hoc) quando tutti sanno che questa evasione è già superiore a 270 miliardi di euro annui! Nonostante si continua a parlare trasversalmente di abbassamento delle tasse (ai più ricchi) tagliando pero subito nelle spese governative (scuola, ricerca, sanità, Pubblica Amministrazione ecc..) senza mai badare, ad esempio, al fatto che le plusvalenze italiane sono tassate solo a 12,5 % mentre la media europea è superiore ai 20 % . Sarkozy fa la stessa cosa con l'aumento osceno del ''bouclier fiscal'' (niente tasse ai più ricchi sopra il nominale 50 % che non tiene affatto conto delle varie nicchie fiscali, ad esempio per gli investimenti nei dipartimenti di oltre-oceano ...) e con i 60 miliardi di esoneri fiscali, tra i quali quelli 23 miliardi di euro annui che dovevano servire per agevolare l'implementazione della RTL a 35 ore. Agli occhi dei nostri governanti, tutto questo permetterebbe di legittimare il ritorno al lavoro della domenica, la soppressione di giorni festivi, le ore supplementari nel quadro di una legislazione europea che permette una settimana lavorativa precaria e ricorrente di 48, 65 anzi 72 ore legali (sapendo che comunque le imprese licenziano e delocalizzano) e la pensione a 70 anni (sapendo che comunque le imprese licenziano le lavoratrici e i lavoratori oltre ai 50-55 anni!!! Si tratta di una destra ''senza complessi'', una nuova mistura filosemita nietzschiana convinta che la paura prodotta dalla crisi e dal Martello nietzschiano possa indurre le classi cosiddette bta da questi tizi, certamente più ignari che presuntuosi!) Forse credono che le loro regressioni etico-politica e morali siano già generalizzate all'insieme della società ...!

La crisi è comunque una bazza per la borghesia italiana, europea e mondiale ... almeno che sia pure, in modo diametralmente opposto, una insperata bazza per la sinistra autentica. Una sinistra, in particolare il suo rame comunista, che deve di nuovo bosare lottare , osare vincere.

Le studentesse ed i studenti hanno mostrato la via del rifiuto di questa logica della pauperizzazione sociale e della servitù volontaria. Ovunque, in Europa e nel mondo, conviene mobilizzarsi con loro in un modo determinato e pacifico.

I comunisti debbono inoltre accelerare il movimento verso una unità ecumenica autenticamente marxista se vogliono essere in grado di creare una vittoriosa alleanza di tutta la sinistra progressiva, fondata sopra un reale programmo alternativo alle derive fascistizzanti di queste destre neoliberali, liberticidi, in breve filosemite nietzschiani (oggi realmente ''senza complessi'' ... !!!) Questo vale al livello europeo dove la Sinistra Europea deve ritornare sulle posizione delle mie proposte iniziali tradite da Bertinotti e Cie. In effetti, al livello europeo si deve formare al più presto una federazione comunista ecumenica composta dai partiti comunisti nazionali, ma vaccinata contro la degenerazione alla Kaustky, Bernstein, Blum et al., attualmente copiata da tanti pitres, una federazione comunista immunizzata contro ogni variante di filosemitismo nietzschiano possibile. Il modo più facile sarebbe di togliere le menzioni demagogiche al ''stalinismo'' nel Statuto dell'attuale Sinistra Europea, sostituendoli con la denuncia di ogni forma di esclusivismo, in particolare l'esclusivismo filo-semite nietzschiano di ieri, di oggi e di domani! Questo permetterebbe a tutte le componenti anti-capitaliste di stampo marxista, incluso Die Linke, di unirsi in modo ecumenico e di eventualmente pesare nelle scelte della GUE al Parlamento di Strasburgo. Altrimenti si dovrà ricominciare da capo. Tutte quelle e quelli che non si sentono comunisti sono pregati di andare a sfruttare i loro ovvi talenti altrove, prima di avere a rendere dei conto relativamente alla loro colpevole ''falsa rappresentanza'' e, a volte, anche peggio.

Studentesse, studenti, lavoratrici, lavoratori, precarie e precari, contadini, piccoli proprietari, commercianti, pensionati, uniamo le nostre forze nella stessa lotta di civiltà. La nuova barbarie non passerà!

Vostro,

Paul De Marco.

 

NB. Rispetto alla sicurezza sul lavoro vorrei segnalare un indirizzo ed un articolo interessantissimi, ambedue presi da www.contropiano.org Sarebbe utile diffonderli ampiamente. Eccoli:

12 Dicembre 2008 SICUREZZA http://www.myspace.com/sicurezza (Un ottimo sito) 18 dicembre 2008 SICUREZZA Sicurezza sul lavoro. Non ci siamo proprio, di Marco Bazzoni *http://www.contropiano.org/Documenti/2008/Dicembre08/18-12-08SicurezzaLavoro.htm

 

Nota sopra Yezhov, le Grandi Purghe e la IV o V Internazionale (clicca qui per ritornare ai "cliché") (clicca qui per ritornare all'inizio della pagine): Yezhov era un nano patologico che fu denunciato proprio da Stalin quando capì che stava emulando il lavoro distruttivo del Marchese di Sade quando si era infiltrato nella Section des Piques che divenne cosi l'artefice incosciente delle peggiori derive della Terreur durante la Rivoluzione francese. In un modo similare Yezhov stava metodicamente eliminando tutto il Comitato centrale comunista ad un epoca nella quale i dirigenti del Sanhedrin e delle logge massoniche occidentali preferivano ancora la vittoria di Hitler nonché la consolidazione della Ussr (cioè, fino alle leggi razziali del 1938; alla fine di dicembre 1938 Yezhov sarà rimpiazzato da Beria). Nonostante sia sempre laboriosamente occultato, proprio perché rimetteva in questione il numero di confessioni firmate, il rapporto accusatorio di Stalin contro l'ebreo Yezhov rimane utilissimo per i comunisti per giudicare le accuse propagate dal complotto revisionista e totalmente burocratico sancito dai due cosiddetti Rapporti di Chruscev. Come si sa questi due rapporti segreti diffamatori furono ideati nel quadro della lotta per il potere scatenata dopo la morte di Stalin che vide Chruscev alleanto con gli Ebrei sovietici pro-israeliani sovra-rappresentati a tutti gli alti livelli, e con i revisionisti, soprattutto nel ramo dell'economia e della prassi della dittatura del proletariato, come Liberman (Sul socialismo marginalista chedistrusse l'Unione Sovietica vedi la Sezione Economia Politica Internazionale di questo medesimo sito); si tace il fatto che Chruscev, capo della Ucraina, durante il processo di collettivizzazione e durante il periodo Yezhov, era personalmente responsabile, a volta con la supervisione di Kaganovitch (uno dei pochi comunisti di origine ''ebrea'' nelle alte sfere a non avere tradito), della regione la più sensibile dell'Unione Sovietica dove il numero delle vittime dovute alla contro-rivoluzione nel quadro della collettivizzazione delle terre fu il più grande! (Vedi, ad esempio, le pagine sopra le ''Barbarie nazie'' nel magnifico Histoire de l'Allemagne contemporaine, di Gilbert Badia, Vol. II, p 158 e seguenti) Con Stalin la dittatura del proletariato era immediatamente comprensibile per tutti, le vittime erano vittime della loro scelta contro-rivoluzionaria, era l'opposto della dittatura della borghesia con la quale le vittime sono in modo sistematico sovra-definite dalla loro classe a volta anche dalla loro etnia dalla miseria ad esse imposta (60 % dei prigionieri nelle prigioni americani e nei corridoi della morte non sono ''bianchi'' e/o ricchi), anche se si può denunciare un processo di burocratizzazione dovuto soprattutto al comunismo di guerra ed al blocus capitalista effettivo. (La Germania di Hindenburg manterrà in permanenza e con la complicità occidentale oltre a 100 000 soldati mascherati come para-militari; sarà peggio ancora dopo l'arrivo al potere di Hitler nel 1933.) Con Chruscev la lotta di classe viene abbandonata al profitto di un presunto ''Stato di tutto il popolo'', cioè, di un Stato revisionista riposando sopra i processi necessariamente kafkiani della burocrazia, stabilità come nuovo strato sociale privilegiato, e sopra il sistema di ''commando e controllo'', soprattuto per quello che riguardava la pianificazione economica. Per iniziare una riflessione personale sopra il soggetto vedi ad esemi, ad esempio, le critiche di Mao o il libro di W.B. Bland The Restoration of capitalism in the Soviet Union http://www.etext.org/Politics/MIM/wim/wyl/hoxha/bland/index.html assieme a Stalin e Trotzki in www.marxists.org. La verità storica sopra Yezhov e tanti altri Ebrei sovra-rappresentati in Unione Sovietica anche nel Politburo, è ermeticamente occultata dagli analisti ebrei, occidentali e anche russi. Questi pitres stipendiati preferiscono comodamente accusare Stalin personalmente dunque, in modo paradossale, ma interessante, tutto il regime bolscevico e non solo il Politburo al quale Stalin rendeva conto! Ma non tengono affatto conto dell'autonomia operazionale di Yezhov (uso dell'illegalità e della tortura) e meno ancora dalla denuncia da parte di Stalin di questi metodi. Vedi, ad esempio, http://www.hoover.org/publications/books/3009586.html.)

Stalin non era un poliziotto, era un Capo di Stato marxista ed il massimo dirigente del movimento comunista internazionale dal 1927 fine alla sua morte il 5 marzo 1953. Le accuse relative al gulag sono senza fondamento almeno prima della morte di Stalin: nella mia ''Nota 17'' del mio Libro III e vari passaggi del mio Libro II ho mostrato che gli attuali anti-staliniani dell'Est e Ovest (incluso i venali revisionisti sovietici che cambiarono tuono solo dopo il 1991 per potersi finanziare assieme alle loro fasulle fondazioni) mescolano, per puro calcolo ideologico, prigionieri di diritto comune e prigionieri politici. Ma non dicono una sola parola sul maccartismo, particolarmente negli Usa ed in Germania dell'Ovest dove il partito comunista fu semplicemente impedito alla faccia dell'espressione ''democratica'' e soprattutto delle pretese di pluralismo... Martens ha dato con precisione tutti i numeri. Questi confermano la mia tesi secondo la quale, al contrario delle prigioni americane o israeliane, le prigioni al tempo di Stalin non discriminavano de facto per l'origine etnica e non permettano l'uso legale della tortura sotto controllo ''medicale'' (!); in effetto, a conti fatti, nelle prigioni di Stalin c'erano meno detenuti su basa annuale che in quelle americane! (vedi http://www.encyclopedie-marxiste.com/histoire_staline_martens.htm )

Il tempo consacrato da Stalin alla lettura dei rapporti dei servizi segreti era come quello di tutti i capi di Stato, di ieri e di oggi. Ieri adorato dagli Ebrei a chi offriva una alternativa al ghetto ed alla discriminazione, oggi è criminalmente sottomesso al continuo vilipendio da parte loro! In effetti, questo fatto solo dovrebbe dare molto da pensare alla gente onesta, in particolare con il ritorno del fascismo philo-Semite Nietzschiano oggi innegabili nei suoi numerosi crimini di guerra e crimini umani! Come si vede non era Stalin che riscriveva la storia ma gli eterni ''crociati'' propagatori di ''narrative'' bibblico-razziste. (''di chi siete il seme?'' chiede il Vangelo ...)

Dopo la morte di Stalin denunciare lo ''stalinismo'' in modo generico invece del ''burocratismo revisionista'' diventa una mostruosità propagandista ideata da questi anti-comunisti ma ancora ingoiata da trotzkisti che di Trotzki stesso non conoscono un bel niente! Si cerca semplicemente di delegittimare tutte le esperienze comuniste reali, incluso Cuba! (Stupiscono quei compagni che invece di fare i compiti di aggiornamento delle conoscenze di base, gridano sicuramente leggendomi ma senza citare - :''vogliono riabilitare il stalinismo!'' Questi sono candidi neofiti, ma se persistano diventano oggettivamente degli ''useful idiots'' solo utili alle manipolazioni del Mossad e della Nato, ad esempio certi ''trotzkisti'' di salotto per fortuna non-italiani, relativamente all'aggressione contro la ex-Iugoslavia (o della questione ecomarxista ...) . Rimando di nuovo a Trotzki stesso relativamente alla questione finlandese.) Bisogna invece ridiventare seri... ) Si sa che nei servizi occidentali questi ingenui vengono chiamati ''useful idiots''. La stessa rimarca vale per le critiche indirizzate a Mao Zedong. Rimane pero un fatto innegabile: il compagno Stalin diede il primo vittorioso esempio nell'intera Storia umana di creazione e di consolidazione di una società socialista con rapporti di produzioni totalmente mutati (''il mondo cambierà di basi'' grida l'Internazionale credendo realmente a quello che canta). L'Unione Sovietica di Stalin sconfigge tutti i suoi nemici, anche in posizione di debolezza materiale, in una epopea umana più grandiosa di tutte le più belle epopee antiche, rimarca da ripetere per la Lunga Marcia dei comunisti cinesi sotto la guida di Mao.

In fine dei conti, rimane che se i comunisti possono benissimo buttare nel cestino della Storia tutti gli economisti borghesi, non possono affatto ignorare Stalin per quello che riguarda la pianificazione e la collettivizzazione delle terre, oppure la creazione di una cultura socialista ed emancipata (i.e. Sopra la difesa della ''rivoluzione sociale'' cara a Trotzki, opponente lucido delle falsità infiltrate propagate ad esempio da un Max Shachtman vedi www.marxists.org ). Rimane che se i comunisti possono benissimo buttare tutti i socialdemocratici nel cestino della Storia (ieri come oggi per la priorità data al filosemitismo nietzschiano), non possono affatto permettersi di ignorare Stalin sopra il materialismo storico, la lotta di classe e la questione nazionale (cioè concretamente le forme costituzionali più adatte all'epoca produttiva socialista.) Se i comunisti possono (anzi, debbono) benissimo buttare nel cestino della Storia le logge massoniche assieme a tutti gli ideologhi di basso livello come Annah Arendt ed altri della stessa farina come Leo Strauss (filosofo di seconda classe impiegato delle Chicago University (anche lui!) tutto impregnato di kabalah ma comunque padre dei neocon di Bush ...), non possono affatto ignorare il contributo ineguagliabile di Stalin e della sua diplomazia nella redazione della Carta dell'ONU e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Individuali e Sociali, proprio quelle due Carte fondamentali, base delle nostre Costituzioni partigiane, che i filo-semiti nietzschiani attuali e lo Stato illegale di Israele vorrebbero affossare per ritornare alla supremazia teocratica del Levitico, incluso sopra i ''Piccoli fratelli'' del Vaticano. Perciò, la difesa, pure critica ma costruttiva, di Stalin rimane il spartiacque dei comunisti autentici (Trotzki incluso) Ovviamente Stalin parlava per il suo tempo e la sua epoca, i comunisti del XXI secolo debbono sapere essere per la loro epoca altrettanto all'altezza di Stalin nella sua, con la sovra-rappresentanza filosemita in meno! Dai presunti sbagli di Stalin si debbono tirare delle conclusioni comuniste, no della bassa propaganda filosemita nietzschiana visceralmente anti-comunista.

Il ruolo cruciale di Sade nella Terreur francese è documentato nella monumentale, magnifica e definitiva biografia di Maurice Lever (Sade, Fayard, 1991) In questo contesto va ammirata la posizione del bolscevico autentico Trotzki relativamente alla questione finlandese, come pure il suo plauso tardivo ma reale per la collettivizzazione delle terre (chiave dell'industrializzazione e dunque della sconfitta dei Nazi.) Ho già detto altrove i miei dubbi sopra la versione ufficiale, soprattutto ebrea, dell'assassinio ''staliniano'' di Trotzki. (click qui) Il comportamento di Trotzki è molto diverso di quelli dei trotzkisti più o meno indirettamente manipolati dal Mossad, il quale sogna il rilancio della IV Internazionale mentre vari pitres continuano il sabotaggio dei partiti comunisti tradizionali soprattutto in Francia ed in Italia: la prova sarà facile da stabilire con l'esigenza del rispetto della Carta fondamentale della ONU e delle leggi internazionali sempre considerate come superiori ad ogni narrazione biblica (nel rispetto della teoria di Marx esposta nella Questione Ebrea).Particolarmente dallo Stato ancora illegale di Israele. A questo si aggiunge l'esigenza del rispetto assoluto tanto del contributo ancora ineguagliabile del comunismo reale all'emancipazione umana, quanto dei diritti imprescindibili del popolo palestinese a tutte le sue terre. Un altro criterio assai sicuro è la posizione scientifica e marxista relativa al ruolo di Stalin e del bolscevismo da opporre alla sua condanna pavloviana, conseguenza naturale del suo assassinio fisico e storico da parte degli Ebrei sovietici che assieme a Beria volevano consegnare l'Europa dell'Est alla Alleanza atlantica e sopprimere il gelo sul trasfero di armi a Israele ordinato da Stalin (vedi il caso Slanski) pochi anni prima del suo assassinio. I demoni nella acqua santa si scoprano facilmente ! (Invece, nel 1948, Stalin salvò lo Stato appena auto-proclamato di Israele mandand armi tramite la Germaia dell'Est e la Scecoslavia ...) Ovviamente il rispetto della legge del valore di Marx (incluso la produttività da me delucidata sulla sua base) assieme al rispetto del metodo del materialismo storico sono imprescindibili.

Intanto, vi ricorderete che io avevo chiesto la formazione di una Internazionale senza cifra per indicare la volontà di un ritorno libero a Marx ed a tutti i nostri classici, sottolineando nel frattempo la volontà di ecumenismo autenticamente marxista. (Per essere chiaro sopra l'ecumenismo: Con un trotzkista, un maoista, un del vecchio PCI, un gramsciani, un castrista e guevarista, un comunista vietnamite, un comunista nepalese, un naxalista ecc., posso discutere in modo costruttivo; con questi compagni si può essere facilmente d'accordo sopra l'essenziale teorico e programmatico, il resto essendo questione di contraddizioni all'interno del proletariato e di dialogo critico in buona fede. Con un Ingrao, un Bertinotti, un Sansonetti ecc, come ho capito un poco tardi, si ci ribasserebbe, tradendo nel processo il nostro ideale ed i militanti come noi. Contro questi ultimi servano le denuncie ondate sopra i fatti, sapendo benissimo che le loro mostruosità filosemite nietzschiane proprio da temere la luce scientifica della teoria marxista: Prova già fatta, una volta esposti alla luce del sole, questi emuli del ''ritorno verso mezzanotte'' si disintegrano implacabilmente nelle loro proprie smorfie! Intanto per ora si tratta di immaginare una via pacifica al socialismo, dunque le apposite alleanze di classe, senza negare l'altra via, rivoluzionaria, menzionata da Lenin in Stato e Rivoluzione.) Vi ricorderete che subito dopo la mia proposta, il grottesco Samir Amin (immaginarsi, Amin nel ruolo di Marx, Lenin o Trotzki ..!!?) , quel pitre dello ''scambio ineguale'' (!) subito rivelato per quello che era in realtà, propose senza la minima vergogna una quinta (V) Internazionale, mentre il Mossad si attivava già per riattivare la IV con i vari Michael Löwy, artefici delle critiche al Che accusato di essere troppo stalinista e troppo bolscevico ...! (Non scherzo, questo può essere verificato facilmente particolarmente in Francia dove dei va-nu-pieds intellettuali passano da decenni per dei ''nouveaux philosophes'' solo perché si sono messi al servizio della Nato e delle sue logge massoniche filosemite nietzschiane e vengono massicciamente smerciati come articoli di uso igienico ...!

Au pays de Babeuf, Blanchi, Varlin, Lafargue, Guesde, Jaurès, Sartre, De Gaulle ecc., ecc., ... Ma l'Italia a anche i suoi Tony Negri ...) Io, apologo di una direzione collettiva composta da gente radicata nella realtà delle lotte, chiedo: Cosa hanno contribuito di originale alla teoria ed alla pratica marxiste tutti questi pitres del Mossad assieme ai vari complici massonici-accademici-politici occidentali sin dalla morte di Stalin, se non numerosi tradimenti (incluso l' ''ortodossa''(!) ma realmente pluralista borghese Lukacs), assieme a numerosi ''plagi rovesciati'', proprio quando l'occultazione totale non era più possibile, come viene ampiamente dimostrato in primis dalla loro attitudine criminale rispetto alla mia opera, in particolare la mia restituzione scientifica della legge del valore di Marx e la mia denuncia di tutte le forme di esclusivismo? La stessa questione vale per il tradimento di un gran numero dei massimi dirigenti ebrei sovietici, a parte Kaganovitch e qualche altro, quando, verso la fine della guerra, si pose direttamente la questione della creazione dello Stato di Israele, dunque la questione della lealtà al processo di emancipazione umana comune oppure al processo esclusivista e artificiale di creazione di un Stato teocratico-razzista in guerra unilaterale permanente contro tutti i suoi eventuali vicini ma, ieri come oggi, sempre alla ricerca del dominio mondiale in quanto putativi ''maestri del mondo'' (!) ancora impadroniti della direzione della superpotenza del giorno... Il filosemitismo nietzschiano attuale, con le sue guerre preventive illegali e i suoi Partiot Acts (''guerra'' domestica al ''terrorismo'', cioè alle classi cosiddette pericolose per il futuro del capitalismo, di nuovo fascistoïde) non si capirebbe senza questo background col quale, oggi, si cerca di rimpiazzare irrazionalmente la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Individuali e Sociali fondamentali frutto del brillante negoziato di Stalin e dei Sovietici nel quadro della creazione della ONU con la grottesca supremazia del Levitico (pace Gilgamesh! pace Spinoza!), unico metodo per legittimare l'ideale razzista, teocratico e discriminatorio dell'esclusivismo talmudista-israeliano, unico modo per tentare di sostituire la singolare, esclusivista e patologica idea di un solo ''popolo eletto'' da Dio all'universalismo, senza se e senza ma, dell'uguaglianza e dei diritti umani, ecc ...

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